Benedetto Croce

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Testo

Crуce, Benedйtto
BiografiaFilosofo, storico e critico italiano (Pescasseroli 1866-Napoli 1952). Compм i primi studi a
Napoli in un collegio di barnabiti e a 17 anni, avendo perduto i genitori e la sorella nel terremoto
di Casamicciola, fu accolto dal cugino Silvio Spaventa nella sua casa di Roma, dove s'iscrisse,
senza troppo entusiasmo, alla facoltа di giurisprudenza. Preferм frequentare le lezioni di morale
di A. Labriola e quindi dedicarsi, ritornato a Napoli, alla ricerca erudita. Alla lettura della Scienza
Nuova del Vico si deve la nascita del suo primo interesse autenticamente filosofico, che lo
indusse ad affrontare il problema dei rapporti tra arte e storia ( La storia ridotta sotto il concetto
generale dell'arte, 1893) e quindi lo studio del pensiero marxista ( Materialismo storico ed
economia marxistica, 1900). Negli ultimi anni del secolo entrт in stretta amicizia con G. Gentile,
che collaborт per un ventennio alla rivista La Critica, fondata da C. nel 1903, e insieme a lui
diresse la collana "I classici della filosofia moderna", stampati da Laterza. Divergenze prima
filosofiche, quindi politiche, raffreddarono l'amicizia, che terminт nel 1924 con una rottura
completa. Nominato senatore nel 1910, partecipт al governo nel 1920-21 come ministro della
Pubblica Istruzione. All'avvento del fascismo assunse un atteggiamento di prudente e moderato
consenso, che si mutт in esplicita opposizione in occasione del delitto Matteotti, in seguito al
quale C. si allontanт dalla vita politica attiva. Solo alla fine della guerra riprese per qualche anno
l'attivitа politica, dedicandosi alla ricostruzione del Partito Liberale. Fu ministro e membro della
Costituente, ma nel 1948 si dedicт di nuovo agli studi, che proseguм fino alla morte.Filosofia: la filosofia dello spirito, il sistema crocianoLo stesso C. definм il proprio sistema "filosofia dello spirito", intendendo per spirito tutta la realtа
che viene posta e si sviluppa in quattro forme distinte di attivitа: la conoscenza dell'individuale
nell'intuizione ( arte) e la conoscenza dell'universale nel concetto ( pensiero), che sono le due
forme dell'attivitа teoretica o conoscitiva; la volizione del particolare ( economia) e la volizione
dell'universale ( etica), che sono le due forme dell'attivitа pratica. Il sistema и compiutamente
esposto nei tre libri Estetica come scienza dell'epressione e linguistica generale(1902),
Lineamenti di una logica come scienza del concetto puro(1909) e Filosofia della pratica.
Economia ed etica(1909). Filosofia: la filosofia dello spirito, l'arteLa prima forma dello spirito и l' arte come conoscenza delle cose singole nell' intuizione, che и
differente dalla percezione, in quanto puт riferirsi indifferentemente a una cosa reale o
immaginaria, e dalla mera sensazione perchй questa и soltanto passiva, mentre l'arte, intuendo,
esprime, sicchй si puт dire che intuizione ed espressione s'identificano. Non esiste conoscenza
reale che non sia compiutamente espressa: s'illude chi crede di aver molte cose da dire, ma di
non saperle esprimere, sia pure solo tacitamente. Infatti l'estrinsecazione fisica dell'intuizione in
suoni, colori, movimenti, e via dicendo, non и necessaria; l'oggetto fisico (il quadro, la frase
pronunciata) non и che uno stimolo per riprodurre l'intuizione (immagine, proposizione) nata nella
mente dell'autore. Questa и l'effettiva opera d'arte, e per coglierla bisogna porsi di fronte alla sua
estrinsecazione fisica, ricostruendo in noi le stesse condizioni dell'autore nel momento della
creazione. Quando ciт avviene, riproduciamo necessariamente, mediante il gusto, l'opera d'arte.
La diversitа dei giudizi critici и dovuta all'imperfetta esecuzione del procedimento,
all'impossibilitа soggettiva di ricostruire le condizioni dell'autore. C. sviluppт successivamente
la propria estetica nei saggi raccolti in Problemi di estetica(1910), dove l'espressione artistica и
riconosciuta come espressione di sentimento e il suo carattere discriminante nei confronti delle
espressioni comuni viene scorto nella purezza da interferenze intellettuali o pratiche (cfr. il
saggio su L'intuizione e il carattere lirico dell'arte), quindi nel Breviario di estetica, compreso in
Nuovi saggi di estetica(1920), nell' Aesthetica in nuce del 1928 (raccolta negli Ultimi saggi, 1935),
e infine in La poesia(1936) dove accanto all'espressione poetica vengono teorizzate le
espressioni non poetiche che possono assumere valore artistico come "letteratura".
Filosofia: la filosofia dello spirito, il concettoLa seconda forma dell'attivitа dello spirito и la conoscenza dell'universale nel concetto, in cui
s'identificano espressivitа, universalitа e concretezza. C. distingue dal concetto gli
"pseudoconcetti empirici" (come cavallo, casa), che sono concreti ma non universali, e gli
"pseudoconcetti astratti" (come triangolo), che non sono concreti. Gli uni e gli altri sono finzioni
concettuali che hanno una finalitа esclusivamente pratica. Tali sono tutte le nozioni che
costituiscono le scienze naturali (pseudoconcetti empirici) e le matematiche (pseudoconcetti
astratti). Mentre gli pseudoconcetti sono molteplici, il concetto, in quanto universale e concreto,
deve essere contemporaneamente unico e distinto; di qui l'unitа, nella distinzione, delle quattro
forme dell'attivitа dello spirito. L'opposizione interna in ognuna delle forme (bello-brutto, vero-
falso, utile-dannoso, bene-male) si risolve pertanto nel nesso dei distinti: non esiste un momento
negativo reale in una forma di attivitа, ma solo l'interferenza di un'altra forma di attivitа, che, in
sй positiva, diventa negativa quando viene colta per quello che non и. Cosм, p. es., il brutto non и
che l'interferenza, nell'arte, del pensiero o dell'attivitа pratica, in sй positivi, e negativi solo in
quanto vengono valutati nell'ambito estetico. L'attivitа pratica consiste nella volizione che и
libera nella misura in cui non и arbitraria o contraddittoria. Immorale и unicamente l'azione, che,
essendo economica (volizione del particolare), pretende di essere etica (volizione
dell'universale). In sй l'azione economica non potrа mai essere morale o immorale: и sempre
assolutamente amorale. Filosofia: la filosofia dello spirito, il problema della storiaIl sistema crociano si conclude con le riflessioni sul problema della storia da cui si era
inizialmente sviluppato. Al problema C. dedicт la Teoria e storia della storiografia(1917) e La
storia come pensiero e come azione(1938). Riprendendo le riflessioni della Logica, la storia (che
nell' Estetica era teorizzata come "arte") viene identificata con il pensiero, e la filosofia appare
come "il momento metodologico" della storiografia che tratta sempre la storia insieme particolare
e universale perchй le attivitа dello spirito sono appunto distinte ma non separate. Mentre nei
confronti del passato и impossibile pronunciare giudizi di valore, e lo storico non puт che
valorizzare positivamente ogni fatto cogliendolo nella sua necessitа, il presente richiede la
valutazione e la scelta degli avvenimenti in atto, che non devono essere accettati passivamente.
Accanto all'attivitа filosofica C. sviluppт un'intensa produzione storiografica i cui risultati piщ
importanti sono la Storia del Regno di Napoli(1925), la Storia d'Italia dal 1871 al 1915(1928), la
Storia dell'etа barocca in Italia(1929) e, infine, la Storia d'Europa nel secolo XIX(1932).Letteratura: la criticaDefinendosi "idealista desanctisiano" in estetica, C. rivendica i diritti della fantasia contro i
positivisti e mette in ridicolo la scuola storico-erudita con la sua aneddotica (questo fare "l'elenco
del bucato"), volta a indagare elementi insignificanti della vita del poeta. Ma il ritorno a De
Sanctis non era privo di motivi di dissenso: C. rimproverava al De Sanctis il suo eccessivo
hegelismo che lo aveva spinto a costruire dialetticamente una storia della letteratura; a
differenza del metodo desanctisiano e tenendo conto del carattere individualizzante che, in sede
estetica, aveva rilevato nell'espressione artistica, C. concepisce la storia della letteratura e
dell'arte al di fuori di schemi astratti, come una serie di monografie rivolte unicamente a mettere
in luce il valore poetico di ogni singola opera. Si dissolvono pertanto i "generi" letterari: come
l'arte и nello stesso tempo pittura, architettura, poesia, musica e scultura, cosм la poesia и
sempre lirica ed epica, comica e tragica, e il romanzo и poesia allo stesso titolo di un'opera in
versi. Per quanto concerne la critica letteraria, C. ritiene che il critico non
sia artifex additus artifici, ma philosophus additus artifici: la sua funzione, cioи, и quella di
distinguere la poesia dalla non-poesia e la parte poetica di un capolavoro dalla sua parte
strutturale, la quale и perт legata alla precedente da un nesso dialettico. Dal 1903 al 1914
compaiono su La Critica le Note sulla letteratura italiana della seconda metа del secolo XIX,
raccolte poi sotto il titolo La letteratura della nuova Italia(6 vol., 1914-40). Soprattutto agli scritti
apparsi su La Critica и legato il nome di C. come polemista brillante e scrittore limpido ed
elegante. Giа nel 1903 vedono la luce i saggi su Carducci, Fogazzaro, De Amicis, Verga, Serao,
Di Giacomo; seguono i saggi sugli scapigliati, su D'Annunzio, Zanella, ecc. La ricerca concreta su
tanti poeti e scrittori diversi porterа C. a ripensare i principi etico-politici e la sua concezione
estetica. La letteratura contemporanea non и perт il solo interesse: nel 1911 compaiono i Saggi
sulla letteratura italiana del Seicento.Nello stesso anno C. esprime il desiderio di dar vita a
"qualche monografia che risponda meglio... al mio ideale di critica e sia dedicata a un soggetto
piщ importante che non i letterati italiani dell'ultimo mezzo secolo". Da questa esigenza nascerа
il saggio su Goethe, scritto quando ancora infuriava la guerra contro la Germania (1917), per quel
bisogno di equilibrio e di rispetto per i valori ideali eterni che non possono venir toccati dalle
passioni transeunti: un saggio che и un modello di organicitа e di sintesi espositiva.
A questo fanno seguito i saggi su Ariosto, Shakespeare e Corneille(1920) e La poesia di Dante
(1921), che и forse uno dei suoi libri piщ discussi e influenti. Con Poesia e non poesia(1923) si
conclude questa fase della critica crociana. Seguiranno altri studi, con proposte nuove e
approfondimento dell'antico. Nascono cosм i volumi che vanno sotto i titoli di Conversazioni
critiche(5 vol. 1918-39), Poesia popolare e poesia d'arte(1933), Poesia antica e moderna(1941),
in cui si chiarisce e approfondisce lo stretto rapporto fra pensiero estetico e valutazione delle
singole opere. Del periodo estremo si ricordano i Saggi sulla letteratura italiana del Settecento
(1949), quelli, in tre volumi, sul Rinascimento ( Poeti e scrittori del pieno e tardo Rinascimento,
1945-52), le Letture di poeti(1950) e le postume Terze pagine sparse(1955): ultimi contributi di
un'attivitа straordinariamente ampia che ha fatto di C. la figura di maggior risalto nel panorama
della cultura italiana del primo Novecento. A cura della figlia Lidia sono state pubblicate nel 1975
le Lettere di Antonio Labriola a Benedetto Croce (1885-1904).BibliografiaG. Prezzolini, Benedetto Croce, Napoli 1909; F. Flora, Croce, Milano, 1927; A. Gramsci, Il
materialismo storico e la filosofia di Benedetto Croce, Torino, 1948; M. Corsi, Le origini del
pensiero di Benedetto Croce, Firenze, 1951; F. Olgiati, Benedetto Croce e lo storicismo, Milano,
1953; V. Sainati, L'estetica di Benedetto Croce, Firenze, 1953; C. Antoni, Commento a Croce,
Venezia, 1955; E. Agazzi, Il giovane Croce e il marxismo, Torino, 1962; F. Nicolini, Croce,
Torino, 1962; F. Focher, Profilo dell'opera di Benedetto Croce, Cremona, 1963; F. Capanna, La
religione in Benedetto Croce, Bari, 1964; A. Bausola, Etica e politica nel pensiero di Benedetto
Croce, Milano, 1966; E. P. Lamanna, Introduzione alla lettura di
Croce, Firenze, 1969; M. Bazzoli, Fonti del pensiero politico di Croce, Padova, 1973; N. Badaloni,
C. Muscetta, Labriola, Croce, Gentile, Bari, 1990.

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