il satanismo

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Testo

IL SATANISMO
Il satanismo è un fenomeno che desta attenzione e preoccupazione in numerosi ambienti. Nella letteratura giornalistica, è spesso confuso con fenomeni diversi come la magia cerimoniale, la neo-stregoneria, il neo-paganesimo, la corrente “thelemita” di origine crowleyana, da cui va invece rigorosamente distinto. Nella letteratura giornalistica qualsiasi ritrovamento di residui rituali (candele rosse o nere, pupazzi, calici) è spesso immediatamente riferito al satanismo, mentre potrebbe trattarsi appunto di altre forme di magia o di religiosità. Il satanismo in senso stretto è un movimento che si interessa al personaggio chiamato Diavolo o Satana nella Bibbia, e ne fa il punto di riferimento principale della sua ritualità. “Satana” può essere considerato semplicemente uno stato di coscienza superiore dell’uomo (come nel satanismo “razionalista”, che talora tende verso l’ateismo militante), ovvero un personaggio preternaturale (satanismo “occultista”): ma la centralità di Satana nel discorso e nel rituale (diversa da qualche semplice riferimento metaforico di carattere anticristiano, che si ritrova in numerosi gruppi) è essenziale perché si possa parlare di satanismo.
Il satanismo si muove nella storia secondo un andamento che può essere definito “pendolare”. Piccoli gruppi di satanisti salgono all’onore delle cronache. Poiché l’adorazione esplicita del Male è, per definizione, intollerabile, la presenza dei gruppi satanisti – per quanto piccoli – determina reazioni che si manifestano rapidamente come sproporzionate, e che attribuiscono ai gruppi che praticano il satanismo una dimensione, un rilievo, una capacità di influire sulle vicende anche sociali e politiche che in realtà non hanno. Questo anti-satanismo organizzato – fra l’altro facilmente infiltrato da millantatori – finisce per essere screditato dai suoi stessi eccessi. Il discredito in cui cade l’anti-satanismo permette il riemergere di nuovi gruppi di satanisti, per un certo periodo di tempo tollerati dalla società, finché si determina una nuova reazione, e così via.
Il satanismo si manifesta per la prima volta nel gruppo attivo ai margini della corte del re di Francia Luigi XIV (1638-1715) intorno a Catherine La Voisin (†1680). Con l’aiuto di un sacerdote cattolico rinnegato, l’abbé Guibourg (1603-1683) – di cui i documenti tacciono ostinatamente il nome di battesimo – la La Voisin organizza per dame di corte, fra cui Françoise Athénaïs, marchesa de Montespan (1641-1707), favorita del re, le prime “Messe nere” (l’espressione nasce appunto in questa occasione) nelle quali il Diavolo è adorato per ottenere favori o vantaggi materiali. Sembra che, almeno in qualche occasione, siano anche sacrificati dei bambini. Dopo la scoperta, la repressione – affidata a un tribunale speciale detto “Camera ardente” – si arresta per timore di indagini troppo approfondite sulle dame di corte: la La Voisin è comunque condannata a morte, mentre Guibourg muore in carcere. Questo episodio scandaloso ma circoscritto acquista un’enorme notorietà europea grazie alle gazzette, in un’epoca in cui la stampa comincia a diventare socialmente importante. Così sorgono, sia pure in proporzioni modeste, imitatori. “Messe nere” e altre cerimonie sataniche sono celebrate nel Settecento in Italia – nel Ducato di Modena, ai margini più discutibili dell’eresia quietista –; in Inghilterra, fra i libertini della Società di San Francesco fondata da sir Francis Dashwood (1708-1781), che danno tuttavia al satanismo un’impronta ludica, razionalista e anti-clericale; e forse in Russia, dove peraltro le fonti sono scarse.
In ogni caso, questo proto-satanismo determina una prima epidemia di anti-satanismo, che finirà per attribuire all’azione occulta dei satanisti due fenomeni a diverso titolo sconvolgenti per il mondo cristiano: la Rivoluzione francese e lo straordinario successo dello spiritismo. Naturalmente, occorre distinguere fra interpretazioni – che, sul piano metafisico e teologico, hanno certamente un carattere del tutto serio – che considerano l’azione del diavolo causa remota della Rivoluzione francese e dei successi spiritisti, e tesi più immediate che vedono dietro ogni giacobino e ogni spiritista l’azione diretta del demonio tramite i suoi agenti, i satanisti, che rimarrebbero nell’ombra. La letteratura secondo cui una congrega segreta di satanisti ha diretto in modo sotterraneo i principali avvenimenti dell’epoca della Rivoluzione cade così facilmente in semplificazioni di tipo “complottista” e in eccessi grotteschi. Questo stile di pensiero va dalle opere anti-rivoluzionarie del sacerdote Jean-Baptiste Fiard (1736-1818) fino ai testi paradossali di Alexis-Vincent-Charles Berbiguier (1764-1842), che vede dietro ogni evento negativo l’opera di satanisti capaci di trasformarsi in farfadet, in “folletti” invisibili.
Secondo l’effetto “pendolare” cui si è fatto cenno, l’anti-satanismo è così sufficientemente screditato perché negli anni che vanno dal 1850 al 1890 possa sorgere in Francia e in Belgio, relativamente indisturbato, un piccolo movimento satanista. Le informazioni su questo movimento sono incerte e ambigue, e provengono spesso da personaggi che – pure avendo veramente indagato nella subcultura satanista – talora ne fanno in qualche modo parte, ovvero mescolano la fantasia con la realtà, come il giornalista Jules Bois (1868-1943). Quest’ultimo è uno dei principali informatori del romanziere Joris-Karl Huysmans (1848-1907), che nel 1891 pubblica il romanzo Là-bas (“Nell’abisso”). Questo testo contiene la più famosa descrizione letteraria di una “Messa nera”, che è servita da modello a numerosi satanisti in carne e ossa del Novecento. Si sa oggi che, nel romanzo, Huysmans ha utilizzato – certo rielaborandone – informazioni relative alle esperienze negli ambienti satanisti della sua amica Berthe Courrière (1852-1917), in seguito alle quali egli riteneva credibili le accuse rivolte al sacerdote belga Louis Van Haecke (1864-1912) – la cui effettiva colpevolezza costituisce ancora oggi argomento di fervente dibattito fra gli storici – di celebrare Messe nere e di essere, in realtà, un importante capo satanista.
Le attività dei satanisti francesi e belgi rilevate da Huysmans determinano – ancora seguendo lo schema “pendolare” – un’ondata di anti-satanismo particolarmente virulenta. Ai satanisti – riuniti in una misteriosa setta, il palladismo – sono attribuite in particolare tutte le attività della massoneria, all’epoca impegnata in un duro scontro con la Chiesa cattolica. Léo Taxil (pseudonimo di Marie-Joseph-Antoine-Gabriel Jogand, 1854-1907), un massone autore di virulente opere anti-clericali di carattere pornografico, nel 1885 annuncia come si è accennato la sua clamorosa conversione al cattolicesimo. Dopo la pubblicazione di Là-bas di Huysmans, produce, con alcuni collaboratori, in pochi anni decine di opere e migliaia di pagine in cui rivela le attività dei palladisti che, ispirati direttamente da Satana, guidano segretamente la massoneria e controllano numerosi governi europei. Molti avversari della massoneria gli credono, ma non tutti; altri – nello stesso mondo cattolico – sospettano un inganno. Finalmente, di fronte alle pressioni, Taxil annuncia una conferenza pubblica in cui chiarirà tutti i dubbi. A Parigi, il 19 aprile 1897, confessa di avere semplicemente simulato la sua conversione e di avere completamente inventato la storia del palladismo per prendersi gioco dell’estrema credulità dei cattolici.
La vicenda di Taxil rimane problematica e oscura – è certo che abbia abilmente mescolato documenti veri e falsi, mentre rimane un dubbio sulle sue motivazioni ultime – ma, per quanto riguarda il satanismo, il prevedibile effetto è quello di fare riemergere satanisti autentici che – per paura di essere confusa con le provocazioni del famoso impostore – la stampa, nei primi anni del ventesimo secolo, tratta con indulgenza e perfino con simpatia. È il caso di Maria de Naglowska (1883-1936), che apre a Parigi un Tempio di Satana, descritto con singolare indulgenza dalla stampa e giustificato da una complessa quanto bizzarra teologia.
Sono anche questi gli anni in cui si esercita sull’ambiente satanista l’influenza di Aleister Crowley (1875-1947). A rigore non satanista – e anzi polemico con i satanisti –, Crowley scrive nella sua opera Magick (Samuel Weiser, York Beach [Maine] 1974, p. 296 e p. 220) che “il Diavolo non esiste. È un falso nome inventato dai Fratelli Neri per implicare un’Unità nella loro ignorante confusione di dispersioni” e che i satanisti praticano solo “una forma pervertita di magia”. Secondo Crowley, i satanisti sbagliano perché credono che il Diavolo esista veramente come persona. Per questo – come scrive nella sua autobiografia – i satanisti dell’Ottocento “con tutta la loro pretesa devozione a Lucifero o Belial (…) erano nel loro spirito sinceri cristiani, e per di più cristiani inferiori, giacché i loro metodi erano puerili” (The Confessions of Aleister Crowley. An Autohagiography, Routledge & Kegan Paul, Londra-Boston-Henley 1979, p. 126). D’altro canto, per quanto riguarda i rituali, Crowley rimane una fonte continua di ispirazione per tutto il satanismo successivo. Un anello di collegamento importante è costituto da John Whiteside Parsons (1914-1952), un ingegnere e scienziato californiano, celebre esperto di esplosivi, che elabora nella Loggia Agapé le idee di Crowley trasformandole in un culto dell’Anticristo.
Con Parsons ci troviamo alla vigilia del vero e proprio satanismo contemporaneo, che nasce con un cineasta underground di Hollywood, Kenneth Anger, e con il suo amico Anton Szandor LaVey (pseudonimo di Howard Stanton Levey, 1930-1997), fondatori nel 1961 di un’organizzazione chiamata Magic Circle e nel 1966 della Errore. Il segnalibro non è definito.. Negli stessi anni Robert de Grimston Moore fonda a Londra The Process, un’organizzazione – oggi ridotta a un piccolo residuo, con cui il suo stesso fondatore non ha peraltro più rapporti – costruita intorno a una teologia “luciferiana” particolarmente sofisticata. I primi anni della Chiesa di Satana di LaVey sono quelli del maggiore successo giornalistico, grazie all’adesione di personalità di Hollywood, che permette di raccogliere qualche migliaio di aderenti in diversi paesi del mondo.
La Chiesa di Satana è peraltro piagata, sostanzialmente sin dalle sue origini, da problemi interni ed esterni. All’interno si sviluppa una tensione tra il satanismo “razionalista” di LaVey, che – pure con qualche concessione alla magia e all’occulto – interpreta sostanzialmente Satana come l’“indulgenza in luogo dell’astinenza”, il simbolo di una rivolta razionalista e atea contro la religione e la morale, e un’ala “occultista”, il cui leader è il luogotenente stesso di LaVey, Michael Aquino (all’epoca colonnello dell’esercito americano, specializzato in guerra psicologica e disinformazione). Queste tensioni porteranno nel 1975 allo scisma di Aquino, che fonderà il Errore. Il segnalibro non è definito., che costituisce oggi la maggiore espressione del satanismo organizzato su scala internazionale.
Quanto alla Chiesa di Satana, sopravvissuta con difficoltà alla morte di LaVey nel 1997 e alle successive dispute anche giudiziarie sulla sua eredità, recluta aderenti soprattutto per corrispondenza e ha dovuto patire vari scismi collegati anche alle divisioni all’interno della famiglia immediata di LaVey e a conflitti relativi all’eredità di quest’ultimo. Mentre la compagna di LaVey, Blanche Barton, mantiene in vita la Chiesa di Satana in attesa, afferma, di consegnarla al figlio avuto dal “Gran Sacerdote di Satana”, Xerxes LaVey, nato nel 1993, le due figlie dello stesso fondatore hanno preso strade diverse. Karla LaVey ha fondato la Errore. Il segnalibro non è definito., e Zeena LaVey – che aveva rotto con il padre fin dal 1990 – è diventata Gran Sacerdotessa del Tempio di Set. Il nome a dominio per Internet churchofsatan.org è rimasto alla Errore. Il segnalibro non è definito., diretta dal discepolo dissidente Daemon Egan (pseudonimo di John Dewey Allee), che riprende la tradizione dell’ultimo LaVey dedicandosi soprattutto alla vendita di diplomi “satanici” per corrispondenza.
Sul piano esterno, gli omicidi commessi da aderenti alla comunità raccolta attorno a Charles Manson, la “Famiglia” nel 1969, e il successivo clamoroso processo del 1972 avevano procurato inizialmente un’ampia pubblicità al satanismo, ma ultimamente hanno determinato una forte reazione sociale. Gli specialisti del caso Manson concordano oggi sul fatto che gli elementi “satanici” della sua comunità sono stati introdotti in gran parte da un Manson intento a reinventarsi come personaggio più importante di quanto non fosse in realtà mentre si trovava in carcere, dopo gli omicidi, e prontamente utilizzati dal rappresentante della pubblica accusa, il procuratore Vincent Bugliosi, per costruirsi a sua volta una importante fama politica (e più tardi letteraria).
Il caso Manson tuttavia convince l’opinione pubblica americana che i satanisti non sono degli eccentrici innocui, ma possono essere collegati alla violenza e all’omicidio. Ne nasce la maggiore ondata di anti-satanismo della storia moderna, che va dal 1980 al 1990. In questa ondata si inseriscono psichiatri e psicologi, i quali credono alla realtà fattuale dei racconti dei loro pazienti (chiamati survivor, “sopravvissuti”) che, sotto ipnosi, ricordano di avere subito violenze sataniche (in genere a sfondo sessuale). Agli stessi racconti – che lascerebbero intendere l’esistenza di un vasto network di abusi rituali satanici, perpetrati soprattutto su bambini, da organizzazioni di satanisti clandestini e insospettabili – prestano fede anche ambienti protestanti fondamentalisti e (particolarmente in Inghilterra) organizzazioni di assistenti sociali. Come spesso avviene in occasione delle ondate di anti-satanismo, i resoconti relativi all’esistenza di “abusi rituali satanici” – che provengono da “memorie ritrovate” sul lettino dello psicoterapeuta dopo molti anni, o da incerte testimonianze di bambini più o meno “istruiti” da assistenti sociali – sono accolti con crescente scetticismo.
Nel 1994 due rapporti ufficiali – uno inglese, commissionato dal governo alla sociologa Jean La Fontaine, e uno statunitense del National Center of Child Abuse and Neglect – danno un colpo fatale alla credibilità della tesi relativa all’esistenza di “abusi rituali satanici”. Secondo il rapporto americano, su dodicimila denunce di presunti abusi rituali satanici “neppure un solo caso ha potuto essere sostenuto da prove”, anche se in un piccolo numero di casi si è potuto stabilire che “singoli pedofili isolati o coppie [ma non organizzazioni] dichiarano di avere rapporti con Satana o usano questa pretesa per spaventare le vittime”. Anche se casi isolati che si verificano in diversi paesi, non soltanto di lingua inglese, mostrano che la leggenda urbana degli “abusi rituali satanici” è ancora diffusa in alcuni ambienti (particolarmente fra le assistenti sociali, la cui credulità in genere era duramente criticata nel rapporto inglese), l’ondata di anti-satanismo dei primi anni 1990 sembra essere cessata verso la fine del decennio. Come sempre, per l’effetto “pendolare”, si è resa così possibile la nascita di nuovi gruppi satanisti.
Si deve però distinguere fra il satanismo degli adulti, che si articola in gruppi che hanno una continuità dottrinale e rituali, capi identificabili, sedi, talora anche pubblicazioni (il fatto che i capi siano adulti, o giovani adulti, non esclude che talora alle attività possano partecipare anche minori) e il satanismo giovanile (negli Stati Uniti talora chiamato satanismo “acido”, per la sua associazione assai frequente con la droga). Quest’ultimo è composto da gruppuscoli di minorenni (molto raramente con la presenza di qualche adulto), privi di una continuità organizzativa e rituale e di contatti con i gruppi del satanismo organizzato, che mettono in scena rituali satanici “selvaggi” o caserecci sotto l’influsso di film, trasmissioni televisive, fumetti, e di una certa subcultura musicale. Le statistiche sul satanismo degli adulti possono essere ricostruite in modo piuttosto preciso (è impossibile – nonostante miti giornalistici diffusi in materia – che un gruppo organizzato di una certa consistenza capace di perdurare nel tempo sfugga completamente al rilevamento da parte, se non degli specialisti, della polizia). Le statistiche sul satanismo giovanile o “acido” sono invece, per definizione, ipotetiche e fluide perché molti gruppi possono essere rilevati soltanto in occasione dell’incidente o del reato la cui scoperta finisce per distruggerli.
Nel mondo gli adepti dei gruppi organizzati del satanismo degli adulti non sono più di cinquemila. Le organizzazioni più importanti si trovano (oltre che in Italia) negli Stati Uniti, Spagna, Scandinavia, Grecia, Russia, Australia e Nuova Zelanda, con qualche presenza anche in Germania e in Francia. Occorre qui guardarsi, in particolare, dal prendere per buone le statistiche fornite da alcune delle organizzazioni sataniste più “pubbliche”, come la Chiesa di Satana californiana, che fanno riferimento a indirizzari dove sono registrati anche i semplici curiosi che si sono limitati a inviare una lettera di richiesta di informazioni al movimento, e non a veri e propri “membri”. I gruppi giovanili del satanismo “acido” sono molto più difficili da censire e anche più pericolosi: non tanto per una maggiore intrinseca violenza ma per una minore possibilità di sorveglianza da parte delle autorità di polizia. Si tratta di gruppi di adolescenti che mettono in scena riti satanici “copiati” da fumetti, film, o ispirati da una certa musica.
Questi gruppuscoli non sono in contatto con tradizioni e rituali – e sono insieme disprezzati e tenuti a distanza dai gruppi degli adulti – e il loro rituale tipico non è, normalmente, la Messa nera. Si tratterà di sacrifici di animali, di atti sessuali accompagnati dalla rottura di un crocefisso o di un altro simbolo cristiano, di profanazione di chiese e (più spesso) di cimiteri. Nei gruppi giovanili è più facile che sia completamente perso il senso del limite fra metafora e realtà, e che quindi – spesso sotto l’influsso della droga – si trascenda in atti di violenza carnale, e in casi molto rari (ma non inesistenti) si verifichino anche sacrifici umani. Quasi tutti i crimini gravi attribuiti al satanismo – se si parla di omicidi, ce n’è in media uno all’anno nell’America del Nord secondo dati dall’FBI – possono essere ricollegati ai gruppi giovanili.
Oltre gli Stati Uniti i paesi più coinvolti sono l’Inghilterra, la Germania, la Scandinavia, la Russia; in Francia ha destato scandalo la profanazione di cimiteri (in particolare di cimiteri ebraici, dal momento che alcuni gruppi giovanili associano satanismo e nazismo), ricollegata peraltro a gruppuscoli di meno di dieci aderenti. Il fenomeno del satanismo giovanile appartiene più al mondo della devianza che a quello vero e proprio della religione. Gruppi di questo genere, non organizzati, compaiono di tanto in tanto anche nelle cronache italiane, fino alla tragedia di Chiavenna (Sondrio) del 2000, dove però le tre ragazze che hanno brutalmente ucciso una suora fra slogan satanisti e anticattolici desunti da una certa musica e da Internet sembravano, più che fare già parte di un “gruppo”, coltivare il vago desiderio di fondarne uno, e al grave episodio delle Bestie di Satana venuto alla luce in Lombardia nel 2004.
In Italia sono anche presenti meno di duecento persone che appartengono a gruppi organizzati, alcuni dei quali – dopo un periodo di notorietà alle cronache – sembrano ora avere cessato l’attività. È questo il caso del Tempio di Pan (chiamato dapprima Impero Satanico La Luce degli Inferi, poi Chiesa del Grande Ordine di Satana), un gruppo “luciferiano” (per cui, cioè, Satana è in realtà una personificazione del Bene e della conoscenza) il cui fondatore, che si faceva chiamare Maestro Loitan e operava nell’Italia centrale, ha deciso nel 1998 di sciogliere il movimento e di convertirsi al cattolicesimo. Anche la CEDG (Confraternita di Efrem del Gatto), detta talora anche Chiesa Nera Luciferina o Luciferiana, attiva a Roma fin dal 1980, sembra avere cessato l’attività dopo la morte nel 1996 del suo fondatore Efrem Del Gatto (pseudonimo di Sergio Gatti, 1945-1996), e aveva del resto sempre tenuto a presentarsi come gruppo “luciferiano” e non “satanista”, nel senso che considerava Satana un simbolo del bene e non del male. La rivista Black Star dietro a cui agiva – o dichiarava di agire – un gruppo Satanael - Universale Fratellanza della Luce Nera a Santeramo in Colle (Bari) sembrerebbe pure avere cessato le pubblicazioni.
Per completezza – accanto ai primi rappresentati rispettivamente dai gruppi organizzati e dal satanismo giovanile “fai da te” – si possono menzionare altri due quadranti del satanismo italiano. Un terzo è composto da pervertiti sessuali che, senza credere né a Dio né al Diavolo, si servono di pretesti e mascherate “sataniche” per attirare giovani ingenui alle loro attività. Dopo tutto, se qualcuno si apposta fuori da un liceo e propone alle ragazzine di andare a casa sua dove saranno drogate e violentate è difficile che qualcuna lo segua. Se invece si presenta come “reverendo” di una qualche Chiesa satanista e propone un rito satanico, su centinaia di studentesse non è escluso che ne trovi una o due interessate, come è successo in fatti di cronaca. Ci sono anche pervertiti feticisti che entrano in contatto con criminali per ottenere ossa trafugate in cimiteri e, nei casi più gravi, parti del corpo di persone assassinate. La letteratura internazionale conferma che casi di questo genere sia esistono, sia sono molto rari. Talora i pervertiti sessuali del terzo quadrante cercano di entrare in contatto con le bande di balordi del secondo quadrante – ammesso che riescano a identificarle – perché lì trovano persone disposte a lasciarsi coinvolgere nelle loro attività. Ma questi pervertiti non vanno confusi con i satanisti organizzati del primo quadrante, che considerano il satanismo una vera e propria religione, né sono a loro volta in grado di “coordinare” o organizzare le bande del secondo livello.
Il quarto quadrante, infine, si riferisce al folklore di ambienti della malavita organizzata che celebrano riti magici, talora con incantamenti o filastrocche dove si menziona il Demonio, come scongiuri in funzione propiziatoria per il successo delle loro imprese criminali. In questi riti entra talora l’uso di parti del corpo di nemici uccisi, e di sangue. Episodi di questo genere si sono verificati soprattutto nell’ambiente della criminalità organizzata latino-americana, ma qualche sospetto è corso occasionalmente anche in Italia, senza che sia stato possibile giungere a conclusioni sicure.
TESTIMONIANZE E ARTICOLI
Il vangelo infernale al quale si abbeverano tanti ragazzi vicentini è in un libro di 150 pagine quasi introvabile con un incipit che la dice lunga sul messaggio esistenziale: «Il satanismo è la dottrina più libera, ma anche la più infangata che vi possa mai essere». Rosalba rigira tra le mani il libello e pensa al figlio Manuel di 18 anni di cui dal 12 luglio non ha più notizie. La sua è una denuncia coraggiosa e fortissima. «La mia disperazione - dice angosciata - è iniziata quando ho capito che era stato plagiato dal gruppo bolognese di Marco Dimitri. Da allora è cambiato completamente. Non ha più voluto andare al lavoro, ha dipinto la stanza di nero come fosse un cenacolo luciferino, non c’è stato più verso di convincerlo a cambiare rotta. Io stessa mi sono messa in contatto con il presidente dei Bambini di Satana ed ho potuto capire quando abile egli sia. Manuel per salire nella scala gerarchica ha cominciato a commettere il male. Ha cominciato ad assumere stupefacenti e a commettere furti che in un caso si è trasformato in rapina. Un comportamento allucinante, fino a quando è scappato con una ragazzina di 17 anni. L’ho sentito l’ultima volta il 12 luglio. Mi ha detto che andava in Germania, ma da allora si è spenta la luce».
Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al gip
Fra loro Paolo Leoni, detto Ozzy, considerato leader del gruppo
"Bestie di Satana", non parlano
gli ultimi tre giovani arrestati
Esclusa l'ipotesi del "terzo livello" gestito da adulti
Gli inquirenti: "Le 'bestie' sono tutte in gabbia"
VARESE - Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, i tre giovani Errore. Il segnalibro non è definito. nell'ambito delle indagini sulle cosiddette "Bestie di Satana", per concorso nell'ideazione e progettazione degli omicidi di Errore. Il segnalibro non è definito., 16 e 19 anni, scomparsi la sera del 17 gennaio 1998 da Milano. I loro resti vennero Errore. Il segnalibro non è definito. lo scorso 28 maggio, in un bosco di Somma Lombardo. I tre arrestati sono Paolo Leoni, detto Ozzy, 27 anni, considerato il leader di gruppo, Eros Monterosso, coetaneo, e Marco Zampollo, 26 anni.
I tre sono comparsi davanti al giudice delle indagini preliminari di Busto Arsizio, Adet Toni Novik. Devono difendersi dall'accusa di aver ideato e organizzato il duplice omicidio, forse durante un rito satanico, di Tollis e Marino, ma anche di aver tentato, in almeno due occasioni, di uccidere i due giovani un mese prima del duplice omicidio. A loro carico vi sarebbero intercettazioni telefoniche e le dichiarazioni rese da alcuni dei loro coetanei arrestati lo scorso 4 giugno.
Il primo ad essere portato stamani davanti al gip è stato Eros Monterosso. Non più di dicei minuti, assistito dall'avvocato Patrizio Lepiane, per avvalersi della facoltà di non rispondere. Stessa linea seguita da Marco Zampollo, pure assistito da Lepiane. Ultimo a comparire è stato Paolo Leoni, conosciuto nell'ambiente satanista con il soprannome di Ozzy. Anche lui, difeso dall'avvocato Ettore Traini, non ha parlato.
L'avvocato Lepiane ha affermato che le accuse a carico dei suoi assistiti "sono deboli, gli indizi sono tutti da provare. L'unica cosa appurata sinora - ha precisato - è che si conoscevano perché suonavano nello stesso gruppo, l'Inverted Cross (Croce Rovesciata). I miei assistiti - ha aggiunto - sapevano che stavano indagando su di loro da quando erano stati arrestati gli altri, ma ugualmente hanno preso male la situazione".
Per quanto riguarda Marco Zampollo, il legale ha sostenuto che il giovane necessita di trasfusioni del sangue ogni quindici giorni, quindi ha chiesto al giudice che gli siano concessi gli arresti domiciliari. Domani mattina verrà effettuata la perizia medica. Stando alle ricostruzioni investigative del procuratore capo di Busto Arsizio, Antonio Pizzi, e del suo sostituto, Tiziano Masini, i tre avrebbero tentato di uccidere Chiara Marino simulando una overdose. Qualche giorno dopo, il 31 dicembre del 1997, nel tubo di scarico della loro auto furono infilati alcuni petardi che, all'accensione del motore, provocarono un incendio. Fabio e Chiara riuscirono a mettersi in salvo miracolosamente. Ma di lì a breve, la notte del 17 gennaio, non ebbero scampo.
Si esclude l'esistenza del sospettato "terzo livello", controllato da persone "adulte", forse della provincia di Torino. Secondo gli inquirenti, con gli arresti di ieri "tutte le Bestie sono in gabbia".
La ricostruzione dei delitti: un viaggio nell’onore
che ha sconvolto anche gli stessi magistrati
Balli sulla fossa delle vittime
"Adesso siete solo zombie"
Risvolti agghiaccianti: "Orgia di sangue sui cadaveri"
dal nostro inviato FERRUCCIO SANSA
BUSTO ARSIZIO - C'è Nicola Sapone che balla sulla fossa dove ha appena sepolto Chiara Marino e Fabio Tollis e urla: "Zombie, adesso siete soltanto degli zombie". C'è ancora Sapone che soffoca le grida disperate di Tollis infilandogli in gola dei ricci di castagno. È difficile leggere gli atti delle indagini sulle Bestie di Satana. Difficile pensare che possa essere successo davvero. E l'orrore, lo smarrimento, sembrano prendere lo stesso gip di Busto Arsizio, Toni Novik, quando scrive l'ordinanza di arresto: "Questa vicenda rappresenta un unicum nel panorama giudiziario italiano... non risultano omicidi plurimi commessi da aderenti a sette sataniche... Sono fatti difficili da raccontare per chi li ha analizzati", si legge nel provvedimento. Ventinove pagine che contengono frammenti di confessioni, intercettazioni e racconti di compagni di cella delle Bestie di Satana.
L'uccisione di Chiara Marino e Fabio Tollis. "Per far tacere Fabio Tollis che, ferito a morte, urla disperatamente, Sapone gli mette in bocca un riccio di castagno e poi lo sgozza", è scritto nell'ordinanza. Ormai tutti i particolari della notte del 17 gennaio 1997 sembrano chiariti: "Quella notte sul luogo del delitto erano presenti Nicola Sapone, Andrea Volpe e Mario Maccione". Secondo la ricostruzione, Sapone si "occupa" di Fabio, mentre gli altri due uccidono Chiara.
Gli omicidi vengono compiuti "con due coltelli, uno dei quali, per la foga si è spezzato nel corpo delle vittime". Poi gli assassini usano addirittura una mazza da cantiere. Racconta Pietro Guerrieri (soprannome Wedra) che aiutò a preparare il delitto e nei mesi successivi fu ricoverato per disturbi mentali: "Una martellata?... Una? Mario Maccione gliene avrà date ottanta". Infine gli assassini si abbandonano alla "dissacrazione dei poveri resti in un'orgia di sangue, l'oltraggio finale costituito dall'urinare sui cadaveri".
I tentati omicidi. Prima di uccidere Fabio e Chiara nel bosco di Somma Lombardo, le Bestie di Satana avevano già cercato due volte di eliminare i loro "amici". Il primo tentativo nel Parco Sempione, nel centro di Milano, dove il gruppo si ritrovava. "Chiara doveva essere eliminata perché l'avevano indicata gli spiriti", racconta Massimino M., uno dei pentiti. Anche lui è indagato, ma da anni è uscito dalla setta e adesso ha deciso di raccontare tutto. "Una sera hanno riempito una bottiglia di barbiturici per darli da bere a Chiara, stordirla e portarla in una zona di Milano frequentata da tossicodipendenti... qui, disse Volpe, le avrebbero fatto un'iniezione di eroina per causarne il decesso da overdose e quindi fare apparire la morte un incidente". Poi il piano andò a monte, un attimo prima dell'iniezione letale, per il passaggio di una pattuglia di carabinieri. Ma le Bestie di Satana ci riprovarono, la notte di Capodanno 97-98. Dissero a Fabio e Chiara che Satana voleva che avessero un rapporto sessuale. Li fecero andare in un luogo appartato sulla Renault 4 di Guerrieri dove erano stati piazzati due petardi nel serbatoio. L'auto finì carbonizzata, ma non esplose e i due ragazzi si salvarono.
"Ozzy", il capo carismatico. È ancora Massimino M. a parlare: "La figura carismatica della setta era Ozzy... posso dire che sicuramente Ozzy, Eros Monterosso e Marco Zampollo hanno contribuito all'eliminazione di Fabio e Chiara". La notte dell'omicidio Ozzy non c'era, ma sua (e di Sapone) sarebbe la regia: "La morte di Chiara Marino era stata decisa da tempo perché si era allontanata dal gruppo e poteva essere pericolosa". Non solo: "Maccione, che durante le sedute cadeva in trance e diceva di comunicare con Satana, sosteneva che Chiara incarnava la Madonna". È proprio Leoni, ex fidanzato di Chiara, che si occupa di "farla rientrare nel gruppo per attuare il proposito criminoso". E Fabio? Secondo i magistrati Maccione l'avrebbe voluto uccidere perché "appariva titubante nella progettazione dell'omicidio" e perché "lo emulava nella visione dei demoni". Insomma, era un rivale. Da eliminare.
Nessun pentimento. Adoratori di Satana, anche dopo l'arresto: "Mario Maccione - racconta l'ordinanza - al suo arrivo in cella ha strappato un'immagine sacra raffigurante un Santo appesa alla parete. Io non credo in Dio e tanto meno nella Giustizia - urlava - per me esiste soltanto Satana".
In manette gli organizzatori del duplice omicidio nel Varesotto
Il procuratore di Busto Arsizio: "Sono ragazzi normali, comuni"
Omicidi satanici, tre nuovi arresti
"Abbiamo smantellato la setta"
BUSTO ARSIZIO - Svolta nell'inchiesta sugli omicidi a sfondo satanico nel Varesotto. Tre persone sono state arrestate dai carabinieri su ordine di custodia cautelare firmato dal gip di Busto Arsizio, Adet Toni Novik. Secondo gli inquirenti, il provvedimento smantella completamente la setta delle "Bestie di Satana", accusata dei delitti.
Gli arrestati sono Paolo Leoni, noto come "Ozzy", di Corsico ed Eros Monterosso di Sesto San Giovanni, entrambi di 27 anni, e Marco Zampollo, 28 anni, di Brugherio. Secondo gli inquirenti, i tre sono gli organizzatori del tentato omicidio di Fabio Tollis e Chiara Martino, avvenuto il 31 dicembre 1997, e del successivo riuscito assassinio dei due ragazzi, uccisi e sepolti nei boschi di Somma Lombardo il 17 gennaio 1998. Gli arrestati, non avendo materialmente partecipato ai delitti, sono accusati di concorso in omicidio pluriaggravato e premeditato e tentato omicidio pluriaggravato e premeditato.
Il procuratore della Repubblica di Busto Arsizio, Antonio Pizzi, ha sottolineato che gli arrestati "sono ragazzi normali, comuni, che si possono incontrare tutti i giorni per strada". E incensurati. Leone abita a Corsico e lavora al banco del pesce di un grande supermercato; Monterosso è impiegato in un'azienda; Zampollo è operaio. Pizzi ha aggiunto che "Leoni è una delle personalità di spicco del gruppo" e che questo carisma gli deriva "dalla sua particolare attenzione agli aspetti satanici della setta. Faceva e fa musica rock e heavy metal e ha questo aspetto del capo". Inoltre il padre di Paolo Leoni una ventina di anni fa aveva ucciso la sua amante, una cantante, con le stesse modalità con cui sono stati massacrati i giovani vittime della setta.
Le indagini vanno avanti dal maggio scorso, ovvero dal ritrovamento dei corpi di Tollis e Martino. Del duplice omicidio sono stati accusati Andrea Volpe, di 27 anni, Nicola Sapone, di 26 anni, Pietro Guerrieri di 29 anni e Mario M., ora 23enne ma minorenne all'epoca dei fatti. Volpe e Sapone si trovavano già in carcere per l'omicidio di Mariangela Pezzotta, uccisa nel gennaio scorso.
Secondo gli inquirenti, anche l'assassinio di Mariangela Pezzotta, 27 anni, rientrerebbe negli omicidi a sfondo satanico. Per questo delitto, ma estranea alle altre vicende, è in carcere anche Elisabetta Ballarin, 19 anni, ultima fidanzata di Volpe, considerato uno dei capi delle cosiddette Bestie di Satana.
Ma l'inchiesta della magistratura di Busto si è allargata presto, sia per fare luce su altre morti sospette, sia alla ricerca di eventuali complici dei giovani già finiti in carcere. Da subito non si è esclusa la pista di un "terzo livello", persone più adulte dei ragazzi arrestati e soprattutto di un livello sociale e culturale superiore che in qualche modo avrebbero manovrato il gruppo. "Ma non abbiamo ancora evidenze dell'esistenza di questo terzo livello", ha specificato il procuratore di Busto Arsizio.
L'inchiesta per ora ha quindi ricostruito, tassello dopo tassello, l'omicidio di Fabio e di Chiara al quale, come precisa il giudice nella sua ordinanza, quello di Mariangela Pezzotta "non appare collegato all'azione" del gruppo. Restano invece da chiarire le morti, apparentemente per suicidio, di Andrea Bontade e di Andrea Ballarin e altri "episodi che sono sullo sfondo e molto sbiaditi" e sui quali finora ci sono sospetti ma non prove: una serie di suicidi avvenuti nel legnanese e la scomparsa, che risale al '96, di Christian Frigerio. Non si esclude che questi giovani possano essere stati spinti a togliersi la vita dagli altri componenti del gruppo perché volevano tradire o allontanarsi dalla setta.
Il giovane fu trovato impiccato nel maggio del 1999
vicino alla fossa in cui vennero sepolte altre due vittime
Satanisti, Ballarin non si suicidò
"Anche lui ucciso dai compagni"
Potrebbe essere stata la "punizione" per qualche debolezza
VARESE- fu un omicidio e non un suicidio la morte di Andrea Ballarin, il giovane trovato impiccato vicino al giardino di una scuola di Somma Lombardo nel maggio del 1999. E' quanto risulta agli investigatori impegnati nelle indagini sugli omicidi a sfondo satanico compiuti nel varesotto: sul caso gli inquirenti sono convinti di aver raccolto elementi sufficienti per affermare che il ragazzo cinque anni fa non si uccise ma fu ammazzato.
All'epoca gli investigatori avevano catalogato la morte di Andrea Ballarin, operaio di 22 anni, come suicidio, anche perché il ragazzo soffriva di crisi depressive. Il cadavere di Ballarin venne ritrovato nel maggio del 1999 a pochi centinaia di metri dalla fossa in cui un anno prima erano stati sepolti, dopo essere stati uccisi a colpi di mazza, Chiara Marino e Fabio Tollis. Ora, nell'ambito dell'inchiesta, è emerso che il giovane frequentava assiduamente il gruppo dei satanisti che faceva capo ad Andrea Volpe e Nicola Sapone, in carcere per gli omicidi di Mariangela Pezzotta, uccisa il 24 gennaio scorso, e di Chiara Marino e Fabio Tollis, assassinati il 17 gennaio 1998.
Non è ancora stato dichiarato ufficialmente, dalla Procura di Busto Arsizio, quali elementi abbiano portato a propendere per la tesi dell'omicidio nel caso di Ballarin, ma questa è la linea seguita dai carabinieri coordinati dal procuratore della Repubblica Antonio Pizzi e dal pubblico ministero Tiziano Masini. Peraltro lo stesso Andrea Volpe, in uno dei suoi interrogatori, aveva ammesso che venivano compiuti alcuni riti con lo scopo di eliminare persone del gruppo che mostravano segni di debolezza o di cedimento nei confronti del satanismo.
Storiaccia con almeno 4 suicidi sospetti, ragazzi scomparsi, massacri. Reportage da Somma Lombardo tra musica, riti e omicidi
L'orrore nel bosco delle tenebre
E' la terra delle Bestie di Satana
di PINO CORRIAS
SOMMA LOMBARDO- tutto il traffico metallico delle statali e dei paesoni, delle villette con madri in cucina, dei televisori accesi davanti ai figli spenti, tutto il disordine della vita e della cronaca nera che sgocciola omicidi, malvagità e onnipotenza satanizzata dalle mode dark, tutti questi muri tatuati che corrono lungo i perimetri roventi dell'Alto milanese, d'improvviso scompaiono, inghiottiti dal silenzio del bosco.
Il bosco è pieno di insetti. Il bosco è un'ombra verde che si allarga lungo il fianco invisibile del Ticino e del torrente Arno. Il bosco ha custodito per 77 mesi i corpi straziati e sepolti di Fabio Tollis, 16 anni, e di Chiara Marino, 19. Il bosco ha trasformato il doppio omicidio di quel lontano 17 gennaio 1998, notte di luna nuova e di noia antica, in un sacrificio per nulla, un rito immaginario fatto di birra, sesso, rock metallizzato, eroina, cattive letture, un coltello, una mazza, un badile.
Il rito è diventato un segreto. E il segreto una trappola perpetua per le vite di Andrea Volpe, Nicola Sapone, Pietro Guerrieri e degli altri cinque ragazzi accusati di essere gli assassini (senza movente) in questa storiaccia di Bestie di Satana, dove lampeggiano, nella voragine di questi ultimi sei anni, almeno altri 4 suicidi sospetti, poi una manciata di ragazzi scomparsi nel nulla e certamente l'omicidio di Mariangela Pezzotta, 26 anni, donna di Andrea Volpe, uccisa un mese e mezzo fa con un colpo di pistola in faccia e poi a badilate e poi sepolta malamente, dalle parti di Golasecca, con la punta delle scarpe che ancora spuntavano dalla terra del bosco.
Il bosco corre intorno a Somma Lombardo, sale lungo i fianchi delle colline moreniche, lambisce il cimitero. Il cimitero, in questa storia, è l'inizio e la fine di quel che racconta il bosco. Comincia da questo sentiero che corre vicino alla prima tomba, sotto al cielo azzurro, e si infila nel verde, dentro la cappa bollente dei castagni e delle felci. Il sentiero prosegue dritto per un chilometro, piega a destra, scricchiola nel folto, scende, si allarga nella radura. La radura è piena di chiazze di sole. Nel sole luccica la plastica (incongrua) dei sigilli. Sigilli di polizia giudiziaria lungo i bordi della buca. La buca dei cadaveri.
Al telefono, molto lontano da qui, un investigatore del Reparto scientifico dei carabinieri, ha voce imperturbabile: "I corpi dei ragazzi, uno sovrapposto all'altro, scheletrizzati, ci hanno già raccontato molto. Ora cerchiamo tracce oggettive degli assassini. Analizziamo il contenuto secondario della buca: sigarette, bottiglie di birra, una mazza, tre guanti di lattice".
Dice che i tessuti dei vestiti delle due vittime (cappotti lunghi neri, jeans neri, anfibi neri) potrebbero avere conservato molecole degli assassini. Dice che l'interno dei guanti potrebbe rivelare qualcosa. Dice che la buca, contaminata dai batteri, è un pessimo ambiente. Ma forse la terra del bosco ha fatto il miracolo.
La terra del bosco e specialmente la sua luce di penombra, da queste parti, fanno tutto il contrario dei miracoli. Dagli archivi dei carabinieri saltano fuori segnalazioni - a Somma, Golasecca, Pombia, Lesa - di luci misteriose intraviste, di uomini incappucciati che entrano nel bosco, di animali sgozzati, di chiese solitarie profanate, candele sciolte, pietre tombali smosse, croci e triangoli rovesciati.
La terra del bosco arriva sino a lambire il chiesone di Sant'Eusebio, località Sesona, territorio di Vergiate. Qui abita don Romano, prete di una certa fama e di molta folla, il venerdì mattina, quando pronuncia "preghiere di liberazione" e benedizioni contro i posseduti e il rosario a tutela delle anime, e gli avvertimenti contro le perfidie sanguinose del Maligno.
Don Romano, per divieto vescovile, non può più parlare, né tantomeno dirsi esorcista come il celebre padre Amorth che fronteggia le 800 sette sataniche italiane. Perciò manda la sua perpetua ai bordi del cancello, un donnino fatto di nervi e muscoli sottili, una settantina d'anni, occhiali e parole che mandano bagliori: "Il Cornuto esiste e si insinua. Diciassette volte è nominato nei Vangeli. Pregare lo allontana. Altrimenti lavora indisturbato. Entra nel cuore dei ragazzi, li infuoca, li fa malvagi".
Malvagi e specialmente persi nel bosco della vita e nel suo corrispettivo elettronico, il bosco sterminato di Internet, con i suoi fantasmi veri e fasulli, le streghe e le radure di "The Blair Witch Project", che sbancò Hollywood, e poi la trasgressione portatile, ma avvelenata, di mille sottoculture dalle quali i ragazzi di questa storia, di questa svuotata periferia metropolitana, hanno estratto gli specchi neri entro cui riflettersi.
Specchi e ciarpame di nebbioso gotico e cuoio neonazi e ritualità di magia nera e antisemitismo e vertiginoso fantasy che spazia dai Nibelunghi a Belzebù e (soprattutto) musica Heavy Metal, il vero additivo dei loro cuoricini infrangibili e maschili. "La musica è una delle chiavi" hanno ripetuto i magistrati di Busto Arsizio che stanno interrogando gli indagati alla ricerca di una spiegazione.
E l'Hard Rock potrebbe pure esserla, una spiegazione, ma insieme al nulla di quelle vite. E all'ordinaria ferocia da marciapiede. E ai rituali da gang con la loro coda di droghe sintetiche, antidepressivi, birra, nottate lungo le statali che costeggiano i boschi e finiscono nel cemento grigio di Milano, Porta Romana, Pub Midnight, luci viola e schegge nere di mistica satanica diventata arredo e stravaganza.
La musica di Fabio Tollis che suonava nel gruppo degli Infliction, o di Andrea Volpe e Nicola Sapone che suonavano nel Circus of Satanis, tutti sognando gli eroi magri e cattivi della discografia dark, come i Ring o i Motorhead. Immaginandosi bistrati quanto Marilyn Manson. O crudeli quanto il norvegese Varg Vikiernes, detto il Conte Grishnackh, l'orco di Tolkien e del suo "Signore degli anelli", chitarrista dei Burzum che a Oslo, nella vita vera, ha incendiato chiese, picchiato ebrei, ucciso il proprio discografico, e oggi sconta 21 anni di galera.
La musica, con quelle stesse percussioni esplosive, testi sanguinari, accordi ossessionanti e il volume che genera onnipotenza, genera identità dentro a un mondo proprio, guerresco, nereggiante, maschile, che include donne sottomesse, ornamentali, sesso veloce, la mistica del dolore, e visioni di personali irrealtà precluse agli adulti.
Qualche mese prima di essere ucciso dai suoi amici, Fabio Tollis scriveva: "Astralmente sto raggiungendo questo antico e sommerso mondo. Sommerso dalle sporche bugie del dio cristiano e di suo figlio (...) Presto tutti conosceremo questo abisso dove tuttora sono rinchiusi i grandi antichi. I tempi dell'oscurità risorgeranno". E ancora: "Questo è l'inizio di una lunga storia, piccola, che si concluderà con la venuta del freddo, del vento, dell'oscurità".
Oggi, dopo aver speso questi sei anni a cercare il figlio, Michele Tollis, il padre, maledice proprio la musica Haevy Metal. Dice: "Se rifaccio tutta la strada all'indietro, da Cologno a Milano, da Milano al Midnight, è la musica l'inizio di tutto. E' lì che il mio ragazzo si lega a quelli che l'avrebbero ucciso. Chi poteva sapere? Se mi fermo a pensare divento pazzo. Soffro. Perché me lo hanno ammazzato peggio di una bestia".
Dice: "Non provo più odio, né rancore. Mi basta la verità". Dice: "Adesso aspetto il permesso per prendermi i resti del mio ragazzo e fare un funerale come si deve, nella mia parrocchia, con la croce e l'incenso".
La croce e l'incenso ancora non ci sono ai bordi di questa buca nel bosco. Il sentiero torna al cimitero. E al di là del parcheggio ricomincia il disordine completo della luce bollente e delle statali con le sue scatole colorate e le insegne in sequenze sorprendenti: il Bowling, il Centro abbronzatura, la Chiesa evangelica.
Niente più senso sotto la luce degli uomini ordinari. Fabio Tollis, pensando al bosco, immaginava tutt'altro. Scrisse: "Luce mia, dolce strega, in un bosco, circondata sei da candele e in mano ancora stringi il cuore palpitante del bambino sacrificato alle tenebre". E' la pagina dell'8 gennaio 1998. Nove giorni dopo le tenebre arrivarono davvero. Spensero il bosco. E il bambino era lui.
Parla uno dei killer di Fabio e Chiara: Mario M.,
all'epoca minorenne, ha raccontato tutto ai giudici
"Bestie di Satana", confessione
"E' stato finito con un badile"
"Sono stati buttati nella fossa ancora vivi; poi è sceso Volpe..."
di FERRUCCIO SANSA
MILANO- “Si, Fabio l’ho ucciso io... l’ho colpito con due mazzate. Una alla fronte, l'altra alla nuca". Fa un caldo terribile nel Tribunale dei Minorenni di Milano, ma il Gip Anna Poli deve sentire un brivido mentre Mario M. racconta per la prima volta la notte del 17 gennaio 1998, quando Fabio Tollis e Chiara Marino furono uccisi. Mario indugia su particolari che soltanto a sentirli fanno provare smarrimento. Desiderio di aprire la finestra, uscire dalla stanza. Respirare.
"Quando li hanno buttati nella fossa erano ancora vivi. Mi sono chinato su di loro e ho sentito il polso... il cuore batteva. Ma poi Volpe è sceso nel buco e li ha finiti con il badile", ha raccontato Mario ieri mattina.
Una ricostruzione che indica Andrea Volpe (arrestato a gennaio per l'omicidio di Mariangela Pezzotta e poi accusato anche dell'omicidio di Fabio e Chiara) come uno dei capi delle Bestie di Satana. Un racconto in molti punti contrastante con quello di Volpe che dichiara di non aver partecipato al "sacrificio". Eh già, gli interrogatori vanno avanti, ma tutti gli accusati propongono la stessa versione: "Non sapevamo che Fabio e Chiara sarebbero stati uccisi. Avremmo voluto uscire dalla setta, ma avevamo paura di essere ammazzati dagli altri", hanno detto Volpe, Guerrieri, e ieri anche Mario M.. Insomma, tutti i membri della setta si chiamano fuori, indicano gli altri come responsabili del delitto.
Ieri Mario ha raccontato tutto: dettagli rimasti vivi nella memoria nonostante la droga e l'alcol che tutti avevano preso quella sera. "Siamo partiti dal pub Midnight di Milano. Io credevo che andassimo in discoteca, ma durante il viaggio l'atmosfera in macchina era tesissima, si capiva che stava per succedere qualcosa", rivela Mario. E aggiunge: "Alla fine ci siamo ritrovati in quel bosco, mi ricordo i fari dell'auto che illuminano il buio. Poi ci siamo fermati, siamo scesi e ci siamo trovati davanti la fossa... allora ho pensato che volesse uccidere me". Un attimo, poi gli sguardi dei capi puntano una persona: Chiara. Lei capisce, i suoi amici all'improvviso diventano carnefici.
Ma ecco l'imprevisto, Fabio si ribella, vuole salvare la sua fidanzata. E' un ragazzone alto più di un metro e ottanta, pesa novanta chili. Allora gli saltano addosso in tre: "Io non volevo uccidere nessuno", giura Mario, ma deve spiegare quella ferita alla mano. Un taglio profondo. "Mi sono ferito con il morsetto della batteria dell'auto", aveva detto in un primo tempo, ma ieri ha deciso di raccontare tutto: "Mi ha ferito Chiara, cercando di difendersi con un coltello".
Ma il disperato tentativo di difendersi dei due ragazzi non è servito a niente: "Io non volevo ucciderla, ma non capivo niente... ero imbottito di droga. Vedevo Andrea Volpe che teneva Fabio per la gola e lo accoltellava - racconta Mario - In quel momento Volpe si è messo a urlare "Vai in macchina, corri, prendi la mazza" e io ho eseguito l'ordine. Così, senza capire, senza pensare, ho dato due mazzate in testa a Fabio. Poi Andrea ha ucciso anche Chiara, l'ha riempita di coltellate".
La ricostruzione di Mario ripercorre anche i momenti successivi, quando il gruppo si rende conto di aver compiuto una cosa terribile, di non poter più tornare indietro: "Abbiamo fatto un fuoco per bruciare i nostri guanti (tutti i membri del gruppo avevano indossato i guanti, secondo gli investigatori questo farebbe pensare che erano già d'accordo per uccidere i due ragazzi, ndr) e soprattutto le foglie macchiate di sangue. C'era sangue dappertutto", ha concluso Mario. I suoi avvocati, Angelo e Salvatore Granata, hanno deciso di chiedere per lui una perizia psichiatrica: "Nel momento dell'omicidio forse non era capace di intendere e volere".
E' quasi l'alba quando il gruppo si scioglie. Qualcuno è scosso, terrorizzato, negli occhi ha ancora la scena degli amici massacrati. Ma i capi minacciano: "Adesso ci siete dentro fino al collo, se ci denunciate nessuno vi crederà e voi finirete in galera per trent'anni". Poi tutti se ne vanno. Dopo due giorni, però, Volpe torna sul luogo del delitto e versa litri di ammoniaca perché i cani non sentano l'odore. Un piano folle, ma studiato attentamente. Non devono restare indizi. Nelle case dei membri del gruppo, invece, è stato trovato un coltello. E' l'arma del delitto?
Dal carcere parla Andrea Volpe arrestato
per la vicenda delle "Bestie di Satana"
"Quello sparo terribile
così ho ucciso la mia ragazza"
dal nostro inviato FERRUCCIO SANSA
BUSTO ARSIZIO (Varese)- “Ogni notte Per mesi, mi sono svegliato sentendo nella mia testa quello sparo fortissimo. Non riuscivo in nessun modo a cancellarlo. Poi vedevo Mariangela cadere con la testa sul tavolo, vedevo il sangue che le usciva dalla bocca... e poi... quel colpo terribile, quella badilata che gli altri le hanno dato sulla testa". Andrea Volpe dal carcere racconta al suo avvocato, Cristina Menichino, la notte del 23 gennaio scorso, quello sparo ("partito accidentalmente", dice lui) che ha colpito alla faccia Mariangela Pezzotta, la sua ragazza.
Andrea ha ancora i capelli lunghi, raccolti in una coda di cavallo, ma sembra diverso da come appare nelle fotografie sui giornali. Si è tagliato il pizzetto ed è anche un po' ingrassato. "Quel colpo mi è partito accidentalmente, ero completamente fatto... lei ha cercato di prendermi la pistola", si difende Andrea. Gli inquirenti non sembrano credergli del tutto, lo indicano anche come una delle figure guida delle "Bestie di Satana". Ma Volpe nega: "Mi limitavo a eseguire gli ordini".
Adesso è in cella di isolamento. Non l'hanno messo con gli altri detenuti perché il suo equilibrio dopo l'arresto era molto precario: "Mi sono imbottito di psicofarmaci per cacciare gli incubi. Non riuscivo a vivere, volevo morire. Ora sto meglio, ma mi dispiace per i miei genitori, per quello che gli ho fatto. Non volevo", dice Andrea Volpe all'avvocato Menichino.
Perché si è convinto a parlare? Perché ha rivelato dove avevate sepolto i corpi di Fabio Tollis e Chiara Marino?
"Non mi sono convinto io. Ne ho parlato con i miei genitori quando loro sono venuti a trovarmi in carcere e gli investigatori hanno registrato tutto. Però... sono quasi sollevato. Non ne potevo più. Perché, giuro, da quella setta volevo uscirne, ma ormai mi ero cacciato in una trappola: o mi uccidevo io o mi avrebbero ammazzato loro".
Veramente gli inquirenti dicono che lei aveva un ruolo attivo nell'organizzazione?
"No. Io ero uno degli ultimi entrati, dovevo soltanto eseguire gli ordini. Certo, quando qualcuno provava a "uscire", il gruppo lo minacciava, lo forzava psicologicamente".
Una specie di tortura?
"Sì".
Come è entrato nelle "Bestie di Satana"?
"Volevo suonare in un complesso di musica heavy-metal e ho conosciuto i ragazzi. Da lì è nato tutto... e dalla droga. Io mi facevo di eroina, cocaina... di qualsiasi cosa. Sono stato anche in comunità".
Dalla musica ai riti satanici... fino all'uccisione di due ragazzi. Perché Fabio e Chiara sono stati uccisi?
"Chiara era la vittima prescelta. Da molti mesi parlavano di ucciderla, senza che lei lo sapesse. Usciva con noi, mentre il gruppo si preparava a eliminarla".
Qual è stato il suo ruolo nell'omicidio?
"Io ho scavato la buca, ma poi sono andato a casa mia per cambiarmi gli stivali. E quando sono tornato era già successo tutto. In quel momento ho capito che non era uno scherzo e che mi ero cacciato in un guaio terribile. Allora ho cominciato a pensare di "uscire", ma non era più possibile".
Perché?
"È stato un incubo. Mi venivano a cercare, vedevo delle ombre vicino a casa, mi seguivano". Nel ricordo di Andrea si confondono ricordi e allucinazioni dovute alla droga. "Adesso - aggiunge - ho il terrore che se la prendano con la mia famiglia, hanno visto strana gente in giro".
Ma gli altri componenti del gruppo sono stati arrestati. Altre tre persone sono state denunciate a piede libero...
""Le bestie di Satana" erano solo una cellula. C'era uno di noi, il capo, che poteva parlare con la guida dell'organizzazione. Andava a incontrarla e si faceva dare gli ordini da lui. Neanche noi ne sapevamo di più. Ma voi non avete idea... in questa storia sono coinvolte persone insospettabili, padri di famiglia, gente che conta. Sono loro i veri capi".
Busto Arsizio, due supertestimoni raccontano i riti della setta
"I capi si facevano marchiare a fuoco e si tagliavano il braccio"
"Dovevano bere anche il sangue
per diventare Bestie di Satana"
dal nostro inviato FERRUCCIO SANSA
BUSTO ARSIZIO (Varese)- “i capi si facevano marchiare a fuoco sul corpo la croce rovesciata. Camminavano nelle gallerie della metropolitana. C'era un rito di iniziazione, il rito del sangue. Per entrare nelle "Bestie di Satana" ci portavano in un bosco, poi ci incappucciavano e ci facevano un taglio nel braccio. Uno al nuovo adepto e uno alla persona che lo aveva presentato. Poi i due si mischiavano il sangue. Lo lasciavano gocciolare dentro una coppa e lo bevevano".
È il racconto di due giovani, un ragazzo e una ragazza. Sono loro i supertestimoni che hanno aiutato gli inquirenti a ricostruire la composizione, le abitudini, i riti della setta delle "Bestie di Satana". Anche loro erano entrati a fare parte del gruppo, ma si sono accorti in tempo della spirale in cui stavano cadendo. Hanno avvertito i genitori che li hanno protetti. Ma per sfuggire alle minacce della setta hanno dovuto lasciare Milano.
Un testimone, però, già il 17 marzo 1999 aveva parlato chiaramente con i carabinieri di Cologno Monzese e aveva elencato tutti i membri della banda: "Quel gruppo comprende 7 persone. Tra gli altri ci sono Nicola Sapone (che cinque anni dopo sarà accusato di aver ucciso a Golasecca, nel varesotto, Mariangela Pezzotta, ndr.), Pietro Guerrieri, Eros M. e soprattutto "O." (uno dei tre ragazzi denunciati e ancora a piede libero)". Ecco, "O." e Sapone sono indicati da molti come le guide: ""O." era il capo indiscusso - racconta la testimone - Un vero trascinatore. Ma si comportava in un modo strano per non dire di peggio, aveva un modo di fare da vero esaltato, da leader.
Una volta la polizia lo trovò che camminava nelle gallerie della metropolitana. Spesso camminando per strada improvvisamente decideva di picchiare qualcuno. Diceva di essere il figlio di Satana, era convinto di quello che diceva. Gli altri ragazzi lo seguivano, soprattutto Chiara che in camera sua si era costruita un piccolo "altare"". Il procuratore capo di Busto Arsizio, Antonio Pizzi, il sostituto Tiziano Masini e il pm milanese Alfredo Robledo hanno dedicato mesi a questa indagine. Hanno sentito decine di persone: "Amici, parenti, chiunque fosse in contatto con le vittime o i membri della setta", racconta Pizzi.
Intanto emerge che le "Belve di Satana" avevano già tentato di uccidere Fabio Tollis e Chiara Marino. Avevano dato fuoco alla loro auto, ma i due ragazzi non avevano capito. Avevano pensato a un incidente e così quella sera si erano fidati degli amici e li avevano seguiti nel bosco.
Gli inquirenti non stanno tralasciando nessun elemento: perfino com'era la luna nella notte del 17 gennaio 1998 quando furono uccisi Fabio e Chiara oppure il 23 gennaio di quest'anno quando fu ammazzata Mariangela Pezzotta: "Le sette sataniche compiono i loro sacrifici con la luna nuova e soprattutto nel mese del segno zodiacale dello stregone che compie il rito", spiega Tiziano Masini.
Ma altri elementi inquietanti emergono dal fascicolo aperto per la sparizione di Tollis e Marino: ancora si parla di Sapone e di "O." "È notorio in tutto il quartiere che "O." e la sua famiglia sono simpatizzanti di sette sataniche o cose simili", denunciava il 26 gennaio 1999 la madre di Chiara Marino. E ancora: dai fascicoli del 1999 relativi alla scomparsa di Fabio e Chiara si scopre che la ragazza aveva a propria disposizione una somma di oltre 110 milioni di lire che aveva ottenuto come risarcimento per un incidente d'auto. Possibile che Chiara sia stata uccisa anche per questo?
Ultimo capitolo: i depistaggi. Michele Tollis, padre di Fabio, per anni ha disperatamente cercato il proprio figlio. È corso dietro segnalazioni che lo hanno condotto in ogni parte d'Italia. Secondo gli investigatori quelle indicazioni potrebbero essere state date da altri gruppi di satanisti per aiutare i propri compagni e complicare la strada a Tollis, padre-detective che ha dedicato anni della propria vita a cercare il figlio. Ieri, insieme con la moglie, ha portato un mazzo di fiori nel luogo dove Fabio è stato ucciso.
"Bestie di Satana", le pagine conservate dai genitori di Tollis
uno dei ragazzi uccisi nel bosco di Somma Lombardo
Fabio, Chiara e i diari dell'orrore
"Voglio nutrirmi col tuo corpo"
di MARCO MENSURATI
MILANO- “...Questo è l’inizio di una lunga storia, piccola, che si concluderà con la venuta del freddo, del vento, dell'oscurità...". Comincia così il diario di Fabio Tollis, uno dei due ragazzi uccisi nel bosco di Somma Lombardo (Varese) dalle "Bestie di Satana". Si tratta di poche pagine - conservate per tutto questo tempo dai genitori - che raccontano attraverso disegni, poesie e pensieri sconnessi, il mondo di due adolescenti (ci sono anche alcune riflessioni di Chiara) cresciuti nella realtà straniante della profonda provincia lombarda.
Basta sfogliare le loro pagine per capire che in fondo Belzebù e gli altri demoni, i 666 e le croci rovesciate, in tutta questa storia di morti e bugie c'entrano davvero poco. Basta dare un'occhiata a queste righe, compilate la notte, dopo serate interminabili passate nelle birrerie "dark" dietro Porta Romana, per capire che quel riempirsi la bocca con parole dal suono gotico, era l'esorcismo della realtà elevato a sistema di vita, una via di fuga - per dirla con le loro parole - "da questo mondo antico e sommerso dalle bugie".
Un mondo che nei loro diari appare a tratti identico a quello di mille altri adolescenti, in cui "non si capisce mai cosa devi fare per crescere", in cui i genitori "che ne sanno?", in cui l'"amore, anche se non te ne accorgi, ti mangia l'anima".
L'odio.
"Il mio viso si alza e guarda con odio. Il mio viso si abbassa e guarda con stima e piena devozione. Astralmente sto raggiungendo questo antico e sommerso mondo. Sommerso dalle sporche bugie del dio cristiano e di suo figlio (...) Il lungo abisso che divide l'inferno dal paradiso/il lungo abisso che divide la vita dalla morte/ Presto tutti conosceremo questo abisso dove tuttora sono rinchiusi i grandi antichi".
L'immagine dei "grandi antichi" è una costante negli scritti del ragazzo, che infatti poche righe dopo insiste: "I templi dell'oscurità risorgeranno e insieme risorgeranno gli antichi con a capo il signore delle tenebre. Gli antichi nacquero sulle montagne di Mashu delle magie. Erano spiriti maligni pieni di odio. Nati per sconfiggere il bene. Si aprì la terra e finirono giù dove regnava Lucifero il padre dei padri, il re dei re".
Errori e spiegazioni
"L'errore l'ho fatto non capendo di essere io la più piccola e per questo non portando più rispetto per loro (i genitori) e non capendo prima che si deve". Sotto la scritta "Errori e spiegazioni", Chiara elenca tutti i "punti deboli" dei propri comportamenti. "Contro di me - confida la ragazza alle pagine - c'è il non riuscire a capire chi sono e cosa devo fare per crescere. Essere frivola e il credermi grande senza esserlo, il non ascoltare e fare subito quello che mi dice la testa".
Tra le cose che si rimprovera, Chiara anche alcuni comportamenti definiti "contro il padre": "Aver provocato uomini; aver desiderato Ozzy (uno degli indagati per gli omicidi) e il fratello; aver sottovalutato Serena (una sorella) e averla ferita".
L'amore finito
Il 30 dicembre del 1997 Fabio realizza che L. (una ragazza di Milano) non lo ama più. "Ho deciso: fanculo a questo mondo di m... dove regna solo ipocrisia e altra m... (la cristianità). Amore, fottuto sentimento che ti fa solamente male, ti sembra di essere l'uomo più felice del mondo e invece no l'amore anche se non te ne accorgi ti mangia l'anima ti imprigiona in un mondo che ancora non sono riuscito a capire che cazzo di mondo è... Le donne sono poche, anzi pochissime, quelle che guardano come sei fatto dentro, le altre che figo, oh che bello che è, stupendo. Ma vaffanculo (...) Lei se ne frega. Basta con le donne, basta con tutto, ho deciso di pensare solo alla musica e alle mie idee (disegna una stella a cinque punte chiusa dentro un cerchio), a buon intenditor poche parole, che sono le uniche che mi aiutano veramente".
Il signore del male
L'otto gennaio del 1999, Fabio Tollis scrive una sorta di preghiera: "Satana, Barhomet, Belzebuth contro il padre, il figlio e lo spirito santo. La terra si aprirà e gli antichi combatteranno al fianco del signore degli inferi Azaghtoth, Chutulu, Yog-Sothot, Kingu, Anu, Azabua, Shaxul, Abul, questi i nomi dei più grossi, i nomi dei più forti, questi sono i più antichi (...)
"E ora alla fine di tutto/ Fratelli lasciate che ogni mia parola oscuri il dorato regno della luce bianca/ lasciate che queste siano i corni che cavano gli occhi di migliaia di angeli/ lasciate che ogni mia parola sia la pioggia purificatrice del deserto delle tentazioni e della lussuria/ lasciate che queste cadano nei mari della profanazione e della blasfemia/ lasciate che ogni mia parola renda i deboli più deboli e i forti più forti/ unitevi come dei degli abissi e lasciate che le fiamme raggiungano il cielo". La firma è seguita da una stella a cinque punte.
Bere il tuo sangue.
Nelle pagine scritte da Fabio ci sono poi due poesie. Entrambe sono dedicate a L. "I tuoi occhi sono qualcosa di inspiegabile. Affascinanti, quasi maligni, quando li osservo mi sento come sottomesso alla tua volontà/ non ti immagini quanto sia stata lunga la strada per arrivare a te, sentivo da tempo che avrei conosciuto una persona molto importante per me/ sei stupendamente oscura, sinistra, stranamente strana. Il tuo viso così dolce e perfetto, il tuo corpo così candido e profumato da baciare perché no magari anche da mordere per dissetarmi e nutrirmi del tuo dolce sangue".
Seconda poesia per L.
"Tu sinuosa e bella come una pantera/ famelica e sinistra come un branco di lupi affamati/ alla luce della luna piena sei avvolta da oscurità e luce mia dolce strega/ in un bosco, circondata sei, da candele, e in mano ancora stringi il cuore palpitante del bambino sacrificato alla tenebre/ I tuoi occhi brillano alla mistica luce notturna e sono così pungenti da guardare/ come lo sono i canini di un vampiro affondati nel candido collo di una vergine. Il tuo corpo da accarezzare con dolcezza/ il tuo viso da baciare con le mie labbra ormai piene del tuo dolce sangue/ Avvolgerti in un abbraccio (mortale) senza mai più lasciarti scappare o mia strega/ Tu sei l'unica a cui darei qualcosa/ Tu sei il mio sogno il mio incubo il mio destino/ tu sarai la mia morte, il mio suicidio. Entra nel cerchio di fuoco o Satania/ Entra nel nero giardino del mio castello/ Bevi il mio sangue perché così io faccia parte di te/ il mio abbraccio mortale sarà sempre con te".
Potrei uccidere.
L'ultimo pensiero del diario di Fabio è ancora dedicato a L. "Se dovessi perderti (e non so perché ma ho questo presentimento) io ammazzerei, e poi invece mi suiciderei per non soffrire. Io per te potrei uccidere, potrei suicidarmi (e lo stavo già facendo martedì sera)". Oltre la firma, un 6-6-6 e una stella a cinque punte con inscritta una croce.
Il Cesis registra i gruppi ufficiali, ma esiste una realtà sommersa L'antropologa Cecilia Gatto Trocchi: in Italia 500mila
Il business delle sette diaboliche
concerti e web, poi le messe nere
Il 75 per cento dei satanisti hanno tra i 17 e i 25 anni
di ENRICO BONERANDI
MILANO- Il Diavolo, probabilmente. Il titolo del film di Robert Bresson potrebbe stare in calce alle ricerche condotte in Italia sul fenomeno del satanismo: si pensa, si intuisce (soprattutto dopo che le cronache portano a galla storie cruente) ma si sa poco o nulla. Negli anni è diventato un testo di riferimento il rapporto preparato nel febbraio del 1998 dal Cesis per il ministero degli Interni su "Sette religiose e nuovi movimenti magici in Italia", cento pagine fitte su 137 gruppi operanti nel nostro Paese, divisi in religiosi (76) e magici (61), con un totale di più di 82mila aderenti.
Un numero impressionante a prima vista, ma non è così, se pensiamo che nel mazzo vengono censiti i seguaci di Scientology e i Testimoni di Geova, che quando si riuniscono riempiono uno stadio da calcio.
Le sette satanico-luciferine - secondo il Cesis - sarebbero invece solo 9 con 200 adepti. Una goccia nel mare. Sommando i casi di profanazione di cimiteri, messe nere, violenze sessuali e omicidi rituali scoperti negli ultimi anni in Italia, questi 200 adoratori della Bestia dovrebbero essere ubiqui e con un'energia veramente demoniaca. In realtà il Cesis registra solo i gruppi ufficiali, mentre gli sfugge la realtà sommersa di piccole consorterie slegate fra loro, che costituiscono l'ossatura del "movimento", in parte visibili - ma confuse tra migliaia di giovani che del satanismo seguono solo la moda esteriore - in occasione dei concerti di gruppi heavy metal estremi o del guru indiscusso della "musica del diavolo", l'americano Marilyn Manson.
Il rapporto del ministero tenta comunque una classificazione in quattro gruppi. Il satanismo occultista è fondato sulla Bibbia, ma invece che con Dio sceglie di stare con il Demonio: "Trae spunto... dalla stessa iconografia cristiana, in particolare dalla tradizione ebraica, con le sue particolareggiate descrizioni delle geenna e delle corti infernali". Il secondo gruppo riguarda il satanismo razionalista, in cui Satana rappresenta un simbolo di ribellione, anticonformismo ed edonismo. Viene poi il satanismo acido, pretesto per sfogare perversioni con l'uso di droghe, fare orge violente, "il fenomeno più incontrollabile e pericoloso". Ultimo, il luciferismo, di ispirazione manichea, per cui Satana è uno dei due principi vitali dell'universo, necessario quanto Dio.
Scrive il Cesis: "In Italia sembrano rappresentate un po' tutte queste componenti, con prevalenza della prima e della terza". Postilla: il rapporto ammette la difficoltà di reperire informazioni, ma smentisce a chiare lettere le fonti che usano cifre a molti zeri per quantificare i satanisti nostrani, e definisce "pura fantasia" l'ipotesi che i gruppi del 666 siano guidati da un'internazionale satanica con a capo un "antipapa nero".
Il Diavolo è come si sa astuto, e con il passar del tempo proprio questo rapporto del Cesis - che probabilmente sottostima il fenomeno - è diventato il punto di riferimento di molte relazioni e articoli di tono enfatico e catastrofista. Il numero degli aderenti alle sette di Lucifero è stato fatto coincidere con quello dei seguaci di tutte i movimenti religiosi: con tanto di garanzia del ministero degli Interni.
Un'altra fonte spesso ascoltata è l'antropologa Cecilia Gatto Trocchi. Già tre anni fa, quando dirigeva l'Osservatorio dei fenomeni magici dell'università di Chieti, la studiosa avvertiva che il business della magia era in aumento vertiginoso, con un giro d'affari di 6mila miliardi di lire. Le sette occultiste sarebbe state ben 800, con l'importazione di riti woodoo e la scoperta di Internet. Recentemente Gatto Trocchi, nel frattempo passata con il suo Osservatorio all'università Roma Tre, ha alzato il tiro: le persone coinvolte nel satanismo sarebbero in Italia 500mila e le sette starebbero moltiplicandosi, con una frammentazione in piccoli gruppi, "schegge impazzite".
I club dediti al Demonio su Internet sarebbero ben 400. L'iniziazione, secondo l'antropologa, avrebbe tre stadi: l'avvicinamento e la prima "simpaty for the devil" attraverso la musica, quindi i newgroup in rete e, infine, l'avvicinamento a una setta. Tanti giovani e, anche, ragazzini adolescenti, come si è ben visto nella terribile vicenda di Somma Lombardo: "Il 75 per cento delle persone che simpatizzano per Satana hanno tra i 17 e i 25 anni".
Citiamo per ultima la rivista Happy Web, che l'anno scorso in una sua inchiesta su Demonio e Web l'ha sparata grossa, tra l'altro facendo riferimento al solito rapporto del Cesis: 83mila satanisti, 130 organizzazioni criminali dedite all'occulto e 9 milioni di italiani coinvolti. Solo a Roma, sarebbero presenti 44 gruppi. In sostanza, ognuno di noi dovrebbe avere un agente diabolico in famiglia.
A ristabilire le proporzioni ci pensa Massimo Introvigne, fondatore del Cesnur (centro studi nuove religioni), che quantifica i seguaci del satanismo in "qualche migliaio". La novità - afferma il sociologo - è il proliferare di "gruppi spontanei, di tre, cinque, massimo dieci membri, che chiamerei del satanismo fai-da-te". I più pericolosi e incontrollabili: "Non hanno punti di riferimento sorvegliabili, ma si alimentano di musica scaricata via Internet, che inneggia a sacrifici umani, bimbi violentati, donne sventrate, che fa presa su personalità probabilmente già predisposte". Gli altri, quelli delle sette vere e proprie, sono i "cattivi maestri": poi, ad ammazzare gli amici per far piacere al Demonio, ci vanno i ragazzini.
La confessione di Pietro Guerrieri che spiega i motivi dei delitti:
"Chiara era la Madonna, Fabio voleva fare il capo"
"Ho scavato io la loro fossa
ora questo incubo è finito"
Era terrorizzato dall'idea di essere la prossima vittima:
"In carcere sono al sicuro. Tutto è iniziato con la cocaina"
SOMMA LOMBARDO (VARESE) - "Chiara... l'hanno uccisa perché era la Madonna... Fabio invece voleva prendere il posto di uno dei capi". Pietro Guerrieri guarda a terra mentre parla con i pubblici ministeri di Busto Arsizio. Si tormenta le mani. Il fiato corto gli spezza le frasi. È il suo primo interrogatorio dopo l'arresto. L'accusa? Avrebbe scavato la fossa profonda due metri dove sono stati sepolti i due ragazzi. Ma Pietro non sembra pensare alla prigione che forse lo aspetta. Anzi, si volta verso il suo avvocato, Anna Carluccio, e dice: "Sono quasi sollevato... certo mi hanno preso... ma almeno questo incubo è finito... dovunque mi porteranno mi sentirò più al sicuro che là fuori". E indica oltre la finestra.
Una vita diventata un incubo: due ricoveri per problemi psichiatrici (psicosi acuta esogena, la diagnosi), il terrore di poter essere ucciso in ogni momento, la schiavitù dalla cocaina. E il tentativo di mantenere l'apparenza di una vita normale, di continuare a lavorare come ragioniere in una grande impresa, la Delchi".
Poi Piero chiude gli occhi: "Tutto è cominciato per colpa della droga... da quando ho diciotto anni io mi faccio di coca... sempre di più. Sto uscendo di testa". Ma non solo: "L'incontro con Nicola Sapone e Andrea Volpe avvenne al pub Midnight di Porta Romana, in centro a Milano. Ci vedevamo lì e al parco Sempione. Anche loro avevano la passione per i tatuaggi... da lì è cominciato tutto".
Già, le messe nere, i riti satanici, "all'inizio pensavo che fosse un gioco", giura Pietro, "ma poi ho capito che quelli facevano sul serio. E ho cominciato ad avere paura". Fino a quella notte, il 17 gennaio 1998: "Due giorni prima mi hanno chiesto di andare in quel bosco... a Somma Lombardo... e di scavare una buca di due metri di profondità. Faceva un freddo terribile, la terra era gelata, ci abbiamo messo un sacco di tempo".
Possibile che Guerrieri non abbia capito? "No - giura e spergiura Pietro - pensavo volessero punirli quei due, ma non ucciderli e poi... ero sotto di droga, non riuscivo nemmeno a capire quello che stava succedendo". Punirli, perché? "Chiara era la Madonna e lui, Fabio, voleva rubare il posto a Mario (arrestato anche lui l'altro ieri, ma minorenne all'epoca del delitto)".
Poi dopo qualche giorno Pietro viene informato: "Mi hanno detto che Chiara e Fabio erano stati uccisi... subito ho creduto di impazzire. Da quel giorno la mia vita è finita: "Tu non potrai mai uscire dal nostro gruppo. Ti uccideremo. Ormai sei in una prigione"", è stata la promessa delle "Bestie di Satana". E di uccidere, Pietro lo sapeva benissimo, la setta era capace. A coltellate, decine, e colpi di mazza in testa.
Nella notte fra il 23 e il 24 gennaio 2004, presso uno chalet immerso nei boschi di Golasecca (Varese) è barbaramente uccisa, all’età di 27 anni, a colpi di pistola e badile, con il tentativo di seppellirne il corpo in una vicina serra, la varesina Mariangela Pezzotta (1977-2004). Colti pressoché in flagrante, per l’omicidio sono subito arrestati il suo ex fidanzato, Andrea Volpe (30 anni), e l’attuale fidanzata di questi, Elisabetta Ballarin (19 anni). Il crimine conduce gli inquirenti verso la pista del disagio e della devianza giovanile, nonché dell’abbondante utilizzo di droghe e alcool, del sesso vissuto in maniera ossessiva e sfrenata da parte degli incriminati e del loro giro di amicizie, ma le cronache – alludendo alle frequentazioni e agli interessi dei personaggi coinvolti – iniziano pure ad accennare al cosiddetto Errore. Il segnalibro non è definito..
L’arresto contribuisce a dare nuovo slancio alle indagini – peraltro mai interrotte – relative al caso della scomparsa, avvenuta il 17 gennaio 1998, di due giovanissimi frequentatori del gruppo di Volpe: Fabio Tollis (1982-1998) e Chiara Marino (1979-1998). Questi, la sera della loro scomparsa, si trovano con alcuni amici in un pub di Milano, frequentato pure da Volpe; intorno alle 23.30 escono dal locale dicendo che sarebbero andati a telefonare, ma da quel momento non si hanno più loro notizie. I loro corpi senza vita sono ritrovati il 28 maggio 2004 (la scoperta è resa nota il 5 giugno), in una fossa nei boschi nei pressi di Somma Lombardo (Varese). Fra giugno e luglio 2004, gli inquirenti danno seguito a una notevole ondata di arresti: dei tre omicidi sono accusati Volpe (già in carcere) e Nicola Sapone, accorso sul luogo del delitto di Mariangela Pezzzotta su richiesta dell’amico Volpe. Per la morte di Tollis e della Marino – oltre a Volpe e Sapone – sono arrestati Pietro Guerrieri (detto Wedra, nel gergo delle Bestie di Satana), Mario Maccione, Eros Monterosso, Paolo Leoni (detto Ozzy) e Marco Zampollo, mentre Elisabetta Ballarin è accusata per il solo omicidio della Pezzotta. Accanto alle uccisioni si parla di altri due casi di morti sospette che avrebbero coinvolto persone appartenenti al gruppo dove Volpe e Sapone pare avessero una parte di rilievo a livello di leadership: si tratta dei casi di Andrea Ballarin (1977-1999; il quale, nonostante l’omonimia, non ha rapporti di parentela con Elisabetta), trovato impiccato nel cortile della scuola media che aveva frequentato il 7 maggio 1999, e di Andrea Bontade (1979-1999), che – nel corso dello stesso anno – muore in auto poche ore dopo un incontro con Sapone, accusato di averlo indotto al suicidio.
Le cronache mettono in luce l’appartenenza degli arrestati, e anche di Tollis e della Marino, a un contesto tipico del satanismo giovanile, ovvero a un gruppo costituitosi informalmente intorno al 1995 e autodenominatosi Bestie di Satana, che raccoglieva i giovani di cui ora parlano le cronache giudiziarie residenti fra il basso varesotto e l’alto milanese, coinvolti soprattutto in questioni di droga nonché appassionati e interpreti di una frangia estrema del filone hard, black o death rock. In particolare, dai diari di alcuni dei coinvolti emerge l’interesse per tematiche e ritualità di genere vagamente occultistico e satanico. I familiari raccontano che la stessa Chiara Marino aveva allestito nella sua stanza un altarino, con candele nere, un telo con una stella a cinque punte e la riproduzione di un grosso piede di caprone e un teschio. Inoltre, uno degli accusati, Mario Maccione, era ritenuto essere un medium, in quanto gli altri membri lo credevano essere “posseduto” dai demoni durante la celebrazione dei riti caserecci messi in atto dal gruppo. Anche l’uccisone della stessa Marino e di Tollis paiono collocarsi in un contesto rituale satanico, per quanto – anche a causa delle strategie difensive variamente adottate dagli avvocati – i racconti relativi al fatto da parte degli accusati in sede giudiziaria mostrino alcune discrepanze. In ogni caso, la sera della scomparsa, Fabio Tollis e Chiara Marino sono colpiti con armi da taglio e corpi contundenti e gettati uno sopra l’altro in una buca, scavata alcuni giorni prima da Pietro Guerrieri.
Il processo a carico di Volpe, Guerrieri e Maccione, celebratosi con rito abbreviato (che prevede lo sconto di un terzo della pena) presso il Tribunale di Busto Arsizio (Varese) nel mese di febbraio 2005, si è concluso con la condanna a trent’anni (contro i venti chiesti dal pubblico ministero) per Andrea Volpe – il quale dal carcere ha collaborato con la giustizia –, sedici per Pietro Guerrieri e l’assoluzione per Mario Maccione, accusato di associazione a delinquere, giudicata indimostrabile, anche se nel suo caso, per l’omicidio di Tollis e Marino è chiamato a giudicarlo il Tribunale dei Minori, in quanto aveva sedici anni al momento dell’uccisione. Così, il 5 aprile 2005, presso la Procura dei Minori di Milano ha inizio il processo con rito abbreviato a carico di Maccione e Massimo Magni, anch’egli - minorenne all’epoca del delitto - accusato per l’omicidio di Tollis e della Marino. La pubblica accusa chiede una condanna a venti anni per Mario Maccione e a dieci Massimo Magni (quest’ultimo in carcere dalla fine di agosto 2004). La sentenza è prevista per l’11 aprile. La sentenza dell’11 aprile 2005 vede la condanna a diciannove anni per Maccione e l’assoluzione, sostanzialmente per insufficienza di prove, per Magni. Il 21 giugno 2005 si terrà invece il processo in Corte d’Assise per tutti gli altri imputati, compreso Andrea Basciu, estraneo ai delitti, ma accusato di avere coperto la vicenda dell’incendio di un auto di proprietà di una persona che aveva avuto una lite con Volpe, ad opera dello stesso e della Ballarin.
BAMBINI DI SATANA
Le origini dei Bambini di Satana (un tempo chiamati anche Bambini di Satana Luciferiani) risalgono ai primi anni 1980. Marco Dimitri, nato a Bologna il 13 febbraio 1963, frequenta nei suoi primi anni giovanili la Fratellanza Cosmica, culto ufologico che si trova alle origini del successivo culto dei dischi volanti “cristianeggiante” di Giorgio Bongiovanni Errore. Il segnalibro non è definito.. All’epoca, la Fratellanza Cosmica è guidata a Bologna dal seguace di Aleister Crowley (1875-1947) “luciferiano” Roberto Negrini. Dimitri abbandona la Fratellanza Cosmica a quattordici anni, ma continua a leggere Crowley, da cui è ampiamente influenzato. Nel 1982 si dichiara satanista “di stile pagano”, fonda i Bambini di Satana e inizia a organizzare rituali nella provincia di Forlì, fra Rimini e Riccione, nel Pesarese e intorno a Bologna. Il gruppo celebra i suoi rituali in vecchi casolari diroccati e boschi. Successivamente si dota di un tempio a Bologna con tende nere, maschere diaboliche, teschi e statue del Diavolo (un contesto che Dimitri definisce “iconografico”).
Il nome, Bambini di Satana, è riferito sia al “bambino interiore” ovvero “a quella creazione propria la cui struttura è originata nell’Opera Magica gestita dalla Volontà”, sia alla purezza di un satanismo originario inquinato da successive influenze spurie e che solo “eterni bambini” possono riscoprire. Le attività comprendono rituali di evocazione, in cui non mancano elementi tantrici e di magia sessuale e “tutti hanno rapporti con tutti, anche di tipo omosessuale”, e attività rivolte al pubblico. L’iniziazione avviene tracciando il numero 666 con il sangue del fondatore Dimitri – che si fa chiamare “la Grande Bestia 666” – sulla fronte dell’iniziato o dell’iniziata, che riceve così “il marchio della Bestia”. Il novizio deve sottoscrivere un patto scritto di proprio pugno, e firmato con il proprio sangue, tramite il quale proclama fedeltà all’opera magica e si proclama Satana, dio di se stesso: “Giuro di essere fedele all’Opera dei Bambini di Satana e a Satana stesso, inteso come me stesso eretto nella mia natura, nel mio ego divino. Giuro lealtà nel mio operare, nel proseguire per esso, alla mia forma di iniziazione. Sigillando la mia firma con una goccia nel mio sangue, io mi proclamo Satana”.
I Bambini di Satana – colpiti da successive polemiche – insistono sul fatto che l’affiliazione è “completamente gratuita”; solo “la tessera di appartenenza ha invece un prezzo, a scadenza annuale”; inoltre “è graficamente perfetta, con stemma e caratteri germanici in oro su campo nero. Solo mostrando questa si può accedere a rituali speciali”. “Per quanto possa sembrare strano”, aggiungono i Bambini di Satana, “un giuramento magico sancito con il proprio sangue non può essere infranto. Nemmeno se è arso o strappato il foglio sul quale lo si è scritto. Un tale giuramento è come una via senza uscita: non si può tornare indietro”. I Bambini di Satana offrono una gamma completa di servizi ai loro adepti, distinti in quattordici diverse categorie di rituali. Tra questi ci sono matrimoni eterosessuali e omosessuali, e anche a tre (qualunque sia il sesso) e incestuosi (“qualsiasi grado di parentela e sesso”). Per i cattolici e gli aderenti ad altre religioni c’è una “cerimonia di annullamento di riti battesimali di qualsiasi culto”.
Del resto, secondo Dimitri, “Satana è denaro, arte e orgasmo, musica, lesbismo e tradimento”. In alcuni testi dei Bambini di Satana appare un elenco di nomi di demoni, non privo di elementi originali ma analogo a numerosi altri pubblicati in “manuali” che circolano in Italia e all’estero. Vi è però un’altra parte – più specifica del movimento – in cui Dimitri e collaboratori descrivono le ragioni e i rituali della loro magia (con un influsso di Crowley evidente). Presentano anche una filosofia satanica, in cui si evidenzia l’esaltazione del vizio; dell’arte, perché “demoniaca” per eccellenza; della guerra, come “vita” insita nella materia; della scienza, esaltata come nemica della religione; dello “spirito”, che è soprattutto orgoglio e confidenza in se stessi; e della ricchezza, amata da Satana e che è “la materia resa perfetta sotto il punto di vista del piacere”.
Segue un “catechismo amorale” che proclama il satanismo “l’unica possibilità di realizzare materialmente i propri desideri”. Il satanismo di Dimitri sembra di tipo razionalista e pagano: “Satana siamo noi. Alla materia dell’universo Noi abbiamo dato il nome di Satana”; “Noi siamo Satana, non ammettiamo alcun dio all’infuori di Noi”. Ma d’altro canto si afferma pure che “Satana e i suoi demoni sono il nucleo della materia eterna in eterna trasformazione, in continuo movimento. Satana, l’Uomo e non dio… dio non può dove Satana regna!”. Le pretese di Dimitri non sono modeste. Proclama: “Io Marco Dimitri, dopo la morte di Crowley, la caduta di LaVey e di Manson (entrambi inutili prima e dopo la loro fine), data l’idiozia dell’idea dell’esistenza di una Chiesa di Satana, ridicolo controsenso, mi propongo quale riferimento mondiale del culto demoniaco. Il mio fine è di essere la giovane guida di tutti i demoni della terra”.
Un tale progetto non manca di essere contrastato. Tra il 1989 e il 1992 i Carabinieri si mettono sulle tracce dei Bambini di Satana attraverso diversi infiltrati. Nel 1992 c’è un’irruzione a Savignano sul Rubicone, nel Riminese, durante un rito. L’inchiesta sui conclude con un’archiviazione, ma Dimitri perde il suo impiego di guardia giurata e deve vivere con la sua attività di mago. La pubblicità – compresa la partecipazione a talk show televisivi – non è però sgradita a Dimitri, che porta i suoi adepti dall’iniziale trentina a un numero stimato fra i cento e i duecento nel 1994. Nel 1996, tuttavia, emergono accuse più gravi di violenza carnale su una ragazza minorenne e su un bambino, e anche di sacrifici umani. Dimitri è arrestato con due seguaci; nell’inchiesta sono coinvolti anche Efrem Del Gatto (pseudonimo di Sergio Gatti, 1945-1996) e l’attrice romana Cristina Bagnolini, e i Bambini di Satana conoscono una grave crisi. La custodia cautelare degli imputati dura tredici mesi.Nel 1997 Dimitri e i suoi compagni sono assolti – in primo grado – da tutte le accuse più gravi con formula ampia (rimane solo una modesta evasione fiscale per una mancata bollatura di un libro contabile). Il 26 gennaio 2000 l’assoluzione è confermata in appello. Nel frattempo, sulla base delle accuse di una quarantenne, ex-amante del leader degli Eletti di Satana che coinvolge nelle sue accuse anche i Bambini di Satana, la Confraternita di Efrem Del Gatto e un piccolissimo gruppo di Ardea (Roma) denominato Orgasmo Nero, nel 1999 scattano nuove perquisizioni. Dimitri afferma di non avere comunque nulla a che fare con i gruppi romani, e di essere vittima di una autentica persecuzione giudiziaria orchestrata da ambienti cattolici e dal pubblico ministero bolognese Lucia Musti.Su questo punto, Dimitri ha trovato fin dal 1997 la solidarietà del gruppo libertario che si firma “Luther Blissett”, che si è ripetutamente fatto beffe degli accusatori dei Bambini di Satana, sia a stampa sia su Internet. Si può osservare che la sovraesposizione pubblicitaria si è rivelata per i Bambini di Satana un’arma a doppio taglio: se li ha fatti conoscere a molti che, diversamente, non ne avrebbero mai sentito parlare e ha moltiplicato i loro aderenti, è anche almeno una concausa delle diverse disavventure giudiziarie.

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