Ambiente ed ecologia.

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Testo

PARTE QUINTA:
IL PARCO DEL FIUME STRONE
• Il fiume Strone è un corso d’acqua che scorre nella pianura irrugua bresciana.
• E’ affluente del fiume Oglio, in cui sfocia presso l’abitato di Pontevico, dopo aver attraversato anche i territori dei comuni di Verolanuova, Verolavecchia e S. Paolo.
• Comunemente lo si fa nascere al laghetto di Scarpizzolo (antico invaso, oggi perlopiù interrato), località nel territorio di S. paolo, alla confluenza del ramo nord-est (Strone Basso) e del ramo nord-ovest (fosso Strone). Il fosso Strone è formato dall’incontro fra la roggia Tòrcola e roggia Fenarola.
• Dal laghetto di Scarpizzolo alla foce dell’Oglio, lo Strone sviluppa un percorso di 18 Km, con un ulteriore tratto di 1.31 Km per il ramo nord-ovest e 2.72 Km per il ramo nord-est
• Fra i fiumi di pianura è quello meno manomesso dalle opere di regimazione delle sponde, conservando il suo originario corso meandriforme.
• Per la bellezza paesaggistica e per le emergenze naturalistiche riscontrate, la Regione Lombardia, su richiesta dei quattro comuni toccati dal suo corso, lo ha riconosciuto come Parco Locale d’Interesse Sovracomunale con delibera n° 4/5188 del 21/10/90. La gestione dell’area protetta è affidata all’omonimo Consorzio.
• La superficie complessiva del Parco è di Ha 735.
• Oltre al tributo delle rogge, lo Strone, lungo il suo percorso, è alimentato dalle risorgive e dai colatori irrigui, essendo il suo letto al di sotto di 6 m dal piano di campagna per la maggior parte del suo percorso.
LA FLORA E LA VEGETAZIONE
Lungo la fascia interessata dal “Parco dello Strone” sono state allevate diverse aree boscate, la cui composizione specifica varia in relazione alla vicinanza o meno dei corsi d’acqua, al livello di falda e, naturalmente, all’antropizzazione subita
La fascia alberata e/o cespugliata si riferisce alla striscia di vegetazione quasi naturale ai limiti e sulla scarpata del terrazzo fluviale più vicino all’acqua, di dimensione solitamente limitata e spesso interrotta. E’ costituita essenzialmente da Salici e Ontani sparsi presso l’acqua. Al limite della scarpata si trovano Pioppi bianchi, Pioppi eurocanadesi di notevoli dimensioni, Platani comuni e Robinia.
Le Farnie, gli Olmi e gli Aceri sono ridotti a pochissimi esemplari
Fra gli arbusti si trovano numerosi Sambuchi, ma poco Biancospino, Sanguinello, Pruno selvatico e Nocciolo. Sono presenti anche i Rovi, soprattutto dove mancano gli alberi.
La vegetazione delle zone umide comprende l’Ontaneto ed il Saliceto, normalmente distinti ma qui frammisti e di limitate dimensioni. Le essenze dominanti del saliceto sono i Salici arbustivi e qualche esemplare dei meno comuni Salix triandra; Salix alba raggiunge invece dimensioni arboree
Presso gli Ontaneti si trovano piccole aree a Canneto, dove le specie dominanti sono la Cannuccia di palude, la Tifa e la Salicaria. Ai margini del canneto e sulle rive sono presenti anche il Nontiscordardimè, l’Iris, l’Emerocallide (inselvichita), la Veronica acquatica, varie specie di Carex ed altre
Per le emergenze floristiche si segnalano:
• Dryopteris carthusiana, o Felce certosina, poco comune, caratteristica degli ontaneti
• Listera ovata o Listera maggiore, una Orchidacea con fiori giallo-verdastri e due larghe foglie ovali
• Leucojum vernum o Campanellino di primavera, una Amarillidacea dai fiori bianchi macchiati di verde o giallo all’apice, ritrovata in numerosi esemplari
• Corydalis intermedia o colombina media, piccola ma notevole presenza floristica, relitto del sottobosco della foresta padana primigenia, assunta a simbolo del Parco
L’AVIFAUNA
Tralasciando le specie di uccelli più comuni e diffuse, presenti anche nel limitrofo territorio coltivato, quelle più significative, legate alla presenza di complessi boscati con alberi maturi d’alto punto, sono il Rigogolo, il Colombaccio, l’Allocco, il Picchio rosso maggiore ed il Torcicollo
Legate alla presenza di “zone umide” caratterizzate da folta vegetazione acquatico-palustre si rinvengono specie paludicole come il Tarabusino, il Germano reale (*), la Gallinella d’acqua (*), il Porciglione, la Cannaiola verdognola e l’Usignolo di fiume
La presenza del fiume Strone e delle rogge limitrofe determina quella di alcune specie legate all’elemento liquido, quali il Piro piro piccolo, il Martin pescatore, la Ballerina bianca, la Ballerina gialla, specie montana rara e localizzata in pianura e il Pendolino, quest’ultimo tipico dei saliceti ripari.
(foto)
Nel folto sottobosco di alcuni “valloni” ombrosi, grazie al particolare microclima nidificano alcune coppie di Scricciolo, una specie montana scarsa e localizzata in pianura.
Nei coltivati bordati da filari di alberi e da siepi troviamo specie più o meno diffuse nel territorio circostante quali la Quaglia (*), la Cutrettola, l’Allodola, il Saltimpalo e il Pigliamosche.
La presenza di cascinali e delle residue “piccionaie o colombaie” e di manufatti vari determina quella di specie legate alla presenza dell’uomo e delle sue attività, quali la Civetta, la Rondine, il Passero d’Italia (*), la Passera mattugia e lo Storno(*).
Tra le specie più frequenti lungo il corso del fiume si ricordano la Tortora (*), il Cuculo, l’Usignolo, il Merlo (*), la Capinera, la Cianciallegra, la Cornacchia grigia (*), il Fringuello, il Verdone ed il Cardellino.

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