Materie: | Appunti |
Categoria: | Letteratura |
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Data: | 22.05.2006 |
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Friederich Schiller
Poesia Ingenua e Poesia Sentimentale
Il saggio sulla poesia ingenua e sentimentale, pubblicato da Schiller nel 1800, ebbe un’influenza decisiva nell’elaborazione delle teorie romantiche in Germania. La distinzione tra “poesia ingenua” e “poesia sentimentale”, che coincide in gran parte con “poesia degli antichi” e “poesia dei moderni”, dava una base sistematica e filosofica a un confronto che sarà poi alla base delle idee divulgative in tutta Europa da August Wilhelm von Schlegel e da M.me de Staël.
Alla base del discorso di Schiller c’è l’opposizione tra due stadi dell’evoluzione umana, la natura e la cultura. La prima si configura come spontaneità, pienezza di vita tutta risolta nella fisicità delle esperienze e delle sensazioni; la seconda è caratterizzata dalla perdita di questa unità originaria: l’umanità civilizzata si è separata dalla natura e la sente come aspirazione, come felicità perduta. L’infinità del sentimento è interpretata come la tensione verso un ideale infinitamente distante.
A queste due condizioni storiche corrispondono due generi poetici: l’”ingenuo”, tipico degli antichi Greci, espressione diretta dell’unità tra l’uomo e la natura, e il “sentimentale”, proprio dei moderni, che esprime la perdita e il bisogno inappagato della natura. I due generi possono essere paragonati sul piano del valore poetico, ma il secondo è caratterizzato da una maggiore profondità e complessità. Con queste distinzioni Schiller dava una base teorica all’esigenza di riconoscere il valore di una poesia moderna che si era liberata dai canoni tradizionali di imitazioni dei classici; di qui la grande importanza di questo saggio per le successive teorizzazioni dei romantici