IL CAVALIERE.

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Testo

IL CAVALIERE: trasformazione del cavaliere nell’immaginario collettivo e nell’ambiente ferrarese.
-PUNTI GENERALI:

Dopo il periodo delle crociate, il cavaliere doveva essere coraggioso, leale e generoso e mettere la sua spada al servizio dei poveri. In Francia, invece, si sviluppò l'idea che il cavaliere dovesse amare e servire una dama in modo idealizzato, secondo un codice formale che si diffuse tra le persone colte anche al di fuori del ceto cavalleresco. Gli estensi avevano sviluppato il culto per le avventure cavalleresche, dove si esaltava un ideale di cortesia e di nobiltà che doveva non solo ispirare la raffinatezza della vita di corte, ma anche sostenere e favorire il rapporto tra il duca e la piccola nobiltà feudale. Si era creato così un “gusto cavalleresco” che presentava caratteri più colti e raffinati rispetto alla tradizione toscana dei cantari dove si inseriva Pulci. L’immagine del cavaliere, nell’immaginario collettivo, si trasforma. Infatti, non è più propenso alla guerra. Non a caso la storia del paladino Orlando diventa più una storia d’amore che di battaglie. Il cavaliere diventa così un’immagine di potere e di divertimento spettacolare, evocando cortesia e virilità. Quindi, oltre ad affascinare il vasto pubblico, influenza anche la cultura umanistica. Infatti, il cavaliere esprime un sostanziale rifiuto della guerra da parte del pensiero umanistico.
-SCHEDA: la guerra rinascimentale e il mito del cavaliere

Due novità caratterizzarono le guerre rinascimentali: la fanteria mercenaria e le armi da fuoco.
Prima la fanteria aveva messo in crisi la cavalleria pesante, poi la diffusione delle armi da fuoco aveva posto fine alla fanteria pesante. Quindi l’arte militare cambiò e di conseguenza ci furono mutamenti nella società e nello Stato. Questo fenomeno segnò la crisi della nobiltà feudale e dell’etica cavalleresca dell’onore e del valore. Nasce un nuovo personaggio che è a figura della guerra rinascimentale: il condottiero. Si tratta di un uomo “nuovo”. Doveva essere munito di coraggio, ambizione e prudenza militare e politica. Un'altra figura di gran successo è il cavaliere, che viene fuori, proprio mentre la cavalleria era in declino. Il cavaliere non è più propenso alla guerra. Il cavaliere diventa così un’immagine di potere e di divertimento spettacolare, evocando cortesia e virilità. Anche al “cortegiano” si riconosce virtù e coraggio militare. Il cortegiano è una riedizione cinquecentesca del cavaliere “cortese”. Influenza, così, anche la cultura umanistica. Infatti, il cavaliere esprime un sostanziale rifiuto della guerra da parte del pensiero umanistico.

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