Bruner

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Testo

BRUNER (1915 – vivente) --> cognitivismo
- educazione come tensione all’eccellenza
- 2 componenti culturali che influiscono sul suo pensiero pedagogico: una psicologica (elevato rigore scientifico) e una sociologica (interpreta le esigenze educative più vive e preoccupanti della società contemporanea)
l’oggetto privilegiato delle prime ricerche di B è costituito dai processi cognitivi (percezione, perseguimento dei concetti, strategie cognitive), considerati e interpretati su un piano di continuità, nel senso che i meccanismi di base che operano ai diversi livelli cognitivi sono gli stessi
ORIENTAMENTI DELLA PSICOLOGIA AMERICANA NEL PRIMO 900
1. comportamentismo --> se la psicologia vuole essere scientifica deve circoscrivere le proprie indagini solo a ciò che è osservabile e dunque al comportamento; vanno quindi esclusi dalla ricerca la coscienza, la motivazione, l’ipotesi di istinti, capacità e attitudini innate; l’uomo deve essere considerato come corpo dotato riflessi per cui l’intero apprendimento va spiegato in termini della relazione stimolo-risposta; l’apprendimento è la ripetizione di una risposta adeguata al problema
2. gestalt (psicologia della forma) --> colpisce il comportamentismo nel suo presupposto associazionistico: la percezione non è la somma di dati sensoriali isolati, ma produce delle strutture figurali, delle unità fondamentali (leggi di organizzazione strutturale: di superficie, vicinanza, forma chiusa, simmetria, continuità di direzione); uomo come unità e principio attivo di organizzazione del suo mondo percettivo e mentale che interpreta la percezione e l’attività mentale come un processo di strutturazione
3. psicanalisi --> l’immagine dell’uomo è assai più complessa e il rapporto con il mondo si rivela molto complicato; su ogni atto dell’uomo incidono la sua esperienza passata, i suoi bisogni, desideri, determinanti personali, aspettative e fattori emozionali; il campo è molto vasto e quasi tutto da riesplorare
noi viviamo in un mondo ricchissimo di oggetti e di eventi i quali presentano una gamma vastissima di attributi, le nostre capacità distintive hanno del prodigioso, ma è chiaro che i nostri rapporti con l’ambiente risulterebbero complicati se in ogni momento dovessimo avere a che fare con rapporti o eventi considerati nella loro singolarità --> quindi le nostre esperienze e i nostri rapporti con il mondo sono semplificati dalla nostra capacità di categorizzare, ovvero raggruppare sulla base di alcuni attributi di criterio una vasta serie di dati diversi tra loro
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la categorizzazione è un atto di invenzione in quanto la categorizzazione degli stessi dati può di volta in volta fondarsi su categorie affettive, funzionali o formali e quindi rispondere a bisogni o esigenze diverse del soggetto --> l’atto della categorizzazione è costante, le modalità sono molto variabili, riflettono la cultura in cui si è nati
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la categorizzazione è quindi caratterizzata dalla problematicità che è diversità e pluralità di forme categorizzanti, frutto di invenzione personale e di apprendimento sociale
categorizzare:
- permette di ridurre la complessità dell’ambiente
- costituisce il mezzo con il quale gli oggetti vengono identificati
- riduce la necessità dell’apprendimento costante
- fornisce la direzione all’attività strumentale
- consente di ordinare e rapportare classi di eventi
- permette di andare oltre l’informazione data e quindi di anticipare le nostre forme di adattamento
per B l’attività cognitiva consiste nella categorizzazione, alla cui base stanno:
1. percezione --> trae origine da un’ipotesi selettiva (legata ai bisogni, alla cultura, ai desideri del soggetto, ..), ipotesi che dà identità dell’oggetto e lo colloca all’interno di una categoria --> la funzione del percepire consiste nel ricondurre il percepito ad un’ipotesi di categorizzazione che risulti adeguata alle esigenze operative e adattive del soggetto
2. perseguimento dei concetti --> inferenza e elaborazione di ipotesi; gli individui utilizzano delle vere e proprie strategie o procedure di categorizzazione che possono essere idealmente classificate in un certo numero di modelli, tenendo presente che ogni modello è individualizzato
B evidenzia alcune strategie tipiche di acquisizione della conoscenza e ne coglie lo stile individuale d’uso in rapporto ad un insieme di fattori oggettivi e di natura motivazionale
il suo interesse si sposta dai processi relativi all’acquisizione della conoscenza all’analisi di come gli esseri umani accrescono le loro capacità di realizzare ed usare la conoscenza --> area della psicologia nella pedagogia
B è tra i primi a comprendere che l’interesse più profondo di piaget è di natura epistemologica piuttosto che di psicologia in senso stretto, quindi le sue descrizioni sono piuttosto formali e non offrono una spiegazione rigorosamente psicologica dei fenomeni osservati
B fa proprio il modello di P dello sviluppo (diviso nelle fasi psico-motoria, pre-operatoria, operatoria e delle operazioni formali) distinguendo 3 modalità della rappresentazione:
1. esecutiva --> strumento con il quale il bambino si rappresenta il suo mondo prevalentemente attraverso l’azione
2. iconica --> soddisfa gli stessi scopi attraverso l’immagine che progressivamente di libera dai condizionamenti percettivi
3. simbolica --> costituisce la forma più sofisticata e flessibile di rappresentazione effettuata attraverso codici simbolici (linguaggio)
queste 3 forme caratterizzano comportamenti distinti di diverse fasi evolutive (bambino, fanciullo, preadolescente), ma continuano a coesistere nel corso dello sviluppo, interagiscono in vario modo e sono largamente influenzate dalla cultura --> no distinzione rigida delle fasi
questo spiega le differenze che si hanno nei comportamenti cognitivi tra soggetti appartenenti a culture diverse e giustifica anche forme di apprendimento che agevolino o accelerino lo sviluppo medesimo --> lo sviluppo non segue un ordine dato: può essere accelerato grazie a differenti modalità rappresentative che accrescono le possibilità cognitive del soggetto
se gli studi sulla categorizzazione evidenziano una pluralità di stili cognitivi, quelli sui processi di crescita delle capacità cognitive documentano che le operazioni di categorizzazione possono essere effettuate mediante una pluralità di linguaggi (esecut, icon, simbol) non necessariamente legati all’età
questo introduce un elemento di ampia problematicità nella considerazione dei processi di apprendimento e consegna alla pedagogia una prospettiva di elevato impegno metodologico: lo sviluppo non è solo la causa (si apprende perché si cresce), ma anche la funzione dell’apprendimento (grazie all’apprendimento si cresce)
EVOLUZIONE CULTURA E ISTRUZIONE
B chiarisce ciò che va considerato innato e acquisito nei fattori che intervengono nei processi cognitivi
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introduce la nozione di modello: sistema psichico di riferimento sia delle modalità della rappresentazione che dell’inferenza percettiva e concettuale (è personale, del soggetto quando conosce) e sostiene che i fondamenti di simili modelli appartengono al patrimonio innato e sono:
- l’idea di causa e effetto, come struttura di connessione tra dati
- l’idea di identità, come fondamento del riconoscimento percettivo
- il principio di gerarchia, come struttura di ordinamento per classi
- modalità strutturali del linguaggio o universali linguistici
questi modelli si sviluppano in funzione degli usi della cultura e in seguito vengono adattati agli usi individuali
innatismo: i fattori invarianti della conoscenza (i principi della sua organizzazione) risultano connessi alla trasformazione dei modelli rappresentativi, in funzione degli usi sociali e della cultura --> l’essere umano è portatore di qualcosa di universale che lo accomuna ad ogni altro essere umano, ma nello stesso tempo ha tratti distintivi di natura individuale; questi tratti vincolano le nostre attività percettive e concettuali
è importante anche l’evoluzione che gli esseri umani conoscono grazie alla loro esperienza sociale --> fondamentale è l’uso degli oggetti:
- amplificatori delle capacità motorie umane: grande varietà di arnesi
- amplificatori delle capacità sensorie: mezzi di comunicazione
- amplificatori delle capacità raziocinative umane: linguaggio, mito, teoria, spiegazione
la cultura diventa lo strumento principale per garantire l’adattamento con le sue tecniche di trasmissione, che sono di grande importanza
una pedagogia dell’adeguamento alla natura del bambino non è più proponibile perché:
- il bambino è il prodotto di un’evoluzione biologica e sociale
- l’adattamento ad una società in trasformazione e caratterizzata da un’informazione altamente simbolica richiede abilità naturali sempre più specializzate, sostenute dalla rappresentazione simbolica
se il ritmo evolutivo è quello che va dall’azione all’immagine al simbolo, all’istruzione della civiltà contemporanea è un’adeguata accelerazione dei ritmi di sviluppo --> per dare forza alla sua tesi B riporta ai termini estremi le forme dei processi di apprendimento nelle società primitive:
- fra gli adulti e i bambini le sfere sociali sono differenziate solo secondo le relative capacità
- fin dall’inizio il bambino è orientato verso la stessa realtà degli adulti
al contrario in una civiltà tecnologicamente avanzata:
- il processo di apprendimento perde il suo carattere di continuità con la vita adulta
- l’apprendimento si svolge al di fuori del contesto dell’azione e lontano dalla percezione diretta della realtà
- prevale la comunicazione simbolica
- la conoscenza e l’abilità diventano sempre più smisurate e così anche i limiti di queste che tutti possono raggiungere
- si sviluppa una netta distinzione tra il mondo degli adulti e quello dei bambini
- si sviluppa una nuova tecnica per istruire i giovani fondata soprattutto sul conoscere e sul sapere anziché sul fare
- il mondo dell’apprendimento del fanciullo a scuola si distacca dalla vita, dal contesto immediato dell’azione sociale
B prende atto della crisi irreversibile della scuola attiva di dewey
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occorre prendere atto che la società è sempre più formalizzata, quindi la scuola deve rapidamente superare i momenti dell’azione e dell’immaginazione per introdurre gli alunni nel mondo dei simboli; occorre anche lasciare spazio alle emozioni, alla metafora, al mito, all’invenzione e alla creatività; richiama l’attenzione sui tratti reali della società di oggi per permettere la sopravvivenza e l’evoluzione degli esseri umani; il fine formativo dell’uomo del presente-futuro è l’eccellenza o l’ideale della perfezione
il soggetto è protagonista e occorre che vada al di là dell’informazione data
il modello formale di B che sta sotto a tutte le strategie cognitive è di grande interesse pedagogico per l’importanza che dà all’inferenza, all’intuizione e alla creatività
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il processo cognitivo secondo B è diviso in 2 fasi:
1. salto dai dati dei sensi ad un’ipotesi di prima approssimazione derivante dal rapporto tra l’informazione in arrivo e un modello formatosi internamente e basato sull’esperienza passata
2. ricerca di conferma in cui l’ipotesi iniziale viene messa alla prova di dati ulteriori (se c’è concordanza l’ipotesi viene mantenuta, altrimenti viene modificata fino alla soluzione)
al contrario dell’uomo del comportamentismo (trattenuto da relazioni meccaniche), dell’uomo della psicanalisi (che agisce sulla base di impulsi), dell’uomo attivo di dewey (che necessita dell’azione come movente del suo pensiero), l’uomo di B è visto come un elaboratore di informazioni all’interno di un processo cognitivo nel quale i dati della situazione ambientale e di esperienza sono superati dall’inferenza o dalla creatività (mie capacità cognitive, atti di conoscenza)
il soggetto va sempre al di là dell’informazione data attraverso:
- l’inferenza --> gli esseri umani riescono a risalire da pochi spunti o indizi ad una classe si identità o equivalenza (grande economia di processi adattivi all’ambiente)
- invenzione o atto intuitivo o creatività --> uno schema viene trasferito a dei dati precedentemente giudicati eterogenei rispetto ad esso (inscrizione di dati entro un nuovo sistema di codificazione)
l’inferenza intuitiva non è una sequenza per prove ed errori (comportamentismo), né un’ipotesi da mettere alla prova mediante le conseguenze dell’azione (dewey), ma è un atto autonomo di conoscenza, tanto più produttivo quanto più ricco è l’insieme dei modelli già posseduti dal soggetto --> intuizione e creatività non nascono dal vuoto ma dal patrimonio conoscitivo del soggetto e dalla sua abilità di utilizzare i propri modelli
ricordare è riflettere o ricostruire sulla base di un principio una serie di dati
teoria dell’apprendimento di B --> un apprendimento efficace:
- richiede la sollecitazione di un atteggiamento che guidi la persona a procedere in modo non meccanico
- postula uno stato motivazionale ottimale
- richiede che la comprensione sia considerata un fattore più importante dell’esercizio
- apre la mente alla generalizzazione e al transfert
- sollecita strategie inventive e creative in funzione della costruzione di modelli formali e della creazione di sistemi di codifica generalizzanti che consentano di andare oltre i dati, verso nuove e fruttuose previsioni
fino a qui: cos’è il pensiero cognitivista
OLTRE LA SCUOLA ATTIVA --> basi pedagogiche di B
necessità di aggiornare i programmi scolastici --> B si pone problemi di natura pedagogica
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2 esigenze:
- mettere a punto una strategia didattica capace di andare al di là dell’esperienza immediata (dewey)
- studiare una metodologia capace di andare al di là dell’evoluzione spontanea dello sviluppo mentale (piaget)
pensiero di dewey e critiche di B:
1. processo educativo: tutta l’educazione si svolge nel senso di una progressiva partecipazione dell’individuo alla coscienza sociale
2. concetto della scuola: dato che l’educazione è un processo sociale, la scuola è semplicemente una forma di vita comunitaria e l’educazione è vita essa stessa e non preparazione alla vita futura
3. oggetto dell’educazione: la vita sociale del fanciullo è il principio unificatore di tutta la sua educazione e del suo sviluppo
4. metodo educativo: la legge che indica come devono essere presentati e svolti i contenuti dell’insegnamento è quella implicita nella natura stessa del fanciullo
5. l’educazione è il metodo fondamentale di ogni progresso e riforma sociale
in sintesi: la posizione di D può essere ricondotta al principio della continuità dell’educazione con la vita sociale e al principio del suo adeguamento allo sviluppo psicologico del soggetto
MA B vede questo giudizio inadeguato alla società contemporanea:
1. il presupposto di un’armonia tra individuo e società è stato sconfessato dall’avvento di regimi totalitari e dallo sviluppo tecnologico che porta all’alienazione --> senso delle alternative: l’educazione deve portare a contatto con visioni del mondo diverse e spingere l’individuo ad esplorarle
2. la scuola deve essere vita, ma deve introdurre esperienze nuove, non in rapporto di continuità con quella precedente
3. i contenuti devono superare i contenuti dell’esperienza per condurre il soggetto alle grandi idee organizzatrici delle singole discipline
4. l’esperienza scolastica non è spontanea, naturale o sociale, ma dev’essere predisposta secondo precisi obiettivi di crescita culturale
5. la scuola è sì il mezzo fondamentale della riforma sociale, ma deve trasmettere a tutti i linguaggi fondamentali con i quali si accede al sapere
critiche a piaget:
1. P si è limitato a descrivere il processo di maturazione delle strutture mentali trascurando i fattori che possono agevolare la crescita e il potenziamento dello sviluppo
2. lo sviluppo mentale non disegna una linea continua ma è più che altro una serie di scatti e di pause (gli stadi non sono collegati strettamente all’età, alcuni ambienti possono favorirli o meno)
tesi di B: il problema dell’apprendimento va posto in termini di una ricerca che unisca la struttura psicologica del soggetto e la struttura scientifica dell’oggetto che deve essere appreso, tenendo presente che i 3 sistemi di rappresentazione non vanno assolutamente considerati come stadi ma piuttosto come caratteristiche salienti nel corso dello sviluppo; tutto può essere insegnato a tutti in qualsiasi età purché il contenuto sia tradotto in forme di rappresentazione adatte; è possibile accelerare i processi di apprendimento, quindi non è mai troppo presto per introdurre l’alunno nel mondo del sapere
la proposta didattica di B è di orientamento strutturalista, in quanto cerca di far convergere il momento psicologico e il momento culturale
con il rispetto dovuto alle modalità soggettive dell’acquisizione e della trasformazione della conoscenza, il motivo centrale della didattica è la nozione di struttura, ovvero un’idea generale o un insieme di principi fondanti una determinata disciplina
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l’accento, dopo una lunga stagione pedagogica di orientamento puerocentrico, si sposta sui contenuti del sapere, verso un’idea di educazione che persegue come scopo l’ideale della perfezione e dell’eccellenza
non si tratta di una ricaduta nel nozionismo o in una pedagogia dell’autorità
B riconosce l’importanza dell’esperienza immediata, del vissuto dell’alunno, ma il problema metodologico è quello di trovare strategie per superarlo nei tempi più brevi possibili e nelle forme più efficaci e produttive per la crescita dell’alunno
il possesso di una struttura, di un’idea davvero fondamentale, è condizione generatrice di ulteriori scoperte, di più ampie generalizzazioni
accanto alle acquisizioni delle scienza sono necessarie quelle della metafora, del simbolo e del mito, che hanno uguale potere di insegnamento
caduta del mito --> crisi della società contemporanea

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