Il teatro comico nell'Antica Roma

Materie:Riassunto
Categoria:Letteratura Latina

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Testo

Il teatro comico a Roma

A Roma, erano i magistrati coloro che si occupavano dell’organizzazione degli spettacoli, i quali erano quindi di carattere pubblico.
Ciò comportava la loro censura, da cui si deduce la presenza di un’attività di controllo da parte dello Stato sui contenuti delle commedie, motivo per cui sono apolitiche, cioè non affrontano tematiche di attualità politiche, ma esulano dalla realtà romana, sono ambientate in contesto greco e mettono in scena fabulae palliatae.
Il teatro greco risulta essere a carattere agonistico, mentre il teatro latino a carattere dilettevole. Inoltre, a differenza della funzione religiosa e politica del primo, in quello romano queste funzioni erano poste in secondo piano.
Infatti, mentre nel primo emergono temi mitici, etici e di attualità, nel teatro romano non si affrontano tematiche di attualità.
Le differenze si possono riscontrare anche nelle strutture architettoniche: quella di legno del teatro greco viene sostituita da quella di pietra del teatro romano, per opera di Pompeo nel 55 d.C; sempre riguardo alla struttura teatrale attica, si riscontrano il proscenio, una piattaforma rialzata rispetto all’orchestra, la scena, costituita da pannelli dipinti appoggiati su di un edificio, al cui retro vi erano due porte che portavano una al foro e l’altra al porto, ed infine un altare posto al centro dell’orchestra, tutti elementi che nella struttura del teatro latino vengono sostituiti rispettivamente dal palpitum, cioè il palcoscenico, da uno sfondo costituito da pannelli lignei raffiguranti facciate di edifici, e dall’altare posto però sulla scena.
Per quanto riguarda l’orchestra, essa è presente in entrambi i teatri.
Inoltre, i costumi (come la tunica, il pallio, i socci), il chorāgus, cioè l’addetto all’allestimento scenico, e le maschere, sono tutti elementi di origine greca, ma presenti anche nel teatro romano.
Queste ultime inoltre svolgevano importanti funzioni: permettevano di identificare il personaggio, anche a distanza, di ampliare la voce, di eclissare i tratti maschili nell’interpretazione di ruoli femminili e di dare la possibilità di interpretare più ruoli ad uno stesso attore.
La compagnia teatrale del teatro romano veniva retribuita in denaro pubblico da parte dei magistrati, era costituita da soli uomini liberi (o liberti), era diretta da un capocomico (come ad esempio L. Ambivio Turpione, al quale Terenzio affida le sue commedie) ed era formata da non più di 4/5 attori (compagnia numericamente esigua).
Inoltre gli attori e gli autori erano uniti nel collegium scribarum histrionumque, una corporazione facilmente controllabile dallo Stato, che si riuniva sul tempio di Minerva.

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