Seneca - de otio

Materie:Appunti
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Testo

Seneca: De Otio

2-5: Dice Epicuro: «Il saggio non si dedicherà alla vita politica a meno che non sarà intervenuta una qualche necessita». Dice Zenone: «Il saggio si dedicherà alla vita politica a meno che qualcosa non lo impedisca». Il primo cerca l’ozio volutamente, l’altro per necessità, e del resto questa necessità si estende vastamente. Se lo Stato è troppo corrotto per poter essere aiutato, se è invaso dai mali, il saggio non si affaticherà inutilmente né si sacrificherà se è destinato a non recare alcuna utilità; se avrà scarsa autorevolezza e poche forze, se lo Stato non lo vorrà accettare, se la salute gli impedirà, come non farebbe scendere in mare una nave sconquassata, come non darebbe il proprio nome per il servizio militare se fosse debole, allo stesso modo non intraprenderà un cammino che saprà impercorribile. Pertanto può anche colui al quale ancora tutto è integre, può prima di sperimentare qualche pericolo, fermarsi al sicuro e immediatamente dedicare tutto se stesso alle virtù e condurre un ozio illibato come cultore di quelle virtù che possono essere coltivare anche dalle persone più miti. Certamente da un uomo si chiede ciò che sia di giovamento agli uomini se possibile a molti, se non proprio a molti a pochi, se non proprio a pochi ai vicini, se non proprio ai vicini a sé. Infatti quando si rende utile a tutti gli altri si dedica ad un compito comune. Come colui che si rende peggiore nuoce non soltanto a se stessi, ma anche a tutti quelli ai quali avrebbe potuto giovare se fosse diventato migliore, allo stesso modo chiunque benemerita di se stesso, per questo stesso fatto, giova agli altri, perché prepara una persona destinata a giovare agli altri.

1-4: Siamo soliti dire che il bene più grande è vivere secondo natura: la natura ci ha generato per entrambe queste cose, sia per la contemplazione delle cose, sia per l’azione. Ora dimostriamo ciò che abbiamo detto come prima cosa. Che cosa inoltre? Ciò sarà dimostrato se ciascuno si sarà domandato quanto desiderio ha di conoscere le cose ignote, e quanto si ecciti a tutti i racconti fantastici? Alcuni viaggiano per mare e sopportano coraggiosamente le fatiche di un lunghissimo viaggio con una sola ricompensa per conoscere qualcosa di nascosto e lontano. Questa condizione raduna le folle a guardare gli spettacoli, costringe a spiare tutte le realtà nascoste, a cercare le cose più nascoste, a srotolare le antichità, ad apprendere i costumi delle genti barbariche: la natura ci diede un intelletto avido di conoscenza e consapevole della sua arte e bellezza, mentre sarebbe destinata… Affinché tu sappia che quella ha voluto essere contemplata non solo essere guardata, osserva in quale parte ci ha collocato: ci ha collocato nella parte centrale di sé e ci ha dato la possibilità di vedere tutto all’intorno; e non solo ha fatto l’uomo in posizione eretta, ma con l’intenzione di renderla anche adatto alla contemplazione, cosicché potesse seguire con lo sguardo le stelle che scorrono nel cielo da oriente ad occidente, affinché potesse far girare il proprio volto con tutto l’universo, gli fece una testa sublime e la collocò su un collo pieghevole; poi conducendo sei costellazioni di giorno e sei di notte svelò ogni parte di sé affinché attraversi queste bellezze che aveva offerto ai suoi occhi suscitasse il desiderio delle rimanenti bellezze.
4-5: Con quale animo il saggio si isola nell’otium? In modo che sappia che anche allora compirà azioni che giovino alla posterità. Siamo senza dubbio che sia Zenone sia Crisippo hanno fatto cose più grandi che se avessero comandato eserciti, svolto cariche pubbliche, promulgato leggi: poiché queste non le promulgarono per una sola città ma per l’intero genere umano. Che ragione c’è, dunque, perché ad un uomo retto non convenga siffatta vita contemplativa, attraverso la quale regoli le generazioni future e non parli a pochi, ma ad ogni uomo d’ogni popolo quanti sono e quanti saranno? Insomma mi domando se siano vissuti secondo i loro insegnamenti Cleante, Crisippo e Zenone. Indubbiamente risponderai che quelli sono vissuti nel modo in cui avevano detto che si doveva vivere: eppure nessuno di quelli amministrò lo stato. Ma tu dici: «Quelli non ebbero o quella fortuna o quella autorità che suole essere richiesta per il governo dello stato.» Ma allo stesso tempo tuttavia condussero una vita non inerte: scoprirono che giova agli uomini più la loro calma che il correre qua e là ed il sudore degli altri .Quindi ciononostante questi sembrarono aver fatto molto, benché non facessero nulla nella vita pubblica.

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