Ambiente e WWF

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Acqua, il Wwf lancia l'allarme
"Minacciati anche i paesi ricchi"
Londra, Sydney e i paesi mediterranei nel mirino: "Cambiare rotta"
GINEVRA - Anche i paesi ricchi sono toccati dalla crisi mondiale dell'acqua: l'allarme arriva dal rapporto annuale del Wwf, pubblicato alla vigilia della Settimana mondiale delle risorse idriche (da 20 al 26 agosto). Secondo l'organizzazione ecologista, le cause sono da ricercare nei mutamenti climatici, nella crescente siccità e nell'estinzione delle zone umide. La crisi, inoltre, è aggravata dall'inquinamento e dalla cattiva gestione delle risorse.
Le città "ricche" sotto accusa sono, tra le altre, Houston e Sydney dove il consumo di acqua è nettamente superiore al ritmo di ricostituzione delle riserve, mentre a Londra la cattiva rete di distribuzione porta alla dispersione dell'equivalente di 300 piscine olimpiche al giorno. Per quello che riguarda i paese mediterranei, la crisi è acuita dal turismo di massa e dalla mancanza di una cultura per la conservazione delle risorse. Il Giappone è un altro dei paesi ricchi dove l'abbondanza delle precipitazioni non basta e la contaminazione delle acque costituisce un grave problema in molte regioni.
"I Paesi ricchi - si legge nel rapporto del Wwf - devono attuare cambiamenti drastici nelle loro politiche se vogliono evitare la crisi che sta riguardando le nazioni più povere".
Il rapporto ha suggerito inoltre che l'agricoltura nei Paesi più ricchi dovrebbe pagare di più per l'acqua e dovrebbe farne un uso più responsabile. "A livello retorico - si legge sempre sul rapporto - nei paesi del 'Primo mondo' è ormai generalmente accettato che l'acqua deve essere usata in maniera più efficiente. Molti Paesi riconoscono che bisogna correre ai ripari per ridurre i danni inflitti al sistema idrico in passato. Tuttavia questo nella pratica spesso non è accaduto".
Il Wwf ha suggerito diverse vie per far fronte all'emergenza: bilanciare i consumi con la tutela dell'ambiente; cambiare radicalmente l'atteggiamento verso la "protezione" dell'acqua; riparare le infrastrutture obsolete; preservare i bacini idrici; diminuire la contaminazione dell'acqua; aumentare i prezzi agli agricoltori; studiare di più i sistemi idrici.
Troppe auto, discariche fuorilegge Ambiente malato e ignorato
ROMA - Poche energie rinnovabili, primatisti in negativo per mobilità su strada e per auto pro-capite, il 45% degli scarichi delle acque fuorilegge, 140 mila le case abusive dal 2001 con un'erosione delle coste che si aggira intorno al 31%. Sono questi gli sconfortanti dati della XVII edizione del rapporto "Italia e Ambiente 2006" stilato da Legambiente e presentato ieri a Roma.
Emergenza ambiente I dati infelici del rapporto sono tanti: dall'energia (dove cala l'efficienza, mentre le rinnovabili sono ancora troppo poche), alla mobilità su strada (+31% sulla media Ue) e alle auto pro capite (58 per 100 abitanti), dall'inquinamento (il 78% delle città italiane sfora regolarmente il limite delle polveri sottili) allo stato delle nostre acqua (con il 45% degli scarichi fuorilegge e quasi il 30% delle acque interne che non è balneabile). E come se non bastasse, Legambiente sottolinea impietosamente il numero di abitazioni abusive (140 mila costruite tra 2001 e 2005) e lo stato delle coste (il 30% viene colpito da fenomeni di erosione). Energie "sporche"In particolare, il rapporto mette in evidenza che per il capitolo energia, nel 2004, per la prima volta da sempre, l'Italia è scesa sotto la media europea per quanto riguarda l'intensità energetica, cioè il consumo di energia per unità di Pil. E negli ultimi 10 anni - caso unico nella Ue - i consumi sono cresciuti allo stesso ritmo del Prodotto interno lordo (13% contro 14%). Eppure le rinnovabili stentano a decollare, con il solare termico fermo a 8 mq ogni 1000 abitanti (la media Ue è di 34) e il solare fotovoltaico a 0,52 watt per abitante di potenza installata, contro il 2,2 della media europea. Intanto le emissioni di anidride carbonica salgono, rispetto al 1990, dell'11% (in Europa sono diminuite dell'1,7%, e l'obiettivo del trattato di Kyoto è la riduzione del 6,5% rispetto ai valori del '90). La speranza? È D.o.c. "L'Italia è in difficoltà" ammette il presidente di Legambiente, Roberto Della Seta "ma non immobile. È necessario puntare sui segnali di dinamismo" della cosiddetta soft-economy. Come il turismo, specie quello di matrice enogastronomica. Un settore nel quale l'Italia si conferma senza rivali: il Belpaese ha il primato di prodotti a marchio Dop e Igp (145 su un totale di 678) e 353 vini Doc e Docg. E anche il biologico vince: il doppio del territorio, rispetto ai 15 membri "storici" dell'Ue, è coltivato secondo metodi bio. Ansa
(12-05-2006)
Smog, il serial killer delle città
Uccide 9mila persone all'anno
ROMA - Ogni anno quasi 9mila italiani muoiono di smog. Una strage provocata da polveri sottili e ozono, pari a quella causata dagli incidenti stradali. L'allarme arriva da un nuovo studio condotto dall'Organizzazione Mondiale per la Sanità (Oms) per conto dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente (Apat). Ha riguardato 13 città con più di 200mila abitanti, cioè ben 9 milioni di persone (il 16% del totale della popolazione nazionale).
I capoluoghi monitorati sono Torino, Genova, Milano, Trieste, Padova, Venezia-Mestre, Verona, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Catania e Palermo. Tra il 2002 e il 2004 gli effetti a lungo termine dell'eccessiva concentrazione di Pm10 hanno causato una media annuale di 8.220 morti, vale a dire il 9% di quelli over 30 per tutte le cause, esclusi gli incidenti stradali. Tra le malattie più dannose causate dallo smog, ci sono il cancro al polmone con 742 casi all'anno, l'infarto con 2.562 e l'ictus con 329. Ma l'esposizione cronica alle polveri sottili provoca anche bronchiti, asma, difficoltà respiratorie in bambini e adulti, ricoveri ospedalieri per malattie cardiache e respiratorie che determinano perdita di numerosi giorni di lavoro. Lo studio dell'Oms ha rivelato anche l'impatto dell'ozono, che si forma quando i gas di scarico sono sottoposti alla luce del sole e al calore. E sta diventando sempre più pericoloso, soprattutto nell'Europa meridionale. Le stime parlano di altri 516 morti all'anno solo nelle città italiane. Nel 2005 in Italia molte delle città principali avevano raggiunto i 35 giorni di eccedenza dei 50 æg/m3 già alla fine di marzo e poche avevano rispettato i limiti annuali di 40 æg/m3. I veicoli rappresentano la principale fonte urbana di inquinamento, specie i ciclomotori a due tempi. Ansa
Muore per smog una persona ogni 4 giorni
A Milano l'inquinamento atmosferico uccide una persona ogni 4 o 5 giorni. Con una presenza di polveri sottili nell'aria (il Pm10) superiori a 40 microgrammi per metro cubo (soglia minima individuata sotto la quale non si riscontrano effetti per la salute) l'impatto delle concentrazioni osservate a Milano è infatti di circa 80 decessi annui. È quanto emerge dall'indagine Misa2 e resa nota dall'Asl. La nota dell'Azienda sanitaria illustra i dati dello studio condotto nel 2005 da 60 ricercatori di diverse università italiane e da agenzie regionali del'ambiente. "Questi dati non stupiscono - spiega Andrea Poggio, presidente di Legambiente Lombardia -; a Milano i livelli di concetrazione di Pm10 superano la soglia di sicurezza almeno un centinaio di giorni all'anno e risultati del tutto analoghi agli studi italiani sono contenuti nel rapporto dell'Organizzazione mondiale della sanità sulle stime della mortalità da smog in 13 città italiane tra cui Milano". Secondo l'Asl, comunque, il numero di vittime causate dall'inquinamento è inferiore a quello indicato ieri dal Corriere della Sera in base alla quale, nel periodo 1998-2003 le vittime dello smog sarebbero state una al giorno. Apcom

TORINO - Undici discariche abusive, per un totale di oltre 210.000 metri quadrati, e 22 persone denunciate per illecito smaltimento e irregolare conferimento di rifiuti. Questo il bilancio dell'operazione "Green" condotta dai finanzieri della sezione mobile del nucleo provinciale di polizia tributaria di Torino.
L'indagine, estesa a tutta la provincia, ha portato al sequestro di aree dove sono stati ritrovati rifiuti nocivi e speciali. Olii esausti, fusti di isocianato, elettrodomestici con clorofluorocarburi, derivati del pvc, ma anche lastre di fibra d'amianto, tubi fluorescenti frantumati con polveri luminescenti a base di fosforo e cadmio. E poi pneumatici, vernici sintetiche, masserizie e cumuli di macerie.
Le discariche sequestrate, alcune delle quali ancora sotto bonifica, si trovano a Torino (via Gressoney, strada Bellacomba, corso Tazzoli, strada Villaretto), a Grugliasco (strada del Portone), a Orbassano in zona Po-Sangone, nella zona industriale di Robassomero, a Moncalieri in Borgata Bauducchi, a Collegno (via Manzoni e viale Certosa) e, infine, a Cambiano lungo corso Savona.
"L'inquinamento - sottolinea la Guardia di Finanza - è un fenomeno in crescita nella provincia di Torino, le discariche una volta bonificate diventano in breve tempo nuovo spazio per l'abbandono di qualsiasi tipo di rifiuto".
Al momento, la bonifica di alcuni siti è ancora in corso.

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