Materie: | Appunti |
Categoria: | Letteratura |
Voto: | 2 (2) |
Download: | 460 |
Data: | 14.10.2005 |
Numero di pagine: | 5 |
Formato di file: | .doc (Microsoft Word) |
Download
Anteprima
giovanni-verga-verismo_2.zip (Dimensione: 6.83 Kb)
trucheck.it_giovanni-verga-e-il-verismo.doc 33.5 Kb
readme.txt 59 Bytes
Testo
POESIA
IL VERISMO
Il Verismo e’ un movimento letterario che si diffonde in Italia negli ultimi decenni
dell’Ottocento e nei primi anni del novecento.
Il termine Verismo deriva dalla parola “vero”:secondo i veristi lo scrittore ha il compito di
riprodurre la realta’ in modo oggettivo e di far emergere la verita’ senza esprimere giudizi ne’
partecipare emotivamente.
Il verismo si colloca in una epoca storica in cui trionfa la borghesia industriale : in questi anni si
fanno grandi scoperte scientifiche, si inventano nuove macchine, come quella a vapore, c’e’ un
continuo progresso della tecnica. E’ anche l’epoca in cui si sviluppa la “questione sociale”: le
masse dei lavoratori prendono coscienza dei loro diritti e delle disuguaglianze sociali e crecano di
lottare contro il capitalismo.
Il Verismo ha le sue radici nel Positivismo e nel Naturalismo.
Il Positivismo , il cui nome deriva dall’aggettivo “positivo”, e’ un movimento filosofico: i
positivisti affermano che la ricerca della verita’ deve essere fatta con il metodo scientifico
sperimentale e rifiutano tutte le idee astratte come ad esempio la religione.
Il Naturalismo e’ una corrente letteraria francese, i cui maggiori autori furono Emile Zola e Guy
de Maupassant: essa ritiene che il romanzo deve essere un documento oggettivo della realta’. Percio
il romanziere deve rappresentare tutti gli aspetti della realta’, anche i piu’ penosi e sgradevoli, nella
maniera piu’ fedele possibile.
I caratteri del Verismo sono:
1) Il regionalismo: gli scrittori veristi analizzano le realta’ sociali tipiche di una regione;
2) Il pessimismo, poiche’ esprimono una concezione pessimista della vita del destino del popolo;
3) L’impersonalita’ perche’ rappresentano la realta’ in modo oggettivo, senza commentarla o interpretarla;
4) Il linguaggio: gli scrittori veristi adottano la lingua nazionale della gente semplice, senza pero’ far ricorso al dialetto.
Il Verismo si sviluppa a Milano, dove si ritrovano intellettuali di regioni diverse. Cosi’ la
Sicilia e’ descritta nelle opere di Giovanni Verga, la Campania nelle opere di Matilde Serao, la
Sardegna nelle opere di Grazia Deledda.
GIOVANNI VERGA
LA VITA:
Giovanni Verga nacque a Catania nel 1840 da una famiglia di piccoli proprietari terrieri. Gia’
tra i sedici ed i diciassette anni scrisse il suo primo romanzo. Nella giovinezza frequenta la facolta’
di giurisprudenza ma senza laurearsi. Partecipa con passione alle vicende della seconda guerra di
indipendenza (1859), arruolandosi nella Guardia Nazionale durante la spedizione dei Mille. Nel
1869 si reca a Firenze dove conosce Luigi Capuana . Successivamente trasferisce la sua residenza a
Milano . Fondamentale per la sua formazione di verista e’ il suo incontro a Parigi con Emile Zola,
uno dei piu’ grandi esponenti del naturalismo. Durante il suo soggiorno a Milano , il centro
culturale piu’ importante di Italia, Verga scrive le sue opere piu’ importanti. Muore a Catania nel
1922.
LE OPERE
Verga, nelle sue opere rappresenta la realta’ sociale della Sicilia negli ultimi decenni
dell’Ottocento: i protagonisti delle sue opere sono i “vinti”, cioe’ coloro che sono destinati ad essere
sconfitti nella lotta per l’esistenza. Egli usa uno stile impersonale, evita, cioe’ di esprimere il suo
personale giudizio mentre narra i fatti. La lingua che usa e’ l’italiano, non il dialetto siciliano
perche’ vuole che le sue opere siano lette in tutta Italia, ma arricchita di termini di origine dialettale,
di modi di parlare del popolo,della gente comune.
Nei romanzi e nelle novelle egli mette in scena la sua concezione pessimistica della vita: per
tutte le creature vivere significa lottare duramente per la vita e solo i piu’ forti sopravvivono,
mentre i piu’ deboli soccombono. Nonostante il principio della impersonalita’, tutte le opere di
Verga sono pervase da una atmosfera di intensa commozione e di pieta’ per i protagonisti, vittime
di un destino crudele.
Tra le opere piu’ importanti ricordiamo:
- “Una peccatrice” e “Storia di una capinera”, due romanzi giovanili;
- “ Nedda”, il primo racconto verista di Verga che narra della tragica vicenda di una donna
che vede morire nella miseria tutti suoi cari.;
- “Vita dei campi” e “Novelle Rusticane”, due raccolte di racconti che narrano la vita di
pescatori, braccianti ed operai;
- “ I Malavoglia”, che narrano le vicende tragiche di una famiglia di pescatori;
- “Mastro Don Gesualdo” in cui si narra la storia di un manovale che riesce ad arricchirsi
diventando via via padrone di molte terre e che fiero della “roba” che ha accumulato ,
attraverso il matrimonio realizza il suo sogno di entrare nel mondo dei nobili, ma alla fine
muore solo ed abbandonato.
ROSSO MALPELO
Il protagonista di questo brano viene chiamato da tutti Malpelo perche’ ha i capelli rossi e
secondo una antica credenza popolare, i capelli rossi erano un segnale esterno di animo cattivo.
Malpelo era maltrattato da tutti nella miniera in cui lavorava: veniva preso a sassate e, a pranzo,
si recava in un angolo per mangiare da solo il suo misero pasto. Il padre era morto lavorando in
quella stessa miniera schiacciato sotto un pilastro e, dopo quel tragico evento, pareva che il ragazzo
fosse diventato ancora piu’ cattivo. Un giorno lo videro graffiarsi la faccia ed urlare ed emettere
bava dalla bocca. Malpelo a volte si sfogava picchiando un asino. Egli fece amicizia con un ragazzo
che si era disarticolato il femore, chiamato per questo da tutti “Ranocchio, ma a volte lo picchiava
molto forte dicendogli di imparare a difendersi. Malpelo raccontava a Ranocchio come veniva
trattato nella miniera : veniva accusato ingiustamente e picchiato piu’ volte e nessuno gli prestava
fiducia.
La domenica Malpelo non si recava a Messa come tutti gli altri, ma andava nei campi a caccia di
lucertole e di altri animali.
In miniera , Malpelo racconto’ a Ranocchio della morte del padre e lo porto’ a vedere il triste
luogo. Quando il corpo senza vita del padre fu ritrovato, non lo fecero vedere al ragazzo e la madre
gli fece indossare i suoi abiti , accomodandoli secondo la sua taglia.
Un giorno Malpelo fece notare a Ranocchio come i cani stessero stessero spolpando un asino
che si trovava morto in fondo ad un burrone da qualche temo. Disse di essere trattato
allo stesso modo dal suo padrone, che lo allontanava nei posti piu’ lontani perche’ era Malpelo e
malvisto e da tutti.
Un giorno Ranocchio si ammalo’ e fu portato fuori dalla miniera su un asino. Quando Malpelo
provo’ a caricarlo sulle sue spalle, del sangue usci’ dalla bocca: era un segno di tubercolosi.
Ranocchio stette sempre piu’ male sino a quando mori’.
A Malpelo non rimase piu’ nessun amico, rimase solo. La madre si era risposata e si era
trasferita con la sorella.
Un giorno, nella miniera, si doveva esplorare un passaggio pericoloso, che nessuno voleva
percorrere. Fu mandato Malpelo e non fu piu’ ritrovato.