Il Dolce Stil Novo

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Testo

stil nтvo
(anche stilnтvo), sm. [da stile+n(u)ovo]. Espressione con la quale si definisce un gusto poetico,
una maniera nuova del sentimento della poesia d'amore, che si diffuse tra Bologna e la Toscana
negli ultimi decenni del sec. XIII. "I' mi son un che quando Amor mi spira, noto, e a quel modo
Ch'e' ditta dentro vo significando": cosм Dante nel XXIV canto del Purgatorio espone in sintesi la
propria poetica, enunciandone quindi il canone espressivo nel concetto di "dolce s.", esteso
intenzionalmente alla produzione di altri poeti fiorentini e toscani. Se la critica contemporanea ha
ridimensionato o respinto la nozione desanctisiana di s. come "scuola" letteraria, v'и tuttavia, tra
Guido Cavalcanti, Dante, Cino da Pistoia, una convergenza di intenti ideologico-stilistici
(oggettivitа, interioritа, armonia) che riemerge, a livello di motivi di canto, anche in Lapo Gianni,
Gianni degli Alfani, Dino Frescobaldi, e trova lo spunto iniziale in Guido Guinizzelli ( Al cor gentil).
Temi tradizionali della critica provenzale (novitа del canto, angelicitа della donna - Guinizzelli dа
il via alla dimensione filosofica del motivo - rapporto diretto tra ispirazione ed espressione) e dati
fondamentali della cultura medievale (stile metaforico-visionario, visualizzazionedei moti
dell'animo, interpretazione dell'umano in chiave metafisica) trovano nella poetica dello s. un
rinnovamento in senso interiore e spirituale, che ha radice nella situazione sociale e politica del
tempo e nel rinato fervore di studi filosofici e teologici. Le esperienze dell'umanesimo cristiano
del sec. XIII e le meditazioni dei mistici vittorini si innestano cosм, con motivazioni di cultura e
d'ambiente, sulla tradizionale indagine circa la natura d'Amore. L'ispirazione muove da Amore,
principio trascendente e perciт oggettivo; l'oggetto del canto и l'esperienza amorosa non come
momento soggettivo, ma in quanto manifestazione assoluta dell' interior homo: l'analisi
dell'essenza e dei caratteri del fatto amoroso coincide con lo sforzo razionale volto a
conoscenza piщ alta, quella del trascendente; il modo espressivo di tale esperienza,
oggettivamente rispondente all'altezza dei contenuti, rispecchia quell'ideale melodico fondato
sull'armonia raffinata ("dolcezza") teorizzato da Dante nel De vulgari Eloquentia.Amore agisce
solo nel cuore "gentile" per nobiltа interiore e virtuosa disposizione, portandone a compiuta
realizzazione le potenzialitа. Al centro di tale processo и la figura della donna, per cui Amore si
manifesta: specchio dell'Essere per gli attributi positivi che sono in lei, ha in sй connaturata la
funzione attualizzante le virtщ del cuor nobile, che per lei tende a conformarsi massimamente ad
Amore. Rispetto a tali premesse, consequenziale и l'approfondimento operato da Dante:
muovendo dagli elementi spirituali e mentali riferibili a un fatto (in Guinizzelli e Cavalcanti) in
gran parte letterario, egli lo trascende e giunge a realizzare, sul piano dei contenuti, ben piщ alta
esperienza etico-conoscitiva: quella che dell'amore umano fa strumento di conoscenza assoluta,
e insieme di assoluta libertа interiore. Dai cap. XVIII e XIX della Vita Nuova( Donne ch'avete) alla
Commedia, Dante sviluppa il tema del rapporto tra il piano della creazione - che и di analogia e di
rassomiglianza - e quello del Creatore: nella bellezza e virtщ di Beatrice egli vede l'analogo della
somma perfezione, e il suo amore trova la propria autonoma "felicitа" nella lode "gratuita" di
colei che и tramite alla conoscenza dell'Assoluto, e guida, per il poeta, alla propria piena
realizzazione. Recuperate le novitа guinizzelliane (saluto salvifico, dimensione analogica),
Dante sposta definitivamente al piano metafisico la metafora "donna/angelo"; la lingua del poeta
che inizia il canto di lode "quasi come per se stessa mossa" ( Vita Nuova) e Amore che "ditta
dentro" ( Commedia) indicano la stessa promozione ontologica. И questo il nodo poetico dove
Dante si scontra col suo primo amico e maestro di poesia: Guido Cavalcanti, abile utente del
linguaggio fisico-naturale, esploratore esasperato del fatto amoroso, nuovo interprete della
tradizionale equivalenza Amore/Morte, ricondotta oggettivamente al dato interno di una passione
sensibile che oscura la ragione e annulla la vita dello spirito. Al poeta, quindi, и solo concessa la
rappresentazione del drammatico scontro tra mente e cuore, che si rinnova costantemente, anche
sul piano della figurazione fantastica. Ma sul tema della teoria poetica, l'incontro tra Cavalcanti e
Dante rimane intatto: enunciando polemicamente ( Di vil matera) la nozione del rapporto
stringente tra ispirazione e rappresentazione, e affermando "Amore ha fabricato ciт ch'io limo",
Guido imposta il problema negli stessi termini espressi nel canto XXIV del Purgatorio.Sul fatto
espressivo, infine, verte particolarmente l'attenzione di Cino da Pistoia, la cui lirica (tesa sul
filodella memoria e della qualitа "mentale" della fantasia) и il tramite piщ diretto fra un carattere
costitutivo della poesia dantesca (l'ideale di armonia) e il "melodismo supremo" di Petrarca.
BibliografiaD. De Robertis, Il libro della "Vita Nuova", Firenze, 1961; A. Roncaglia, Dante e Bologna nei
tempi di Dante, Bologna, 1967; M. Marti, Poeti del Dolce Stil Nuovo, Firenze, 1969; G. Contini,
Letteratura italiana delle origini, Firenze, 1970; M. Marti, Storia dello Stil Nuovo, Lecce, 1973; G.
Favati, Inchiesta sul Dolce Stil Nuovo, Firenze, 1975; S. Orlando, Appunti sul dolce stil novo,
Alessandria, 1987.

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