Materie: | Appunti |
Categoria: | Letteratura |
Download: | 348 |
Data: | 05.09.2001 |
Numero di pagine: | 4 |
Formato di file: | .doc (Microsoft Word) |
Download
Anteprima
decadentismo_23.zip (Dimensione: 7.05 Kb)
trucheck.it_decadentismo.doc 30 Kb
readme.txt 59 Bytes
Testo
DECADENTISMO
LA GENESI DEL DECANDENTISMO
Genesi filosofica
Il decadentismo sorge come reazione alla crisi del Positivismo e del pensiero scientifico. Verso la fine dell' '800, filosofi, matematici e scienziati (Le Roy, Poincarè, Mach,ecc.) misero in evidenza i limiti del Positivismo e della scienza stessa, alla quale si riconosceva solo il carattere pratico di classificare e spiegare i fenomeni naturali negando ogni carattere assoluto e definitivo alle sue conoscenze. Questi limiti saranno resi ancora più evidenti dalla teoria della relatività di Einstein e dalla nuova fisica, che in contrasto con la fisica classica di Galilei e Newton, fondata sull'ordine meccanico della natura e sulla prevedibilità dei fenomeni diventa una disciplina probabilistica che ammette l’indeterminatezza, l’imprevedibilità e la relatività dei fenomeni, perché essi dipendono dal luogo in cui viviamo, dalla velocità e dalla direzione del movimento. Ne derivarono la sfiducia nel Positivismo e nella ragione ed il sorgere di nuove correnti spiritualistiche ed irrazionalistiche, come le filosofie esistenzialistiche (Kierkegaerd, Heidegger - filosofi tedeschi) , il contingentismo di Boutroux, l’intuizionismo di Bergson, l’immanentismo di Blondel, il pragmatismo di James, il neoidealismo di benedetto Croce e Gentile, ecc. La psicanalisi, infine, la nuova scienza fondata dall'austriaco Sigmund Freud (1856-1939), secondo la quale certe nostre azioni non sono autonome e razionali, ma l'effetto di incoercibili impulsi interiori, che ignoriamo perché sfuggono alla nostra coscienza.
La crisi dei valori tradizionali
La sfiducia nella ragione, determinò nel campo morale la crisi dei valori tradizionali generando insicurezza, scetticismo, e quel senso di angoscia esistenziale che, presente in tutte le civiltà, era stata lenita e consolata dalla fede in Dio. Ma, perdutasi ormai la fede religiosa per effetto delle negazioni positivistiche, la nuova angoscia fu senza lenimento e senza contorto e si tradusse spesso nella maledizione dell’esistenza stessa: essa appare senza scopo e senza significati, dominati dalla noia, dal senso del mistero e persino dal desiderio dell’ambientamento e dall’auto distruzione. Per gli spiriti fragili, incapaci di padroneggiare i propri sentimenti, lo sbocco di questa angoscia fu una fuga dalla realtà, attuata in vari modi: con i disordini morali, sgretolatezze dei sensi, i paradisi artificiali della droga; con tutte quelle manifestazioni di vita cha hanno qualcosa di eccentrico, insano, irrazionale. Ma per gli spiriti forti e generosi, lo sbocco dell’angoscia fu l’accettazione virile ed operosa della realtà ed il riconoscimento di un valore positivo dell’esistenza nell’impegno per la costruzione di un mondo migliore, impegno che si svolse o nella direzione dell’umanesimo liberale e democratico fondato sul rispetto dei diritti umani e civili, ed è prevalente nel mondo occidentale, o nella direzione dell’umanesimo marxista che dominò per tanti anni nei Paesi dell’Est europeo. L'umanesimo liberale e democratico oggi sembra destinato a diffondersi in tutti i Paesi civili, dopo che l'umanesimo marxista, in seguito ai pacifici rivolgimenti del 1989 e alla caduta del muro di Berlino, ha chiuso la sua esperienza storica, riconoscendo il proprio fallimento economico e sociale.
LA POETICA
La funzione della poesia
La poetica del Decadentismo è strettamente connessa con la visione della vita intesa come mistero: la poesia infatti è concepita come strumento di conoscenza del mistero che ci avvolge. Dopo il fallimento della filosofia, rivelatasi incapace di dare una qualunque certezza, e della scienza, incapace di mantenere le sue promesse di liberazione dell'uomo; in un mondo ormai senza luce di provvidenza e di razionalità, privo di certezze e di valori oggettivi, la poesia resta l'unico tramite che ci possa mettere in comunicazione con l’ignoto, con l’inconscio e con l’assoluto.
Essa assume pertanto una funzione conoscitiva diversa da quella assegnatale dalle poetiche precedenti: non è più espressione di lirismo sentimentale ma è illuminazione e rivelazione dell’ignoto, dell’inconscio, e dell’assoluto.
Il poeta come
Ciò comporta una nuova concezione del poeta ed una totale rivoluzione delle forme. Il poeta non è più il maestro di umanità e di equilibrio, come era considerato nell’antichità classica, né l’apostolo delle verità cristiane, com’era valutato dalla poetica medievale, né il celebratore della bellezza e dell’armonia, come nel Rinascimento, né il divulgatore della scienza, come era considerato dall’Illuminismo, né il vate, ossia la guida del popolo e cantore dei più nobili ideali umani, come nel Romanticismo: il decadentismo vede nel poeta il , cioè l’esploratore del mistero, dell’inconscio e dell’assoluto a cui perviene per improvvise folgorazioni e intuizioni, scoprendo , perché in tutto c'è il TUTTO, ossia l’assoluto. «E in tal modo – dice il Flora - il Dio perduto vive come una memoria e un desiderio». Poiché la sua funzione è di illuminare e svelare l’ignoto, il poeta-veggente, invece di fare della poesia una specie di dialogo con gli altri, la riduce ad un monologo, ad una rassegna delle sue raffinatissime sensazioni, avvalendosi spesso di un linguaggio oscuro, che solo spiriti affini, capaci di percepire le stesse raffinate sensazioni, possono comprendere.
La delle forme
Il Decadentismo rifiuta inoltre le forme metriche, chiuse, rigide, i versi e strofe tradizionali, retti da norme precise di accenti e di strutture, e preferisce le forme aperte, ossia le strofe e i versi liberi, perché la poesia, essendo illuminazione e rivelazione del mistero, deve essere immune da ogni interferenza razionale ed esterna. Al ritmo cadenzato, orecchiabile, della metrica tradizionale, si sostituisce un ritmo interno, fatto di pause sapienti, fondato sul potere evocativo della parola, ricercata non tanto per il suo significato logico-discorsivo, quanto per la sua suggestione musicale, perciò la poesia decadente è poesia di sensazioni, è « pura atmosfera musicale».
I TEMI
Varietà e complessità
Il tema di fondo della poesia decadente è l’angoscia esistenziale, un’angoscia amara, senza consolazione e speranza, perché non sorretta da nessuna fede. Fra gli altri temi: il senso del mistero che ci avvolge, la ricerca dell’ignoto, il senso della solitudine, la noia, l’analisi delle proprie sensazioni, il senso del disfacimento e della morte, la confusione tra l’arte e la vita, l’amore e le perversioni dei sensi, l’universale corrispondenza e analogia delle cose, l’estasi panica, alla quale si perviene attraverso l’immedesimazione con la natura, la mescolanza di motivi religiosi e sensuali. E’ ancora da rilevare il rifiuto da parte dei poeti decadenti di quella funzione sociale della poesia, intesa come mezzo di conforto e d’elevazione spirituale che era propria del Romanticismo. La poesia dei decadenti, in conclusione, non è di tipo dantesco, attiva e oratoria, piuttosto è di tipo petrarchesco, egocentrica ed aristocratica, schiva del volgo ed estranea a qualsiasi ispirazione sociale.