Macchine a fluido. Impianto centrale idroelettrica di Edolo

Materie:Tesina
Categoria:Multidisciplinare

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INDICE DEGLI ARGOMENTI:
PREMESSA
1. IMPIANTO DI EDOLO
1.2 DATI ESSENZIALI DELL’ IMPIANTO
1.3 COS’E’ UN IMPIANTO DI POMPAGGIO
1.3.1 SCHEMA DI FUNZIONAMENTO DELL’IMPIANTO DI GENERAZIONE E POMPAGGIO CON GRUPPI BINARI
2. STORIA
2.1 LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
3. ELETTRONICA
3.1 DISTRIBUZIONE DELL’ENERGIA
3.2 TRASMISSIONE E DISTRIBUZIONE
4. INGLESE
4.1 WELDING
5. MACCHINE
5.1 LE TURBINE
6. ITALIANO
6.1 GIOVANNI PASCOLI
6.1.2 MYRICAE
6.1.3 IL FANCIULLINO
PREMESSA
Il presente elaborato contiene informazioni e delucidazioni inerenti alla Centrale Idroelettrica di Edolo e il relativo impianto.
Si parlerà dei vari aspetti della Centrale: si partirà dal ramo storico e si concluderà con quello più importante che è quello tecnico.
Con vari collegamenti interdisciplinari, saranno trattati argomenti di storia, elettronica, inglese, macchine ed infine di italiano, i quali sono tutti collegati tra loro da un filo conduttore, che in questo caso è la Centrale Idroelettrica di Edolo.
1. IMPIANTO DI EDOLO
Nel 1976 iniziarono i lavori di costruzione dell’impianto AVIO-EDOLO, a partire dalle grandi infrastrutture che si resero necessarie: le strade di comunicazione.
Da Edolo si costruì una strada di circa 15 km la quale arriva al monte COLMO, questa strada serve per il controllo del pozzo piezometrico, e per la galleria e allaccio delle condotte forzate. Un'altra strada fu costruita nei pressi di Vezza d’Oglio, precisamente in fondo alla valle dell’AVIOLO. Infatti, è da qui che, tramite una finestra, si può scavare la galleria sia in direzione dell’AVIO sia di EDOLO. La terza strada sistemata fu quella da TEMU’ che si dirige verso la Val d’AVIO
L’impianto idroelettrico di generazione e pompaggio di EDOLO, utilizza le acque affluenti al serbatoio del lago d’AVIO che usufruisce di un bacino imbrifero diretto di circa 25km2 ed allacciato di altri 25; in una centrale situata in sponda sinistra del fiume OGLIO, a valle dell’abitato di EDOLO. La centrale è stata dotata di gruppi reversibili che, nelle ore notturne di basso carico possono riportare al lago d’AVIO una parte delle acque turbinate nelle ore di punta e trattenute da un’apposita vasca di accumulazione.
1.2 DATI ESSENZIALI DELL’ IMPIANTO
Il serbatoio esistente del lago d’AVIO ha una capacità totale di 21*106 m3 posto a quota 1908 m.s.l.m. Lo sbarramento, costituito da una diga del tipo a gravità massica in murature e pietrame.
La galleria di derivazione in pressione a sezione circolare del diametro di 5.40m e lunga 8125m; il rivestimento è in calcestruzzo non armato ma in alcuni tratti è di p.v.c armato.
Il pozzo piezometrico di monte è del tipo cilindrico, con strozzatura alla base, canna verticale del diametro di 18 m e camera di espansione.
La condotta forzata, che segue il pozzo piezometrico, è costituita da un primo tratto a tubazione unica libera suddivisa in tre tronchi dei quali il primo poco inclinato, il secondo inclinato del 100% ed il terzo pure poco inclinato. Successivamente la condotta si dirama in due tubazioni del diametro di 3.40m. Le due tubazioni sono in lamiera saldata prima semplice e poi blindata, e si trovano per i primi 700m all’aperto e per gli altri 1000m libere in due distinte gallerie inclinate. Ogni condotta forzata raggiunta la centrale si biforca e ciascuno dei rami si dirama in due, in modo in modo da alimentare 4 gruppi ciascuna; prima delle macchine idrauliche sono inserite le valvole rotative di intercettazione dei gruppi, in numero di due: rispettivamente di guardia e di servizio per ciascun gruppo, alloggiate in una caverna parallela alla sala macchine delle dimensioni di 9.50x136.40m.
La centrale di EDOLO è accessibile per mezzo di una galleria di lunghezza di circa 700m.La sala macchine ha pianta rettangolare lunga circa 175m e larga 16 e ha un’altezza in corrispondenza dei gruppi di 41m.
Nella sala macchina sono installati otto gruppi reversibili ad asse verticale; ciascun gruppo è costituito da una pompa- turbina a cinque stadi con distributore fisso e da un generatore sincrono della potenza apparente di 160 MVA a 600 giri al minuto. Le macchine sincrone sono munite di eccitatrici di tipo statico, alimentate dal montante di macchina.
Al piano inferiore una caverna lunga 164m e alta 19.80 sono alloggiati gli otto trasformatori elevatori trifasi, della potenza apparente di 160 MVA. Al piano superiore è istallata la stazione 380kv, composta da otto stalli di gruppo e da due di partenza cavi. All esterno si trovano gli stalli di partenza delle due linee aeree di trasporto a 380kv. Per ciascun gruppo è inoltre possibile il comando manuale locale dal relativo quadro posto a quota alternatori. La centrale è completamente automatizzata e telecomandata da Bergamo.
Gli scarichi dei gruppi, sono indipendenti fino allo sbocco in un'unica galleria circolare di diametro di 5.50m nel cui fianco si trova il pozzo piezometrico di valle questo pozzo a un diametro di 18m.
L’uscita di sicurezza della caverna, dove si trovano la sala macchine, è assicurata da una finestra lunga circa 560m. Questa ha la funzione di condotto di ritorno dell’aria di ventilazione delle caverne stesse.
La vasca di accumulazione ha una forma all incirca ellittica. La capacità utile è di circa 1.344.000 m3. La vasca è resa impermeabile da un rivestimento in conglomerato bituminoso che ricopre il fondale. La vasca è munita di uno scarico di superficie, dimensionato per la portata scaricata da due gruppi in “velocità di fuga”, e di uno scarico di fondo, che può scaricare nel fiume Oglio la portata massima scaricata dalla centrale.
1.3 COS’E’ UN IMPIANTO DI POMPAGGIO
Un impianto idroelettrico di generazione e pompaggio è costituito da un bacino superiore e uno inferiore che possono essere laghi o serbatoi artificiali, collegati fra loro da gallerie e condotte forzate. La centrale dispone di particolari gruppi in grado sia di produrre energia, sia di assorbire energia per utilizzarla a pompare l’acqua ai bacini superiori. Si possono avere diversi gruppi:
Generatore/motore (Turbina);
Pompa/generatore/motore (turbina - pompa), in altre parole la stessa macchina idraulica svolge alternativamente le funzioni di turbina o di pompa.
Un impianto di questo tipo funziona come un impianto idroelettrico normale, regolato da un serbatoio a monte durante i periodi di massima richiesta di potenza d’energia; nelle ore di scarsa richiesta degli utenti risolleva l’acqua turbinata dal bacino inferiore, a quello superiore, utilizzando per questo processo, energia elettrica producibile a basso costo. Nell’ambito della C.E. (Comunità Europea) l’Italia ha raggiunto una posizione di primato per quanto riguarda gli impianti di pompaggio.
1.3.1 SCHEMA DI FUNZIONAMENTO DELL’IMPIANTO DI GENERAZIONE E POMPAGGIO CON GRUPPI BINARI
Lo schema sotto raffigurato rappresenta il funzionamento di un impianto di generazione e di pompaggio a gruppi binari.

Turbina

SCHEDA TECNICA
DIGA SUPERIORE DEL LAGO D’AVIO
Tipo In muratura, a gravità mastica
Quota coronamento 1.910ms.m
Altezza max sulle fondazioni 39m
Sviluppo del coronamento 299m
Volume diga 65.000m3
SERBATOIO DEL LAGO D’AVIO
Quota 1.908ms.m
Massimo invaso 17.040.000m3
GALLERIA DI DERIVAZIONE
Lunghezza 8.126m
Sezione circolare diametro 5.40m
CONDOTTE FORZATE
Numero 2
Lunghezza 2.200m
Diametro (variabile) 4.85 – 3.40 – 2.85m
Pendenza 110%
TURBINA POMPA
Tipo pluristadio-reversibile
Numero 8
In generazione In pompaggio
Salto H max 1.265m H min 1.202m
Portata Q max 12m3/sec Q max 10m3/sec
Potenza Pr max 128 MW Pa max 141 MW
Velocità nominale 600g/min 600g/min

GENERATORE MOTORE
Numero 8
Potenza 160MVA
Frequenza 50Hz
Tensione 15.5kV

VALVOLE A MONTE
Valvole per ciascuna macchina 2
Tipo rotativo
Diametro 1.100mm
Pressione di tenuta 164kg/cm
TRASFORMATORI
Numero 8
Tipo trifase a 2 avvolgimenti
Potenza 160MVA
Rapporto 15.5/400kV
GALLERIA DI SCARICO E ASPIRAZIONE
Lunghezza 1.147m
Sezione circolare (diametro) 5.50m
VASCA (INFERIORE) DI ACCUMULO
Tipo della diga perimetrale in materiali sciolti
Quota coronamento 659m.s.m
Altezza massima sulle fondazioni 27m
Sviluppo del coronamento circa 1500m
Volume rilevato 1.200.000m3

Diga Venerocolo Diga Pantano
Lago Aviolo
2. STORIA

2.1 LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
Il decollo della seconda rivoluzione industriale avvenne intorno al 1870.
Ma a partire dal 1850 ci fu una crescita di straordinarie scoperte ed invenzioni. Nel 1855 furono perforati negli Stati Uniti i primi pozzi petroliferi.
La luce elettrica fece la sua comparsa nel 1878, quando l’americano Edison Thomas costruì la prima lampadina.
Il telefono fu sperimentato per la prima volta dall’italiano Antonio Meucci nel 1871, che però fu perfezionato.
Nel 1864 l’ACCIAIO permise nuove soluzioni nel campo della meccanica e il cemento armato, nel 1870, in quello delle costruzioni.
Nel 1885 i tedeschi Daimler e Benz produssero il primo motore a scoppio: iniziava l’era dell’automobile.
Nel 1895 i fratelli francesi, costruirono il primo apparecchio cinematografico.
Nel 1903 gli americani riuscirono a far decollare il primo aereo.
Negli anni comparve la “catena di montaggio”: un lavoro difficile, come costruire un’auto, era ora diviso in tanti lavori semplici che anche un analfabeta, era in grado di fare.
Nel frattempo la vita della gente assunse le attuali caratteristiche: si formò la cosiddetta società di massa.
Lo stato divenne più democratico, concedendo il diritto di voto ad un numero crescente di persone.
Tutto ciò va sotto il nome di SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE.
Con la seconda rivoluzione industriale le scoperte scientifiche non rimasero inutilizzate: rapidamente le industrie le sfruttarono.
Cosi, la scoperta della LUCE ELETTRICA portò immediatamente alla produzione delle lampadine le quali sostituirono le vecchie, pericolose e puzzolenti lampade ad olio.
Nello stesso modo la scoperta dell’acciaio significò la produzione delle automobili e degli aerei.
Dall’estrazione del petrolio prese slancio l’industria chimica, il che portò alla scoperta della plastica e di nuovi farmaci.
In questo periodo fece comparsa l’ingegnere, una figura che tutti conoscono, nata proprio con la seconda rivoluzione industriale, la fiducia della scienza e nella tecnica prese il nome di POSITIVISMO.
La scienza e la tecnica erano infatti considerate un sapere “positivo”, cioè utile all’uomo.
Con la comparsa di nuove industrie entrò a far parte il pericolo di grandi concentrazioni: di una sola industria prende il nome di monopolio.
L’oligopolio sì a invece quando le industrie che dominano il mercato si accordano per stabilire il prezzo di un prodotto.
Con la seconda rivoluzione industriale entrò la tentazione di aumentare i prezzi eliminando la concorrenza.
La catena di montaggio fu inventata alla fine dell’800 da James Taylor.
Ma fu poi Henry Ford, il mitico fondatore della casa automobilistica che porta tuttora il suo nome.
I principi fondamentali della catena di montaggio erano due:
• Dividere il lavoro da compiere in tante operazioni facili.
• Portare il lavoro agli operai e non gli operai al lavoro.
L’operaio doveva sempre rimanere allo stesso posto, mentre gli scorreva davanti una catena, la “catena di montaggio”, che gli portava i pezzi da montare e doveva compiere una sola semplice operazione che, sommata a quella dei compagni, portava al prodotto finito.
Che cosa s’intende per società di massa? La risposta può essere molto semplice: la nostra società.
Si chiamano prodotti di massa quelli che sono disponibili per un numero illimitato di persona.
Da qui l’espressione anglo-latina mass-media a indicare i “mezzi di comunicazione di massa” i giornali.
Sempre più forte diventa la presenza del cosiddetto terziario, in altre parole di quella parte dell’economia che comprende i servizi: le banche, gli ospedali, le scuole, i trasporti, ecc…

Macchina a vapore
L'introduzione della macchina a vapore nell'industria manifatturiera e dei trasporti a partire dalla seconda metà del XVIII secolo avviò, di fatto, l'era della rivoluzione industriale. Si trattava di un motore capace di convertire il calore del vapore prodotto dal riscaldamento dell'acqua in energia meccanica utile per diverse applicazioni, dalla produzione di elettricità alla locomozione dei treni e delle navi
3. ELETTRONICA
3.1 DISTRIBUZIONE DELL’ENERGIA
L’energia elettrica si ottiene dalla trasformazione dell’energia fornita in forma diversa. La quantità di energia elettrica cosi ottenuta è minore di quella iniziale, a causa della dissipazione di processo.
L’energia iniziale è definita energia primaria che si può trasformare in elettrica con una:
- conversione diretta (primaria elettrica);
- conversione indiretta (primaria intermedia elettrica).
Risulta ovvio che il rendimento di una conversione diretta è maggiore di quella di una indiretta. Le energie primarie possono essere rinnovabili (ripristinabili: acqua, maree, vento, sole) e non rinnovabili (non ripristinabili: carbone, petrolio, gas ….) Vediamo una tabella che riassume i tipi di centrali in relazione all’energia primaria.
Tipo di centrale
Tipo di energia primaria
Funzionamento
IDROELETTRICA
Energia potenziale dell’acqua
E’ sfruttata l’energia di caduta dell’acqua raccolta in bacini
TERMOELETTRICA
Energia chimica
Viene sfruttata l’energia del calore ottenuto dalla combustione di petrolio, carbone…
NUCLEARI
Energia nucleare
Viene sfruttata l’energia ottenuta dalla fissione nucleare di uranio e plutonio
EOLICA
Energia di masse d’aria
Viene sfruttata l’energia del vento per azionare rotori e parti meccaniche
SOLARE
Energia solare
Viene sfruttata l’energia solare come riscaldamento
GEOTERMICHE
Calore terrestre
Viene sfruttato il calore di soffioni o vapori dovuti ad altri fenomeni
ALTERNATIVE
Calore di combustione
Viene sfruttato il calore prodotto dalla combustione di rifiuti urbani
TRASMISSIONE E DISTRIBUZIONE
Le centrali appena trattate rappresentano il SISTEMA DI GENERAZIONE dell’energia elettrica che per essere trasportata necessita di un complesso di linee elettriche collegate tra loro, chiamate reti elettriche.
Le linee elettriche possono essere aeree, montate quindi su sostegni adatti “tralici” oppure in cavo, generalmente interrato.
Le linee aeree vengono impiegate per grandi distanze, con conduttori nudi in rame, in alluminio e leghe, sotto forma cilindrica o in treccia, sostenuti da isolatori sui sostegni.
Le linee in cavo sono usate per medie distanze o la dove non è possibile utilizzare linee aeree, con conduttori isolati tra loro e verso terra, con cavi sotterranei o subacquei.
Il trasferimento di energia elettrica tra due punti di un sistema elettrico di potenza può avvenire in:
- CORRENTE CONTINUA
- CORRENTE ALTERNATA MONOFASE
- CORRENTE ALTERNATA TRIFASE
L’impiego della corrente alternata a 50Hz (valore unificato in Europa) permette, tramite i trasformatori, di ottenere i valori di tensione desiderati.
IL SISTEMA O RETE DI TRASMISSIONE E DISTRIBUZIONE
Provvede al trasferimento delle potenze prodotte ai centri di utenza, attraverso trasformazioni dei valori della tensione fino ad una distribuzione capillare ai singoli consumatori.
In generale si distingue tra:
- IL SISTEMA O RETE DI TRASMISSIONE PROPRIO, composto da una rete di linee ad alta tensione (220-380Kv) che trasmettono grandi valori di potenza a vaste aree geografiche, collegando generalmente centrali e stazioni; questa rete garantisce anche il collegamento tra centrali dove è prodotta l’energia elettrica e tra le nazioni confinanti in modo che l’energia possa essere importata ed esportata come ogni altro prodotto.
- IL SISTEMA O RETE DI DISTRIBUZIONE PRIMARIA, a valori di tensione relativamente più bassi (66-132kv) alimenta aree geografiche più ristrette, collegando generalmente stazioni tra loro.
- IL SISTEMA O RETE DI DISTRIBUZIONE SECONDARIA, a valori medi della tensione (10-30kv) e il SISTEMA DI DISTRIBUZIONE IN BASSA TENSIONE (230-400kv) che consentono la distribuzione capillare al singolo utente.
La trasmissione di potenze elettriche è anche a carattere economico; infatti, si può dimostrare che la potenza trasmissibile economicamente conveniente:
P = K*V2n K= costante di proporzionalità
Vn= tensione in questione
Vale a dire maggiori sono le potenze richieste e maggiori devono essere le tensioni impiegate.
LA TRASMISSIONE E LA DISTRIBUZIONE dell’energia sono due aspetti del trasferimento di energia elettrica da un punto ad un altro e la loro differenza dipende sia dai valori di potenza, sia da quelli di tensione, sia infine dalla distanza.
Infatti, si può osservare che all’aumentare della tensione, a parità delle altre condizioni, diminuisce il vantaggio del trasporto di energia quanto maggiore è la potenza da trasportare e la lunghezza della linea.
Per questo motivo le alte tensioni sono utilizzate per il trasferimento di elevate energie elettriche a grandi distanze mentre quelle minori per la distribuzione media tensione MT e bassa tensione BT.
L’impiego delle linee in corrente continua C.C è attualmente limitato alla trazione ferroviaria (0.6-3kV) e alla trasmissione con cavo sottomarino (100-200kV) Si preferisce in genere utilizzare la corrente alternata, perché è molto più facile passare dalle alte alle basse tensioni tramite i trasformatori.
ESEMPIO:
Voglio trasmettere ad una distanza di 100km una potenza di 6000kV supponendo di disporre di 230V di tensione come quella utilizzata ad uso domestico. Sapendo che la corrente I è uguale a:
I= ==26087Ampere
Con tali valori di corrente occorrerebbero conduttori con sezioni dell’ordine dei metri quadrati sia per sopportare la corrente stessa sia per limitare le cadute di tensione dovute alla resistenza.
PERTANTO, PER TRASMETTERE A DISTANZA GROSSE POTENZE, OCCORRE USARE TENSIONI PIU’ ELEVATE E CORRENTI PIU’ PICCOLE.
Ora considero i valori di tensioni che si utilizzano per le reti di trasmissione proprie (220-380kV) e cioè di 380kV si ottiene per I:
I===15.7Ampere
Cioè la corrente che fluisce non impone grandi sezioni.
Ora pongo un esempio per 230kV
I===26Ampere
Come si può notare adesso sono sufficienti conduttori con sezioni che sono dell’ordine del mm2.
4. INGLESE
4.1 WELDING
In welding, two metal sections are normally joined by bringing their surfaces into contact under high temperature, high pressure, or both, depending on the application.
Although most welds are made between similar metals, different compatible metals may also be welbed.
Because welding induces intermolecular contact, this joining process differs from simple adhesive processes such as gluing, in which two surfaces are held together by a non-metallic chemical bonding agent.
In a proper weld the joint will be as strong as the parent material-sometimes stronger.
Today there are several forms of joining, such as gas and arc welding.
Arc welding is probably the most used form of welding. It uses the intense heat of an electrical arc generated when a high current flows between the base metal and an electrode.
Temperatures of up to 4000°C are applied to melt the local base and filler materials.
This process in now used for many materials.
TRADUZIONE IN ITALIANO
Nella saldatura due sezioni di metalli normalmente vengono a contatto con temperature e pressioni molto alte, nonostante ciò dipenda dalle applicazioni.
Sebbene la maggior parte delle volte i metalli non possono essere saldati perché non risultano compatibili tra loro, poiché si indurrebbe ad un contatto intermolecolare, quest'unione è diversa dal semplice processo adesivo con colla o agenti chimici, nelle quali le due facce sono unite da un componente non metallico.
Oggi esistono vari tipi di saldatura a gas ad arco a filo a tic e tanti altri.
Quella ad arco è la più usata questa usa l’intenso calore di un elettrodo il quale si fonde dal forte passaggio di corrente la temperatura supera i 4000°C questo tipo di saldatura è la più usata.
Saldatura ad arco
Nel sistema di saldatura ad arco si sfrutta l'intenso calore prodotto da un arco elettrico, ossia dalla corrente che fluisce tra due elettrodi attraverso l'aria o un altro gas
5. MACCHINE
5.1 LE TURBINE
a) Turbine ad azione: tutta l’energia disponibile in corrispondenza del distributore è utilizzata sotto forma di energia cinetica. La velocità del fluido all’uscita del diffusore è Cd =( 2g * Hm, e nella palettatura (non considerando le perdite) le velocità del flusso, relativamente alla palettatura stessa, e le sezioni tra le palette all’ingresso e all’uscita e lungo il canale da esse formato, rimangono costanti;
b) Turbine a reazione: l’acqua, all’immissione della girante, ha una velocità inferiore a quella corrispondente al salto totale Hm, in quanto, soltanto una parte di essa, è trasformata in velocità nel distributore, nonostante si trovi ad una pressione
superiore a quella atmosferica, la cui energia è data dalla differenza tra l’energia totale e quella cinetica
Turbina Pelton: è l’unico tipo di turbina ad azione utilizzato, è idonea per alte cadute e modeste portate inferiori a 10 m3/sec. È la più usata per salti oltre i 200 m, ed è l’unica utilizzabile oltre i 400 m. E’ costituita da un massimo di quattro distributori, e in genere composta da una o due giranti, disposte comunemente ad asse orizzontale, ed alimentate da uno o più getti. Il suo calcolo è effettuato ricavando Ce in funzione di H, il diametro dei getti in funzione di Q ed il diametro D della ruota in funzione di n e quindi di nc. Il suo rendimento oscilla intorno a 0,84 ÷ 0,86 per piccole o medie macchine, ed a 0,86 ÷ 0,90 per quelle di grande potenza, e rimane costante in un ampio campo della portata utilizzata.
Rappresentazione turbina Pelton
Rappresentazione di una turbina pelton ed il funzionamento dell’ugello
Un impianto di pompaggio è realizzato in linea di massima accoppiando al gruppo turbina alternatore di un impianto idroelettrico delle pompe centrifughe generalmente a più stadi. Le soluzioni impiantistiche in genere adottate sono tre:
Macchinario composto di un gruppo turbina-generatore e di un gruppo motore-pompa tra loro separati (impianti binari). È il sistema che ha il minor numero di vincoli sia per i problemi di progettazione che per l’elasticità di funzionamento. Si hanno infatti opere idrauliche comuni, mentre le due macchine idrauliche, essendo indipendenti possono avere velocità di rotazione diversa e quindi essere scelte nella maniera più opportuna.
Macchinario composto da turbina pompa e macchina sincrona disposti sullo stesso asse (impianto ternario). Questo tipo di impiantistica funzione da motore nei periodi in cui avviene il pompaggio e da alternatore quando il bacino viene svuotato. La disposizione delle tre macchine segue i due schemi classici: macchina sincrona – turbina – pompa, ove la pompa è collegata alla turbina con un giunto a rapido disinnesto ed in tal caso occorre adottare opportuni accorgimenti per evitare il surriscaldamento della turbina durante il pompaggio; oppure turbine – macchina sincrona – pompa in questo caso sia la turbina che la pompa sono entrambi collegate alla macchina sincrona con giunti di accoppiamento disinnestabili.
Gruppo di pompaggio ternario.
Macchinario composto da macchina sincrona, macchina idraulica reversibile. Quest’ultima è in genere di tipo Frencis che può essere utilizzata alternativamente sia come pompa che come turbina facendole ruotare in entrambi i casi a velocità angolare uguale, ma con un senso di rotazione opposto e fermando il gruppo nel passaggio dall’uno all’altro tipo di funzionamento. È evidente che l’impiego di una macchina idraulica sia come pompa che come turbina pone ai progettisti grossi problemi , in modo particolare nel creare una macchina che permetta un buon rendimento in entrambi i modi di funzionamento, e per le complicazioni d’impianto richieste dall’avviamento in pompa.
La classificazione fondamentale e più razionale delle turbine idrauliche si basa sul grado di reazione conseguito nel movimento del fluido. Trascurando le perdite, viene definito grado di reazione il rapporto:
r = Hm – C2e / 2g

Con questo parametro si possono suddividere turbine idrauliche in due gruppi: turbine ad azione e turbine a reazione
6. ITALIANO
6.1 GIOVANNI PASCOLI
Giovanni Pascoli nacque il 31 dicembre 1855 a San Mauro di Romagna in provincia di forlì. L’omicidio del padre Ruggero, amministratore di una tenuta di principi Torlonia, avvenuto il 10 agosto del 1867, fu l’evento che sconvolse profondamente la sua infanzia e incise nella sua vita in modo determinante.
La morte del padre creò difficoltà economiche alla famiglia, la quale dovette trasferirsi a Rimini, dove il figlio maggiore, Giacomo, aveva trovato lavoro. Il poeta dovette così abbandonare il liceo.
In pochi anni altri lutti distrussero completamente il nucleo famigliare: morirono due fratelli, la madre e la sorella maggiore.
Nel 1873, grazie ad una borsa di studio, Pascoli si iscrisse alla facoltà di Lettere dell’università di Bologna dove ebbe come maestro Giosuè Carducci; si laureò nel 1882 in letteratura greca.
Dopo la morte del fratello maggiore Giacomo divenne il capofamiglia e si trasferì a Massa, dove chiamò a vivere con sé le due sorelle Ida e Maria.
Dopo il matrimonio di Ida, avvenuto nel 1895 contro la sua volontà, si trasferì con la sorella Maria a Lucca; questa si prenderà cura del poeta fino alla sua morte.
Nel 1905 diventerà titolare della cattedra di letteratura italiana a Bologna subentrando al suo maestro Carducci.
Giovanni Pascoli morì a Bologna il 6 Aprile del 1912.

Giovanni Pascoli
6.1.2 MYRICAE
L'opera di Pascoli si incentra su tre linee espressive: quella della poesia in italiano, quella della poesia in latino (nel complesso scrisse circa una ventina di poemetti) e quella dell'attività di critico e commentatore di Dante, confluita in vari volumi fra i quali Minerva oscura (1898) e Sotto il velame (1900). Nel 1905 succedette a Carducci alla cattedra di letteratura italiana all'Università di Bologna. In conformità alla sua idea di letteratura universale, Pascoli lavorò a testi latini, greci, neogreci e sanscriti, e nell'ambito della sua attività editoriale diresse una collana intitolata "Biblioteca dei popoli".
Nel 1891 fu pubblicata la raccolta Myricae, il cui titolo è una citazione dalla quarta egloga delle Bucoliche di Virgilio, testo classico che canta la pace della vita agreste. Con ciò Pascoli volle alludere a una lirica delle cose semplici, fatta di oggetti comuni presi soprattutto dalla campagna ("sono frulli d'uccelli, stormire di cipressi, lontano cantare di campane") e cantati con un lessico e un metro molto originali per la tradizione poetica italiana. Questo risultato fu ottenuto con grande perizia tecnica: Pascoli si rifece alla lezione dei classici (oltre appunto a Virgilio, anche Catullo e Orazio), ma guardò anche all'esperienza simbolista non solo francese. La sua poesia non è infatti descrittiva ma allusiva, e parte dalla convinzione che si possa cogliere l'ineffabile solo con mezzi formali rigorosi e grazie a una nuova lingua poetica, che attinge al latino, alla lingua parlata, al lessico tecnico. L'effetto complessivo dà voce a una sensibilità che intende cogliere soprattutto gli echi di morte e di lutto che la realtà racchiude in sé, in modo non sempre manifesto.
6.1.3 IL FANCIULLINO
Apparso in una stesura parziale sulla rivista “Marzocco” nel 1897, poi pubblicato nel 1903, Il fanciullino è il manifesto poetico di Giovanni Pascoli.
In ognuno di noi, secondo Pascoli, c’è un fanciullino che rimane tale anche dopo la fine dell’infanzia, e che continua a guardare il mondo con lo stesso stupore, “con meraviglia, come per la prima volta”. È il fanciullino che dà il nome alle cose e quindi carica di valore simbolico la parola, con un linguaggio che trova tanto nella precisione quanto nella capacità evocativa la misura del proprio sentimento poetico.
Di qui, già da queste poche considerazioni, discendono tre temi centrali della poetica pascoliana: il carattere intuitivo della lirica, che si nutre di meraviglia e incanto prima che di ragione; la concezione del poetare come percorso conoscitivo che scopre nella realtà, non nella fantasticheria, ciò che gli altri non vedono, aspetti sconosciuti delle cose inaccessibili ad altre forme di ricerca; infine, la visione universalistica dell’arte, che se viene praticata da pochi può tuttavia essere intesa da tutti, cioè con quella parte infantile che sopravvive in fondo ad ogni uomo e che tende ad essere soffocata, e che solo il poeta riesce a mantenere intatta durante tutta la vita.
Il poeta è colui che sa dare voce al “fanciullino” che ne usa le qualità per il bene di tutti gli uomini: la vera poesia quindi è forza originaria, capace di metterci in rapporto con le più semplici emozioni dell’infanzia, di risvegliare i sentimenti di bontà e di solidarietà che dovrebbero accomunare gli uomini.
Ma in tutti è:
Siano gli operai, i contadini, i banchieri, i professori in una chiesa a una funzione di festa; si trovino poveri e ricchi, gli esasperati e gli annoiati, in un teatro a una bella musica: ecco tutti i loro fanciullini alla finestra dell'anima, illuminati da un sorriso o aspersi d'una lagrima che brillano negli occhi de' loro ospiti inconsapevoli; eccoli i fanciullini che si riconoscono, dall'impannata al balcone dei loro tuguri e palazzi, contemplando un ricordo e un sogno comune.

Esempio