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Categoria: | Letteratura |
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CARLO GOLDONI
1707 (25 febbraio): Goldoni nacque a Venezia da una famiglia borghese. Ebbe un’educazione disordinata: studiò grammatica e retorica dai gesuiti a Perugina, poi filosofia a Rimini presso i domenicani, infine giurisprudenza nel collegio Ghislieri di Pavia.
1725: venne espulso dal collegio dopo aver scritto Il Colosso, una satira pungente sulle ragazzi di città.
1728: trovò impiego a Chioggia come aggiunto del coadiutore della Cancelleria criminale.
1729: divenne cancelliere a Feltre dove continuò a coltivare i suoi interessi teatrali; nacquero così Il buon padre e La cantatrice.
1731: morì il padre e dovette farsi carico della famiglia.
1732: dopo essersi laureato a Padova e dopo aver intrapreso la carriera di avvocato, Goldoni dovette abbandonare la città per liberarsi di un impegno matrimoniale e andò a Milano.
1734: dopo l’incontro con Giuseppe Imer (capocomico legato al teatro veneziano di San Samuele), decise di far ritorno a Venezia dedicandosi alla composizione di intermezzi, tragicommedie e melodrammi per il San Samuele.
1736: si sposò con una diciannovenne Nicoletta Connio.
Tra il 1737 e il 1741: Goldoni diresse il teatro d’opera veneziano di San Giovanni Grisostomo del Grimani, componendo tragicommedie e libretti melodrammatici. Nel frattempo, con la sua commedia Momolo cortesan, inaugurò la sua riforma del teatro, rinunciando alla tecnica dell’improvvisazione in uno nella Commedia dell’arte.
1743: produsse la sua prima commedia scritta per intero, La donna di garbo. Dovette poi lasciare la città per i molti debiti contratti.
1748: Goldoni tornò a Venezia come drammaturgo (e non più come avvocato). Portò avanti la sua riforma ed ebbe come rivale l’abate Pietro Chiari.
Goldoni lavorò per il teatro San Luca 10 anni. I primi 6 anni furono i peggiori della sua vita a causa di varie malattie e difficoltà. Gli ultimi 4 furono più sereni.
1761: gli arrivò un invito da Parigi a dirigere la Comédie Italienne ed accettò.
Dal 1783 al 1786: compose un’autobiografia, i Mémoires, dedicandola a Luigi XVI.
1793 (7 febbraio): povero e malato morì.
PRODUZIONE LETTERARIA
Riforma del teatro: prima c’erano maschere fisse nel teatro (canovaccio o scenario), cioè c’erano sempre gli stessi personaggi (cavaliere, prostituta…), si recitava a soggetto, cioè ognuno recitava la propria parte potendo improvvisare; ora invece ci sono tantissimi personaggi che rispecchiano la vita, la parte viene scritta e viene recitata uguale al testo.
Goldoni mira a una rappresentazione realistica delle vicende quotidiane.
Sceglie con cura gli attori DOPO aver scritto il testo. E’ necessario che si descriva la psicologia dei personaggi se un attore deve recitare una parte.
In Goldoni c’è la sottolineatura del parassitismo della classe nobiliare (fannullone, perditempo, parassita).
La classe nobiliare era decaduta ma i valori della classe borghese erano i soldi, quindi Goldoni perde interesse nella classe sociale borghese.
OPERE
Goldoni scrisse 115 commedie, 18 tragicommedie, 55 melodrammi giocosi, 15 intermezzi e 6 melodrammi seri, oltre ai vari testi poetici, un’autobiografia e un epistolario. Ci sono 5 fasi in cui si può distinguere la produzione letteraria.
1° FASE: Arriva fino al 1748 e comprende soprattutto intermezzi, tragicommedie in versi e melodrammi; le opere più importanti sono le commedie, Momolo cortesan, L’uomo di mondo, La donna di garbo, in cui Goldoni comincia la riforma del teatro.
In seguito scrisse Momolo sulla Brenta, Il prodigo, Il mercante fallito, La bancarotta, Il servitore di due patroni, Il figlio d’Arlecchino perduto e ritrovato, Tonin Bellagrazia, Il frappatore e I due gemelli veneziani.
Fece opere dopo la rifoma: L’uomo prudente, La vedova scaltra, La putta onorata, La buona moglie.
2° FASE: In questa fase scrisse 16 opere promesse per il 1751, la cui prima fu Il teatro comico. Scrisse poi la Prefazione alla prima raccolta delle commedie (dove la riforma appare pienamente). Delle commedie nuove fanno parte: Le femmine puntigliose, La bottega del caffè, Il bugiardo, I pettegolezzi delle donne, La Pamela, Il Molière (prima commedia scritta in versi martelliani), La castalda, L’amante militare, Il feudatario, La serva amorosa, La figlia obbediente e La locandiera. In questo periodo scrisse alcuni dei suoi più felici drammi giocosi, tra i quali: L’Arcadia in Brenta, Arcifanfano re de’ matti, Il mondo della luna, Il mondo alla rovescia, tutti musicati da Baldassarre.
3° FASE: 1753/1759. In questo periodo nascono le cosiddette “esotiche”, tragicommedie e commedie dagli apparati scenici macchinosi e da troppi intrecci: fra le tragicommedie ci sono La sposa persiana, Arcana in Julfa, Arcana in Ispana; tra le commedie Il filosofo inglese e Il medico olandese; tra le autobiografie il Terenzio e il Torquato Tasso. In questo periodo scrisse anche Il campanello in veneziano.
4° FASE: 1759/1762. Apre questo periodo Gl’innamorati. Scrisse poi Rusteghi, Le smanie per la villeggiatura, Le avventure della villeggiatura, Il ritorno dalla villeggiatura, Sor Todero brontolon, le Baruffe chiozzotte (una riscoperta del popolo).
5° FASE: 1762/1793. La sua produzione per la Comédie Italienne si riduce solo a scenari in francese: Gli amori di Zelinda e Lindoro, La gelosia di Lindoro, Le inquietudini di Zelinda, Gli amanti timidi, Il ventaglio, Chi la fa l’aspetta (ultima opera in dialetto). L’ultima opera di Goldoni è l’autobiografia in francese, i Mémories.
Con particolare duttilità, Goldoni modula la propria lingua a seconda dell’ambiente sociale rappresentato: il suo italiano ricco di elementi dialettali veneziani, è quello del mondo borghese; il suo veneziano passa dalla piccola borghesia al ceto mercantile.