Ellenismo

Materie:Riassunto
Categoria:Pedagogia

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Testo

Pedagogia
Senofonte: visse ad Atene tra il 43° e il 335 a.C. si dedicò all’attività politica, aristocratico e conservatore, scrisse il ”Ciropedia” opera dove vi è proposto un modello educativo utile a preservare la polis dalla decadenza. Ciro, imperatore di Persia rappresentò per Senofonte un modello perfetto di uomo e monarca. I bambini frequentavano le scuole statali dove imparavano la giustizia, mentre per prevenire le deviazioni della moralità adulta serviva la severità. Il dominio di se e l’obbedienza venivano sviluppati seguendo l’esempio degli anziani. Dai sedici ai venticinque anni i ragazzi persiani cominciano a servire lo stato, ricevendo un addestramento alla vita militare e alla caccia, che costituisce l’ultimo momento formale, prima del ingrasso nella vita adulta.

Aristotele: Nato a Stagira nel 387 a.C. è allievo di Platone nell’accademia e divente precetto re Alessandro. Fonda ad Atene una scuola presso il tempio di apollo Licio, e per questo chiamata “Liceo”. Ciò che ci è rimasto sono i testi preparatori delle lezioni tenute da Aristotele, le opere nel quale affronta il problema dell’educazione sono principalmente la Politica e l’Etica nicomachea. Morì a Eubea nel 322 a.C.
Aristotele considera l’educazione un sapere pratico e universale, ritiene che la ricerca della pedagogia debba avvenire in modo estensivo anche attraverso la consultazione di opere. Affronta il tema dell’educazione come un tema tipico della polis, si occupa del rapporto educativo attraverso l’esame delle condizioni reali in cui si realizza, l’attività formativa richiede una conoscenza empirica dei contesti in cui si colloca, sia sul piano psicologico che su quello ambientale. Secondo Aristotele ogni educando è unico e va considerato nella sua integrità psico-fisica al fine di promuovere lo sviluppo di ciò che è già presente in lui; il compito di condurre l’uomo alla virtù, cosa possibile fondandosi sull’esperienza e sull’osservazione psicologica e sociologica delle molteplici condizioni in cui l’attività formativa si realizza. Il raggiungimento delle virtù etiche è possibile solo se si è in grado di assumere abitudini di comportamento che permettono di trovare in ogni situazione il giusto mezzo fra gli estremi. Nella politica Aristotele si occupa delle caratteristiche generali dei rapporti associativi e analizza il ruolo dell’educazione come condizione per formare lo stato ideale; tale ruolo viene esaminato profondamente, sia per quanto riguarda la natura dell’educazione e della sua applicazione pratica, sia per quanto riguarda il rapporto educazione-società.

Educazione liberale: Per Aristotele l’educazione deve essere liberale, cioè deve liberare l’uomo da una schiavitù di dipendenza dal corpo e dall’anima. Le discipline che bisogna apprendere devono essere necessarie e utili, devono rendere l’animo servile e invisibile il corpo, l’anima e il pensiero degli uomini liberi. Aristotele rivaluta l’importanza dell’educazione famigliare e del gioco nel periodo che va dalla nascita ai sette anni, ove il bambino deve essere educato tramite giochi degni di un uomo libero, poi comincia il primo periodo dell’educazione pubblica, direttamente gestito dallo stato. Tale periodo dura fino alla pubertà ed è organizzato intorno al curricolo tradizionale costituito da lettere, ginnastica, musica e disegno. Il secondo periodo va presumibilmente dalla pubertà ai ventuno anni ed ha la finalità di approfondire quanto acquisito nel primo periodo. Il “Liceo era strutturato come un’università”, ove si studiavano filosofia, scienze,

Ellenismo: Periodo storico dal 323 a.C al 529 d.C., viene diviso a sua volta in due periodi, il primo dalla morte di Alessandro magno al 146 d.C. detto “alessandrino” per il predominio di Alessandria d’Egitto, il secondo detto “ellenistico-romano”, denominato così per la conquista romana della Grecia, terminante il 529 d.C. Tale periodo storico è caratterizzato:
1 dalla chiusura delle scuole filosofiche ad Atene
2 dal tramonto delle polìs
3 dall’espansione della paidèia (cultura) greca
4 dai cambiamenti dei valori dei grandi filosofi
5 dal cambiamento del rapporto cittadini-vita politica, rapporto non più attivo
6 dalla trasformazione dell’educazione in circolare, enciclopedica, ma con prevalenza della
letteratura
7 dalla perdita del dominio politico di Sparta e Atene
8 dalla creazione di una classe di intellettuali stipendiati

Nella formazione ellenistica c’è il rischio di superficialità poiché non vi è una specializzazione; l’ellenismo considera dotto chi possiede una cultura generale e onnicomprensiva.
Il punto di forza di tale formazione sono i libri, il sapere si diffonde attraverso i libri che diventano oggetto di saggezza.

Complesso di studi ellenistici (dai 7 ai 19 anni; pubblici)
L’istruzione primaria: prima dei sette anni il fanciullo viene cresciuto dalla madre o da una nutrice, che gli insegna buone maniere e un corretto uso della lingua. Nell’educazione pubblica compaiono le figure del pedagogo e del maestro, il primo assiste e aiuta i bambini nel percorso casa-scuola, ha la funzione di ripetitore delle lezioni ed educa dal punto di vista morale. Il maestro prepara tecnicamente l’alunno insegnandoli le conoscenza basilari: leggere, imparare a memoria, scrivere e contare. Il curricolo primario si completa con la preparazione atletica affidata al pedotriba e la musica.
L’istruzione secondaria: il grammatico avvia agli studi letterari attraverso riassunti, illustrazioni delle opere più importanti e quando i fanciulli saranno più grandi passeranno alla lettura dei testi, alla loro analisi grammaticale e metrica. Il retore provvede a sviluppare la capacità di produzione autonoma degli allievi, introducendoli alla composizione scritta e all’esposizione orale. Lo studio delle scienze è limitato alla geometria euclidea.
L’istruzione superiore: sono organizzati in modo serio e complesso sui tre assi dell’insegnamento della retorica, della filosofia e della medicina.
Retorica: non punta più alla preparazione del politico , ma ad un ottimo conferenziere o avvocato, più tecnico che dotato di cultura critica.
Filosofia: il prevalere della retorica spinge la filosofia ai margini del curricolo. Nelle scuole lo studio della filosofia consiste nell’acquisire alcune nozioni di storia del pensiero, che lo studente apprende dai manuali, poi vi è lo studio dei principi della scuola presentata e infine inizia l’insegnamento della filosofia, dapprima con il commento delle opere del fondatore e successivamente con la presentazione della dottrina del professore.
La medicina: l’insegnamento della medicina avviene presso centri specialistici, ove viene unita l’attività didattica alla ricerca e alla pratica medica (tirocinio al seguito di un medico).

L’epoca romana viene suddivisa in tre: periodo arcaico, periodo repubblicano e periodo dell’impero
Il periodo arcaico o delle origini: lo scopo dell’educazione di questo periodo è di formare la condotta del fanciullo all’interno di un sistema di valori rigido. I principi di del mos maiorum sono: rispetto verso gli dei e i famigliari, fermezza d’animo, senso della propria dignità, mentre i valori della società contadina sono: gusto per il lavoro, frugalità e austerità.
Alla base della società romana c’è la famiglia, prima scuola del bambino ove lo educa la madre, figura importantissima sotto l’aspetto morale e quello educativo; il padre si occupa del figlio dall’età di sette anni, il pater familias è il fulcro del diritto della società romana, se il padre riconosce pubblicamente il figlio si impegna nello svolgimento del compito educativo- Il bambino segue il padre nelle funzioni civili e militari. Dal 451 a.C. sono esposte nel foro le “dodici tavole” le leggi fondamentali della società iscritte nel bronzo; attraverso queste il giovane viene avviato alla vita sociale, all’età di quattordici anni si spoglia della toga tipica della puerizia e indossa la toga virile con la quale per un anno si dedica al tirocinium fori (tirocinio nella vita pubblica), prima di avviarsi alla carriera politica assolve gli obblighi militari.

Catone (234-149 a.C.)
Fu il primo autore romano di un opera sull’educazione. E’ il più insigne rappresentante della tradizionale cultura romana, è uno stenuo difensore di quella educazione.

L’ellenizzazione dell’educazione romana
Presso le famiglie aristocratiche gli Schiavi greci svolgono a Roma la funzione del pedagogos, contemporaneamente a Roma sorgono scuole con il curricolo educativo sempre più simile a quello ellenico, e presto accanto al precettore appare il maestro che insegna il greco.

Cicerone (106-43 a.C.)
Diventa uno dei personaggi di spicco della politica romana grazie alla sua abilità oratoria. Nella sua vita scrisse molte opere in cui sostiene e attua l’inserimento di molti elementi politici e filosofici greci nella cultura romana. Cicerone media l’influenza greca su Roma, ritiene necessario collegare alcune acquisizioni della cultura greca alle tradizioni romane. Nell’opera “De oratore”, dedicato alla formazione dell’oratore, questo viene descritto come compendio delle doti del mos maiorum, è il culmine di un lungo processo educativo il cui risultato finale sono l’erudizione e la formazione di un carattere etico, secondo l’autore per diventare oratore occorrono doti naturali, qualità innate, diligenza e capacità di sostenere l’esercizio. Tale oratore è dotato di sensibilità psicologica, una profondità culturale e una maestria nell’uso della parola, Cicerone è convinto di aver trovato un nuovo ideale educativi romano, che chiama humanitas, è la formazione che esalta al più alto grado l’umanità dell’uomo.

Il nuovo ideale educativo dell’età imperiale
Lo stato romano si interessa alla scuola poiché questa ha un’importante funzione di “romanizzazione” e di unificazione culturale. L’eseigenza di leggere e scrivere si diffonde e con questa cresce il numero di scuole primarie in tutto l’impero, anche se rimangono però private.

Quintigliano (35-93 d.C.)
Importante professore romano che dopo l’insegnamento si dedicò alla composizione del “Institutio oratoria”, un trattato di dodici libri trattanti la preparazione degli insegnanti. Secondo Quintigliano l’oratore esprime il grado più alto a cui possa giungere l’uomo colto, che possiede tutte le doti dell’animo e l’eloquenza. Deve essere una persona moralmente irreprensibile e perfetta, sarà il modello di uomo di stato. Nell’opera Quintigliano sviluppa accurate osservazioni didattiche che diverranno un modello per la cultura. L’istruzione deve essere avviata precocemente, im modo da sfruttare la duttilità della memoria del bambino. Grazie a lui nascono numerose scuole pubbliche. Il ruolo dell’insegnante è fondamentale, viene visto come un mediatore del processo educativo, deve essere una persona irreprensibile e preparata in quanto figura di riferimento dell’alunno. Dev’essere in grado di calibrare gli interventi e le spiegazioni alle capacità degli allievi. L’autore desidera che l’educazione sia ludica, la scuola deve essere considerata un’attività piacevole. Quintigliano ritiene non corretto l’uso della minaccia, delle punizioni corporali come stimolo didattico, invita invece ad usare la lode, l’incoraggiamento e l’esempio. Il curricolo di studi viene diviso in due gradi, quello della grammatica e quello della retorica; inizialmente vi sarà l’insegnamento della lettura, della grammatica, della sintassi, dell’ortografia, e l’apprendimento delle opere dei poeti, della geometria, della musica; e negli studi superiori verranno insegnati filosofia, diritto e arte oratoria. Come metodo propone l’individualizzazione dell’insegnamento, la gradualità e l’attivazione dell’educando.

Attivazione dell’educando: Forma educativa basata su modalità di apprendimento in cui l’educando può agire direttamente in un contesto di esperienza, assumendo sempre piùil ruolo di soggetto attivo dell’opera formativa
Paideia circolare: idica una formazione completa, comprendente le discipline umanistiche e le scienze. E’ l’ideale educativo dell’età ellenistica, prevalentemente orientato alla formazione umanistica o enciclopedica, per questo superficiale.
Formazione dell’oratore: è il modello educativo per la formazione della classe dirigente romana, conforme all’ideale del vir bonus dicendi peritus, sviluppato da Cicerone e Quintigliano. Tale modello prevedeva l’acquisizione di buone conoscenze di cultura generale, di filosofia e di retorica
Gradualità: modalità educativa che richiede un percorso formativo costruito in relazione alla crescita graduale e progressiva delle capacità, degli interessi e dei bisognni degli educandi.
Grammatico: è l’insegnante che si occupa, nell’istruzione secondaria del modello ellenistico, della formazione grammaticale e letteraria con l’avvio allo studio dei classici
Humanitas:designa lo sviluppo della paideia graca nella cultura romana, formazione che esalta al più alto grado la dignità dell’uomo, attraverso un’educazione basata sulle lettere, la filosofia e la retorica
Individualizzazione dell’insegnamento:modalità educativa attraverso la quale il percorso formativo viene variato a seconda degli interessi e dei bisogni individuali di ciascun educando
Mos maiorum: è l’insieme dei valori fondamentali della tradizione latina arcaica che costituiscono la base del sistema educativo.
Pedagogium: Luogo di formazione vicino alle case aristocratiche romane dove vengono istruiti schiavi, liberti e artigiani da parte dei maestri preparati in appositi collegi o corporazioni professionali
Retore:è l’insegnante nell’istruzione secondaria del modello ellenistico, che si occupa della formazione degli allievi a comporre autonomamente testi e a esporli oralmente di fronte ad un pubblico
Tirocinium fori: tirocini alle attività della vita pubblica in cui viene avviato il giovane romano della classe dirigente dopo i quattordici anni
Vir bonus dicendi peritus: è il modello educativo per la preparazione dell’oratore e uomo politico romano, alla cui base stanno l’acquisizione della perizia oratoria e la formazione del carattere morale. Formulato per la prima volta da Cicerone e riutilizzato da Quintiliano che lo ha esteso alla formazione dell’uomo di cultura in genere.

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