Lauda, lirica provenzale, scuola siciliana, stilnovo

Materie:Riassunto
Categoria:Italiano

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Testo

LA LAUDA (metà XIII sec)
È un inno di lode a Dio che si evolve in conseguenza del movimento dei Disciplinati o Flagellanti, che aveva appunto contenuti esclusivamente religiosi, che possono andare dalla meditazione sulla vanità della vita, alla celebrazione dell’amore verso Dio, alla descrizione di episodi evangelici. Sono in forma scritta. Lo schema metrico utilizzato per questi inni era la canzone a ballo o ballata, che era un metro tipico popolare, e rappresenta il passaggio ad una forma letteraria più complessa. In seguito diverrà una vera e propria lauda “drammatica”, avrà un ruolo anche nel teatro.

LA LIRICA PROVENZALE (fine XI-inizio XII)
Si sviluppa nelle corti provenzali. Erano scritte in lingua d’oc e da trovatori di diversa classe sociale (es. Guglielmo d’Aquitania, Bernart de Ventadorn). Vengono trasmesse nuove virtù, che non riguardano solo la guerra e la religione, ma anche, per esempio, la fedeltà amorosa, la sensibilità. Le virtù guerreske trattate, comunque, sono ispirate alla laicità, la mondanità, l’amore, la lotta per la donna amata.
L’amore è il tema centrale della lirica provenzale. L’amore, qui, ha diversi aspetti caratteristici:
- Non può riguardare chi è avaro o menzognero
- L’amore deve esser tenuto nascosto
- È extraconiugale
- Deve essere servizio, dedizione da dedicare alla donna
- È contraddistinto da una componente di sensualità
Qui si rifà al feudalesimo e al rapporto d vassallaggio; infatti, l’amante è come se fosse un vassallo che sottostà alla donna.
Per quanto riguarda la metrica, si suddivide in due categorie:
- trobar clus, una forma di espressione meno chiara, ermetica
- trobar leu, uno stile intelleggibile, chiaro e scorrevole
La poesia trobadorica si diffonde anche fuori dalla Provenza, ossia in Spagna e in Italia, espresse ovviamente in lingue diverse.

LA SCUOLA SICILIANA (metà XIII sec.)
La scuola siciliana esprime un nuovo modo di usare la poesia: è utilizzata come attività intellettuale, con il solo esito formale.
Non si tratta più di amore cortese, poiché all’interno delle corti risultava privo di supporto sociale. L’amore qui si fa più astratto, non è riferito a casi concreti. Utilizzavano schemi della più prestigiosa tradizione volgare a disposizione. Talvolta, comunque, si rappresentava la realtà meno stilizzata e più quotidiana e usuale.
La lingua utilizzata per la composizione di queste poesie era appunto quella siciliana di base, anche se subisce l’influenza di quella latina e provenzale.
La raccolta di liriche siciliane più importanti è il Canzoniere Vaticano, ad opera però di trascrittori toscani; toscanizzarono, appunto, queste liriche.
Sono tre le strutture metriche:
- la canzone, il genere alto per eccellenza, che tratta il fino amore; era composta da versi endecasillabi e settenari, sistema sconosciuto dai provenzali
- la canzonetta, che trattava tematiche più popolaresche, con sviluppi narrativi e dialoghi
- il sonetto, forma metrica creata dai siciliani, che diverrà quella principale in Italia

LO STILNOVO (1280-1330)
Il suo antecedente è Guido Guinizzelli, che trasmise temi, idee, concetti innovativi ad un gruppo di giovani poeti toscani. Il gruppo era consapevole di diversificarsi dalla precedente tradizione.
Sono su fronti opposti gli stilnovisti (Dante, Lapo Gianni, etc) e Guittone, Bonagiunta. Questi ultimi erano accusati di usare un linguaggio rozzo, di avere un’insufficiente ispirazione.
Questo stile si basa sulla dolcezza. La dolcezza si fonda su un linguaggio ricco di musicalità, scelta di immagini semplici ma allo stesso tempo nobili ed eleganti; può anche esprimere sentimenti più cupi, quali la tristezza, la malinconia, il senso della morte.
DONNA ANGELICATA: Non possedeva attributi fisici, ma virtù esclusivamente spirituali. Non vi è più un colloquio tra lei e il poeta; lui parla della donna a terzi o si esprime in un monologo.
Viene fatto un parallelismo tra la donna e l’angelo: la donna garantisce l’ordine morale, l’angelo l’ordine cosmologico; quindi la donna trova un posto nell’ordine cosmologico e morale voluto dalla provvidenza divina.
La donna opera beneficamente a livello morale, religioso sull’uomo.
In alcuni componimenti viene espresso anche un senso d’angoscia, inferiorità ed inadeguatezza rispetto alla donna. È un essere moralmente superiore, sovrannaturale; ciò spiegherebbe perché il poeta, talvolta, non riesce ad esprimere chiaramente le sue virtù.

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