Aids

Materie:Appunti
Categoria:Ricerche

Voto:

2 (2)
Download:137
Data:31.10.2001
Numero di pagine:6
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
aids_7.zip (Dimensione: 5.51 Kb)
readme.txt     59 Bytes
trucheck.it_aids.doc     19 Kb


Testo

AIDS

L'AIDS, la sindrome da immunodeficienza (Aquired Immune Deficenzy Syndrome) compare sulla scena internazionale nel 1981 quando vennero segnalati negli Stati Uniti i primi casi della malattia. Come indica il nome stesso l'AIDS и una grave alterazione del sistema immunitario che pone il soggetto colpoto in condizione di non sapersi piщ difendere dall'attacco di germi oppurtunisti o da alcune forme di tumore. Analizando la storia personale e i comportamenti dei primi ammalati di AIDS, omosessuali maschi, tossicodipendenti, emofiliaci e persone che avevano ricevuto trasfusioni di sangue si cominciт a sospettare che la causa della malattia potesse essere un agente infettivo trasmesso mediante il sangue e i rapporti sessuali. Queste ipotesi venne ulteriolmente confermata quando furono descritti casi anche in donne che avevano avuto rapporti sessuali con uomini colpiti dalla malattia. L'agente eziologico dell'AIDS, il virus HIV (Human Immunodeficenzy Virus), venne isolato dai tessuti di persone ammalate tra il 1983 e il 1984 a seguito degli studi di due gruppi di ricerca, uno francese guidato da L.Montagnier, e l'altro americano condotto da R.Gallo. All'inizio i due gruppi chiamarono con nomi differenti i virus isolati: LAV (Lymphadenopathy Associated Virus) i francesi, che effettuarono i prelievi su un paziente affetto da linfoadenopatia o tumefazione delle ghiandole; HTLV-III (Human Iyphotropic Virus, type III) gli americani che avevano giа studiato un gruppo di virus simili: i retrovirus HTLV-I e HTLV-II, meno conosciuti in europa per la loro scarsa diffusione.
Successivamente, per evitare confusione, visto che LAV e HTLV-III non sono altro che lo stesso virus, un comitato internazionale propose per il virus dell AIDS il nome di HIV. Attualmente sono noti due tipi diversi, benche simili, di virus dell'AIDS,
HIV-1 diffuso in diverse parti del mondo e in Africa centrale e l'HIV-2 isolato dal gruppo di Montagnie nel 1985 da persone che avevono vissuto in Guinea-Bissau e presente soprattutto in Africa occidentale.
L'HIV и un retrovirus piuttosto complesso che, avendo come ospite escusivo, l'uomo si и potuto studiare sotto il profilo molecolare grazie alla scoperta di linee cellulari tumorali di linfociti T che ne consentono la crescita in vitro. HIV possiede un involucro esterno costellato di glicoproteine, molecole proteiche con catene laterali glicidiche, infisse nel doppio strato lipidico. Ogni glicoproteina и formata da due componenti la glicoproteina 120 (GP120) simile a una capocchia di uno spillo, che sporge all'esterno della glicoproteina 41 (GP41) paragonabile allo stelo dello spillo, che funge da sistema di ancoraggio alla membrana.
L'involucro avvolge un nucleocapside contenente 2 filamente di RNA e l'enzima trascriptasi inversa. in efetti trattandosi di un retrovirus, uno volta che HIV и penetrato nella cellula ospite il suo materiale genetico, codificato nel suo RNA, viene trascritto come doppia elica di DNA prima di essere integrato nel DNA cellulare. Il provirus и in tal modo responsabile di un infezione che permane per tutta la durata della vita della cellula ospite e che la cellula stessa, riproducendosi, trasmette alla progenie. Il DNA virale integrato al DNA cellulare puт originare tre situazioni differenti:
-restare allo stato latente;
-replicarsi in modo costante e moderato senza recare danni evidenti alla cellula ospite;
-replicarsi in modo esplosivo uccidendo la cellula infettata.
Gli stuti particolareggiati del genoma virale hanno messo in luce che diversi comportamenti del virus sono controllati da geni regolatori che affiancono i geni per le componenti strutturali ed enzimatiche delle particelle virali.
L'HIV infetta un gruppo particolare di linfociti T4 o T helper. Basta riflettere sul ruolo che i linfociti T4 rivestono nell'ambito del sistema immunitario per comprendere la gravita di tale infezione che puт comportare una riduzione significativa della concentrazione di tali cellule. I linfociti T4 condizionano tutta l'attivitа di difesa del sistema immunitario riconoscendo gli antigeni estranei, attivando i linfociti B a produrre anticorpi, stimolando i linfociti T8 o T-citotossici e macrofagi a distruggere particelle estrannee e le cellule infettate.
L'HIV riconosce come bersaglio le cellule che espongono sulla propria superficie l'antigene CD4 cui le particelle virali si legano, per mezzo della glicoproteina GP120.
All'adsorbimento segue la penetrazione che puт avvenire mediante endocitosi o con maggior probabilitа per semplice diffusione dell'involucro virale con la membrana cellulare, interazione che potrebbe essere favorita dalla proteina virale GP41.
Giunto nel citoplasma della cellula ospite i nucleocapside perde rivestimento proteico e libera l'acido nucleico e gli enzimi virali.
La trascrittasi inversa copia l'RNA virale in un DNA a doppio filamento e denatura l'RNA di partenza un altro enzima virale l'integrasi, salda il genoma al DNA dell'HIV tra i geni della cellula ospite. se il ciclo vitale prosegue con la replicazione del virus, alcune seguenza nucleotidiche virali obbligano gli enzimi cellulari a trascrivere il DNA integrato in RNA. Parte di questo RNA va a costituire il genoma virale, mentre alcuni filamenti servono da RNA messaggero per la sintesi delle proteine strutturali ed enzimatiche del virus. Man mano che i componenti virali vengono formati, questi migrano verso la membrana plasmatica, sulla cui superficie si sono disposte le glicoproteine dell'involicro, dove si ha l'asseblaggio dei virione neoformati. Quando la moltiplicazione avviene lentamente le particelle virali abbandonano la cellula infettata mediante gemmazione. Se invece la replicazione и massiccia, i linfociti T4 vengono lisati e distrutti.
Sono state formulate piщ ipotesi per spiegare i meccanismi che portano alla soppressione dei linfociti T4 nelle persone affette da AIDS. Tra queste, la genisi un elevato numero di particelle virali, la formazione di sincisi, la distruzione dei linfociti T4 infettati da parte dello stesso sistema immunitario. I sincisi sono aglomerati di celluli che si formano in cultura a seguito della fusione di linfociti T infettati con linfociti T sani. Le cellule infettate infatti esponendo sulla propria superficie glicoproteine 120, vanno a legarsi a recettori CD4 delle cellule sane, originando cellule giganti non funzionali, incapaci di sopravvivere.
L'HIV puт infettare, oltre ai linficiti T4, anche altre cellule che hanno sulla membrana i recettori CD$, come i monociti, i macrofagi, una piccola parte dei linfociti B, alcune cellule nervose.
L'AIDS и una malattia a decorso molto lento che si manifesta in modo evidente solo a distanza di molti anni (6-10) dall'esposizione al contagio.
Inizialmente la maggior parte delle persone infettate sta bene o presenta sintomi generici che generalmente scompaiono in poche settimane (febbre, stanchezza, perdita d'appetito, diarrea, ingrossamento delle linfoghiandole). In tale periodo и possibile rilevare un eventuale contagio attraverso le reazioni sierologiche che permettono di identificare, nel sangue delle persone sospette, la presenza degli anticorpi contro l'HIV. Quando le analisi di laboratorio danno risultati positivi il soggetto и considerato sieropositivo. In base alle attuali conoscenze una parte delle persone sieropositive sviluppa l'AIDS, attraverso una fase intermedia di durata variabile, caratterizzata dalla cronicizzazione di certi disturbi, quali l'ingrossamento dei gangli linfatici e della comparsa delle prime infezioni cutanee che testimoniano il cedimento del sistema di difesa immunitario.
Quando la funzione immunitaria и estremamente alterata e il numero dei linfociti T4 и sceso sotto le cento cellule per millimetro cubo si svilippano le infezioni oppurtunistiche tipiche dell'AIDS: polmoniti provovate dal protozoo Pneumocystis carini, gastrointeriti da criptosporidiosi, tubercolosi, toxoplasmosi, infezioni da citomegavirus, Legionella e Salmonella. In alcuni casi compaiono anche forme tumorali, quali il sarcoma di Kaposi, un tumore dei tessuri connettivi che produce noduli rosso-violacei sulla pelle, vari linfomi ( tumori del tessuto linfatico) e alcuni carcinomi (tumori del tessuto epiteliare).
Lo stato attuale delle ricerche non consente ancora di stabilire con precisione il nesso esistente tra infezione da HIV e insorgenza di tumori, nи permette di disriminare i tumore legati alla soppressione delle difese immunitarie da quelli provenienti da altri fattori.
Da quando la malattia и stata riconosciuta il numero di casi di AIDS segnalati in tutto il mondo и aumentato ogni anno mostrando, in mancanza di terapie efficaci, esito generalmente mortale. Inoltre, poichи l'HIV si trasmette attraverso vie disparate, quali le secrezioni sessuali (spermatiche e vaginali), il sangue, i prodotti ematici, gli strumenti sanitari infetti e dalla madre al figlio durante la gravidanza, la malattia puт non limitarsi alle sole categorie a rischio, ma interessare l'intera popolazione.
Diversi aspetti dell'AIDS, come quelli che riguardano il quadro clinico, gli interventi terapeutici, l'origine dell'HIV, i comportamenti del virus nell'organismo ospite e le reazioni di quest'ultimo, rimangono ancora sconosciuti o soggetti a dubbi e verifiche. Ne sono un esempio le difficoltа a prevedere a quali condizioni le persone sieropositive evolvono verso l'AIDS o anche i dubbi sull'eziologia stessa dell'AIDS dovuta al solo HIVo, come ipotizato da alcuni ricercatori, provocata dall'azione associata dell'HIV e di altri virus.
Per tutti questi motivi, anche se gli sforzi della ricerca scientifica hanno consentito, in un tempo decisamente breve rispetto a quello impiegato per altre malattie infettive, di focalizzarne aspetti importanti, l'AIDS rimane un quadro morboso decisamente grave.

Esempio