La scapigliatura

Materie:Appunti
Categoria:Letteratura

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La scapigliatura

La scapigliatura sorge nel periodo tra il 1850 e il 1870 ed è posta tra realismo e positivismo. È un movimento di ribellione nei confronti del romanticismo ormai perso nei sentimentalismi che si contrappongono alla realtà, alla rappresentazione del vero.
La scapigliatura è chiamata anche “terzo romanticismo” in quanto è l’estrema manifestazione della sensibilità romantica. Essa viene, infatti, dopo il romanticismo classico e quello tardoromantico.
Il nome scapigliatura è stato dato al movimento dello scrittore Arrighi e deriva dalla parola francese bohème, usata originariamente per indicare l’ambiente degli zingari, dei vagabondi e degli artisti.
Comprende quindi scrittori, pittori, musicisti, ecc.. Gli artisti avevano in comune il furore dei contestatori, volevano svecchiare l’arte, provincializzarla. Essi contestano il progresso, la logica del profitto a tutti i costi perché taglia fuori una classe sociale numerosa: il proletariato.
L’intellettuale deve protestare, denunciare i mali sociali a favore dei più poveri. Gli scapigliati, però, sono disorganizzati, sono incapaci di produrre un programma alternativo per le proprie proteste, sono incapaci di dare alle loro ribellioni forza e risonanza nazionale, infatti, si sviluppano quasi esclusivamente a Milano.
Gli scapigliati non accettano più il mondo in cui si trovano a vivere perché provoca in loro angoscia e per porre rimedio a questo problema non sanno fare altro che isolarsi.
Un altro aspetto importante del movimento è che introduce personaggi che finora non si erano mai visti, e, facenti parte della quotidianità e quindi devono essere rappresentati perché fanno parte della realtà.
Anche per questo nascono nuovi temi come l’orrido, il macabro, il grottesco, il satanismo.
Vengono rappresentati deformi, anziani all’ospizio, alcolizzati, malati.
Questo aspetto è importante perché invita gli intellettuali a guardare la realtà e a togliersi di dosso il peso della tradizione.
Lo si può notare anche nell’uso del dialetto come lingua. Esso fa parte della realtà e come tale deve essere rappresentato.
Danno una nuova identità all’arte che non ha puù il significato che aveva per i romantici, vale a dire quello di missione educativa verso la popolazione. Per gli scapigliati l’arte è liberazione totale, rivelazione della realtà nei suoi aspetti sia negativi che positivi.

Alcuni punti della Scapigliatura verranno successivamente ripresi nel Decadentismo. Essi sono: i personaggi, le parole, la psicologia.

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