Dante e Foscolo

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Categoria:Letteratura

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Dante e Foscolo
Un paragone tra due grandi poeti

Dante non solo è il più gran poeta del Medioevo ma è anche uno dei più grandi poeti di tutti i tempi, sia per l’altezza della sua poesia, sia per il vigore e la ricchezza della sua personalità.
La caratteristica fondamentale riguardante la personalità di Dante è l’estrema coerenza tra pensiero ed azione che, se fece di lui un uomo politico ingenuo ed incapace di doppiezze e compromessi, ne fece tuttavia un modello di dedizione assoluta ai propri ideali, per i quali sacrificò tutto, anche gli affetti più cari. La coerenza tra pensiero ed azione fece sì che, in Dante, letteratura e vita fossero così strettamente congiunte che l’una non si può comprendere senza l’altra. La Divina Commedia, per esempio, si può anche considerare, come è stato detto, un’autobiografia, perché in essa il poeta si rivela tutto intero con i suoi ideali, le sue passioni ardenti, i suoi dolori, le sue speranze. Il clima di libertà della civiltà comunale favorì questo legame tra letteratura e vita e stimolò l’impegno civile di chi, come Dante, si sentiva parte integrante della società e concepiva la cultura come strumento di battaglia per il rinnovamento sociale e la difesa dei più alti ideali umani.
Oltre alla vastità degli interessi culturali e alla mirabile coerenza tra pensiero ed azione, un’altra caratteristica della personalità di Dante è la straordinaria forza d’animo. Venti anni di esilio, con tutto il seguito do dolori, umiliazioni, privazioni e mortificazioni, non solo non riuscirono a scalfire la sua forza, ma rafforzarono ancora di più la sua fede negli ideali religiosi, politici e morali per i quali combatteva e soffriva. Medievale è la sua profonda fede religiosa, che egli non solo non accettò senza discutere, ma si sforzò di conciliare con la ragione. Medievale, inoltre, è la sua cultura che è saldamente ancorata alla filosofia. Medievali, infine, sono le idee sociali e politiche di Dante. Tuttavia, anche se il suo pensiero è ancora tutto medievale, esso contiene due intuizioni di gran valore, che fanno di lui il precursore dei nostri tempi. La prima è il riconoscimento dei valori terreni, la seconda è il riconoscimento del valore della libertà che viene da lui definita come il massimo dono conferito da Dio all’uomo. Dante considera la libertà politica, la libertà, in pratica, dalla tirannide, come un mezzo necessario per conseguire la libertà morale, che è la libertà dal peccato, siccome questo perverte gli animi e li mortifica privandoli di ogni slancio ideale. Egli è talmente convinto di ciò che arriva a giustificare, lui cristiano e cattolico, perfino il suicidio, considerandolo un nobile gesto di protesta, una testimonianza di amore verso la libertà, un incitamento ai popoli a lottare per essa. Per questo cita l’esempio di Catone il quale, per accedere al mondo dell’amore della libertà, volle dimostrare quanto essa valesse, allorché preferì morire libero che rimanere in vita senza libertà.
La modernità di questo concetto fu colta anche dal Foscolo quando, pose proprio i versi danteschi come sottotitolo al suo romanzo giovanile, le ultime lettere di Jacopo Ortis. In Jacopo troviamo riflessa tutta la personalità del Foscolo, che continuò ad essere appassionato e fervido come il suo eroe per tutto il resto della sua vita. Il Foscolo, come si è detto precedentemente, risentì molto dell’influenza di Dante. I versi da lui presi, infatti, evidenziano la vera natura del suicidio di Ortis. Esso non è negazione della vita, ma è affermazione e bisogno di libertà, denuncia di oppressione e protesta contro la società ed il destino. Nel campo letterario, il Romanticismo rifiuta l’accademismo del Classicismo, il concetto della poesia e dell’arte come imitazione ed introduce il concetto della poesia e dell’arte come originalità

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