Materie: | Appunti |
Categoria: | Letteratura |
Voto: | 1.5 (2) |
Download: | 118 |
Data: | 27.11.2000 |
Numero di pagine: | 5 |
Formato di file: | .txt (File di testo) |
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Testo
Trilogia
Italo Calvino
Il visconte dimezzato
La vicenda и ambientata nel secondo Cinquecento; il protagonista, il visconte Medardo di Terralba, rimane letteralmente spezzato in due da un colpo di cannone ricevuto durante uno scontro con i Turchi. Le due metа danno origine a due personaggi opposti e complementari, il Buono e il Gramo, ciascuno dei quali rappresenta un aspetto parziale dell'animo umano. Le vicende vissute autonomamente dal Buono e dal Gramo non portano perт mai ad esiti positivi e soltanto quando le due metа verranno ricucite insieme, ricomponendo l'integritа personale di Medardo, questi potrа diventare un giusto governatore delle proprie terre.
Il barone rampante
Il protagonista, il barone Cosimo Piovasco di Rondт, decide all'etа di dodici anni, nel 1767, di salire su un elce e di trascorrere tutta la vita sigli alberi. Tenendo fede al proprio impegno, egli vive da quella posizione tutte le principali esperienze storiche e culturali del suo tempo, fino agli anni della Restaurazione. Pur rifiutando le convenzioni della vita quotidiana e le regole sociali, egli tuttavia condivide le esigenze conoscitive del suo tempo e riesce dall'alto a partecipare attivamente alla costruzione di un mondo giusto e civile. Cosimo muore a sessantacinque anni, mantenendo fede fino in fondo al suo proposito di non toccare piщ la terra: con un salto dal ramo piщ alto riesce ad aggrapparsi all'ancora di una mongolfiera, scomparendo nel cielo. La particolare collocazione arborea del personaggio determina una serie felicissima di situazioni narrative, che offrono nel complesso un'evidente rappresentazione dell'intellettuale illuminista e dell'attivitа dello scrittore in generale, che partecipa alla storia ma con ironico distacco, che ama la societа ma la fugge, che lotta a fianco degli uomini pur non condividendone completamente le posizioni e i metodi.
Il cavaliere inesistente
Qui l'ambientazione и medioevale, ai tempi di Carlo Magno e dei suoi paladini, come nel poema di Ariosto. Una monaca scrivana narra le avventure del cavaliere Agilulfo, di cui esiste soltanto la bianca armatura, che se ne va in giro per il mondo, vivendo un'intricata serie di avventure; alla fine perт, sconfitto e deluso, il cavaliere perde anche quella forza di volontа che lo faceva agire pur essendo privo di esistenza, e abbandona in giro i pezzi della sua armatura. Il libro si presenta come una rappresentazione allegorica delle difficoltа della ragione astratta a rapportarsi con la realtа concreta.
La figura delineata di Calvino ha suscitato diverse ipotesi interpretative; alcuni hanno privilegiato una lettura di taglio politico-ideologico (vedendo rappresentata nel cavaliere inesistente la funzione della sinistra italiana all'interno del processo di massiccia industrializzazione degli anni Cinquanta); altri una di tipo sociale (l'uomo alienato nella societа delle macchine); altri ancora una di tipo esistenziale (la perdita di identitа e la crisi dell'uomo moderno); vi и infine chi ha visto in Agilulfo la rappresentazione del ruolo difficile e sempre piщ marginale dell'intellettuale all'interno della societа dei consumi.
Temi e Motivi
Il visconte, il barone e il cavaliere possono essere letti come la rappresentazione allegorica di altrettanti modelli di comportamento umano e intellettuale riconoscibili nel mondo contemporaneo; un mondo in continua trasformazione, che agli occhi dello scrittore non и piщ in grado di offrire punti di riferimento stabili e rassicuranti, e che appare quindi enigmatico, multiforme e labirintico, e in cui ci si puт facilmente smarrire e cadere nell'errore, proprio come nei romanzi cavallereschi. Calvino perт, con forte coscienza civile, non si limita a registrare la caoticitа del mondo, ma, senza alterare la propria fiducia nell'uomo e negli strumenti delta ragione, propone anche costruttive ipotesi di comportamento e di atteggiamenti mentali che possano consentire di ripristinare l'ordine e l'equilibrio sulla vacillante realtа. A prima vista il Visconte puт apparire come una riproposta del tema del conflitto interiore tra Bene e Male, sul modello del Dottor Jekyll e il signor Hyde di Stevenson; in realtа il libro non rappresenta un conflitto, ma una lacerazione interna all'uomo, che nel mondo contemporaneo sembra aver perduto una parte di sй, delta propria personalitа. Cosм separate e incomplete, nй la parte buona nй quella cattiva riescono a produrre nulla di positivo; и quindi necessario, avverte Calvino nella Prefazione alla trilogia, ricomporre l'unitа, aspirare ad una nuova completezza: "Dimidiato, mutilato, incompleto, nemico a se stesso и l'uomo contemporaneo; Marx lo disse alienato, Freud represso; uno stato d'antica armonia и perduto, a una nuova completezza s'aspira". Le due parti di Medardo vengono alla fine ricucite insieme a devono ora essere armonizzate. Col Barone rampante, il piщ romanzesco dei tre libri, ritroviamo, in una cornice illuministica settecentesca, l'uomo nella sua completezza, realizzata da Cosimo sottomettendosi a una difficile disciplina volontaria. Il proposito di salire sughi alberi e di non scendervi per tutta la vita non rappresenta un atteggiamento di rifiuto o di fuga del mondo, bensм il desiderio di dedicarsi al bene del prossimo, partecipando a ogni aspetto della vita attiva, sapendo "che per essere con gli altri veramente, la sola via era d'essere separato dagli altri, d'imporre testardamente a sй e agli altri quella sua incomoda singolaritа e solitudine in tutte le ore e in tutti i momenti della sua vita, cosм come и vocazione del poeta, de/l'esploratore, del rivoluzionario". Calvino puт quindi identificarsi in Cosimo per indicare anche la funzione responsabile della letteratura ed esprimere la tensione e l'impegno civile del suo particolare modo di essere scrittore.
Il ciclo si chiude col Cavaliere inesistente, che rovescia il problema posto dal Visconte: se Medardo и inesistenza munita di volontа e coscienza, il cavaliere Agilulfo и invece esistenza priva di coscienza, e puт quindi rappresentare l'uomo contemporaneo. "Oggi viviamo", dice Calvino, "in un mondo di persone cui la piщ semplice individualitа и negata, tanto sono ridotte a una astratta somma di comportamenti prestabiliti. Il problema oggi non и ormai piщ della perdita d'una parte di se stessi, и della perdita totale, del non esserci per nulla". И questo il libro che determina il maggior impegno dello scrittore per superare le difficoltа narrative determinate dall'inesistenza del personaggio, e per riuscire a rendere la narrazione divertente per il lettore.
Pur lasciando al lettore piena libertа interpretativa delle tre storie narrate, Calvino ne delinea, nella parte conclusiva della Prefazione, le chiavi di lettura, che vale anche come limpida dichiarazione di poetica: "Ho voluto farne una trilogia d'esperienze sul come realizzarsi esseri umani...E nello stesso tempo ho voluto che fossero tre storie, come si dice "aperte", che innanzitutto stiano in piedi come storie, per la logica del succedersi delle loro immagini, ma che comincino la loro vera vita nell'imprevedibile gioco d'interrogazioni e risposte suscitate nel lettore. Vorrei che potessero essere guardate come un albero genealogico degli antenati dell'uomo contemporaneo, in cui ogni volto cela qualche tratto delle persone che ci sono intorno, di voi, di me stesso".