Emancipazione

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Testo

Nel ‘900 “donne” diventano protagoniste della “storia” e dopo oltre due millenni assumono un loro ruolo e una loro identità.
Per comprendere quali e quanti stereotipi abbiano condizionato la figura femminile e l’ abbiano emarginata e discriminata rispetto agli uomini, relegandola ad un ruolo solo “riproduttivo” e in una posizione di inferiorità, basti pensare alla preghiera dell’ ebreo, contemporaneo di Gesù, che recita “Signore ti ringrazio di non avermi fatto pagano, ignorante e donna”. Nascere donna era considerata una “sfortuna”, quasi una “disgrazia” e ancora oggi in taluni Paesi la nascita di una femmina non segna certo un evento da ….”festeggiare”. L’ emancipazione femminile e il riconoscimento di pari diritti rispetto agli uomini comincia ad essere riconosciuta solo nel primo ‘900 quando la necessità di sostituire in fabbrica gli uomini che vanno in guerra chiama le donne al lavoro e le porta fuori delle mura domestiche. Tuttavia l’ affermazione dei diritti femminili, il superamento delle discriminazioni che le costringono ad essere subordinate in base al sesso, è un processo molto lento e nonostante la parità tra donne e uomini si affermi teoricamente (come nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani adottata nel 1948) di fatto le donne incontrano numerosi ostacoli per essere riconosciute, pari agli uomini, sotto ogni aspetto della vita politica, sociale, economica, familiare. In molti Paesi ancora oggi, del resto, le donne vivono una condizione di sottomissione e spesso anche di violenza ed abusi. Talune culture, come quella islamica, negano alla donna ogni tipo di libertà e di autonomia e ritengono che la differenza sessuale sottintenda l’ inferiorità femminile. Sono state moltissime le lotte che le donne hanno dovuto sostenere per superare le discriminazioni di cui sono state oggetto nel corso della storia. Anche in Italia il percorso dalla discriminazione all’ affermazione concreta della parità tra uomini e donne in ogni ambito della vita sociale, culturale, economica, politica, è stato lungo e difficile e ha inizio con le norme del primo codice civile dell’ Italia unita nel 1865. E’ in questo periodo che la donna acquisisce con la maggiore età a 21 anni, come per l’ uomo, gli stessi diritti ereditari e l’ attribuzione della patria potestà e più tardi, nel 1887, può intervenire come testimone negli atti pubblici e privati, privilegio riservato fino ad allora solo agli uomini. Nel 1919 si afferma poi che le donne sono ammesse – a pari titolo dell’ uomo - ad esercitare tutte le professioni e a coprire tutti gli impieghi pubblici. Ma la storia dell’ emancipazione femminile dovrà aspettare ancora qualche decennio prima di dirsi affermata. Infatti nonostante la Costituzione italiana (art. 37) sancisca la piena e completa parità di diritti tra l’ uomo e la donna, sono molte le differenze di trattamento che si verificano, per esempio, nel mondo del lavoro tra uomini e donne. In questi ultimissimi anni sono state sempre più frequenti le “dichiarazioni” e le “convenzioni” nazionali, europee, ed internazionali (es. La Conferenza di Pechino, 1995) a sostegno della partecipazione femminile alla vita politica e sociale in condizione di parità. Molte sono state, però, le “vittorie” che le donne hanno riportato sul fronte dell’ emancipazione, così come molte sono state anche le pressioni che gli Stati democratici e le varie organizzazioni internazionali hanno esercitato – per sostenere la parità tra i due sessi - sui Paesi dove la condizione femminile è ancora di subordinazione e di emarginazione e dove il percorso verso l’ emancipazione femminile è lungo e difficile. Credo che l’ acquisizione di poteri e responsabilità da parte delle donne e il miglioramento delle condizioni sociali, economiche e politiche sia essenziale per il raggiungimento di un governo veramente democratico, per favorire lo sviluppo in tutti i campi della vita. Gli ostacoli di ordine culturale, ma anche politico ed economico che impediscono alle donne di realizzarsi al pari degli uomini debbono essere rimossi se vogliamo che la società si evolva in ogni ambito della vita pubblica e privata. Raggiungere l’ obiettivo di una uguale partecipazione delle donne e degli uomini ai processi decisionali consentirà – secondo me – di creare un equilibrio fra i due sessi e la crescita di uomini e donne liberi e consapevoli dei propri diritti/doveri come presupposto fondamentale per vivere in una società democratica e libera da pregiudizi e da stereotipi. Senza una attiva partecipazione delle donne e la loro integrazione a tuti i livelli dei processi decisionali io non credo che si possano raggiungere obiettivi della uguaglianza, dello sviluppo, della pace, Globalizzazione processo attraverso il quale mercati e produzione nei diversi Paesi diventano sempre più dipendenti e interconnessi a causa della dinamica di scambio di beni e servizi e movimenti di capitale e tecnologie.

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