Materie: | Appunti |
Categoria: | Letteratura |
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Data: | 28.05.2001 |
Numero di pagine: | 4 |
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GIOVANNI PASCOLI
Nacque a S. Mauro di Romagna nel 1855. L’evento più significativo della sua infanzia fu l’assassinio del padre (10 Agosto) per motivi di interesse economico. La perdita del padre fu per lui un grave trauma ⇔ acuta sfiducia nei confronti della storia (intesa come istituzioni, strutture della società), perché non furono mai trovati gli assassini. Pascoli alimenta una sfiducia nei confronti della giustizia umana. Si attacca moltissimo ai famigliari: madre, due sorelle, un fratello. La famiglia viene però attraversata di nuovo da lutti: muoiono la madre e il fratello. Pascoli vive con le due sorelle e cerca di ricostruire il nido famigliare con loro (Ida e Mariù). Il nido assume una connotazione di morbosità, esasperazione. Questo legame viscerale con le sorelle impedì a Pascoli di formarsi una famiglia propria → lo spinse a condannare, a ostacolare l’uscita dal nido di Ida. Il matrimonio di Ida provocò una lacerazione in Pascoli→ sentiva sfasciarsi il nido. Condusse una vita gretta, tra scuola, impegni letterari e famiglia.
Un altro fatto importante della sua vita fu l’arresto subito dal giovane Pascoli a Bologna durante manifestazioni anarchiche a cui aveva aderito. Erano anni caldi→ ideali dell’anarchico italiano A. Costa. L’anarchia era un movimenta estremo0 di sinistra. Pascoli si era lasciato illudere dalla militanza politica, ma passa dei mesi in prigione. Questo aggravò la sua sfiducia nei confronti della storia→ ebbe un atteggiamento di distanza e di timore verso le istituzioni umane. Condusse una vita modesta, cercò di tradurre le pulsioni emotive che provava nel contesto familiare→ senso di lutto.
POETICA
La poetica di Pascoli si ritrova in uno scritto del 1897 “Il fanciullino”, uscito sulla rivista “Il Marzocco”. Pascoli prende ispirazione da un dialogo di Platone→ “IL FEDONE”, dove Platone racconta di Socrate morente nel momento in cui parla dell’immortalità dell’anima per consolare i discepoli al suo capezzale→ Socrate però vede Cebes che piange e gli dice di non farlo perché l’anima è immortale→ Cebes: “E’ il fanciullino che c’è in me che piange”.
Pascoli elabora il concetto della voce ingenua, spontanea, irrazionale, che ci fa aver irrazionalmente paura del buio, che ci fa parlare coi sassi, con le nuvole, che ci fa vedere e sentire altre cose. IL FANCIULLINO DIVENTA IL SIMBOLO DELLA POESIA, di una poesia che non è mai canale di ideologia me solo sfogo lirico, sfogo del fanciullino che non si lascia imbrigliare dalla ragione. Poesia=intuizione→ Pascoli applica il concetto di poesia come puro processo analogico, non come struttura razionale, ma come poesia fatta di illuminazioni (intuizionismo di Bergson).
OPERE
1891→ MYRICAE→ il titolo nasce da un verso virgiliano→ nella quarta egloga all’inizio: “non a tutti piacciono gli arbusti e le umili tamerici” (arbusti+tamerici⇔poesia semplice, alla portata di tutti). Virgilio inizia così l’egloga in cui dichiara di voler elevare il tono trattando ar5gomenti alti. Tamerici=myricae→ Pascoli dimostra la volontà di scrivere di argomenti soggettivi, secondari rispetto alla grande poesia ufficiale (identificata con Carducci→ poeta vate che canta le glorie dell’Italia crispina). Pascoli parla della natura, scrive poemetti campestri, paesaggistici. Si riscontra la presenza del tema del dolore che Pascoli lega alla tragedia famigliare e alla visione dolorosa dell’esistenza.
Altre 3 raccolte: “Primi poemetti”, “Canti di Castelvecchio”, “Nuovi poemetti”→ poesie che ricalcano quelle di “Myricae”→ dolore che si carica dell’angoscia che prodotta dal mistero che circonda l’uomo→ dolore che diventa esistenziale, più collettiva. Questo dolore si aggiunge a quello personale. Si precisa la poetica di Pascoli→ tema del nido e tema della siepe.
“Poemi conviviali”→ poemetti pubblicati sulla rivista “Il convivio”. Vengono rappresentati dei personaggi, degli avvenimenti mitici-storici interpretati dalla sensibilità di Pascoli→ “Alexandros”→ Alessandro Magno che dopo aver conquistato territori che non si conoscevano è costretto a tornare indietro→ realtà sempre inferiore al desiderio, sete di conoscenza frustrata dalla realtà. “L’ultimo viaggio”→ viaggio di Ulisse→ tema del mistero impenetrabile→ costretto a rinunciare a conoscere.
“I carmina”→ poesie latine per concorso di Amsterdam (che vince)→ ricostruisce situazioni interiori con una patina d’antico→ 7 “Poemata christiana”→ poemi in cui Pascoli affronta il pericolo del passaggio dal paganesimo al cristianesimo→ crea dei personaggi che incarnano incertezze, paure, entusiasmi→ “Tallusa”→ schiava cristiana che perde il suo bambino e si lega affettivamente in modo morboso al figlio della padrona→ padrona infastidita la caccia di casa→ cristianesimo è la consolazione di tutte le pene che l’uomo deve sopportare→ ATTENZIONE DI PASCOLI VERSO LA SOFFERENZE PERSONALI E I PERIODI DI PASSAGGIO.
Ultimo Pascoli→ “Odi e Inni”, “Le canzoni di re Enzo”, “Poemi italici”, “Poemi del Risorgimento”. Pascoli della involuzione, poeta-vate, si contraddice, socialismo patriottico, Pascoli dell’oratoria→ discorso per la conquista della Libia (Giolitti)→ “La grande proletaria s’è mossa” 1911→ ideologia nazionalista che comunque conserva connotati pascoliani→ Italia=nido gigantesco che per necessità di sopravvivenza è costretto all’aggressività→ no esaltazione della guerra fine a se stessa→ imperialismo inserito in una poetica sempre di giustizia sociale.
POETA DELLA COMPRESENZA
Troviamo diverse contraddizioni
• Compresenza di due lingue apparentemente molto distanti tra loro: italiano e latino+
• Verista e simbolista: verista→ usa termini specifici, le cose devono parlare con la loro
lingua
simbolista→ non si ferma mai all’oggetto e all’immagine in sé. Se descrive qualcosa ricerca e ritrova la sua condizione interiore. Il vero simbolista francese annulla l’oggetto per il suo simbolo, per Pascoli non è così, non sa cosa vuole rappresentare: c’è un mistero che incute paura ma non ha la sensazione forte di ciò che sta dietro la natura.
• Scrutatore dell’infinitamente piccolo e grande
Atteggiamento analogico nei confronti della natura
• Dal punto di vista ideologico: sensibilità socialista→ poveri maltrattati, sentimento di
pietà e solidarietà, socialismo umanistico, ma no volontà sistematica
sensibilità nazionalista→ legato ad uno spirito di fratellanza, testimonianza di unità
FONOSIMBOLISMO
La massa fonica delle parole ha una forza evocatrice che supera il valore del significato delle parole
stesse. Da più rilievo alla sonorità che al significato. Voci onomatopeiche, allitterazioni, reti
foniche, richiami, rime. Analogia→ creare relazioni intuitive tra gli elementi della realtà. Poesia frammentaria, analogica→ molti incisi, parentesi, segni di punteggiatura in mezzo al verso→ poesia fatta di flash in relazione analogica, di illumnazioni.
cerco "la spesa pubblica per la tutela dell'ambiente" per esame di ragioneria. Grazie!