Ultimo trentennio del V secolo ad Atene attraverso la letteratura

Materie:Riassunto
Categoria:Letteratura Greca

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Testo

Pericle (460-429): in un primo periodo segue la linea anti-spartana ed anti-persiana di Temistocle. In secondo luogo trasforma in impero le alleanze, trasferisce sull’acropoli il tesoro della lega e lo usa per abbellire la città. La vice nonostante le opposizioni (Tucidide) perché garantiva sussidio ed occupazione.
All’incremento economico consegue una crescita culturale: il denaro attira gli artisti, le feste ispirano i letterati, il contatto con l’Asia alimenta la filosofia.
Ultimo trentennio del 5° sec
Questo periodo di splendore si conclude bruscamente con lo scoppio della guerra contro Sparta, che va dal 432 al 404 e che viene trattata da Tucidide nel discorso epitaffico.
La guerra viene lucidamente cercata da Pericle, dopo la cui morte, nel 429 a.C., manca una direzione politica unitaria: aumentano demagoghi e rivoluzionari e la guerra è portata avanti da avventurieri per scopi personali;
La prima fase della guerra è segnata dalla peste: dopo Pericle sale Cleone.
Nella seconda fase c’è la disastrosa Spedizione in Sicilia del 415 vs Siracusa.
Durante la terza fase ci sono diversi tentativi di migliorare la situazione, fra cui il colpo di stato oligarchico del 411 che porta al governo dei 400 sotto Teramene.
Nel 410 restaurazione democrazia e rifiuto delle offerte di pace spartane
408 torna Alcibiade che diventa stratega
L’aiuto persiano a Sparta è decisivo: nel 404 Atene si arrende: vengono abbattute le mura e subentra il regime dei 30
403 caduta dei 30 e restaurazione democrazia sotto Trasibulo
399 processo e morte di Socrate
storiografia Tucidide
oratoria Lisia
Filosofia Socrate
Teatro tragedia Sofocle/Euripide
Teatro commedia Aristofane

Euripide
• Nasce nel 485 a.C. circa ad Atene.
• Il padre lo esercitò nella ginnastica poiché un oracolo lo aveva definito “vincitore di gare”. Ed in effetti vince 4 agoni in vita (il primo con le Peliadi) e 2 post-mortem.
• “E’ un razionalista figlio della sofistica” (Aristofane).
Allievo di Anassagora e Protagora, è strettamente legato alla sofistica, fatto testimoniato dalla presenza nelle sue tragedie dei cosiddetti dìssoi lògoi, ovvero i doppi discorsi: un esempio è quello di Alcesti che deve scegliere fra la vita e l’amore.
La sua formazione filosofica emerge anche dal fatto che i personaggi si soffermano a fare delle riflessioni, tipiche del filosofo, per giustificare la propria posizione, spesso in maniera esageratamente fuori luogo.
• Su di lui ci sono diverse notizie leggendarie, fondate dalla tradizione dei poeti comici contemporanei (xes. Aristofane). Una di queste è la sua cosiddette MISOGINIA:
Lui in realtà critica il ruolo indegno della donna nella società: ella non solo è costretta ad accettare di buon grado qualunque marito, ma prima lo deve pure comprare!
• A differenza di Eschilo e di Sofocle, prende progressivamente le distanze dalla politica periclea, sebbene ne sia un attento testimone, finendo col trascorrere gli ultimi anni della sua vita ospite presso il re di Macedonia Archelao. Il suo allontanamento dalla vita politica contemporanea sembra corrispondere ad alcune scene di evasione nell’Elena.
• Euripide mantiene una posizione beffarda nei confronti delle idee correnti, la sua modernità sta’ proprio nello spirito provocatore. Egli ha preso coscienza che nei periodi più tragici e nell’imperversare della guerra, sono sempre i più deboli a rimetterci: donne, bambini e schiavi. Questa è la SENSIBILITA’ EURIPIDEA.
I riferimenti alla guerra del Peloponneso dimostrano anche una buona conoscenza della storia.
• Una importante innovazione, presente nella maggior parte delle sue opere, è l’estraneità dei motivi corali rispetto al resto della tragedia: sembrano pezzi artistici autonomi.
Questo non avviene solo in quelle tragedie che, in coerenza con la linea eschilea e sofoclea, mettono in risalto un particolare personaggio (Medea, Ippolito, Alcesti...).
• “Deus Ex Machina”, poco apprezzato per la scarsa coerenza, è un espediente mediante il quale a volte è una divinità a concludere l’opera sciogliendo il nodo della tragedia.
Alcesti:
Trama: Admeto, re di Fere, è destinato a morire giovane ma il dio Apollo, suo amico, riesce ad ottenere che muoia un altro al posto suo. L’unica ad offrirsi è la moglie Alcesti, sicché il re accusa il padre di egoismo ed egli si adira, giustamente, di conseguenza.
Dopo che Alcesti viene portata via, passa Eracle ed Admeto, nascondendo il lutto, gli offre ospitalità.
Una volta scoperta la verità, Eracle decide di premiare Admeto e gli riporta Alcesti.
Temi: La tragedia è impostata in modo da sollevare un dibattito sui sentimenti che legano moglie e marito e padre e figlio.
1) Admeto prima accetta il sacrificio della moglie e poi appare disperato e la supplica di non abbandonarlo. Alcesti sembra solo preoccuparsi per i figli.
2) Admeto, secondo la tradizione, dovrebbe essere asservito al padre Ferete, mentre invece gli rinfaccia di non essere morto per lui.
Medea:
Trama: Medea e Giasone vivono a Corinto. Giasone vuole ripudiare la moglie per sposare Glauce, figlia del re Creonte ed esilia Medea perché teme le sue arti magiche. Questa però, riuscita a rimandare di un giorno la partenza, si vendica: fingendo di essersi riappacificata invia doni mortali a Glauce ed al re. Poi uccide i figli e li porta via sul carro del Sole, negando al marito anche la sepoltura.
Temi: La Medea sembra divisa in 2 parti: prima la protagonista ha un non definito bisogno di vendetta; una volta ottenuto l’appoggio di Egeo, questa prende forma.
a) Uccisione dei figli il dramma non sta solo nel fatto che una madre uccida i propri figli, ma anche nel fatto che sia ella stessa a decretarlo, ad imporselo, dopo lungo travaglio (monologo). Medea è capace di ciò perché è abituata a combattere con la morte i nemici (come aveva ucciso il fratello Absirto).
b) Condizione della donna ad Atene nel 5° sec.: “preferirei combattere tre battaglie che partorire una sola volta”.
c) Negata sepoltura molto importante per i Greci.
Ippolito:
Trama: Teseo, re di Pitteo, ha avuto dalle prime nozze Ippolito. Egli è dedito solo alla caccia (Artemide), tanto da suscitare le ire di Afrodite, che instilla in Fedra, seconda moglie del re, un’insana passione per lui. Confessatolo alla serva, ella riferisce poi tutto ad Ippolito che, inorridito, fugge dalla reggia. La regina disperata si suicida, lasciando scritta come motivazione di aver subito violenze dal figliastro; Teseo caccia il figlio e gli lancia una maledizione che subito si realizza: i suoi cavalli imbizzarriscono e lo trascinano straziato. Ma Artemide, comparsa ex machina, spiega la verità al re (Ippolito non poteva per giuramento fatto alla serva), che ottiene il perdono dal figlio prima della sua morte.
Temi: Una precedente versione si intitolava “Ippolito velato”, poiché era Fedra stessa a confessarsi e quindi a spingere il figliastro a coprirsi per la vergogna.
a) Insana passione mentre Fedra è consumata dalla pulsione erotica, Ippolito ne ignora i turbamenti.
b) Condizione della donna Fedra per sfuggire alla vergogna mette in scena le presunte violenze.
c) Aderenza al bene i personaggi euripidei sanno di non agire per il meglio, ma spesso, spinti da altre pulsioni, non riescono a fare altrimenti.
d) Saggezza (sofrosýne) Ippolito che si dà e rispetta le regole di castità, Fedra che è condannata alla virtù esteriore (suicidio).
Andromaca:
Trama: Dopo la guerra di Troia Andromaca, vedova di Ettore, diventa concubina di Neottolemo (figlio di Achille). Questi, già sposato con Ermione, figlia di Menelao, la ripudia perché sterile, mentre Andromaca gli ha già dato un figlio di nome Molosso. Ermione allora, approfittando dell’assenza del marito, tenta col padre di eliminare la rivale, che si rifugia presso l’altare di Tetide. Costretta da Menelao ad abbandonare il luogo sacro, Andromaca è salvata in extremis da Peleo, che riferisce tutto a Neottolemo. Ermione pensa di uccidersi ma è trattenuta da Oreste (a lei promesso sposo prima di Neottolemo), che ha predisposto l’uccisione del marito e la porta via con sé...
Avuta la notizia, Tetide annuncia un futuro regale ad Andromaca e Molosso e l’immortalità a Peleo.
Temi:
a) Rivalità emerge qui il confronto tra due donne tanto diverse:Ermione, bella e colta, ma immatura ed incapace di adattarsi alle situazioni (ora che le è comodo accetta la corte di Oreste) che sfoga su Andromaca la propria frustrazione di donna sterile; Andromaca, matura disposta a tutto per il figlio, che fa una lucida descrizione della sua condizione di schiava.
b) Polemica antispartana che fa’ Andromaca
c) Deus ex machina meno giustificato che nell’Ippolito, ma che serve a svelare le condizioni future.
Aristofane
E’ il testimone più importante, sul piano teatrale, della realtà storica, politica e sociale dell’ultimo trentennio del 5 sec...
Egli è sicuramente un conservatore, nostalgico dell’Atene periclea, tutta dedita agli affari interni ed all’attività agricola, guidata quindi dai valori tradizionali e da una classe dirigente saggia.
Egli polemizza, quindi attacca violentemente sulla sena, gli uomini pubblici, politici ed intellettuali. Sul piano politico egli perciò denuncia i comportamenti demagogici dopo Pericle e mostra la triste situazione del popolo ingannato.
Fra gli intellettuali i primi ad essere attaccati sono invece Socrate ed Euripide, assimilati ai sofisti
Di tutte le sue commedie ne abbiamo solamente 11 (424-388):
Le nuvole: L’avaro contadino Strepsiade ha come figlio uno spendaccione, Fidippide, che lo riempie di debiti. Decide di rivolgersi al pensatoio di Socrate per poter tener testa ai creditori ma, rifiutato per l’ignoranza e l’età, vi manda il figlio. Fidippide, divenuto uno studente modello, insegna al padre come liberarsi dei creditori; in seguito ad un disaccordo su Euripide però, egli malmena il padre e poi gli dimostra d’avere ragione... Strepsiade allora si lamenta con le Nuvole ed incendia il pensatoio.
Gli uccelli: Due amici, Evelpide e Pistetero, disgustati dalla condizione di Atene, si allontanano per chiedere ad upupa un luogo dove recarsi per vivere in pace. Di fronte alle proposte poco convincenti, Pistetero propone di fondare una città degli uccelli, convince gli altri volatili e fondano Nubicuculia.
Gli Dei propongono accordi perché non arriva più loro il fumo dei sacrifici, ma i due non cedono ed ottengono il potere di Zeus e sua moglie sposa Pistetero.
Lisistrata: L’opposizione alla guerra viene affidata a Lisistrata, che elabora come ricatto l’astensione di tutte le donne delle città coinvolte dal concedersi ai mariti; in più un gruppo di anziane sale sull’acropoli e si impossessa del tesoro della lega. Il piano ha successo e Lisistrata diviene intermediaria dei trattati.
Le vespe: Filocleone lavora con frenesia maniacale come giudice nell’Eliea; il figlio Bdelicleone ceca di convincere lui e gli altri eliasti della loro inutilità ma fallisce e decide di “disintossicarlo”: lo chiude in casa, lo rende giudice dei casi di famiglia e riesce a far sì che dia un’assoluzione. Poi lo porta a pranzo fuori e quello, ubriaco, si lascia andare.
La pace: Il vignaiolo Trigeo, esasperato dalla guerra, va a chiedere aiuto a Zeus a cavallo di uno scarabeo; arriva tardi: tutti gli Dei se ne sono andati e regna Polemo, che ha rinchiuso la pace in una grotta e si appresta a distruggere le città greche; ma Trigeo riesce a liberare Pace, Teoria (festa) ed opora (abbondanza), l’ultima delle quali gli va in sposa.
Le rane: Dopo i tre tragediografi, non c’è più nessuno degno di loro; Dioniso, per ovviare, scende nell’Ade per riportare in vita Euripide, ma si ritrova coinvolto come giudice in una gara, istituita da Plutone, per stabilire il miglior poeta tragico dell’oltretomba. Sul piano artistico prevale Eschilo, ma Dioniso non se la sente di dargli la vittoria. La seconda disputa, quella decisiva, consiste nel dare un consiglio ad Atene e vince Eschilo che dice ai cittadini di non fidarsi degli attuali capi.
Ecclesiazuse: Le donne, guidate da Prassagora, decidono di assumere la guida politica al osto dei mariti: indossano i loro vestiti e, recatesi in assemblea, fanno approvare la loro decisione. Si tratta di una specie di comunione dei beni che, presentate le prime difficoltà, si risolve in una grande festa.
Tesmoforiazuse: Le donne sposate, durante le Ttesmoforie (feste di Demetra e Persefone) decidono di vendicarsi delle cattiverie che Euripide dice sulle donne. Questi, spaventato, manda il suocero Mnesiloco (mascherato) ad analizzare la situazione ma quello, prese le difese di Euripide, viene scoperto e fatto prigioniero. Dopo una serie di tentativi del tragediografo di liberare il suocero, tutto si risolve con la solenne promessa di non offendere più le donne.
Acarnesi: Ad Acarne tutti vogliono la guerra per scopi di guadagni personali. Solo Diceopoli cerca di stipulare la pace con gli spartani ma, visto come traditore, rischia di essere linciato dai carbonai. Allora si fà dare delle vesti logore da Euripide, li impietosisce e sconfigge verbalmente Lamaco, sostenitore della guerra; poi, dopo la pace, può riavviare il commercio.
Tucidide
Solitamente ci è molto difficile individuare la posizione politica di Tucidide a causa della sua ostentata imparzialità; un’eccezione è il discorso di Pericle per i caduti nel primo anno di guerra, da cui emerge il fatto che lo storico appoggia con forza la “democrazia guidata” di Pericle, governo che si presenta come quello che fà l’interesse dei molti, dando l’illusoria sensazione di autonomia.
Riguardo alla guerra egli pensa che sia stata ben preparata da Pericle con il rafforzamento di Atene, e che abbia avuto esiti negativi a causa dell’incompetenza dei successori. In effetti però il ruolo di Pericle già vacillava negli ultimi anni di vita (nel 430 non viene rieletto stratego)...
4° secolo
Dissoluzione della polis e della cultura che ne è stata espressione...
Nel 403 viene ristabilita la democrazia ma non per questo tutto torna come prima: le tensioni politiche e sociali sono moltissime, basti ricordare il processo di Socrate nel 399; una città che aveva fatto della libertà di parola il proprio punto di forza si trovava ora a punire con la morte il reato d’opinione.
Gli effetti della guerra furono devastanti non solo sul piano delle risorse, quanto soprattutto su quello politico: la gente non si fidava più delle istituzioni e la nuova democrazia ne reagiva istericamente. Sulla scena dominano anche gli eredi della sofistica che manipolano la popolazione.
Al di fuori di Atene: Sparta non è all’altezza di dominare sulle poleis, che nel 395 formano la lega di Corinto (antispartana); la Persia approfitta della situazione ed impone la “pace del Re”, con cui Sparta diviene gendarme della Persia e finirà per perdere la sua supremazia poco dopo contro i tebani (371).
Durante l’egemonia tebana, che durò una decina d’anni, le poleis si disgregarono ancora di più a causa delle continue stipulazioni e manipolazioni di alleanze e contralleanze.
Poi salì Filippo 2 di macedonia, che si adoperò per unificare le città greche sotto di lui e combattere contro la Persia; tentò di convincere Atene ma, viste le numerose opposizioni, si venne alle armi e vinse nel 338. Egli fece appena in tempo ad iniziare che venne assassinato e fu il figli Alessandro a proseguire la sua opera: egli modificò radicalmente la civiltà greca ma morì giovanissimo non appena conquistata la Persia.
La commedia:
Ritarda nell’affermarsi, forse a causa della predilezione degli ateniesi per il piano tragico... si afferma nella seconda metà del 5 sec e persiste per tutto il 4
Sulle origini ci è di aiuto la Poetica di Aristotele, secondo cui la commedia verrebbe dai canti intonati nelle falloforie (processioni agresti).
Circa il nome le due ipotesi più attendibili sono kòmos (ebbrezza che s’impadroniva del corteo dionisiaco) e kòme (villaggio per il carattere itinerante che aveva alle origini).
antica (arcàia) 2° metà del 5 sec Aristofane politica
di mezzo (mèse) 1°metà del 4 sec (?)
nuova (nèa) 2° metà del 4 sec Menandro borghese
La commedia di mezzo:
Non viene accettata da tutti come esistente perché abbiamo solo alcuni frammenti che, secondo alcuni filologi, non sono sufficienti...
• parodia del mito in particolare quelli trattati nelle tragedie greche
(solo della commedia di mezzo)
• personaggi della vita quotidiana non più di rilievo come in quella antica
(anche della commedia nuova)
La commedia nuova:
E’ quella che ha avuto più fortuna (commedia europea). Viene detta borghese perché tratta la vita quotidiana solo dal punto di vista privato, priva perciò di carattere politico. Il massimo esponente è Menandro, la cui posizione politica, appunto, può essere dedotta ma in maniera discutibile.
La commedia di Menandro ha caratteri coerenti con i valori del 4°sec: la sua umanitas non consiste più nel peccato di superbia dell’ateniese del 5°sec che si sentiva superiore al barbaro; l’umanitas menandrea sta proprio nell’essere uomo in quanto uomo, nel carattere, non nei geni. Ecco perché il teatro, che è espressione di tale idea, assume una funzione pedagogica (paidèia) e filantropologica (filantropìa).
Nimesi: l’arte è imitazione della realtà... I personaggi di Menandro, sebbene deformati dalla dimensione comica, sono però molto ricchi di sfaccettature psicologiche. La sua commedia è sintesi di comico e tragico, in maniera però misurata e perché segue i caratteri del realismo antico, e per le sue tendenze filantropiche e ad educare agli affetti.
Vita e produzione:
Nasce nel 342 ad Atene, ha una vasta cultura filosofica (allievo di Epicuro e di Teofrasto) mentre non partecipa attivamente alla vita politica, sebbene abbia diverse conoscenze.
E’ attaccato ad Atene e per questo rifiuta persino l’invito di Tolomeo Sotèr.
Nella sua breve vita (50 anni) produce 105 commedie, molte delle quali non sappiamo quasi nulla, altre le ricostruiamo solo tramite l’opera di Terenzio.
Sappiamo anche che esordì nel 322 con la commedia Orghé (ira) e riportò otto vittorie.
- 1° periodo
Dýskolos “il misantropo”: Cnemone, un contadino dell’Attica, vive con la figlia e con una vecchia serva. La moglie, per il carattere del marito, vive per conto suo col figlio Gorgia. Sostrato, un giovane cittadino ricco, si innamora della fanciulla ma deve scontrarsi col caratteraccio di Cnemone; Gorgia gli consiglia di travestirsi da contadino ma è il caso a dare una mano: alla serva cade un’anfora nel pozzo e poi la zappa. Cnemone, nel tentativo di recuperare gli oggetti, si mette in pericolo e gli salvano la vita Gorgia e Sostrato.
Cnemone deve almeno in parte riconsiderare le sue tendenze misantropiche, adotta il figliastro e gli affida la figlia, che va in sposa a Sostrato. Gorgia sposa la sorella di Sostrato e Cnemone è coinvolto suo malgrado nei festeggiamenti.
• Ci sono personaggi tipici (l’innamorato, la serva, il cuoco)
• Tutto è diretto da Pan (che recita anche il prologo)
• E’ fondamentale Tuke, che determina l’incontro e gli incidenti
Perikeiromène “la donna tosata”: Nel prologo la dea Ignoranza annuncia “Moschione e Glicera ” sono stati abbandonati dal padre per le cattive condizioni economiche; la donna che li trova, anch’essa povera, tiene la femmina e dà il maschio a Mirrine, agiata e senza figli.
Glicera, cresciuta, vive col soldato Polemone e la madre, in punto di morte, gli rivela che quello che vive accanto a lei è il fratello. Ella se lo tiene per sé per non turbarlo, ma quello un giorno la bacia; lei si sottrae ma Polemone, sentendosi tradito, le taglia i capelli. La fanciulla fugge a casa di Mirrine e Moschione, si sente incoraggiato anche dal servo Davo. Pateco, un vicino, riconosciuta la figlia scioglie l’equivoco: Polemone si pente e sposa Glicera.
• Ci sono personaggi tipici (il soldato però sensibile, i servi)
• Prologo recitato da Ignornza (perché i due non sanno)
- 2° periodo
Epitrèpontes “l’arbitrato”: Carisio, un giovane ateniese, dopo aver sposato Panfile, parte per un lungo viaggio. Quando torna il servo Onesimo lo informa che la moglie durante la sua assenza ha partorito ed abbandonato un figlio; egli allora se ne va dall’amico Cherestrato con la flautista Abrotono.
Intanto Smicrine, padre della fanciulla, è preoccupato per lei; in città viene eletto giudice in una disputa fra il pastore Davo ed il carbonaio Sirisco: Davo ha trovato un bambino, l’ha affidato all’amico ma vuole tenersi i monili.
Smicrine dice che deve tenerli chi alleva il bambino... Intanto passa il servo che riconosce l’anello del padrone Carisio ed Abrotono, credendo che l’uomo l’avesse smarrito stuprando ubriaco una donna ad una festa, vuole fingere di essere lei la violentata per guadagnarsi la libertà. Carisio è addolorato del proprio gesto e Panfile, nonostante le pressioni del padre, non lo vuole lasciare. Ad un certo punto Abrotono riconosce che è Panfile la donna violentata e che ciò è avvenuto poco prima del matrimonio; essendo perciò il figlio legittimo, la coppia può riunirsi.
• Rappresenta il punto più alto dell’arte menandrea per la costruzione dei personaggi, l’articolazione della commedia... e perché non si risolve tutto per caso, ma per la consapevolezza e la maturazione dei personaggi: Carisio matura, all’inizio vuole solo punire la moglie per la colpa e poi, da quando lei non lo vuole lasciare, cioè è disposta a perdonargli la stessa colpa, prende coscienza e cambia, fino poi alla risoluzione dell’equivoco.
• Anche la figura di Abrotono è fondamentale: ella accetta la propria condizione sebbene non abbia fatto nulla per meritarla, evita all’altra donna di rovinarle la vita a scapito della propria libertà e senza chiedere nulla in cambio.
La commedia menandrea rappresenta il periodo ormai concluso di transizione dalla società all’individuo, dall’attenzione per la politica all’unico interesse per i valori familiari. La gente ha abbandonato le tradizioni e la religione, non crede più nel domani ma nella Tuke. In tutti i casi, qualunque sia la gravità degli impedimenti, questi vengono risolti e c’è matrimonio o ricongiungimento.
L’opera menandrea è interamente collocabile nell’età alessandrina perché lui è l’ultimo rappresentante ad Atene.
Età alessandrina
Dal 323 a.C. (morte di Alessandro) al30 a.C. (conquista romana dell’Egitto)...
Dopo la morte di Alessandro ci sono i diadochi (generali) che lottano fra loro e sorgono vari regni, il più importante dei quali, dal punto di vista culturale, è l’Egitto.
Sul piano economico il distacco fra le classi alte ed il popolo è sempre più accentuato.
I rivolgimenti politici (crollo della polis e nascita dei regni) disorientano il cittadino che, non avendo più per interlocutori le istituzioni politiche, religiose, militari, si trova a sottostare al sovrano ed a cercare nell’interiorizzazione i valori... individualismo: rifugio nel privato, importanza ai rapporti privati, non
più a quelli politici e sociali. Si affermano quelle
filosofie che assicurano la felicità individuale
(epicureismo e stoicismo)
cosmopolitismo: uomo si sente cittadino del mondo, supera tutti i
limiti ed i confini, i Greci non vedono più i barbari in
maniera negativa. Anche sul piano culturale c’è
l’incontro fra letteratura e scienza (biblioteca...)
La scienza non precorre i tempi, nonostante il periodo di diffuso sviluppo, perché non vi è interesse in questo campo se non quello della protezione delle terre o quello verso l’astronomia.
Istituzioni culturali
Alessandria è la città-centro culturale, con la biblioteca (700'000 volumi) ed il museo (“luogo delle muse”), dove si incontrano gli uomini più rappresentativi dell’epoca. La biblioteca, che purtroppo andrà a fuoco, è il fulcro della divulgazione del libro e raccoglie tutta l’evoluzione della letteratura greca.
Inoltre permette lo sviluppo del DIBATTITO CULTURALE.

Esempio