Jacopo Ortis + sonetti

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Categoria:Letteratura

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Testo

IL SISTEMA DEI PERSONAGGI NELL’ORTIS (pag. 84)
Interpretazione di tipo strutturalistico. Ci sono sempre stati vari tipi di critica, specie nel passato, e si faceva a secondo delle proprie idee filosofico-ideologiche → varie, diverse chiavi di lettura:
• crociano-idealista
• marxista (fenomeni economici e storici)
• psicoanalista → post-Freud (alla luce delle conoscenze psicoanalitiche)
• strutturalista → (contenuto e aspetti formali), come Vladimir Propp che nella “Morfologia della fiaba” mette in luce i 31 ruoli, figure ricorrenti

La lettura in solo una chiave è limitante, perché la letteratura non è qualcosa di scientifico ma ha un anima; fatta con buon senso può aiutare.
Una lettura in chiave psicanalitica dell’Ortis fa notare come i due oggetti del desiderio siano femminili → Teresa e madrepatria = terra (simbolo fecondità, divinità femminile; è portatrice di valori importanti che vale la pena recuperare, come pietà-compassione-pudore-bellezza in contrapposizione coi valori maschili di tipo guerresco) + madre (simbolo di nucleo familiare cui si rivolge come portatrice di valori familiari).
I due antagonisti sono invece maschili → Odoardo e Napoleone (sono uomini come l’eroe, ma sono portatori di valori diversi: JACOPO = sia sul piano pubblico che su quello privato, valori di sentimento, passione, amore… nobili, non legati a convenienza; ODOARDO = sul piano privato e NAPOLEONE = sul piano pubblico hanno visione della storia diversa da quella romantica, vedono la politica come convenienza, sfruttamento, interessi personali. O. è quadrato, razionale, ricco, una personalità diversa; N. non pensa nobilmente agli ideali che propina, come testimonia il trattato di Campoformio.
Il piano privato è una metafora del piano pubblico? Si cela dietro di esso un altro significato? Cioè, Jacopo non ha una donna perché non ha una patria?
Rapporto causa/effetto = l’insoddisfazione su un piano si trasferisce sull’altro, uno è l’immagine dell’altro… la patria impedisce il matrimonio? Non c’è un rapporto c/e in senso oggettivo, non è una cosa che avviene regolarmente ma è costruita da Foscolo che non scinde i due aspetti.
Il padre di Teresa vede Jacopo come un figlio, gli vuole bene ma non lo trova adatto come sposo.
I SONETTI
Sono composti fra il 1802 e il 1803 + tematiche che si trovano in forma diversa già nell’Ortis.
Jacopo da Lentini inventa il sonetto come stanza di canzone che viene isolata (altri sonettisti sono stati Dante, Petrarca, Bembo, Della Casa, Michelangelo…).
Il sonetto è una composizione breve che deve stare entro uno schema → “costringe” Foscolo a contenere la materia sentimentale (la sua prosa era molto ridondante!), ma è stata una sua scelta dovendo incanalare la materia in un organismo poetico breve: limita gli eccessi, purifica la materia, trova l’essenziale.
Come ha scritto Lanfranco Carretti nella Storia della Letteratura della Garzanti, la purificazione della materia sentimentale nell’Ortis è in una forma che limita dovendo mantenere l’essenziale ed equilibrare gli eccessi sentimentali. Jacopo rappresenta il Foscolo giovane e muore, mentre il poeta continua la vita anche con gioie e riscontri che lo gratificano, senza abbandonare ciò in cui crede ma cambiando (ideale = non ciò per cui si muore, ma per cui si vive).
A ZACINTO
Parafrasi
E non toccherò mai più le sacre sponde dove giacque, si sdraiò il mio corpo di fanciullo, o mia Zacinto, che ti rispecchi nelle onde del mare greco, lo stesso da cui naque la vergine Venere e rese le isole feconde col suo primo sorriso, per la qual cosa l’insegne verso di Omero non tacque, quindi celebrò il tuo cielo limpido e la tua ricca vegetazione… Omero, colui che cantò i viaggi per mare voluti dal destino e l’esilio diverso, errabondo per cui Ulisse, noto per imprese e sventure, giunse a baciare l’arida Itaca. Tu di tuo figlio, cioè di Foscolo, non avrai altro che il canto, o mia terra materna; a noi il destino ha prescritto una sepoltura senza che nessuno vada a sporgere una lacrima.
A ZACINTO
Il ritmo è più vario rispetto ai sonetti di Petrarca → accenti tonici ed enjambements (già usati da Della Casa, che crea ritmi diversi dal petrarchismo dominante che trionfava.
[1] Ci sono tre accenti consecutivi!
Foscolo sceglie questa figura sintattica = la materia è tanta, vuole uscire dallo schema ristretto del sonetto e non sta nell’unità ritmica del verso che viene quindi scavalcata.
[5] ‘Venere’ è all’inizio del verso e della quartina, si trova dopo un enjambement e dopo c’è una virgola = posizione di rilievo. [11] ‘Ulisse’, a fine verso e terzina, è in contrapposizione con ‘tu’: il destina fa raggiungere al primo la sua patria, mentre la seconda non vedrà mai il ritorno dell’eroe.
Zacinto è sacra perché è la sua patria e anche perché nelle acque su cui si specchia è nata Venere.
Il paesaggio di Zacinto è idilliaco = topos del locus amoenus, immagine ricorrente che nasce nel mondo greco: acqua (ruscello o laghetto o fonte) + verde (alberi o fronde o erbetta)+ grotta (per ripararsi all’ombra) + sole + uccellini. Questo è un locus amoenus per la civiltà mediterranea: sono presenti l’acqua, che è molto preziosa e che “difende” dal sole che picchia, il verde, quindi non c’è problema d’irrigazione; è il paradiso classico. Esso darà i connotati al paradiso terrestre, richiama la serenità della valle dell’Eden. Un paesaggio solare greco, che Foscolo sogna e ricorda l’isola natale a cui pensa di non tornare più = armonia, bellezza, perfezione neoclassica, paesaggio di stampo neoclassico.
Invece, in “Alla Sera”, il paesaggio è buio, tempestoso, tipicamente preromantico → ai romantici piacciono i paesaggi nordici, freddi e tempestosi, e la notte.
SUDDIVISIONE CONTENUTO
1) Prime tre strofe: unico grande periodo senza punti, a differenza del Petrarca che faceva corrispondere una strofa ad un periodo.
2) Ultima terzina: isolata, con andamento diverso, contiene l’amara conclusione del poeta.
In 1) viene citata Zacinto come luogo dell’infanzia, con un paesaggio pieno di bellezza e gioia, poi si ricorda un mondo irrimediabilmente perduto + contrasto con la 2).
I due protagonisti hanno destini simili (esilio, sventura, isola) ma alla fine diversi; entrambi nati in un isola, luogo protetto, “appartato” → ciò che fa soffrire Foscolo lì non arriva. In Foscolo l’eroe si identifica con il cantore, mentre Ulisse è cantato da Omero.
[9] ‘Diverso’ = ambivalente
1) De + verto → di qua e di là, errabondo
2) Differente risultato → Ulisse torna, Foscolo no!
L’eroe classico raggiunge l’obiettivo, quello romantico è sempre in tensione/ricerca!
Secondo una lettura psicanalitica, l’acqua è simbolo femminile + grembo, amnios = VITA (rende feconda l’isola, da essa nasce Venere); sepoltura di Foscolo illacrimata = senza lacrime, che sono un liquido! → assenza di sentimento, non ha la “vita” data dalle lacrime di coloro che piangono sulla propria tomba, non come Ulisse. Anche Ungaretti ne parla così (“Come questa pietra del San Bernardo… così dura… così totalmente disanimata”)
AGGETTIVI (funzione non solo esornativa)
[4] ‘Vergine’ sottintende la purezza, l’intangibilità delle cose.
[5] ‘Feconde’ rimanda alla vita.
[9] ‘Fatali’ è diverso da burrascose, tumultuose… significa proprio che il destino ha fatto sì che le acque fossero strumento d’esilio.
[9] ‘Diverso’ ha la suddetta ambivalenza.
[14] ‘Illacrimata’ = senza affetti né famiglia
L’allitterazione [5] fea / feconde rimanda alla vita e mette in risalto Venere.
IN MORTE DEL FRATELLO GIOVANNI
Scritto per il fratello suicidatosi a vent’anni per debiti di gioco.
Foscolo vuole che il lettore si accorga delle differenze con Catullo → imitare non è visto in modo negativo, è qualcosa con cui ci si mette in gioco, si vuole far vedere come ci si differenzia (c’è l’imitatio/emulatio), secondo una concezione neoclassica – per gli antichi era diverso, mentre noi siamo intrici di romanticismo e l’originalità è tutto.
[4] ‘Gentili’ = giovanili.
• Prima quartina: il poeta fa l’ipotesi che lui posso arrivare sulla tomba del fratello;
• Ultima terzina: c’è il pensiero della propria tomba (speranza che la madre pianga sulla sua come su quella del fratello);
• Seconda e terza strofa: è descritta la tomba del fratello, l’unica che lo piange è la madre = situazione presente.
La struttura è quindi circolare!
Il sonetto inizia in medias res. Da chi fugge Foscolo? Da sé stesso? ‘Fuggendo’ testimonia un’esistenza tormentata, l’esilio volontario, la ricerca continua… forse scappa da qualcosa che lo perseguita, un mondo in cui non si riconosce.
La madre parla di Foscolo del fratello sulla sua tomba → rappresenta il legame fra fratelli lontani, attorno a lei si ricostruisce un nucleo familiare che s’è dissolto (c’è un altro fratello a Venezia!), perché la madre parla del fratello esiliato con l’anima morta.
[7] ‘Deluse’ non sono le mani, ma lui → ipallage.
[8] ‘Tetti’ è una metonimia.
Nelle due quartine prevale il gerundio = sofferenza, prepara senso quiete; nelle terzine prevale una struttura paratattica, più agile e semplice = rassegnazione, accumulo. [11] ‘Quiete’ prepara alla terzina finale, è l’unica quiete a cui il poeta può pensare.
Catullo non fugge, e lui c’arriva alla tomba, come Ulisse a Itaca, da bravo “eroe” classico; in Foscolo c’è la Sehnsucht, non arriva mai. Dall’io nasce il non-io = consonanza con la natura in cui ci si immerge (?).

COMMENTO AI SONETTI FOSCOLIANI
In generale:
1) comprensione contenuto
2) figure retoriche, di suono, sintattiche
a. posizioni più importanti:
i. incipit / fine
ii. inizio quartina / terzina
iii. inizio strofa / verso
3) integrazione stile – contenuto, come si appoggiano
4) contestualizzazione
a. contesto sonetti foscoliani
b. riferimenti ad altri autori o ad altre poesie dello stesso autore
5) giudizio personale
In tutti i sonetti è importante:
• l’incipit, tutti in medias res; richiamano a qualcosa, sono come la conclusione di una riflessione precedente, come se partisse da un pensiero non espresso a cui si collega, immagini implicite:
o Ne più mai…
o Un dì…
o Forse perché…;
• l’uso degli enjambements;
• viene oltrepassata la struttura strofica;
• interlocutore: sono tutti non-umani, due naturali e una presenza spirituale → poiché queste entità non vivono realmente, è come se Foscolo parlasse con sé stesso (dialogo con noi stessi), sono suoi alter ego + sentire natura e aldilà come parte di noi, tipicamente romantico. Natura = proiezione spirito universale di cui fa parte l’uomo, non qualcosa di estraneo da studiare ma parte di noi (consonanza più profonda), va oltre alla razionalità.
o Zacinto = isola
o Giovanni = spirito
o Sera = cosa
Si fa attenzione agli aggettivi:
• Petrarca: duplicava aggettivi (una sorta di endiadi) con lo stesso significato… “tardi e lenti”
• Foscolo: va oltre al descrittivismo → aggettivi con densità e profondità particolari, hanno il valore di dare significato all’immagine, non funzione puramente esornativa.

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