Materie: | Appunti |
Categoria: | Letteratura |
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FRANCESCO PETRARCA
Francesco Petrarca nacque nel 1304 ad Arezzo, dove si era recato in esilio con la famiglia, bandita da Firenze per motivi politici: il padre era, infatti, guelfo bianco, come Dante, di cui era amico; da lì, si trasferì poi con la famiglia in Francia a Carpentras, vicino ad Avignone, dove papa Clemente V aveva trasferito la corte papale nel 1309.
Nella chiesa di Avignone conobbe, il 6 aprile del 1327, Laura, di cui non si sa nulla di certo, se non che è una delle fondamentali fonti d’ispirazione poetica dello scrittore.
Nel 1330 fu assunto al servizio del cardinale Giovanni Colonna, per cui compì numerosi viaggi in tutta Europa, coltivando incessantemente lo studio dei classici latini (soprattutto Cicerone, Virgilio e Livio) e i padri della Chiesa, in particolare Sant’Agostino.
Nel 1337 fu per la prima volta a Roma, centro della classicità da lui ammirata. Tornato ad Avignone, si ritiro nella vicina Valchiusa.
Le sue opere, soprattutto il poemetto latino Africa gli diedero notevole fama, tanto che il poeta fu proposto per l’incoronazione poetica contemporaneamente da Parigi e da Roma, cui diede la preferenza; fu incoronato in Campidoglio l’8 aprile del 1341.
Successivamente, altri viaggi interruppero il suo soggiorno a Valchiusa: a Verona, dove scoprì importanti testi di Cicerone, e a Roma, nel 1347, attratto dal tentativo di riforma politica attuato da Cola di Rienzo (1313-1354), poi fallito. Dopo aver appreso a Parma che Laura era morta di peste nel 1348, continuò a viaggiare per tutta l’Italia: dal 1353 al 1361 soggiornò a Milano, alla corte dei Visconti, ottenendone incarichi diplomatici, fu poi a Padova e a Venezia e infine si stabilì sui colli Euganei, ad Arquà, dove rimase fino alla morte, avvenuta nel 1374.
Petrarca fu un grande ammiratore della cultura latina, cui si dedicò con impegno costante, visitando numerose biblioteche in tutta Europa alla ricerca di testi, scoprendo fra l’altro importanti opere di Cicerone: due orazioni e le Epistole ad Attico. Per questa attività di infaticabile ricercatore di testi, Petrarca può considerarsi l’anticipatore dell’Umanesimo. La maggior parte delle sue opere è in lingua latina: il poema Africa (iniziato nel 1338-39); La vita solitaria (De vita solitaria, 1346);
L’ozio religioso (De otio religioso, 1347); una folta raccolta di lettere, divisa in Famigliari (Rerum familiarum, composte tra il 1325 e il 1366) e Senili (Rerum senilium, composte tra il 1361 e il 1374); infine il Segreto (Secretum, 1342-43), immaginario colloquio del poeta con Sant’Agostino. La fama di Petrarca è legata però alla sua attività poetica in lingua volgare: in primo luogo il Canzoniere (Rerum vulgaria fragmenta), cui si dedicò dal 1355 alla morte, allestendone varie redazioni; infine i Trionfi (Triumphi), poema in terzine, iniziato prima del 1340 e concluso nel 1374.