Adolescenza

Materie:Riassunto
Categoria:Psicologia

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Testo

Adolescenza deriva dal latino “adolescere” che significa crescere, è un età di cambiamento psico-fisico e sociale ove il giovane capisce di non essere più bambino ma neanche un adulto, infatti è alla continua ricerca di una nuova identità. È un periodo che varia dagli undici ai diciotto/diciannove anni. Il primo periodo dell’adolescenza viene chiamato pubertà ed è caratterizzato dal cambiamento fisico che porta alla maturazione sessuale. Nel maschio vi è un aumento del volume dei testicoli, la comparsa di una peluria vasta su tutto il corpo e sul viso, un cambiamento cutaneo e sudoriparo, che può portare anche a cambiamenti umorali e un aumento della statura e della struttura muscolare, la voce cambia e si fa più cupa; attorno al quattordicesimo anno vi è la prima eiaculazione, un cambiamento vissuto positivamente dal ragazzo poiché è segno di potenza e virilità; questa segna la fine della pubertà. Nella femmina la pubertà porta ad un aumento del volume del seno, alla comparsa della peluria nelle zone ascellari, inguinali e sulle gambe, vi è la comparsa dell’acne soprattutto sul viso e i fianchi si allargano. Per la femmina la pubertà si conclude attorno al tredicesimo anno di vita, quando vi è la comparsa del menarca (prima mestruazione), un cambiamento che se precoce può essere vissuto negativamente e con disagio. Il periodo adolescenziale, e quindi anche la pubertà, varia da soggetto a soggetto, solitamente per i maschi è un periodo compreso tra i dieci e i sedici anni, mentre per le femmine tale periodo varia dagli otto ai quattordici anni. La pubertà può essere precoce o tardiva, se precoce viene vissuta malamente, infatti il giovane può cercare di nascondere i segni della maturità sessuale poiché non coincidono con l’immagine di perfezione che ha, mentre se tardiva viene attesa con ansia poiché è segno di maturazione. L’adolescente, oltre a cambiare fisicamente, cambia anche interiormente, tale cambiamento avviene attraverso diverse fasi, processi, il primo, quello più significativo viene identificato come processo di separazione e identificazione, è caratterizzato dalla separazione dai genitori, e dalla ricerca di una propria identità. Sin da piccolo il ragazzo si identifica con l’immagine che i genitori hanno e danno di lui, mentre con l’adolescenza deve crearsi un’immagine tutta sua, ciò porta ad ansie, insicurezze e alla manifestazione di diversi meccanismi di difesa, ovvero comportamenti, spesso contradditori. L’adolescente si trova in una situazione di ansia depressiva, caratterizzata dalla mancanza di una figura di riferimento, prima identificata con i genitori; e in una situazione di ansia persecutoria, distinta dall’ostilità nei confronti dei genitori e generata dall’insicurezza, ciò porta a continui conflitti, che possono essere utili all’individuo per crescere. Il giovane può reagire alla perdita della figura di riferimento con una difesa narcisistica, quindi si concentra su se stesso, ponendosi al centro dell’universo, così facendo aumenta la propria autostima. Mentre se l’adolescente non accetta i cambiamenti che stanno avvenendo nel suo corpo tende a chiudersi in se stesso, difendendosi in modo ascetico. Successivamente il ragazzo può reagire intellettualizzando le emozioni e razionalizzandole, facendo così viene anche portato a creare fantasie e sogni nei quali diviene una persona per lui perfetta e ideale. Il giovane a tal punto scinde gli altri individui in buoni e cattivi e identifica i coetanei in “buoni” e gli adulti in “cattivi”, poi viene portato ad idealizzare e creare dei modelli di riferimento. In fine vi è una difesa di proiezione, ovvero l’adolescente si rapporta con altri proiettando proprie emozioni (“Io le piaccio” in realtà “lei mi piace”).
L’adolescente quando allontana i genitori si va a “rifugiare” in gruppi costituiti da coetanei, inizialmente tali gruppi hanno caratteristiche omosessuali e paranoici, poiché sono formati da giovani dello stesso sesso, più o meno della stessa età e che vivono secondo scissione e con atteggiamenti di onnipotenza, quindi considerano gli altri gruppi cattivi e attivano nei loro confronti atteggiamenti di guerriglia che possono degenerare in aggressività. Dopo la pubertà tali gruppi si sfaldano e se ne creano di nuovi di tipo eterosessuale oblativo o eterosessuale depressivo, tali termini identificano il fatto che il giovane si preoccupa per il benessere dell’altro prima che per il proprio, adesso il ragazzo ha atteggiamenti di disponibilità, di generosità e di interesse che se corrisposti gli donano amore. A tal punto si riequilibra il rapporto con i genitori che non vengono più visti come il male.

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