Romanticismo inglese - J.M.W. Turner

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Testo

Joseph Mallord William Turner
Pittore inglese, rinomato per il trattamento mosso e vibrante della luce naturale e degli effetti atmosferici nelle vedute. Le sue opere ebbero un'influenza diretta sull'evoluzione dell'impressionismo.
L'opera matura di Turner può essere divisa in tre periodi. Al primo (1800-1820) appartengono scene storiche e mitologiche con colori smorzati, contorni e particolari marcati. I dipinti del secondo periodo (1820-1835) sono caratterizzati da colori più brillanti e dalla diffusione della luce. La pittura di Turner cambiò nuovamente durante il terzo periodo (1835-1845), la cui opera più rappresentativa è Pioggia, vapore e velocità (1844, National Gallery), in cui riuscì a rappresentare la forza della pioggia raffigurando gli oggetti come masse indistinte entro una nebbia luminosa di colore.

Joseph Mallord William Turner nacque a Londra il 23 Aprile 1775, figlio di un barbiere, senza privilegi di nascita o educazione , grazie al suo genio, alla sua ferma volontà e alla sua inesauribile energia, divenne il maggior artista che l’Inghilterra vide mai. La famiglia viveva a Maiden Lane, Covent Garden, un quartiere alla moda per parrucchieri e fabbricanti di parrucche. A causa di una malattia della madre, o della sorella, la famiglia lo mandò a vivere con lo zio, un macellaio che abitava a Brentford, vicino a Londra, consentendo così al giovane Turner di vedere per la prima volta la campagna. Le visioni della potenza navale e della marina mercantile inglese, che ebbe modo di osservare a Brentford, lasciarono nella mente di Turner, una volta tornato a Londra, una traccia indelebile, preparandolo alla rivelazione di una “mezza tinta verde, un Van de Velde… un unico grande vascello che precede il vento nella sua corsa e domina coraggiosamente le onde”. I primi dipinti di Turner non avevano nulla a che fare col mare, infatti, secondo quanto dice Walter Thornbury, il talento di Turner si rivelò in giovinezza, quando cominciò a disegnare galli e anatre con un pezzo di gesso. Si ritiene che nello stesso periodo abbia colorato alcune tavole delle Vedute pittoresche delle antichità dell’Inghilterra e del Galles di Boswell, aggiungendo degli sfondi alle parti architettoniche. Il primo disegno che si è conservato è una copia di un incisione di Oxford, realizzata a 12 anni, che l’artista conservò per tutta la vita.
All’età di 14 anni incominciò a realizzare, dopo aver copiato delle incisioni di altri artisti, apportandone piccole modifiche, quelli che probabilmente furono i suoi primi studi dal vero, raggiungendo nel suo lavoro un livello abbastanza rispettabile, al punto tale che il barbiere appese i disegni del figlio nella vetrina del suo negozio per poterli vendere.
Per quanto riguarda l’educazione artistica, a 14 anni studiò con Thomas Malton, un abile maestro, e fece delle sedute serali che, diversi anni più tardi, lo videro presso il dott. Thomas Monro, collezionista che possedeva molti acquarelli di John Robert Cozens. Secondo la tradizione, Turner e Thomas Girtin, suo coetaneo, furono impegnati a ricopiare queste opere per un certo tempo e, secondo un’approfondita ricerca di Finberg, si ritiene che il collezionista si sia avvaluto della collaborazione dei due giovani per trasformare i disegni incompiuti di Cozens in acquarelli finiti. Semra che Girtin disegnasse i contorni e Turner a applicasse il colore. Grazie allo studio accurato di Cosenz apprese il modo di reagire di un grande artista di fronte alla bellezza della natura, comprendendone l’appassionata risposta e imparando a comunicare anche con i propri sentimenti.
Tra il 1789 e il 1793 eseguì regolarmente, presso la Royal Academy School, disegni tratti dai modelli antichi e anche dal vivo. Copiare opere altrui ed eseguire schizzi dal vivo, furono i due principali metodi d’esercitazione.
A 18 anni cominciò i suoi viaggi, instancabili ricerche di soggetti pittoreschi a cui ispirarsi per acquarelli e disegni. Viaggiò per l’Inghilterra e il Galles disegnando montagne, laghi, rovine ed edifici famosi, un tipo di lavoro al tempo molto diffuso (per tutto l’arco della sua vita la pittura topografica fu una delle sue maggiori fonti di reddito). Le escursioni erano un hobby, ma anche una parte essenziale del suo lavoro, girava per le campagne in cerca di spunti per i suoi disegni, tornandosene a Londra trasformava gli schizzi a matita in acquarelli.
Nel 1790 espose per la prima volta un acquerello alla Royal Academy e l’opera fu salutata con favore dalla critica, dando così inizio a una fortunata carriera. A 21 anni, nel 1796, inviò all’esposizione annuale della Royal Academy 10 acquarelli, di cui i due più significativi erano degli interni della cattedrale di Ely e dell’abbazia di Westminster. Questi quadri mostrano come avesse raggiunto un’assoluta padronanza delle luci e delle ombre, della prospettiva e dei particolari architettonici, mostrando un evidente sicurezza che nelle sue opere rimase insuperata. Nella medesima mostra fu esposto il suo primo quadro a olio, Pescatori in mare, che un critico contemporaneo lo definì una delle maggiori prove di una mente originale nella presente mostra di pittura.

➢ PESCATORI IN MARE – 1796. Olio su tela, cm 91.5 x 122.5
Londra, Tate Gallery
Secondo Thornbury, l’incisore Edward Bell disse che “il primo quadro a olio di Turner di una certa dimensione o rilevanza” rappresentava una “scena di pescherecci che, sospinti da una raffica di vento, scivolavano scompigliati e veloci al largo dei faraglioni”.
Nel dipinto si distinguono chiaramente i faraglioni minacciosi, aguzze rocce calcaree che si elevano a ovest dell’isola di Wight, in cui nel 1795 Turner fece un giro riproducendone la costa frastagliata in un intero album. Quando venne esposto, il quadro ricevette critiche molto favorevoli, in particolare John Williams, sotto lo pseudonimo di Pasquin, scrisse: ..è eseguito in maniera piuttosto nuova, eppure il principio di questa esecuzione è corretto, e noi non esitiamo ad affermare che … il quadro in questione è una delle maggiori prove di una mente originale. Le barche galleggiano e scivolano e scivolano bene sull’acqua, e il moto ondoso di questo elemento rende mirabilmente l’idea.
Appare comunque evidente che Turner non avesse ancora acquisito esperienza nell’olio, risulta infatti evidente dalla luna: le nuvole sembrano continuare dietro la sua faccia. L’artista si mostra da subito mostrarsi sensibile alla potenza dinamica dell’acqua e alla lotta dell’uomo contro questo elemento, due temi che affrontò con variazioni per tutto il resto della sua carriera artistica.
Il destino che costringe l’uomo a combattere contro travolgenti avversità una battaglia che terminerà con una sconfitta finale, con le immancabili “fallacie della speranza”, sarà il leitmotiv delle sue opere.

Sebbene la vita domestica di Turner non fosse felice (matrimonio infelice dei genitori, la malattia e il successivo ricovero della madre), la carriera artistica era ben avviata. Le opere esposte alla Royal Academy furono apprezzate e in lui si riconosceva il più promettente dei giovani artisti.
Nel Giugno del 1797, Turner fece un viaggio nel nord del suo paese per visitare i luoghi romantici dello Yorkshire e per eseguire schizzi ispirati a pittoreschi panorami della regione dei laghi. Quando tornò a Londra dipinse il Lago di Buttermere, riprendendolo da uno di quei schizzi. Difronte a questo quadro, nel 1798, il pittore John Hoppner dichiarò che Turner gli sembrò un uomo timido, incapace di avventurarsi su nuove strade.

➢ LAGO DI BUTTERMERE… NEL CUMBERLAND: UN ACQUAZZONE – 1798. Olio su tela, cm 91.5 x 122
Londra, Tate Gallery
Questo dipinto, paragonato ai paesaggi del XVIII sec., è un’enunciazione rivoluzionaria. Turner ha saputo cogliere nell’opera la grandiosità delle montagne digradanti, sormontate da un arcobaleno che si riflette nelle acque tranquille. I versi di accompagnamento che l’artista scelse per il catalogo dell’Accademia del 1978 sono tratti da “Le stagioni” del poeta scozzese Thomson.

Nel 1799 Turner si presentò alle elezioni della Royal Academy e riuscì lui solo ad entrarene come membro associato. Nel 1802 sentendo il desiderio di passare da membro associato a effettivo della Academy, cercò adesioni per la sua elezione, convincendo i membri incerti a parole ed offrendo ad altri acquarelli o disegni per un loro appoggio. La campagna fatta da Turner si dimostrò proficua, e fu eletto senza difficoltà.
Nel Gennaio del 1800, spinto dal bisogno di locali più ampi e illuminati, abbandonò la casa dei genitori e si trasferì col padre nella Harley Street. Nello stesso anno, ispirato dal Sacrificio ad Apollo di Lorrain, dipinse il suo primo quadro di argomento storico, La quinta piaga d’Egitto, la tela di più vaste dimensioni che avesse mai dipinto fino ad allora (1800 - olio su tela, cm 124.5 x 183. Indianapolis, Museum of Art). Il poderoso effetto della tempesta che si scatena fra le piramidi e spazza la campagna desolata, si ispirava a un temporale reale che aveva colto l’artista durante il suo viaggio in Galles. Questa tela, che univa in sé la devastazione del turbine e la disgrazia della malattia, fu acquistato dal collezionista Beckford, figlio del romanticismo, impregnato dal senso di terrore e devastazione. A quel tempo la pittura storica era considerata l’espressione artistica più elevata, e tale nuovo ruolo artistico di Turner fu approvato dai critici dichiarando che l’artista aveva assunto un nuovo ruolo nella sua professione.
Durante tutto l’arco di tempo che va alla sua entrata alla Royal come associato e alla sua elezione a membro effettivo, lo stile di Turner subì numerosi cambiamenti, ma alcuni critici sollevarono obiezioni circa il genio dell’artista. Pescatori a costa di sottovento (1802 – olio su tela, cm 91.5 x 122. Kenwood, privato), esposto l’anno in cui fu nominato accademico, fu considerato troppo indeterminato e primitivo.
Contrariamente a quanto era successo per La quinta piaga d’Egitto, la Decima piaga d’Egitto non trovò un acquirente. L’opinione generale, riportata da Farington, è che Turner si sforzi di essere originale e sublime, ma gli manchi l’energia per realizzare ciò che intraprende… quando si misura con lo stile più elevato non vi si sente la conoscenza scientifica e la verità accademica di Poussin.
Dopo la firma della pace di Amiens tra Francia e Inghilterra, Turner partì alla volta del continente con lo scopo di studiare al Louvre Poussin e gli antichi maestri, ma dopo un breve sosta a Parigi, partì per la Svizzera, dove potè osservare quelle montagne da cui trasse ispirazione per molte sue opere. Turner trovò, come Farington riporta, i tratti caratteristici dei paesaggi molto accidentati, ma con parti molto belle… angoli e precipizi romantici che colpiscono nella loro grandiosità.
L’album “Studi del Louvre” comprende più di venti schizzi abbozzati a matita e lumeggiati e circa trenta pagine di note. I giorni che passò al Louvre influenzarono l’intera concezione artistica di Turner.
L’evoluzione di Turner fu accolta con una sorprendente ostilità, infatti a partire dal 1803, ricevette incessanti critiche, ritenendolo troppo allontanato dai criteri d’imitazione della natura, lasciando tanto all’immaginazione, che era come se si guardasse un fuoco di carbone… in cui, a partire da forme mutevoli ed indefinite, bisognava lavorare di fantasia per scoprire le immagini.
Nel 1804 Turner decise di aprire un galleria, questo fatto fece sollevare alcune false voci circa il fatto che non avrebbe più esposto all’Accademia, infatti l’attività autonoma del pittore era sussidiaria, nel caso di fallimenti o scissioni dell’istituzione.
Nel 1805 decise di dedicarsi alla cura della sua nuova galleria e di non presentare un gruppo di dipinti all’esposizione annuale dell’Accademia. Il dipinto più importante che mostrò nella sua galleria fu Il naufragio, o La tempesta, come lui aveva chiamato in un primo momento. Nonostante le forti critiche che ricevette, il quadro ebbe un immediato successo.

➢ IL NAUFRAGIO… – 1798. Olio su tela, cm 170.5 x 241.5
Londra, Tate Gallery
Fu grande l’ostilità mostrata dai vari artisti nei confronti di questa composizione, poiché Turner li mise avanti ad una composizione di grande originalità, ma impossibile da analizzare in termini classici. Per esprimere il subbuglio provocato dall’imminente disastro, ricorse ad un insieme di tratti nervosi e contrastanti. La stabilità delle tradizionali marine olandesi è stata trasformata da una raffica di vento in uno spaventoso caos, in uno scontro di onde, in uno sbattere di vele, con barche che affondano e uomini che stanno per annegare. Spiccata è la concezione romantica della natura: la forza degli elementi che sopraffa le deboli forze dell’uomo.

Nel 1806, durante un soggiorno presso l’amico W. F. Wells, iniziò la composizione del Liber studiorum, dietro consiglio dell’amico stesso, che contenesse una serie di quadri chew dovevano illustrare vari tipi di paesaggi.
Fu nominato nel 1807 professore di prospettiva all’accademia, carica che non prendeva stipendio, ma che gli attribuiva un certo onorario ad ogni lezione. Il titolo di maestro di prospettiva, Turner lo tenne in grande considerazione, fino al dicembre del 1837, quando rinunciò all’incarico all’età di sessantadue anni.
Del 1812 è il dipinto Bufera di neve, ispirati a due versi di una poesia scritta da Turner stesso, nella quale il trionfo di Annibale è poco felicemente descritto, ma reso in modo sublime nel dipinto. L’ispirazione per questo quadro derivò forse da un dipinto a olio di Cozenz, andato perduto, che rappresentava lo stesso soggetto.

➢ BUFERA DI NEVE: ANNIBALE E IL SUO ESERCITO… – 1812. Olio su tela, cm 145 x 236.5
Londra, Tate Gallery
Annibale, rappresentato in secondo piano al centro in proporzioni ridottissime e seduto su un elefante, guarda in basso verso la lontana Italia. Il primo piano è una scena di saccheggi, stupri e massacri. Turner, come il più anziano contemporaneo Goya, considerava questi crimini come parte integrante dei disastri della guerra. La bufera Turner la trasse da una scena a cui ebbe realmente assistito.
Quest’opera è il primo esempio della straordinaria novità compositiva di Turner: il disegno, infatti, non si basa sulle tradizionali linee orizzontali, verticali e diagonali, ma su archi irregolari e che s’intersecano. Sembra che l’occhio venga risucchiato in lontananza da un vortice di nubi e nebbia, fino a che lo sguardo infine si posa sulle pianure italiane illuminate dal sole, meta ultima dei cartaginesi. Questi coni di luci ed ombre appariranno da questo dipinto in poi nei lavori di Turner, con una forte rilevanza e potenza.
Questa tela Turner l’aveva concepita come monito per l’Inghilterra: sentiva infatti che il destino di Cartagine e la possibile sconfitta inglese nelle guerre napoleoniche, erano collegate.

In quello stesso periodo Turner si trasferì col padre nella casa di Twickenham, costituendo un’equipe affiatata: il padre preparava le tele del figlio e dava gli ultimi ritocchi.
Per far fronte alla difficile situazione economica, Turner dovette dedicare gran parte del suo tempo al lavoro topografico per incisori, poiché le incisioni tratte da i suoi acquarelli o schizzi non davano esca ad attacchi: era in grado di riprodurre meglio di qualunque concorrente, qualsiasi scena o edificio colpisse la sua fantasia.
Del 1818 è la commissione di due acquarelli per il Pictoresque Tour in Italydi Hakewill e all’anno successivo risale il suo primo viaggio in Italia.
Altra commissione è La battaglia di Trafalgar, per St. James’s Palace, del 1823.
Al 1828 risale il secondo viaggio in Italia, dove Turner dimorò per alcuni mesi a Roma. Il dipinto frutto del soggiorno a Roma è Regolo, completato nel 1837, in occasione alla presentazione della British Institution.

➢ REGOLO – 1828-29. Olio su tela, cm 91 x 124
Londra, Tate Gallery
Il soggetto segue lo schema compositiva dei porti di Lorrein nelle scene di porto: edifici classici su entrambe le opposte sponde e al centro il sole. Col tempo però il rilievo del sole s’è ridotto, o è stato appiattito da qualcuno che vi mise mano in seguito, ma l’effetto abbacinante della luce solare rimane. Tema dominante dell’opera: l’effetto che produce sull’occhio l’esposizione diretta al sole per un qualsiasi periodo di tempo. Nel dipinto si vedono le truppe di Regolo al momento dell’imbarco per il viaggio di ritorno a Cartagine. La morte tragica di Regolo, colpì l’animo pessimista di Turner che vide nel destino di quest’uomo una conferma ulteriore alla “fallacie della speranza”, titolo del suo poema incompiuto.

Del 1835 è il dipinto L’incendio della camera, ispirato ad un incidente del 1834: in quel periodo i voti raccolti in Parlamento erano registrati su bastoncini di legno e quelli accumulati venivano bruciati, causando un incendio nell’Ottobre di quell’anno che divampò rovinosamente. Avuta notizia del fatto Turner si precipitò immediatamente sul luogo e fece numerosi schizzi ad acquarello. Dello stesso anno sono anche le due albe: l’Alba, con una barca tra i promontori e Norham castle: alba.

➢ L’INCENDIO DELLA CAMERA DEI LORDS E DEI COMUNI – 1835. Olio su tela, cm 91 x 124
Philadelpia, Museum of Art
Sullo stesso tema, con l’immagine delle fiamma che divampa impressa nella mente, Turner realizzò due quadri: questo che espose alla British Institution nell’inverno del 1835, e un altro che presentò alla Royal Academy nella primavera dello stesso anno.

➢ ALBA, CON UNA BARCA TRA I PROMONTORI – 1835-40. Olio su tela, cm 91.5 x 122.5
Londra, Tate Gallery
Nell’Alba, Turner ha creato, con alcuni tocchi di azzurro su un lato e qualche rapida pennellata di ocra e color ruggine dall’altro, un’opera che potrebbe essere esposta accanto alle tele di qualche espressionista astratto. Questo quadro non venne mai presentato alla Royal Academy, in quanto sembra che Turner tenesse in considerazione solo i dipinti “finiti”, che lasciò allo Stato, e quelle “non finite” dovevano rimanere nella sua casa e fossero visibili solo raramente, secondo quanto scrisse nel testamento.
➢ NORHAM CASTLE – 1835-40. Olio su tela, cm 91 x 122
Londra, Tate Gallery
Nel 1798 Turner presentò all’Accademia un acquarello che rappresentava la stessa scena, raccogliendo un immediato successo. Questo quadro è il risultato finale di oltre venti versioni a matita, acquarelli e incisioni. Le forme sembrano smaterializzarsi nello splendore della luce. Il pittore Paul Signac disse che, a confronto delle precedenti versioni, questa era semplificata e spogliata di tutto ciò che è inutile.

Nel 1840, anno in cui incontrò Ruskin, Turner fece la conoscenza di Wilberforce e della lega anti-schiavi e che da questa conoscenza, e a quanto si ritiene anche dalla lettura di un romanzo che riportava il racconto della navi di negrieri Zong, sulla quale scoppiò un epidemia, ebbe l’ispirazione per dipingere Mercanti di schiavi che gettano in mare i morti e i moribondi – tifone in arrivo (la nave negriera). L’interesse del quadro era anche di attualità: l’emancipazione degli schiavi delle colonie inglesi, processo iniziato nel 1833, doveva essere completata entro il 1840.

➢ MERCANTI DI SCIAVI… ( LA NAVE NEGRIERA) – 1840. Olio su tela, cm 91 x 122
Boston, Museum of Art
Ciò che interessava davvero Turner, non era la rappresentazione delle sofferenze degli schiavi, ma piuttosto di eseguire una magnifica marina inglese. Commentando il quadro, Ruskin non fa menzione diretta degli schiavi che stanno annegando, ma piuttosto descrive il mare come il più nobile che sia mai stato dipinto.
L’intera superficie del mare compresa nel quadro si divide in due creste rigonfie, né alte, né isolate. Tra queste due creste cade lungo il solco del mare la fiamma del tramonto che tinge le acque di una luce orrida, ma gloriosa. Porpora e blu, le livide ombre dei frangenti si proiettano sulla foschia notturna che si addensa bassa e gelida.

Anche le opere di Turner che appaiono più marcatamente astratte prendono in genere spunto da una più attenta osservazione della natura. Ciò risulta chiaramente dal titolo completo che diede alla Tempesta di neve, esposta nel 1842 alla Royal Academy: Un battello a vapore, al largo dell’imboccatura di un porto, che fa segnali in acqua bassa e scandaglia il fondo.

➢ TEMPESTA DI NEVE – 1840. Olio su tela, cm 91.5 x 122
Londra, Tate Gallery
Il quadro non piacque ai critici e uno di questi lo definì una massa di saponata e calce.
Astrazione e rappresentazione, forma e contenuto, osservazione e visione immaginativa: la difficoltà sta nel raggiungere l’equilibrio tra questi due poli e Turner vi riuscì. L’esito è decisamente astratto, ma si rimane quasi travolti dal dinamismo delle forze della natura, dalla bufera il cui turbine sembra risucchiare la nave in un vortice di distruzione. Le nuvole, che nei dipinti giovanili erano statiche, qui sono sparite e al loro osto appaiono dei banchi di nebbia che spingono l’imbarcazione verso l’accecante luce al centro. Anche le onde con le superfici pigmentate, come quelle del Naufragio, sono sparite, lasciando spazio a masse di acqua che si sollevano. L’immagine è vorticosa e avvolgente, una composizione che supera i limiti dell’arte barocca.

All’anno della pubblicazione del libro di Ruskin “Modern Painters”, in difesa di Turner, nel 1843, risale il dipinto Luce e colore (la teoria di Goethe), che apre uno spiraglio in quell’atmosfera di morte che pervase tutto il periodo precedente.

➢ LUCE E COLORE (LA TEORIA DI GOETHE)
IL MATTINO DOPO IL DILUVIO
MOSE’ SCRIVE IL LIBRO DELLA GENESI– 1843. Olio su tela, cm 78.5 x 78.5
Londra, Tate Gallery
In questo dipinto Turner usò i colori che Goethe definì colori positivi o vivaci, forse perché voleva dimostrare che i colori caldi non necessariamente esprimono allegria, felicità e gioia, come invece pensava Goethe.
Osservando questo vortice di luce, che conduce alla minacciosa figura di Mosè, , si coglie ben poco senso di giubilo. Al centro della composizione si nota il serpente di bronzo, trasformazione della verga di Mosè, simbolo della creazione, ma anche con lo scopo di ribadire il motivo del disegno sinuoso ed avvolgente. Le bolle della terra, con tratti umani, si ricollegano sempre alla teoria di Goethe, secondo cui l’origine dei colori del prisma si trova sulla superficie di una bolla. Le bolle indicano anche la natura transitoria dell’esistenza.
Turner ebbe un'attitudine ambivalente nei confronti della Rivoluzione Industriale. Nel 1820, infatti, celebrò l'avvento del vapore (inteso come forza motrice nelle macchine) nel dipinto Dover Castle (1822), ma con l'opera The Fighting Temeraire (1839), Turner compose un commento elegiaco sulla sostituzione del vapore da parte della vela. Cinque anni dopo l'artista ritorna ad esaltare l'età della macchina con il dipinto Pioggia, vapore e velocità, del 1844, anno in cui compì una serie di viaggi in Svizzera e sul Reno, che fino all’impressionismo, rimarrà l’unico significativo dipinto a gloria della nuova età della ferovia.
➢ PIOGGIA, VAPORE E VELOCITà
LA GRANDE FERROVIA OCCIDENTALE – 1844. Olio su tela, cm 91 x 122
Londra, National Gallery
Con questo dipinto Turner mostrò la sua ammirazione per la modernità, affermando con enfasi che un treno che attraversa un ponte è bello. Perché lo spettatore capisse che il treno si stava movendo in avanti e non all’indietro, Turner dipinse tre sbuffi di vapore, individuando quello più vicino al motore con tratti più nitidi,e gli atri due via via meno. Per indicare ancora più chiaramente il senso della marcia, dipinse una lepre che correva davanti alla locomotiva, che alcuni critici lessero come simbolo della natura che sta per essere distrutta dell’industria, mentre altri come modo adottato dal pittore per evidenziare la limitata velocità del treno.

Il 1845 fu l’anno che vide Turner occupare la mansione di presidente della Royal Academy, in qualità di decano. Morì il 19 Dicembre del 1851.

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