Paradiso: canto XVII

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Testo

CANTO XVII PARAFRASI

1-6
Con lo stesso stato d’animo(agitato e desideroso di sapere)con cui Fetonmo
si presentò a sua madre Climene per sapere da lei in termini indubitabili
se ciò che aveva sentito dire contro di sé era vero, egualmente turbato e
desideroso di avere notizie certe ero io, e questa mia condizione
psicologica di dubbio e sofferenza era chiaramente avvertita da Beatrice e
dall’anima luminosa e santa di Cacciaguida, che prima, quando io giunsi ai piedi della croce, per parlare con me aveva cambiato posto e ne era disceso dal braccio destro.
7-12
Perciò, avvertendo l’intensità della mia ansia, Beatrice mi disse:esprimi intero e in tutta la sua intensità il tuo desiderio in modo che con le tue parole esso si riveli anche all’esterno, recando ben incisa l’impronta dell’acutezza del tuo sentire, non perché la conoscenza di noi beati cresca per il fatto che tu ci manifesti con le parole il tuo desiderio, ma perché tu ti abitui a manifestarlo in modo tale che ti sia versata, l’acqua necessaria per soddisfare la tua sete.
13-18
O cara radice della mia famiglia, che ti innalzi tanto che come le menti degli uomini vedono che in un triangolo non possono essere contenuti due angoli ottusi, così tu vedi le cosa contingenti, prima che accadano, contemplando Dio che è il punto in cui tutte le cosa di ogni tempo passate e future sono da sempre presenti.

19-24
Mentre in compagnia di Virgilio salivo su per il monte del purgatorio che purifica le anime dei residui dei loro peccati, e discendevo nel mondo dei defunti, dei dannati che sono morti ala grazia divina, mi furono dette sulla mia vita futura, più volte, parole che mi tormentano e mi angustiano, nonostante che io mi senta incrollabile e disposto a sopportare con fermezza i colpi della cattiva sorte.

25-28
Per questo animo, che è pieno del desiderio di sapere la verità, sarebbe lieto di conoscere quale sorte mi attende, quali fatti dolorosi si approssimano per colpirmi, e questo vorrei sapere solo perché una saetta di cui si prevede il corso giunge con minore velocità, colpisce con forza attutita. Così parlai a quell’anima luminosa che aveva colloquiato con me prima, e rivelai in termini chiari il mio desiderio proprio come mi aveva esortato Beatrice.

31-36
Quell’amor paterno, quel padre amoroso, fasciato dalla sua luce fiammeggiante ma pur vivamente rivelante la propria letizia mi rispose: non con il linguaggio oscuro ed enigmatico come quello degli antichi oracoli, nei quali un tempo si invischiavano le genti pagane prima che fosse ucciso Gesù Cristo, l’agnello di Dio che toglie i regali del mondo, ma con parole chiare, non suscettibili di interpretazioni varie, e con preciso linguaggio.

37-42
Il corso degli eventi contingenti, quelli umani e storici, che non si estende al di là dei limiti della vita terrena, è tutto presente nella mente di Dio da sempre; tuttavia da questa prescienza divina, dal fatto cioè che Dio prevede e sa ciò che accadrà, i fatti contingenti non assumono carattere di necessità, Così come una nave che discende per un fiume può essere osservata da uno spettatore, ma i suoi movimenti non derivano necessariamente dall’occhio dell’osservatore in cui essa si riflette.

43-51
Da lì, dalla mente divina, in cui noi beati vediamo tutto ciò che accadrà, come da un organo giunge all’orecchio una dolce armonia musicale, così mi giunge davanti agli occhi, davanti alla vista intellettuale, il futuro che ti si prepara.
Come Ippolito fu costretto ad andarsene da Atene in conseguenza delle calunniose accuse della sua perfida matrigna, Fedra, così tu dovrai allontanarti da Firenze.
Questa condanna all’esilio è già stabilita e già si tenta di tradurla in atto: e molto presto questo proposito sarà raggiunto da chi, tuo nemico, a cìò pensa là dove in ogni tempo si fa mercato delle cose di Dio, dei valori religiosi.

52-54
La colpa come succede in questi casi, sarà attribuita dalla voce pubblica al partito vinto: ma la punizione, quella impartita da Dio, sarà testimonianza della verità che distribuisce giustamente i castighi.

55-60
Tu partendo da Firenze, lascerai tutte le cose che ti sono più care, più intensamente amate e questo è il primo colpo doloroso, la freccia che per prima ti infliggerà l’esilio.
Tu proverai, sperimenterai di persona, quanto sia amaro il pane che dovrai chiedere agli altri, ai potenti che ti ospiteranno, in città, dove non potrai svolgere il lavoro che era tuo, e quanto sia duro cammino quello di chi deve scendere e salire le scale delle case egli ospiti.

61-66
Ma la sventura, la sofferenza che più ti riuscirà difficile da sopportare, sarà la compagnia cattiva ed insipiente degli altri fuoriusciti insieme ai quali precipiterai nella dolorosa miseria dell’esilio: la quale compagnia, del tutto ingrata, dissennata e piena di odio bestiale si volgerà contro di te; ma qualche tempo dopo di essa, non tu, avrà le tempie rosse di sangue.

67-75
Il modo di agire di questi compagni di esilio, nel corso degli eventi, darà la miglior prova della loro stolta malvagità e per te sarà onorevole l’esserti separato da loro.
Il tuo primo rifugio, dopo che avrai abbandonato la Toscana alla ricerca di signori ospitali, la tua prima dimora ospitale ti sarà offerta dalla liberalità del grande Scaligero, signore di Verona, che ha per stemma una scala sormontata dall’aquila imperiale, il quale sarà con te così generoso che nel rapporto fra voi due, quanto al beneficiare ed esaudire i desideri e all’esprimerli, sarà lui il primo ad esaudirli che tu a chiedere, contrariamente a ciò che avviene di solito nei rapporti tra signore ed ospite in cui il dono, il beneficio è più tardo, viene dopo la richiesta.

76-84
Con Bartolomeo, nella sua corte, vedrai Cangrande della scala che, all’atto della nascita, ricevette un così rilevante influsso del cielo di Marte, nel quale ci troviamo, che le sue azioni militari saranno degne di essere ricordate.
Le genti non si sono accorte di lui e di ciò che di grande egli farà, per la sua età troppo giovanile: solo da 9 anni difatti le stelle ruotano intorno a lui; ma prima del 1312, quando il papa guascone Clemente V ingannerà e tradirà il nobile imperatore Arrigo VII, appariranno i primi chiari segni della sua virtù, che si concreterà nel disprezzo del denaro e nella capacità di sopportazione delle fatiche imposte dalla vita militare.

85-90
Le sue magnificenze e cioè le grandi imprese militari e la sua liberalità saranno allora così conosciute che persino i suoi avversari non potranno tacerne e saranno costretti a riconoscerne il pregio ed esaltarlo.

Colloca, dunque, in lui le tue speranze ed attendi con fiducia eventi che avranno importanza decisiva nella tua vita:poiché per opera sua cambierà condizione sociale molta gente e ci saranno dei ricchi che diventeranno poveri e dei poveri che diventeranno ricchi.

91-96
E porterai impresse nella tua memoria cose che ti dirò e che ti riguardano: però non le dirai a nessuno; e a questo punto mi svelò cose ed opere di Cangrande così stupefacenti da parere incredibili anche a coloro che saranno presenti, che le vedranno accadere.
Poi aggiunse: “ Figlio, queste sono le spiegazioni, i chiarimenti relativi alle profezie del tuo esilio, che ti furono fatte nell’inferno e nel purgatorio e sulle quali hai chiesto il mio intervento: ecco le insidie, i meli, che si tramano e si preparano a tuo danno, e le quali, si cerca di farti credere, entro pochi anni, fra pochi giri di sole, ti colpiranno.

97-105
Non voglio però che tu rechi odio ai tuoi concittadini, specialmente a coloro che hanno trionfato di te e ti hanno condannato all’esilio, poichè la tua vita si prolungherà nel futuro ben oltre la punizione delle loro perfidie e delle loro macchinazioni.
Dopo che l’anima santa di Cacciaguida, col fatto di tacere si mostrò libera dalla preoccupazione di rispondere alla mia domanda e di risolvere i miei dubbi e pertanto di rimettere la trama in quella tela di cui gli avevo offerto l’ordito. Io cominciai a parlare come coliche, avendo un dubbio, desidera essere consigliato da persona che ha corretta visione della verità ed è affettivamente ben disposta.

106-111
Vedo con chiarezza, o padre mio, come il tempo incalza minacciosamente contro di me per infliggermi un colpo di tale gravità che riesce più gravoso a chi incauto si lascia travolgere dagli eventi e non vi si prepara: per questo scopo, ad evitare di essere colto impreparato, è utile che io mi armi di previdenza, si che , se mi sarà tolto il luogo che mi è più caro e sarò espulso da Firenze, io non abbia a perdere gli altri luoghi dove potrò rifugiarmi ed essere ospitato a causa dei miei versi a volte molto ripugnanti e crudi con quei signori dai quali potrei ricevere aiuto e accoglienza.

112-120
Giù per l’inferno, per il mondo del dolore eterno e salendo su per la montagna del purgatorio dalla cui bella cima gli occhi di Beatrice mi sollevarono fino alle sfere celesti e poi attraverso i cieli, di stella in stella. Io ho appreso cose tali, così duramente negative, che, se le riferirò in terra, riusciranno sgradite, molto aspre a molti tra quelli che le leggeranno.
Ma se per paura o per compromesso tacerò e non amerò dire la verità con il coraggio pieno e fermo che essa esige, temo che giustamente la mia fama non potrà continuare tra i posteri, tra coloro che chiameranno antico questo tempo attuale.

121-126
La luce dentro la quale splendeva Cacciaguida, la gemma che avevo incontrato nel cielo di Marte, lampeggiò prima come una lamina d’oro investita da un raggio di Sole, poi rispose: Colui che ha la coscienza macchiata o dalle proprie colpe o da quelle di parenti o amici si risentirà certamente per le tue dure e severe parole.

127-131
Ma ciò nonostante, messo da parte ogni infingimento, allontana la tentazione di attenuare, perché sarebbe una menzogna, rivela pienamente ciò che hai veduto durante il viaggio; e lascia che chi ha ragione di lamentarsi si dolga pure.
Perché se la tua parola riuscirà sgradita e molesta al primo assaggio ai tuoi avversari, dopo, quando sarà ben digerita e chiaramente meditata nei suoi motivi e nei suoi propositi, e riconosciuta come sorretta da probità e serietà, lascerà vitale nutrimento, alimenterà gli ascoltatori di quel cibo che procura vera vita morale.

133-142
Questa tua accusa, pubblicamente proclamata, questo tuo messaggio farà come il vento che percuote più violentemente le cime più alte, e queste tue coraggiose affermazioni non costituiscono modesto titolo di onore per te
E durante il viaggio in questi cieli, nel purgatorio e nella valle del dolore che è l’inferno, ti sono state mostrate non tutte le anime, ma soltanto le anime di persone famose per il fatto che l’animo del lettore non si appaga circa i suoi dubbi e non presta fermamente fede ad esempi che abbiano fondamenta su cose o personaggi sconosciuti ed oscuri, ne su altre dimostrazioni che non siano molto evidenti, o che siano poco chiare.

Esempio