Lirica trobadorica - provenzale

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Testo

Il percorso della lirica
Lirica: tipo di poesia in cui il poeta parla di sé stesso.
La Lirica trobadorico - provenzale
Contesto storico culturale
Durante l'alto medioevo, depositaria della cultura era le Chiesa, e la figura del chierico sviluppava una produzione esclusivamente in latino.
Con lo sviluppo delle lingue volgari, un nuovo gruppo sociale, i Cavalieri, coscienti della propria rilevanza sociale e desiderosi di comunicare i propri ideali, valori e visione del mondo, diffusero una produzione in lingua volgare, destinata a chiunque fosse desideroso di cultura.
In Francia questo tipo di lirica cominciò ad affermarsi nel XI secolo, grazie all'aumentare progressivo dell'importanza dei Cavalieri; infatti l'affermata società feudale, per rispondere al continuo stato di conflittualità necessitava di professionisti a cavallo esperti nell'uso delle armi e nell'arte della guerra, i quali in cambio dei propri servigi ricevevano terre, denaro e privilegi.
Questi combattenti a pagamento o appartenevano alla nobiltà minore (cadetti, cioè figli non primogeniti) o erano di umili origini che inizialmente facevano parte del seguito di un signore.
Col passare degli anni si affermarono sempre più come una vera e propria classe sociale, fino a diventare nel XII secolo una casta chiusa.
Gli ideali cavallereschi e le Canzoni di gesta
La Cavalleria volle col tempo cominciare a dare di sé un immagine idealizzata ed eroica, e i valori su cui ufficialmente basarono questa idealizzazione furono: prodezza, sete di gloria, onore, fedeltà e lealtà.
Su questi valori vi fu però l'intervento della Chiesa che cercò di orientarli in senso Cristiano, in modo che lo scopo della cavalleria diventasse quello di difendere gli indifesi e soprattutto di combattere in difesa della religione e per la diffusione della stessa, in particolare contro i nemici interni, cioè gli eretici, e contro i nemici esterni cioè i musulmani.
Questi ideali cominciarono a comparire sulle "Canzoni di gesta"
Questo genere di produzione in volgare si diffuse principalmente nella Francia del Nord (lingua D'Oil), e celebrava le imprese militari del passato in modo leggendario, rivisitate in chiave cristiana.

La Cortesia
Durante il XII secolo i valori cavallereschi si raffinarono e ingentilirono, con l'affermazione di ideali cortesi, i quali furono elaborati all'interno delle corti feudali, in particolare quelle della Francia del Sud, dove i grandi signori erano in perenne competizione tra loro e con il sovrano stesso.
Il Castello divenne un microcosmo dove si elaborarono riti e codici di comportamento che facevano leva su valori laici:
_ Liberalità o larghezza: disinteresse ai beni materiali unita alla capacità e volontà di donare;
_ Magnanimità: grandezza d'animo nel compiere azioni importanti;
_ Senso della misura: volontà di rifuggire gli eccessi;
_ Culto dell'eleganza e della raffinatezza: fasto manifestato nelle conversazioni, nei gesti, nell'abbigliamento, ecc.
Questo insieme di principi e norme andò a formare quella che venne definita Cortesia, che si andò a contrapporre alla villania, ovvero i comportamenti dei villani, i contadini che vivevano nelle campagne: rozzi, volgari, meschini e piccoli d'animo.
Vi fu anche un trasformazione del concetto di nobiltà che non si considerò più determinato dal sangue, ma dalle virtù interiori e dalla nobiltà d'animo.
L'affermazione e diffusione della Cortesia, provocò la nascita di una nuova valorizzazione della Donna, la castellana divenne il fulcro della vita a corte, come espressione materiale di questi ideali e loro ispiratrice.
Nacque così una nuova concezione dell'Amore, definito Amore Fino, inteso unicamente come amore adultero, caratterizzato da forti componenti sensuali e fisiche, il quale aveva il potere di ingenerare nell'uomo un processo di nobilitazione interiore e raffinamento morale, ma che doveva rimanere perennemente inappagato perché il suo sfogo avrebbe posto fine all'amore stesso e a questo processo.
Di pari passo si sviluppò di conseguenza un culto della donna come essere irraggiungibile e impareggiabile, dotato di ogni virtù e a volte rappresentato con elementi o qualità divine dall'amante che a lei si sottometteva completamente.
Questo tipo di amore era però precluso ai villani, perché il loro animo non era nobile e aderente agli ideali cortesi.
L'amore Fino era apportatore di gioia, ebbrezza, pienezza vitale, ma doveva essere fine a se stesso; infatti la donna amata poteva anche essere lontana o essere stata vista una sola volta.
In oltre il nome della donna doveva essere celato allo scopo di proteggerla, e per questo veniva sostituito con un nome fittizio.
Questa passione era però considerata dominante e totalizzante, portando l'amante a provare grandi sensi di colpa, perciò entrò in contrasto con i valori cristiani, ragione per cui la Chiesa condannò l'Amore Fino.
La lirica trobadorica - provenzale
Il tema dell'Amor Cortesa era dominante nella Lirica trobadorica (in lingua D'oc) che fiorì tra la fine del XI secolo e il XII secolo nella Francia meridionale, e la cui diffusione avvenne grazie a giullari e poeti, detti Trovatori (trobar: comporre poesie) che recitavano a memoria queste poesie accompagnandosi con la musica.
Queste opere che recuperavano la poesia lirica classica, nel XIII secolo cominciarono ad essere raccolte in canzonieri che riportavano anche:
_ Vidas: note bibliografiche sugli autori trasfigurate leggendariamente;
_ Razos: commenti alle poesie.
A differenza del passato, iniziò una valorizzazione della creatività e dell'originalità, infatti molti poemi a noi pervenuti presentano il nome dell'autore.
La poesia era uno strumento per affermarsi nelle corti e perciò i poeti erano uomini du varia estrazione sociale, dai signori agli umili, dagli uomini della bassa nobiltà alle donne.
I temi principali di questa produzione furono:
_ L'Amore, con l'affermazione di motivi topici;
_ Tematiche militari, politiche e satirico - polemiche.
Queste opere potevano seguire due diversi registri poetici:
_ Trobar leu: poetare leggero, cioè facilmente comprensibile, scorrevole e caratterizzato da un linguaggio semplice;
_ Trobar clus: poetare chiuso, cioè criptico, di difficile comprensione, oscuro, enigmatico, con l'uso di termini difficili, rari e pieno di figure retoriche.

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