I turbamenti dell'allievo Torless

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Testo

“I turbamenti dell’allievo Törless”

Vita dell’autore :
Robert Musil nasce a Klagenfurt nel 1880. A parte l’esperienza di tipo militare nel collegio di Eisenstadt, riceve una formazione di tipo scientifico, diplomandosi in ingegneria meccanica a Brno. Lavora al politecnico di Stoccarda come assistente, ed infine si laurea nel 1908. La cultura del tempo ha un grande effetto su questo autore, che, come altri in questo turbolento primo ‘900, vive e sente tutta l’incertezza e il dubbio che la scienza ha fatto nascere nel cuore degli uomini. Tale cultura è contrassegnata da un interscambio di poesia, di scienza empirica e di metafisica. Mach e Boltzmann, e Einstein più avanti, attraverso le proprie teorie contribuiscono a porre in crisi il concetto di sostanza e l’idea stessa di una realtà oggettiva, afferrabile nelle sue leggi permanenti.
Tra le opere principali di Musil ricordiamo ovviamente “I turbamenti dell’allievo Törless” e “L’uomo senza qualità”, che lo scrittore voleva far diventare l’enciclopedia di tutta la realtà del suo tempo. Musil muore nel 1942 a Ginevra.

Personaggi :
Il romanzo racconta le vicende del giovane Törless, ragazzo sensibile e dalle mille sfaccettature, che decide di frequentare un famoso collegio militare lontano da casa. Già da questo elemento possiamo capire la componente autobiografica che Musil inserisce nel libro. Törless è un ragazzo piuttosto difficile, che vede se stesso sempre diverso dalla massa, dalla moltitudine, ed è anche per questo motivo che non riesce ad inserirsi al meglio nell’ambiente collegiale. Qualcuno però con cui avere un rapporto simile all’amicizia c’è, anzi ci sono: Reiting e Beineberg. Queste due figure, che accompagneranno il protagonista fino alla fine del romanzo, meritano un’analisi più approfondita. Il primo è geniale nella sua perversità; ama tessere intrighi, ordire piani audaci e aizzare i compagni gli uni contro gli altri. All’interno della scuola è quasi il padrone, e tutti cercano di essergli alleati. Beineberg è simile a Reiting, ma nel contempo molto diverso: se quest’ultimo vuole affermare la propria supremazia per svago e divertimento, Beineberg cerca di imporsi per le proprie ideologie, prese direttamente dai saggi indiani e dalla cultura di quel paese, trasmesse a lui dal padre. Leggendo il libro, non si può fare a meno di identificare queste due figure con i dittatori che, da lì a qualche decennio, assoggettarono l’Europa. Lo stesso Musil nel 1937 definirà i compagni di Törless “gli attuali dittatori in nucleo”.

Sintesi :
La narrazione nella prima parte del libro è incentrata tutta su Törless, sui suoi pensieri e suoi sui ricordi d’infanzia. La visita alla prostituta Bošena scatena nel ragazzo un turbinio di immagini, sensazioni e paure che egli non vede nell’altro ragazzo, e questo non fa che accentuare il proprio disagio con li altri. Questo susseguirsi di riflessioni, discussioni con Beineberg e osservazioni viene interrotto da un fatto, quello che poi sarà la causa di tutta la vicenda: il furto da parte di un ragazzo, Basini, dei soldi che Beineberg teneva nell’armadietto. Quando i tre compagni scoprono il colpevole, subito per Reiting si spalanca una meravigliosa opportunità: ridurre in schiavitù Basini, ricattandolo con la minaccia di essere denunciato. Questo ovviamente sarebbe letale al ragazzo, che non è di famiglia ricca. Ancora una volta Törless si differenzia dai due, ritenendo che la cosa migliore da fare sia denunciarlo e farlo espellere. L’atteggiamento dei due studenti invece è diverso: vogliono usare Basini per i loro scopi personali; Reiting per scoprire quanto l’uomo può umiliarsi, mentre Beineberg intende fare alcuni esperimenti metafisici su di esso. Törless a questo punto, benché in disaccordo, non riesce ad opporsi alla decisione dei compagni, e per un po’ di tempo la cosa si allontana dalla sua attenzione. Il giovane occupa la mente con osservazioni e speculazioni filosofiche, come quella sui numeri immaginari, che lo porterà perfino a riflettere su Kant. Ad un certo punto però qualcosa muta la situazione che si era creata, e Basini torna sotto gli occhi indagatori di Törless, il quale viene turbato da una strana sensazione. In preda all’angoscia e all’incertezza, il giovane, in piena notte, sveglia Basini. Quest’ultimo era però ben abituato a queste sveglie da parte di Reiting e Beineberg, poiché essi lo sottoponevano a torture di tipo psicologico e sessuale. Törless, indignato da quanto viene a sapere, torna nel proprio letto e si riaddormenta. La sorpresa è però dietro l’angolo, infatti Basini, dopo qualche tempo, si insinua nudo sotto le coperte di Törless, con il quale ha un rapporto sessuale.
Il fatto che il protagonista non abbia abusato di lui con la forza, rassicura il povero Basini, che cerca inutilmente di respingere le angherie di Reiting e Beineberg. A sorpresa Törless non aiuta in alcun modo il malcapitato, se non consigliandogli di denunciare la cosa alla scuola. Ora il polverone è sollevato, e viene addirittura istituita una commissione affinché si faccia chiarezza sui fatti. Quella stessa commissione che interrogherà Törless al ritorno dalla sua fuga dall’istituto e che ne sancirà l’espulsione. Reiting e Beineberg non vengono invece accusati, ma visti come bravi ragazzi che volevano punire un ladro per il suo crimine. La parte meno chiara del libro è sicuramente il discorso finale di Törless, nel quale egli inserisce tutte le proprie riflessioni filosofiche sugli avvenimenti che sono successi in quei giorni, ripercorrendo l’escursus mentale che attraversa tutto il libro.

Commento personale :
Dopo aver letto poche pagine del libro ero molto tentata di accantonarlo ma poi, è facile appassionarsi al personaggio. Capire cosa prova e cosa pensa è un buon incentivo per proseguire con la lettura. Il protagonista è un ragazzo singolare, l’analisi psicologica che si delinea nel corso del libro è molto interessante. L’unico punto del libro che lascia un po’ perplessi è il discorso finale di Törless: tutti quei pensieri confusi sono di difficile interpretazione, lasciando un po’ il lettore con l’amaro in bocca.

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