Frank Zappa

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Ricerca su Frank Zappa di Cristian Talesco
Frank Zappa non ha mai amato molto le sue biografie, infatti un termine che ha usato per definirle è "shit". Forse c’entra molto il fatto che la sua biografia migliore è quella scritta nei suoi lavori musicali. Al suo giudizio hanno però sicuramente contribuito le nefandezze di alcuni giornalisti. Uno di questi è David Walley, che ha scritto No commercial potential - The saga of Frank Zappa & The Mothers of Invention (1972), primo libro in assoluto su Frank Zappa, che così racconta la storia: «Questo tipo venne a trovarmi chiedendomi una lunga intervista. Gliela concessi, lui rimase a casa mia per tre giorni e quando gli chiesi di farmi leggere il manoscritto prima che andasse in stampa, ebbe la faccia tosta di dirmi che ne aveva già pronte seimila copie! È pieno di imprecisioni, una vera porcheria!».
Nato il 21 dicembre 1940 a Baltimora, Maryland (USA), figlio di emigranti, il suo nome è Francis Vincent Zappa. Ben presto manifesta i suoi tipici eclettismo ed eccentricità. La sua prima passione è per la chimica, di cui lo interessavano anche i composti esplosivi, infatti egli racconta: «A dodici anni ero già rimasto vittima di diversi incidenti, perciò pensai bene di passare alla musica».
Da teenager respira nel pieno degli anni Cinquanta il favoloso R&B nero, è affascinato anche dal doo-wop, dal modernismo di Igor Stravinsky e Anton Webern, e soprattutto dai dissonanti esperimenti sonori di Edgard Varèse.
Trasferitosi all’età di dieci anni in California, trascorre l’adolescenza sballottato per una serie interminabile di piccole cittadine di provincia, quelle stesse messe in croce nei suoi testi qualche anno più tardi: Pomona, Palmdale, Monterey, Lancaster, Cucamonga. Finalmente si diploma all’Antelope Valley High di Lancaster il tredici (venerdì) del giugno 1958.
Nel 1960, dopo un infruttuoso anno trascorso ad Hollywood lavorando come scrittore di partiture per film, si iscrive al Chaffey Junior College in Alto Loma, apparentemente più interessato alla fauna femminile che allo studio dell’armonia musicale. Qui incontra Kay Sherman, che poi sposerà. Ritiratosi dal college con lei, fa i più svariati mestieri, tipo venditore di enciclopedie a porta a porta, disegnatore di cartoline d’auguri, ecc.
Nel 1962 partecipa alla scrittura ed alla realizzazione di un primo single, Break Time a nome dei Masters, di cui un certo Paul Buff produsse il lavoro nel suo Studio PAL a Cucamonga. Si succedono a questo punto una serie di single, ognuno presentato sotto un nome diverso. Tijuana Surf firmato Hollywood Persuaders è al primo posto nella classifica messicana per dieci mesi.
Lavora alla partitura di due film The World’s Greatest Sinner e Run Home Slow, con i soldi guadagnati compra lo studio di registrazione di Buff, ribattezzandolo Studio Z. Lo studio d’incisione è a sole quattro piste, ma dispone di materiale cinematografico ed alcune cineprese raccattate ad una svendita sul Sunset Boulevard. Ne fa il suo laboratorio ideale. Ma lo Studio Z presto attira l’attenzione dei piedipiatti che lo incastrano chiedendogli, in incognito, di produrre un nastro audace, si fa una settimana di carcere. Zappa racconta: «Che ne sapevo che fosse illegale?».
Questo è il periodo in cui matura l’idea del divorzio. Intanto milita in complessini improbabili e fa economia con l’intento di produrre un film mai uscito, Capt. Beefheart vs. the grunt people.
Memorabile è la sua apparizione televisiva nel 1963 allo Steve Allen Show, in cui esegue una performance di ciclofonia consistente nel suonare una bicicletta soffiando nei tubi del manubrio e pizzicando i raggi delle ruote, il tutto accompagnato da un nastro preregistrato e dalla band della trasmissione.
Entra a far parte dei Soul Giants (Roy Estrada, Elliot Inger, Jimmy Carl Black, Ray Collins), una band da bar che suonava a Pomona, Los Angeles. Nel 1964 a seguito di alcuni eventi legati al giorno della Festa della Mamma, Frank Zappa, diventato leader della band, la ribattezza in The Mothers (che vorrebbe stare per motherfuckers).
Cacciati da tutti i locali della contea, nel ’65 li si può già trovare nelle bettole del Sunset Boulevard, mecca del nascente underground di Los Angeles, dove in breve vengono a contatto con il movimento freak guidato dallo scultore Vito e da Carl Orestes Franzoni. La scoperta è illuminante e la vita nel tumultuoso Echo Park rappresenta una feconda fonte da cui trarre trame per canzoni.
Gli show delle Mothers sono quanto di più sconcertante si possa immaginare. Di casa ormai al Whiskey-a-Go-Go, il gruppo compare nell’infame documentario Mondo Hollywood sulla nuova scena ribelle, solleticando l’interesse del manager Herb Cohen e del produttore Tom Wilson, che in breve procura alle Mothers un contratto con la Verve. Mentre Frank Zappa appronta il progetto GUAMBO (acronimo di Great Underground Arts Masked Ball & Orgy) con l’intenzione di produrre uno spettacolo più orientato al gestuale, le Mothers danno alle stampe Freak Out! (1966) primo album doppio a soggetto della storia del rock. Frank Zappa si occupa personalmente dell'immagine del gruppo, stilando una presentazione ricca di incalzante ironia. Ancor prima della loro musica, è proprio il loro modo di porsi che lascia il segno. La Verve li ha intanto costretti a ripulire il loro nome in The Mothers of Invention. Freak Out! è una miscela di canzoni sferzanti (Who Are The Brain Police?), di tagliente critica sociale (Trouble Comin' Every Day) e selvaggio sperimentalismo (The Return Of The Son Of Monster Magnet). Al gruppo originale si aggiungeranno in seguito altri talenti, tra cui Ian Underwood, Bunk Gardner, Arthur Tripp, Don Preston e Jim Motorhead Sherwood.
Dall’aprile all’agosto ’67 le Mothers sono a New York, al Garrick Theater, dove il loro stile esuberante è accolto meglio che nella West Coast. È la stagione degli happening teatrali e Pigs & Repugnant è uno show abilmente animato e pornograficamente delizioso, una celebrazione dell’assurdo dove Zappa combina satira sociale alla Fugs/Lenny Bruce con un inevitabile spirito defecatorio ed espettorante, confermando il suo indubbio talento nel ritrarre la grande atrocità americana (lo show includeva performance a base di vegetali ed una giraffa che spruzzava crema sul pubblico!). L’immagine di Zappa è compromessa per sempre, è diventata celebre la foto di IT che lo ritrae nudo e cogitabondo, seduto su una tazza del cesso.
Il secondo album, Absolutely Free (1967), ha un discreto consenso di pubblico, il gruppo è in espansione (si sono aggiunti Don Preston alle tastiere, Billy Mundi ai tamburi, Bunk Gardner ai fiati) e lo stile ha raggiunto una migliore sintesi.
Frank Zappa è insofferente alle mollezze della nuova gioventù convertita all’ebetismo del Power flower". Con un album intero, We’re only in it for the money (1968), egli inchioda le soporifere ed evasive istanze di amore e pace degli hippy californiani, accomunandoli nel conformismo alla vecchia generazione nel tentativo di scuotere la passività del gran pubblico americano. Ma va oltre, prende in giro nella cover uno dei testi sacri del nuovo credo, il Sgt. Pepper dei Beatles, vedendosi quindi l’opera bloccata per quasi un anno dagli avvocati degli inglesi. Ma questo è il minimo, i problemi sono altri: ¬Il nucleo del gruppo aveva tremende difficoltà nell’apprendere le partiture del nuovo disco. Feci quasi tutto da solo, eccetto basso, batteriea e tastiere, e con tutto ciò le Mothers figurarono al completo in copertina. Era imbarazzante e lo stesso accadde per Uncle Meat. Ma chi mi avrebbe creduto?».
Congedate le madri, Zappa dà alle stampe un Lumpy Gravy (1967), dove la tipica anarchia sonova viene spinta verso una maggiore complessità, tra lunghi interventi atonali con grande orchestra (la Abnuceals Emuukha Symphony Orchestra), oscuri dialoghi, sbotti di doo-wop vecchio amore e qualche frizzante strumentale. È la prima testimonianza delle ambizioni seriose del musicista ubriaco di Varèse e Webern, e anche il primo segno di quella tanto decantata continuità concettuale («Prendi un paesaggio ed una strada che lo percorre: il loro insieme rappresenta questa continuità») secondo cui ogni unità creativa – sia essa un assolo di chitarra, un disco, una parola, un’intervista, un concerto, un film, - non solo va presa come un’entità a sé, accuratamente progettata, ma anche quale parte di una più ampia macrostruttura, i cui progetti e lavori sono degli anni Sessanta e seguenti.
La stampa europea esalta l’arte di Zappa, ma gli USA non gli danno tregua. Sfibrato dalle continue censure della Verve, egli liquida la casa discografica con una sbrigativa quanto deliziosa celebrazione delle sporche canzoni d’amore e di cretina semplicità degli anni ’50, Cruising With Ruben & The Jets (1968), che lo stesso Zappa definisce ironicamente «un ennesimo tentativo di far trasmettere per radio la nostra musica».
Nascono nel 1968 due etichette personali, la Bizarre per le Mothers e la Straight che divenne uno sbocco per artisti incompresi come Beefheart, il primo Alice Cooper, Wild Man Fisher e le GTO’s. Inaugura il nuovo corso Uncle Meat (1969), eccellente musica-per-film-senza-film con contorno di Mothers ausiliarie (la percussionista Ruth Underwood, il batterista Art Tripp, il veterano Ian Underwood ai fiati, e Motorhead Sherwood). L’album vale a Zappa il titolo di musicista pop dell’anno da parte della rivista Jazz & Pop, ma nell’agosto del ’69 di nuovo stufo liquida un’altra volta le Mothers.
Fino al maggio del ’70 si muove da solo. Quello che segue è il periodo più classico di Zappa, quello che, partendo da Lumpy Gravy (1967), molto amato dall’artista, passa per due inediti, Weasel Ripped My Flesh (1970) e Burnt Weeny Sandwich (1969), per il micidiale Hot Rats (1969) con Underwood, Beefheart, Sugarcane Harris, Shuggie Otis e lo splendido King Kong giocato con il violinista francese Jean-Luc Ponty.
Nel 1970, promuove uno stile più da spettacolo di varietà per le Mothers nuovamente riformate. Zappa ha portato nel gruppo due membri appartenenti alla teen-band The Turtles, Mark Volman e Howard Kaylan ("Flo" e "Eddie") come lead vocals. Ci sono anche altre partecipazioni, da notare il tastierista jazz George Duke (già con Ponty) ma zappa prende tempo. Il nuovo obiettivo delle Mothers è la colonna sonora del film mitico di Zappa, 200 Motels (1971), 98 minuti di una pellicola che ha rappresentato questo periodo con le tutte le peggiori bizzarrie della estenuante vita sulla strada di un gruppo rock. Il film viene girato a Londra da Tony Palmer. Vi partecipano Keith Moon nel ruolo della suora assatanata, Theo Bikel, e Ringo Starr nei panni di Zappa, senza contare le nuove Mothers. È intanto imminente una esibizione con la Los Angeles Philarmonic sotto la direzione di Zubin Mehta.
Difatti il 15 maggio, nel grande stadio dell’UCLA, undicimila spettatori e centoquattro professori d’orchestra vivono l’ultima stravaganza zappiana. Adesso si sta realizzando appieno la famosa continuità concettuale. Il live Fillmore East/June 1971 (1971) e Chunga’s Revenge (1970) seguono lo stessa buona stella.
Ma a questo punto qualcosa s’inceppa. Il festival di Wight non è occasione di consenso. Solo Tears Began To Fall fa prendere una lieve boccata d’aria al gruppo. Il ’71 comunque è un anno funesto e molte disavventure arrivano dal versante inglese.
Liquida le Madri realizza Waka/Jawaka (1972) e The Grand Wazoo (1972), di nuovo si assapora una grande efficacia. Sul finire dell’anno chiude le due etichette e lancia la nuova DiscReet nell’estate ’73, che debutta con Over-nite Sensation (1973), tra l'altro con Tina Turner e le donzelle di Ike come vocals. Torna il nome delle Mothers ed alcuni caratteri degli esordi. Nel decennale del gruppo arriva come per incanto la presenza nella top-ten statunitense. Raccoglie intanto anche molte disapprovazioni.
One size fits all (1975), vede la partecipazione di Beefheart sotto il meta-preudonimo di Bloodshot Rollin’Red. Musicalmente non siamo a livelli eccelsi. Da registrare anche delle grane legali. Intanto ci sono nuove giovani collaborazioni: Terry Bozzio ed Eddie Jobson, già con i Roxy Music.
Nel ’77 pubblica a suo nome Zoot Allures (1977), operina non molto ispirata.
La Warner Bros gli rifiuta la pubblicazione di Läther, che voleva essere un cofanetto di cinque dischi, allora Zappa pensa bene di rendere il lavoro di pubblico dominio trasmettendolo per intero alla radio KROQ di Pasadena ed avvertendo anticipatamente gli ascoltatori di munirsi di cassette per la registrazione.
Nel ’79 firma un contratto con la Polygram in America e con la CBS nel resto del mondo per la distribuzione della sua ennesima etichetta, la Zappa Records. Il primo album è un successo clamoroso, Sheik Yerbouti (1979).
Frank Vincent Zappa muore nella sua casa di Laurel Canyon nel pomeriggio del 4 dicembre 1993, dopo una lunga battaglia contro il cancro alla prostata. Poco dopo, la moglie Gail annuncia che Frank è partito per il suo "ultimo tour".

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