Materie: | Appunti |
Categoria: | Letteratura |
Voto: | 1.5 (2) |
Download: | 198 |
Data: | 01.12.2000 |
Numero di pagine: | 2 |
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CARMI SCELTI DEL LIBER
CARME 1
• Il carme 1 è la dedica a Cornelio Nepote composta in tono a volte mesto e a volte ironico contenente sia un elogio dell'amico (per la sua sintetica trattazione sulla storia universale e per l'appoggio dato al poeta stesso) sia un'invocazione alla Musa della poesia (non perchè gli dia l'ispirazione ma perchè lo aiuti a mantenere famosa nei secoli questa sua opera);
• Analisi:
* Il liber viene definito un lepidum novum libellum ovvero un libretto grazioso e nuovo riferendosi sia alla novità del tema d'amore sia al lepos (= termine chiave nella poesia neoterica) sia alla brevità dell'opera (in contrapposizione all'opera di Cornelio);
* Nepote viene definito il primo tra gli "italiani" (e quindi dopo i Greci a simbolo di una raggiunta parità letteraria) a riuscire nel difficile intento di sintetizzare in soli tre libri (doctis et laboriosis) la storia universale;
* Breve e conclusiva invocazione alla patrona virgo (la musa dei poeti) affinchè dia un successo duraturo alla sua opera.
CARME 31
• Il carme 31 è un elogio a Sirmione, città particolarmente cara al poeta, nella quale ritorna dopo il faticoso e pericoloso viaggio in Bitinia;
• Analisi:
* Il carme si puo' dividere in tre parti a seconda del diverso tono utilizzato:
1. v.1-6 6 tono esultante per il ritorno a casa (anche i termini libenter, laetum, in tuto si adattano a questo tono); stilisticamente egli usa enjambement (v.2), anafore e allitterazioni (v.4), metonimie (v.5) e ancora allitterazioni (v.6);
2. v. 7-11 v tono idilliaco e melodioso; lessico appartenente a due diversi campi semantici: o alla gioia del ritorno (nostrum) o alla pena del viaggio (curis, onus, labore fessi);
3. v. 12-14 v tono allegro; desiderio di Catullo di personificare Sirmione (venusta Sirmio) e di far partecipare anche la natura (Lydiae undae) alla sua gioia.
CARME 101
• Il carme 101 è dedicato da Catullo al fratello morto e si riferisce a quando egli, nel suo viaggio in Bitinia, si reca a vedere la tomba nella Troade per tributargli l'offerta funebre (inferiae) con la sua poesia.
• Analisi:
* Il 1v. condensa il lungo viaggio del poeta per arrivare in Troade; riprende il 1v. dell'Odissea e a sua volta sarà ripreso da Virgilio nel VI libro dell'Eneide quando l'autore farà pronunciare la stessa frase all'ombra di Anchise nei confronti di Enea sceso negli Inferi per parlare con lui;
* Non c'è possibilità di dialogo tra vivi e morti: quello di Catullo è un lamento funebre (non un epigramma) ridotto a una sola voce;
* Il contesto è quello tradizionale (more parentum) di un rito funebre;
* Il triste munum è il dono con cui si dà il definitivo saluto al defunto (in perpetum, fratel, ave atque vale).