Il romanzo inglese.

Materie:Appunti
Categoria:Letteratura

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IL ROMANZO INGLESE

Il romanzo, il più importante genere letterario dell’Ottocento, si presenta in una grande varietà di forme che hanno come denominatore comune lo scopo di presentare una immagine della vita inglese ampia e dettagliata, analizzandone il tenore morale ed emotivo secondo un’abitudine derivata dal movimento romantico. La diffusione di questo genere letterario aumenta proporzionalmente all’alfabetizzazione, che rende la grande maggioranza della popolazione capace di leggere e scrivere. Nel Settecento si erano affermate le biblioteche ambulanti, ovvero raccolte di libri gestiti da privati che viaggiano di paese in paese, permettendo anche agli abitanti dei centri lontani dalle grandi biblioteche pubbliche di prendere in prestito dei volumi pagando un abbonamento fisso (come racconta in prima persona Jane Austen in Mansfield Park). Nell’Ottocento si instaura invece l’abitudine alla “serializzazione”, ovvero alla pubblicazione di romanzi a puntate su riviste: da una parte, il pubblico spende meno dell’acquisto di un libro (il cui prezzo si è comunque notevolmente abbassato grazie a macchine da stampa più economiche); all’opposto, gli editori si garantiscono un’entrata sicura, attraverso espedienti che tengono viva l’attenzione dei lettori e intatta la loro fedeltà. Dickens, ad esempio, fa della suspence una vera e propria strategia, con la quale tenere acceso l’interesse del pubblico; George Eliot ricorre allo stesso artifizio. In entrambi i casi, si rendono necessari dei passaggi ripetitivi, che ricordano al pubblico la successione degli eventi. Si delineano così, all’interno del genere “romanzo”, i seguenti sottogeneri:
- of manners, che presenta la vita della borghesia, inaugurato da Jane Austen e continuato da Anthony Trollope (1815-1882), Ferrier, Thackeray e altri;
- umanitario, che riguarda la società, la divisione in classi e le ingiustizie, spesso tendente al sentimentalismo. Suoi esponenti maggiori sono Elizabeth Gaskell e Charles Reade (1814-1884);
- sensazionalistico, dove importanti sono i colpi di scena e spesso la presenza di elementi gotici, come fantasmi o assassinii. Validi esempi sono i romanzi di Wilkie Collins (1824-1889), Joseph Sheridan Le Fanu (1814-1873), Bram Stoker (1847-1812), Dickens, ma anche Scott e Stevenson;
- psicologico, in cui si analizza la vita interiore dei personaggi, come fanno le sorelle Brontë o Thomas Hardy.
Naturalmente, come in tutte le suddivisioni, i tratti descritti sono approssimativi: può capitare spesso che lo stile di un autore comprenda due o più sottogeneri, come con Rudyard Kipling (1865-1936), per esempio, che al romanzo di avventura unisce l’apologia del colonialismo e le descrizioni della vita dei coloni inglesi in India, o come con Oscar Wilde che, in The Picture of Dorian Gray (Il ritratto di Dorian Gray), mescola il sensazionalismo di alcune descrizioni al suo tipico stile “estetico".

WALTER SCOTT

Il romanzo, il più importante genere letterario dell’Ottocento, si presenta in una grande varietà di forme che hanno come denominatore comune lo scopo di presentare una immagine della vita inglese ampia e dettagliata, analizzandone il tenore morale ed emotivo secondo un’abitudine derivata dal movimento romantico. La diffusione di questo genere letterario aumenta proporzionalmente all’alfabetizzazione, che rende la grande maggioranza della popolazione capace di leggere e scrivere. Nel Settecento si erano affermate le biblioteche ambulanti, ovvero raccolte di libri gestiti da privati che viaggiano di paese in paese, permettendo anche agli abitanti dei centri lontani dalle grandi biblioteche pubbliche di prendere in prestito dei volumi pagando un abbonamento fisso (come racconta in prima persona Jane Austen in Mansfield Park). Nell’Ottocento si instaura invece l’abitudine alla “serializzazione”, ovvero alla pubblicazione di romanzi a puntate su riviste: da una parte, il pubblico spende meno dell’acquisto di un libro (il cui prezzo si è comunque notevolmente abbassato grazie a macchine da stampa più economiche); all’opposto, gli editori si garantiscono un’entrata sicura, attraverso espedienti che tengono viva l’attenzione dei lettori e intatta la loro fedeltà. Dickens, ad esempio, fa della suspence una vera e propria strategia, con la quale tenere acceso l’interesse del pubblico; George Eliot ricorre allo stesso artifizio. In entrambi i casi, si rendono necessari dei passaggi ripetitivi, che ricordano al pubblico la successione degli eventi. Si delineano così, all’interno del genere “romanzo”, i seguenti sottogeneri:
- of manners, che presenta la vita della borghesia, inaugurato da Jane Austen e continuato da Anthony Trollope (1815-1882), Ferrier, Thackeray e altri;
- umanitario, che riguarda la società, la divisione in classi e le ingiustizie, spesso tendente al sentimentalismo. Suoi esponenti maggiori sono Elizabeth Gaskell e Charles Reade (1814-1884);
- sensazionalistico, dove importanti sono i colpi di scena e spesso la presenza di elementi gotici, come fantasmi o assassinii. Validi esempi sono i romanzi di Wilkie Collins (1824-1889), Joseph Sheridan Le Fanu (1814-1873), Bram Stoker (1847-1812), Dickens, ma anche Scott e Stevenson;
- psicologico, in cui si analizza la vita interiore dei personaggi, come fanno le sorelle Brontë o Thomas Hardy.
Naturalmente, come in tutte le suddivisioni, i tratti descritti sono approssimativi: può capitare spesso che lo stile di un autore comprenda due o più sottogeneri, come con Rudyard Kipling (1865-1936), per esempio, che al romanzo di avventura unisce l’apologia del colonialismo e le descrizioni della vita dei coloni inglesi in India, o come con Oscar Wilde che, in The Picture of Dorian Gray (Il ritratto di Dorian Gray), mescola il sensazionalismo di alcune descrizioni al suo tipico stile “estetico".

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