le figure retoriche

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Testo

ASSONANZA
Si ha quando due o più parole al termine del verso presentano le stesse vocali a partire da quella tonica
“La Nencia mia quando la va alla festa / ella s’adorna che par una perla”
L. de’ Medici

CESURA
Pausa che divide un verso in due membri, detti emistichi
“Amico, hai vinto: / io ti person…perdona”
Tasso

DIALEFE
Quando la prima delle due vocali è accentata o sono accentate entrambe, le due vocali si pronunciano separate e costituiscono due sillabe
“incominciò / a farsi più vivace”
Dante

DIERESI
Talvolta due vocali che si trovano l’una di seguito all’altra all’interno di una parola sono considerate distinte e separate, come due sillabe diverse, anche se normalmente costituiscono un dittongo. Convenzionalmente questo fenomeno viene segnalato collocando due puntini sulla prima delle due vocali
“Forse perché della fatal quiete”

ENDECASILLABO
Verso di undici sillabe. I sistemi ritmici più frequenti sono:
1) accento sulla 6° e 10° sillaba
“Nel mezzo del cammin di nostra vita”
Dante
2) accenti sulla 4°, 7° e 10° sillaba
“Zefiro torna e ‘l bel tèmpo rimèna”
Petrarca
3) accenti sulla 4°, 8° e 10° sillaba
“mi ritrovai per una selva oscura”
Dante

La cesura non ha una posizione fissa, può collocarsi in vari punti del verso. Gli schemi più frequenti sono:
1) dopo un settenario ==> endecasillabo a maiore
“Nel mezzo del cammin / di nostra vita”
Dante
Il verso è formato da un settenario più un quinario (7+5 = 12). Nel verso il settenario iniziale è sempre tronco (una sillaba un meno)
2) dopo un quinario ==> endecasillabo a minore
“Solo e pensoso / i più deserti campi”
Petrarca
Il verso è formato da un quinario più un settenario (5+7 = 12). Nel verso la vocale finale del primo emistichio e quella iniziale del secondo contano come una sillaba sola (sinalefe)

RIMA
Si ha la rima quando due o più versi hanno uguale terminazione a partire dalla vocale accentata. La rima è:
1) univoca ==> quando in rima tornano le stesse parole, con lo stesso significato
“Ennantir sì, che ‘l piagar quasi a morte / […] / e perdonò lor morte”
G. d’Arezzo
2) equivoca ==> quando in rima compaiono parole identiche nel suono, ma diverse nel significato
“O cameretta che già fosti un porto / […] / che ‘l dì celate per vergogna porto”
Petrarca
3) ricca ==> quando l’entità comprende almeno la consonante che precede la vocale tonica
“Ove le belle membra / […] / con sospir mi rimembra”
Petrarca
4) composta ==> quando riunisce più parole, in generale monosillabi
“Cercando tra questa gente sconcia / […] / e men d’un mezzo di traverso non ci ha”
Dante
5) al mezzo o interna ==> quando cade all’interno del verso
“Gaiamente cantando / vostro fin presio mando - a la verdura”
Cavalcanti
6) siciliana ==> si ha quando rimano i e è chiusa, u e o chiusa
“Sanzia mia donna non vi vorìa gire / […] / ché sanza lei non poteria gaudere
I. da Lentini
“Pistoia e Colle e Volterre fanno ora / […] / Montalcin sta sigur senza le mura”
G. d’Arezzo
7) rara ==> quando riguarda parole che terminano con combinazioni di suoni rari, per cui la rima è difficile da trovare
“scuffa” / “muffa” / “zuffa”
Dante

A seconda della loro disposizione nella strofa, le rime prendono vari nomi (si usano le lettere, maiuscole per i versi lunghi, minuscole per i versi brevi, ottonari, settenari, senari, quinari):
1) baciate ==> AA, BB
“Né ben se può pensar senza dottrina / la summa maiestate alta e divina”
Boiardo
2) alternate ==> ABAB
“Io m’aggio posto in core a Dio servire
com’io potesse gire in Paradiso
al santo loco ch’aggio audito dire
u’ si mantien sollazzo, gioco e riso”
I. da Lentini
3) incrociate o chiuse ==> ABBA
“Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono
di quei sospiri ond’io nudriva ‘l core
in sul mio primo giovenile errore
quand’era in parte altr’uomo da quel ch’i’ sono”
Petrarca
4) incatenate ==> ABA, BCB, CDC
“Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura
che la diritta via era smarrita

Ah quanto a dire qual era è cosa dura
Esta selva selvaggia e aspra e forte
Che nel pensier rinnova la paura”
Dante

SINALEFE
Quando una parola finisce per vocale e la parola successiva comincia per vocale, si ha generalmente la fusione delle due vocale in una sola sillaba (sinalefe)
“Poi quando intorno è spenta ogni altra face”
G. Leopardi

SINERESI
Quando due vocali si trovano l’una di seguito all’altra all’interno di una parola, possono essere considerate un’unica sillaba anche se non formano dittongo
“ed erra l’armonia per questa valle”
G. Leopardi

Esempio