La monaca di Monza

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Testo

La prima descrizione sul personaggio manzoniano della monaca di Monza, anche se misera, è citata dal barrocciaio, sotto richiesta di Agnese e Lucia. È, infatti, all’inizio del capitolo IX° che la religiosa viene sommariamente descritta come una monaca “particolare”. Questo termine simboleggia il suo particolare ruolo che ha all’interno del convento; infatti, pur non essendo ufficialmente una badessa, occupa una posizione importante in quel convento. Questo ruolo di prestigio non è dovuto al fatto che lei sia una donna d’esperienza, anzi, è una delle più giovani. La sua autorità, infatti, è dovuta al fatto che fa parte di una famiglia nobile di antiche origini e, quindi, con una raccomandazione del padre, è trattata dalle altre monache in modo superiore.
Successivamente, Gertrude, questo è il nome della monaca, viene descritta fisicamente dal narratore. Come detto sopra, è giovane, può avere venticinque anni, è di bell’aspetto, ma la sua bellezza è particolare, sembra che nasconda come un rimpianto. Lungo i lati della sua faccia, le cade un velo nero, sotto al quale, le cinge una benda di lino bianchissima fino a metà fronte, dove si poteva notare l’ abituale raggrinzarsi, altro segno di contraddizione dolorosa. I suoi occhi neri si muovono a seconda del suo atteggiamento: si fissano sulle persone, per investigarli; si inchinano velocemente come per cercar un nascondiglio; raramente chiedono affetto e corrispondenza; altre volte sembrano mostrare un odio grande. In quest’ultimo sguardo, il Manzoni inizia ad anticiparci il difficile passato, caratterizzato da un desiderio non avvenuto. Ha delle labbra rosee che, sebbene siano sbiadite, spiccano sulla sua bianca carnagione. Nel suo modo di vestire, c’era qualcosa di trascurato o un particolare voluto, come ad esempio la ciocca di capelli uscente dalla benda, segno di dimenticanza o affronto alla regola che lo vieta.
Come si può notare, nella descrizione della monaca fino ad ora citata, sono presenti degli elementi che lasciano intravedere quel qualcosa di misterioso che ha Gertrude. Per chiarirci tutti questi dubbi, il Manzoni ci perla del suo passato nelle pagine successive. All’età di sei anni, la giovane Gertrude venne collocata nel monastero. La scelta per questa giovine, fu presa dalla sua famiglia e specialmente da suo padre. Quest’ultimo era il feudatario di Monza, il quale, volendo mantenere in alto il nome della sua famiglia e, quindi, con l’intenzione di non smantellare la sua eredità, decise di affidarsi alla legge del maggiorasco. Essa prevedeva, infatti, che l’intera eredità fosse assegnata solo al primogenito, in modo che si sarebbe mantenuto alto il nome della famiglia. Questo fu il motivo che destinò la giovane Gertrude al convento. Il suo destino, era già stato scritto fin da quando lei non era ancora nata. Gertrude, infatti, era la vittima di un “piano” del severo padre. La scelta dell’iscrizione al convento, non era stata fatta per mirare alla sua istruzione, ma principalmente per instradarla a quella vocazione, gia in tenera età. Per far arrivare a buon fine il suo “piano”, il padre di Gertrude, decise di fare anche delle pressioni sulle altre monache, affinché facessero sentire a proprio agio la figlia, cosa che le monache fecero immediatamente, essendo Gertrude figlia del feudatario. Il “piano” del padre sembrava che stesse procedendo ottimamente, infatti, le monache riuscirono a far sentire Gertrude superiore e invidiata da tutte le sue compagne, a tal punto che ella iniziò ad essere entusiasta del suo futuro da monaca. Tutto questo durò finché la giovane non venne a contatto con alcune sue compagne, le quali non provavano alcuna invidia nel suo futuro da monaca, ma anzi, si vantavano del loro futuro dove avrebbero sposato il loro marito. Quando quest’altra alternativa di vita giunse alle orecchie di Gertrude , ella iniziò a pensarci e incominciò a rispecchiarsi di più in quelle idee con un entusiasmo più vivo e più spontaneo. Gertrude iniziò, quindi, a coltivare questa idea dentro di sé e fu proprio questo cambiamento che rovinò la vita del personaggio

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