I Malavoglia

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Testo

I MALAVOGLIA
DI GIOVANNI VERGA

SINTESI:
La vicenda de I Malavoglia è il ritratto della vita di un paese della costa siciliana, Aci Trezza. E’ la vicenda della famiglia Malavoglia, e, attraverso la vita dei componenti, svela la piccola realtà di un paese di pescatori. Verga, nel tempo scandito da feste paesane, salatura di acciughe, caccia ai contrabbandieri, serate all’osteria, racconta delle sventure che porteranno la numerosa famiglia Malavoglia alla dispersione. Una serie di tragedie – debiti, morti improvvise, carcerazioni, scandali – decimeranno i componenti, e i pochi rimasti, sullo sfondo della povertà e dell’insoddisfazione di Aci Trezza, cercheranno di condurre la loro vita, pur assillati da pesanti rimorsi.

PERSONAGGI:
PADRON ‘NTONI: E’ il capofamiglia dei Malavoglia. Pescatore da sempre, incessantemente lavora per mantenere l’onore e la vita della famiglia, a cui tiene più che la sua stessa vita.

LONGA: E’ la moglie di Bastianazzo. Vedova, darà tutto per aiutare padron ‘Ntoni a sostenere la famiglia. Allo stesso tempo, cerca di dare una “buona educazione” ai suoi figli ‘Ntoni, Mena, Alessi, Lia.

‘NTONI: Figlio della Longa, tornato da soldato sentirà sempre la vita del paese troppo stretta. Per questo cercherà innumerevoli vie di fuga dalla sua realtà, incappando in guai che non può sostenere. Alla fine, quasi purificato dalle sventure, guarderà con rimpianto la vita che non ha mai voluto accettare e che ora non potrà più permettersi.

MENA: Detta Sant’Agata, per il suo carattere e le sue abitudini, perfettamente in linea con le qualità di moglie e madre insegnatele dalla Longa, più volte sarà vittima delle tragedie di casa Malavoglia, ma sempre cercherà di risollevarne le sorti.

TEMPO E LUOGO:
Tutta la vicenda si svolge ad Aci Trezza, sulla costa siciliana, in un periodo, non meglio precisato, tra metà Ottocento e fine Ottocento.

STRUTTURA:
Il romanzo è suddiviso in quindici capitoli.

TIPOLOGIA:
I Malavoglia è il miglior esempio di romanzo storico-verista.

WELTANSHAAUNG:
La visione del mondo di Verga è realista, con sfumature negative e fataliste. Infatti, i sogni e i desideri dei personaggi sono travolti ed annientati dagli eventi.
Verga non considera negativa la natura dell’uomo, bensì le circostanze in cui esso si trova a vivere, che lo schiacciano e rendono inutili i suoi sforzi. Altri autori della sua stessa corrente e di epoche successive, utilizzeranno il suo stesso naturalismo. Rispetto agli autori precedenti, però, la posizione naturalista viene ribaltata. Posta in chiave alla negatività non è più la “invida natura umana” di Macchiavelli, ma l’orrore dell’uomo che si scopre piccolo e impotente. In fondo, Verga pone come principio del suo romanzo la lotta di volontà. Quella volontà dell’uomo, il quale si affanna per riuscire, per non essere sopraffatto, e quella di un superiore fato, non identificabile con il Dio cristiano. Da questo conflitto l’uomo risulta inevitabilmente perdente, e forse coloro che hanno vinto sono coloro che hanno chinato il capo a questo giogo impostogli dalle avversità. E questo è per lui eredità del positivismo, ma senza quell’ottimismo caratterizzante tale corrente di pensiero.
Inoltre è molto presente l’idea di appartenenza alla famiglia e alla terra, quasi queste possano esaurire la vita di un uomo. Così la cultura per cui Mena dovrà rinunciare al matrimonio è vista come triste, forse, ma certamente migliore del desiderio di libertà di ‘Ntoni.
La verità della vita e l’oggettività sono portate in primo piano. Ma è un’esasperazione, un’iperbole: è il verismo. L’impronta che Verga dà al suo verismo è strettamente legata agli influssi di Zola. Ciò implica l’osservazione della realtà nel suo divenire, attraverso la domanda “come”, senza la preoccupazione di indagare le cause, ma solo guardando e cercando di spiegare gli avvenimenti secondo una ragione che diventa razionalismo.

SCOPO DELL’OPERA:
L’opera verghiana è una denuncia della condizione della Sicilia tra Ottocento e Novecento, così da spingere il lettore a soffermarsi sul vuoto di fiducia verso le istituzioni, gli ideali, il progresso, da cui deriva la chiusura in sé e negli antichi valori. E’ una concezione ostile al moderno, il quale, appunto, intacca i sentimenti puri e semplici.

GIUDIZIO PERSONALE:
Personalmente ritengo che il romanzo di Verga possa essere definito interessante. In tutta sincerità non posso dire di essere in accordo con la negatività che pervade tutto il paese di Aci Trezza. Però è interessante vedere come Verga conduca il suo romanzo per mostrare come lui intende la vita.. Anche notare lo stile può essere utile. Questo modo di scrivere scarno, alla ricerca dell’oggettività, per un significato tutt’altro che oggettivo, e la raffigurazione dei personaggi, per quanto quasi essenziale, che ti conduce ad affezionarti a loro e a soffrire con la famiglia e con i compaesani dei Malavoglia, ti rende parte di quella società e di quella civiltà, instaurando con i protagonisti un rapporto di simpatia (intesa secondo la definizione etimologica del temine).

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