Un esempio di fides, Tito Livio

Materie:Appunti
Categoria:Latino

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Testo

"Era costume dei Falisci servirsi di una stessa persona come maestro ed accompagnatore dei figli, e piщ fanciulli insieme venivano affidati alle cure di uno solo, come si usa ancora adesso in Grecia. Educava i figli dei cittadini piщ elevati, come generalmente avviene, colui che aveva fama di eccellere per dottrina. Questo maestro avendo preso l'usanza in tempo di pace di condurre fuori i fanciulli davanti alla cittа per svago e per esercizio, neppure durante la guerra aveva interrotto quella consuetudine, e li conduceva fuori dalle porte a passeggiare per una distanza piщ o meno lunga. Una volta che gli si presentт l'occasione, intrattenendo i ragazzi con giochi alternati alle conversazioni, si spinse piщ avanti del solito, fra i posti avanzati nemici, e giunto fin negli accampamenti romani li condusse a Camillo nella tenda pretoria. Qui alla sua scellerata azione aggiunse un discorso ancor piщ scellerato, dicendo che egli aveva consegnato Faleri nelle mani dei Romani, dal momento che dava in loro potere quei fanciulli, i cui padri erano i capi della cittа.
Come Camillo udм queste parole disse:' "Tu, o scellerato, non sei giunto col tuo scellerato dono presso di un popolo o di un comandante simile a te. Non c'и fra noi e i Falisci quel vincolo che nasce dai patti umani, ma quello che la natura ha ingenerato in entrambi rimane e rimarrа. Anche la guerra come la pace ha le sue leggi, e noi abbiamo appreso ad osservarle con giustizia non inferiore alla forza. Noi abbiamo preso le armi non contro quell'etа che viene risparmiata persino nelle cittа conquistate, ma contro uomini armati, contro coloro che senza essere stati da noi offesi nи provocati assalirono il campo romano presso Veio. Tu, per quanto stava in te, li hai vinti coi tuo inaudito delitto: io li vincerт, cosi come ho fatto coi Veienti, con arti romane, col valore, le opere di guerra e le armi>>. Dopo averlo poi denudato, e legategli le mani dietro la schiena, lo consegnт ai fanciulli perchй lo riconducessero a Faleri, e diede loro delle verghe perchй spingessero il traditore in cittа a frustate.
A questo spettacolo dapprima accorse il popolo, poi, avendo i magistrati convocato il senato per discutere di un fatto cosм straordinario, tanto cambiamento si produsse negli animi, che a quegli stessi uomini i quali poco prima inferociti dall'ira e dall'odio dicevano di preferire la fine di Veio alla pace di Capena, ora tutta la cittа chiedeva la pace. Tutti esaltano nel foro e nel senato la lealtа romana e la giustizia del comandante, e con decisione unanime vengono mandati ambasciatori a Camillo nel campo, e di qui con l'autorizzazione di Camillo a Roma in senato, per offrire la resa di Faleri. Introdotti in senato cosм si racconta che abbiano parlato: "O padri coscritti, vinti da voi e dal vostro condottiero con una vittoria che a nessuno degli dиi e degli uomini puт venire in odio, a voi ci arrendiamo, in quanto riteniamo - e questa и la piщ bella gloria per il vincitore - di vivere meglio sotto il vostro governo che con le nostre leggi. Dall'esito di questa guerra due salutari esempi sono stati offerti al genere umano: voi avete anteposto la lealtа in guerra ad una vittoria immediata, e noi sfidati a gara di lealtа vi abbiamo offerta spontaneamente la vittoria. Ci rimettiamo nelle vostre mani: mandate a prendere in consegna le armi, gli ostaggi, la cittа per le porte spalancate. Nй voi avrete a lagnarvi della nostra lealtа, nй noi del vostro governo": A Camillo furono rese grazie sia dai nemici che dai concittadini. Ai Falisci fu imposta una contribuzione in denaro per pagare lo stipendio militare di quell'anno, affinchй il popolo romano fosse esentato dal tributo. Fatta la pace l'esercito fu ricondotto a Roma.>>

Esempio