Lumie di venezia

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Testo

Attualizzazione di “Lumie di Sicilia”
NOVELLA
Era una serata nebbiosa e umida, come spesso accadeva in quella città invasa dal traffico e dall’industria che la rendeva ancora più triste e deprimente.
Una figura tra le tante che si muovevano nella città congestionata dal progresso avanzava verso uno di quei tanti anonimi condomini che costituivano la metropoli.
Cercò con trepidazione un nome sulle decine di targhette del citofono. Trovatolo, suonò il campanello con ansia.
- Chi è?-
- Abita qui Susanna?-
- Si, ma tu chi sei?-
- Sono Marco.-
- Marco? Marco di Venezia? Sei davvero tu?-
-Si.-
- Marco qui? Dopo tutto questo tempo...non.. non ti aspettavo.. che sorpresa... sali pure ma…proprio ora..-
Il ragazzo salì le scale con affanno e arrivò davanti alla
porta aperta dove una signora di mezza età lo accolse con un sorriso imbarazzato.
- Caro Marco, come stai? E’ passato molto tempo ormai… come stanno i tuoi genitori? I tuoi compagni di scuola ? Tutti bene? Ma come mai sei arrivato a questa ora?-
- La mia famiglia è venuta in vacanza da queste parti e ho insistito per passare dalla vostra città ..non vi ho mai scordato.-
- Si...nemmeno noi, cioè... nemmeno io ..ma in questo momento Susanna non c’è.
L’emozione che finora aveva governato il cuore del ragazzo svanì del tutto apprendendo l’assenza della ragazza. Susanna... non ne poteva più dalla voglia di vederla.. .ancora la ricordava però, coi suoi capelli lunghi e neri e
gli occhi azzurrissimi. Avevano passato assieme tutta l’infanzia a Venezia, avevano sempre frequentato le stesse scuole, avuto le stesse esperienze ed
erano sempre stati vicini. C’era stato sempre affetto e forse qualcosa in più, che i ragazzi non avevano mai voluto affrontare.
Era stato per Marco il periodo più bello e ricco della sua vita....poi la separazione, all’età di 15 anni. La ragazza aveva dovuto trasferirsi in un’altra lontana città per il lavoro del padre. Non l’aveva più sentita per quattro anni, tranne qualche sporadica lettera breve e inconcludente.
Lui d’altra parte si ricordava della promessa che Susanna gli aveva fatto, di ricordarsi sempre di lui.
Ora I lunghi anni di lontananza e di nostalgia della ragazza erano alla fine.. Marco sorrise istintivamente.
- Marco... tutto bene? Raccontami un po’ di cosa hai fatto in tutti questi anni...ma tu sembri stanchissimo... vieni.. ..siediti qua, ti preparo qualcosa.-
- Mi sono diplomato ma non so cosa farò, da oggi in poi..
E... Susanna? Cosa fa? Dov’è ora?-
-E’..E’ fuori... tornerà, ma non so quando… sai, oramai è grande e non mi riesce di tenerla a casa la sera.-
- Ah... ho capito... Se non do fastidio... la aspetterò.-
- Si...penso che vada bene... ma proprio stasera..-
Marco tornò ai suoi pensieri, cominciando ad avvertire nel tono di voce della donna un grande imbarazzo.
Verso l’una sentì aprirsi la porta. La madre di Susanna corse fuori e Marco sentì un confuso e concitato bisbigliare nell’ingresso. Si alzò in preda a una incontenibile emozione e in quel momento entrò nella stanza una ragazza in cui a stento Marco riuscì a riconoscere la sua Susanna. I lunghi capelli corvini erano tinti di un pesante biondo canarino. Lo sguardo curioso e vivace della ragazzina si era trasformato in uno vacuo e spento. Gli orecchini pesanti ed eccessivamente grandi le
distorcevano il piccolo viso; l’abbigliamento volgare ed eccessivamente scollato riempì di imbarazzo Marco, che non riuscì a dire una parola.
- Marco! Stai bene? Tutto ok? Be’, ora ho amici fuori...poi ripasso… aspettami!
La ragazza uscì di corsa lasciandolo sconcertato.
La sua Susanna si era trasformata...era cambiata. Ormai non
appartenevano più allo stesso mondo...che stupido era stato a credere di poterle ancora parlare spensieratamente come una volta... si rese conto di essere stato un ingenuo.
Rientrò la madre di Susanna, che lo risvegliò dai suoi pensieri.
- Mi spiace... non volevo che ti ferisse.-
- Ormai non posso più restare qui... non ho niente da fare... ho capito che non è più per me..-
Estrasse dalla tasca un piccolo pacchettino. Lo aprì e ne tirò fuori un piccolo fiore di vetro di Murano.
Lo diede alla donna con tristezza e disse:
- Lo avevo portato per lei... glielo dia..-
La donna in lacrime lo prese e replicò:
- Mi spiace, mi spiace..-
Marco uscì e lasciò il condominio; in lontananza vide un gruppo di ragazzi che urlavano e ridevano sguaiatamente. Nella nuvola di fumo che li circondava riconobbe Susanna.
La guardò per un attimo e poi si voltò, allontanandosi.
Molto più tardi Susanna tornò a casa, e vide la madre piangente in cucina: davanti a lei scorse il regalo di Marco. Lo prese in mano e chiese:
-Cos’è?-
La madre non fece in tempo a rispondere. La ragazza ,coi riflessi annebbiati, lo fece cadere, rompendolo in mille pezzi.

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