tema superdotati

Materie:Tema
Categoria:Pedagogia
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Testo

Dadati Valeria Maria 4°E
15 Febbraio 2006
TEMA 3

“Il problema dei bambini superdotati è un campo d’indagini particolarmente controverso e a volte trascurato.
La metodologia usata nei vari paesi mette in rilievo ipotesi diverse di intervento come ad esempio accelerazione del ciclo di studi, arricchimento dei contenuti, classi speciali e normali, integrazione e segregazione, educazione intellettuale e educazione dei sentimenti.”

Il candidato alla luce delle sue conoscenze illustri:
- il significato pedagogico delle diverse opzioni;
- un’ ipotesi di percorso da realizzare nella scuola di base;

I bambini superdotati hanno un’ottimale e precoce capacità di espressione delle proprie potenzialità, per questo delineare le migliori modalità per la loro educazione,la didattica ideale per questi bambini, risulta difficile e discussa.
I bambini superdotati mettono a dura prova già l’intera famiglia, infatti tocca ai genitori il compito di prepararli. Mentre la scelta di gestione delle esperienze didattiche spetta a insegnanti e maestri, la famiglia deve curare gli aspetti sociali e emotivi della vita del bambino, anche se spesso l’eccitazione per l’eccezionalità del figlio porta le famiglie a stimolazione e attenzioni educative mirate, per cui troviamo la decisione di far seguire al figlio dei percorsi speciali e intensi, col rischio che questi ne accentuino il senso di diversità e quindi vivano la grande aspettativa genitoriale con grande ansia e terrore di non farcela. Altro rischio possibile da parte dei genitori è quello in cui l’eccezionalità del figlio è solo ipotetica e quindi non effettiva, in questo caso l’“iperstimolazione” del soggetto lo porta a fobie nevrotiche verso il dover affrontare giornalmente richieste sproporzionate alle sue capacità; se invece l’eccezionalità del bambino è effettiva, si può correre il rischio di farne la “ragion d’essere” della famiglia, e che quindi tutta l’attività famigliare ruoti attorno al soggetto, facendo passare l’idea che il figlio non è amato in quanto tale, ma in relazione alle sue capacità.
Inoltre un grande rischio nell’educazione dei bambini superdotati è quello in cui la crescita armonica personale del bambino venga penalizzata in favore del suo talento. Un grande problema dei bambini super dotati è la tanto sentita differenza tra la maturità intellettuale e maturità nello sviluppo affettivo o sociale. Alla rapidità con cui si sviluppa la prima, non corrisponde lo sviluppo della seconda, questi bambini trovano infatti difficoltà nel fare amicizia, perché spesso sono visti e pregiudicati come “sapientoni” e gli altri bambini si sentono inibiti nel relazionarsi a loro, si sentono giudicati o inferiori, questo anche per l’attenzione che i superdotati prestano al loro successo e al mondo esterno, che è probabilmente in funzione della loro fiducia nelle proprie capacità.
Le varie didattiche utilizzate fino ad ora hanno preso in considerazione ipotesi diverse che necessitano di brevi chiarimenti e illustrazioni a riguardo. Nell’ educazione di un soggetto superdotato viene spontaneo pensare se si debba creare un percorso individuale e distaccato dall’intera classe, magari basato su approfondimenti specifici dei vari argomenti che verranno utilizzati come ulteriore momento di verifica in un’esposizione orale, per esempio. Oppure è stata formulata l’ipotesi di creare classi “speciali”, e quindi separare dai normodotati i soggetti con doti particolarmente sviluppate, permettendo all’insegnante di accelerare il ritmo di studi e mantenere sempre viva e attiva l’attenzione degli studenti, che in una classe normale correrebbero il rischio di distrarsi, annoiarsi ed essere demotivati per la lentezza con cui procede l’apprendimento; il problema di questa soluzione, personalmente ritengo essere nel fatto che creare classi differenziate non aiuterebbe in una società in cui con molta fatica e scarsi risultati si tenta di educare alla pace generazioni in cui serpeggiano ancora razzismo e pregiudizi.
Le soluzioni pedagogiche che gli autori più noti hanno dato nel corso della storia sono molteplici e rispondono alle richieste per cui i percorsi educativi debbano essere attenti e responsabili e abbiano il fine di valorizzare autenticamente le capacità e le potenzialità dei bambini superdotati, che necessitano di un’ educazione su misura. Questo era possibile nell’educazione negativa proposta da Rousseau, dove l’educazione era diretta, e si basava sulla naturale curiosità umana che spinge l’uomo alla conoscenza, e quindi il superdotato potrebbe sviluppare in quest’ottica tutte le sue potenzialità, in totale armonia con sé stesso e la propria crescita, evitando il rischio di una sovra-stimolazione e le spiacevoli conseguenze psicologiche derivanti da questa. Un’altra situazione di armonico sviluppo delle capacità del superdotato avrebbe luogo nella zona potenziale di sviluppo, ipotizzata da Vigoskij, secondo cui l’apprendimento nella mente infantile è articolato in varie fasi, fisse e universali, e tra le diverse fasi esiste una zona in cui è possibile intervenire guidando l’allievo a sviluppare tutte le sue capacità, relativamente alla fase sottostante, in un tipo di educazione di questo tipo, il superdotato avrebbe tutte le possibilità di sviluppare al meglio il suo talento crescendo armoniosamente. Infine cito anche la pedagogia tedesca, che con Wertheimer sviluppa l’ipotesi di un’ educazione basata non esclusivamente sul pensiero convergente, ma ponendo problemi in cui emergano le capacità creative, da qui il nome della didattica di quest’ autore incentrata sul pensiero creativo, di ogni educando, libero di utilizzare il pensiero divergente, che arricchisce e elasticizza il pensiero convergente.
Per sviluppare al meglio le potenzialità relative al superdotato, che in una scuola normale spesso si trova ad essere tanto penalizzato quanto un ipodotato, ritengo che sia opportuno individuare esercizi e attività varie che tengano vivo l’interesse dell’alunno e non sfocino in ripetizioni del programma curricolare; nella lettura si possono incoraggiare, invece che assegnare una dose supplementare di libri, altre tipologie di libri, in matematica possono essere utili l’uso del computer con esercizi differenziati, per esempio: il SuDoKu, gioco enigmistico che ha fatto scalpore la scorsa estate è già entrato in alcune scuole elementari e medie (vedi Cologno Monzese), come materia curricolare.
In ogni caso è comunque bene pianificare tutti gli interventi e il materiale consigliato ai superdotati, in modo tale che non diventino né dei semplici duplicati del programma già svolto, né un’occasione con cui l’alunno possa “bruciare le tappe” e quindi trovarsi ad analizzare testi che si pensa già di proporre al gruppo classe l’anno successivo.

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