I processi nell'antica Roma

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Testo

I PROCESSI A ROMA
Pretore: autorità giudiziaria
Praetor urbanus: cause tra cittadini romani
Praetor peregrinus: cause tra cittadini romani e stranieri
Giudizio privato: controversie tra privati cittadini, concessa actio (facoltà di agire in giudizio)
Giudizio pubblico: retai pubblici

Processi penali: amministrati prima da re, consoli, dal popolo stesso che delegava dei quaesitores non permanenti, poi vengono istituiti i quaesitores perpetuae formate da un pretore, un presidente e giudici.
De pecunis repetundis: concussione o estorsione (verrine)
De sicariis et veneficis e de parricidio: omicidi
De peculatu: furto di denaro pubblico
De ambitu: brogli elettorali
De maiestate: delitti di lesa maestà, di stato, di ribellione
De falso: falso in atto pubblico
De vi: atti di violenza
De sodaliciis: associazioni illegali
Crimen preduellionis: delitto di alto tradimento (assegnato ai comizi centuriati)

È la più alta forma di prosa d’arte a Roma, strumento essenziale del politico che deve riuscire a ottenere il consenso.
Docere et probare: dimostrare in modo convincente la tesi (stile umile)
Delectare: catturare l’attenzione e il favore del pubblico attraverso un discorso piacevole (stile medio).
Movere o flectere: commuovere il pubblico (stile sublime).
GENERI:
giudiziario: l’orazione è l’arringa del difensore o dell’accusatore
deliberativo: discorsi di natura politica
dimostrativo: elogio di persone vive o morte
STRUTTURA ORAZIONE
1) inventio: ricerca idee
2) disposizio: scelta e disposizione argomenti del discorso. 1 exordium (captatio), 2 narratio (esposizione dei fatti), 3 argumentatio (dimostrazione delle prove a sostegno della tesi), 4 peroratio (conclusione)
3) elocutio: scelta lessico
4) memoria: memorizzazione discorso più parole degli avversari per controbattere.
5) Actio: declamazione del discorso, modulazione voce e gestualità adeguata.

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