La letteratura volgare

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I PRIMI PASSI DELLA LETTERATURA VOLGARE

• Cultura ecclesiastica e cultura popolare
L’Europa dei primi secoli del Medioevo è caratterizzata da una cultura ecclesiastica latina. Ma la classe dei chierici costituisce una élite limitata. Difatti gran parte della popolazione non conosce né il latino classico né il latino divulgato nelle corti e dagli uomini di Chiesa, pertanto dà vita ad un latino parlato. Fino alla nascita delle letterature romanze in lingua d’oc (Francia meridionale) e lingua d’oïl (Francia settentrionale), vi era una grandissima disuguaglianza tra la lingua ufficiale e la cultura orale del popolo. Nonostante ciò, i Padri della Chiesa hanno comunque cercato di promuovere una cultura universale,mentre la cultura in lingua romanza non ha una produzione autonoma di testi scritti.

• I primi testi in volgare
Nel nord e sud della Francia sorgono due tipologie diverse di letterature per ciascuna lingua d’oltralpe, che fonderanno la cavalleresca e cortese, ma rappresenteranno anche la società e la letteratura dell’Europa del Medioevo.
In Italia, invece, ci si limita ad una discreta produzione non letteraria in lingua volgare, che si rispecchia nell’apice d’importanza nell’esperienza devozionale di Francesco d’Assisi. Nonostante questa modesta testimonianza, la lingua volgare nel corso del Medioevo subisce ulteriori evoluzioni; a causa delle diverse invasioni, si possono infatti distinguere diverse zone, contrassegnate da differenze linguistiche. Tuttavia è possibile individuare quattro principali idiomi volgari: l’Italia del nord, l’Italia centrale, la Toscana e l’Italia meridionale.

I PRIMI DOCUMENTI NON LETTERARI IN LINGUA VOLGARE

• L’indovinello Veronese
Il più antico documento scritto in volgare proviene dall’Italia settentrionale. Si pensa che risalga al VIII secolo e che sia stato scritto da un chierico-copista di uno scriptorium. Questa supposizione ritrova conferma nel suo ritrovamento da parte di Luigi Scopparelli in un codice della Biblioteca capitolare di Verona. Inoltre da un’attenta analisi linguistica emerge un’adozione della tradizione latina altomiedievale degli aenigmata, da cui riprende lo schema metrico.

• Il placito di Capua
Il termine “placito”, di derivazione latina ha il significato di “sentenza”. Questo documento fondamentale, infatti, è la testimonianza di una causa giudiziaria, volta a risolvere una questione di confini tra un laico e il monastero di Montecassino. E’ inoltre confermata l’esistenza di altri tre placiti simile, che come questo, appartenente alla stessa area geografica, allegano le parole dei testimoni, così come vengono pronunciate, con lo scopo di essere comprensibili a tutti. Il testo appunto riporta l’esempio della lingua volgare che ha del tutto rimosso le desinenze a sostantivi e verbi. Nonostante ciò non è una lingua “pura” in quanto riporta alcune costruzioni tipiche del linguaggio legale: “parte Sancti Benedicti” –genitivo latino-.

I PRI MI TESTI LETTERARI IN ITALIA

• La produzione dell’Italia centrale
L’Italia centrale risulta particolarmente attiva nella produzione di testi in volgare, in particolare tra Montecassino e l’Umbria, dove i numerosi monasteri benedettini hanno difeso e custodito la cultura latina negli scriptoria.
Inoltre, se dapprima la Chiesa teneva la cultura serbata e emanata solo ad un ristretto numero di individui, ora tentano di diffonderla ad un sempre più cospicuo numero di persone, servendosi dei giullari. La figura del giullare è quella di uomini che recitano in piazza e negli atri delle basiliche, a cui i chierici affidano il compito di trasmettere la morale cristiana. Tuttavia i giullari furono in un primo momento ostacolati dal clero con l’accusa di paganesimo; ma ben presto essi diventano gli intermediari tra il laicato ed il popolo.

Esempio



  


  1. alessandra

    commento sonetto 164 petrarca. Sostengo l'esame di recupero presso il liceo scientifico di fabriano