Sallustio

Materie:Appunti
Categoria:Latino
Download:264
Data:07.06.2006
Numero di pagine:5
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
sallustio_9.zip (Dimensione: 7.51 Kb)
trucheck.it_sallustio.doc     30.5 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

Sallustio è il primo grande storico di Roma, nato ad Amiterno, in Sabina, presso l’attuale L’Aquila, nell’86 a.C. da una famiglia borghese. A Roma ricevette un istruzione di alto livello ed entrò in contatto con l’elite sociale del tempo; essendo un homo novus, trovò naturale allinearsi con i populares, trovandosi in opposizione con Cicerone, degli optimates. Combattè al fianco di Cesare nella campagna d’Africa dove trovò modo di arricchirsi, e tornato a Roma comprò una sfarzosa dimora, ricordata con il nome di Horti Sallustiani. Morì nel 35 a.C. lasciando le Historiae incompiute.

La storiografia viene intesa da Sallustio come un’opera nobilmente letteraria, ma insieme come rilettura degli eventi in chiave politica e come forma d’intervento nella vita dello stato, secondo la tradizione annalistica degli storici senatori.
La sua finalizzazione politica emerge negli ampi proemi delle 2 monografie, nei quali l’autore si sforza di giustificare l’approdo alla storiografia come un indiretto prolungamento e una forma sostitutiva d’impegno politico. Sallustio sente il bisogno di chiarire come la storiografia sia un modo diverso, ma non meno utile di lavorare per il bene della civitas.
La sua è una storiografia moralista.

Sallustio era uno scrittore molto bravo, usava un linguaggio originale, e il suo stile era fondato su accorgimenti retorici, quali l’inconcinnitas (principio contrario alla simmetria e armonia cercate da Cicerone), l’uso frequente dell’asindeto, delle antitesi, della asimettrie, della variatio nella costruzione delle frasi, la brevitas, ovvero l’essenzialità di pensiero e di espressione, condensazione del discorso. Accanto a questi accorgimenti retorici, un altro elemento caratteristico è il suo lessico arcaizzante, egli ricerca parole desuete, arcaiche, appartenenti a modi linguistici del passato; un procedimento derivato dalla letteratura arcaica di Roma è l’allitterazione.
Uso della desinenza in –is al posto dell’accusativo plurale –es; forme uti e veluti al posto di ut e velut; l’impiego di vocalismi arcaici all’interno di parole, novos per novus, voster per vester, maxumus per maximus, e anche nei verbi, uso dell’infinito storico –ere per –erunt.
Ha uno stile brachilogico, dando dei rapidi colpi di pennello ben assestati come un pittore riesce a fare dei ritratti delle persone con le parole.

La scelta del carattere monografico si spiega per la sua funzione chiarificatrice ed educativa verso i lettori, in quanto favorisce il concentrarsi dell’attenzione su un singolo e specifico problema storico, prestandosi a riflessioni più concrete sulla stria di Roma. L’indagine storica si trasforma in un’illustrazione della crisi della respublica oligarchica e nella ricerca delle sue radici; focalizzandosi su due argomenti, come la congiura di Catilina e la guerra di Giugurta.

Nella prima monografia l’autore si sofferma a rappresentare i mali nascosti di una società divenuta ricca e potente dopo le vittorie sui nemici esterni (specialmente Cartagine), ma che poi aveva abbandonato i valori alla base di quei successi, giustizia, disinteresse, rettitudine, severità di vita, altruismo, in altre parole, i valori del mos maiorum.
La nobilitas corrotta invece di costituire come in passato la guida sicura dello stato, poteva ormai piegarsi a forme di criminalità politica: Catilina è l’incarnazione del pericolo che minacciava la respublica.

Nella seconda monografia si concentra in un movimento di ritorno alle origini del male, che si presuppone potrà essere vinto quando se ne saranno strappate le radici; Accanto alla prima vittoriosa resistenza dei populares, si delinea quella radicalizzazione dello scontro politico nelle due opposte fazioni che avrebbe condotto b alle successive fasi della crisi istituzionale, dalla guerra giugurtina, alla coniuratio capeggiata da Catilina fino al conflitto tra Cesare e Pompeo.
La causa primaria del male è la sete di potere e di denaro dell’aristocrazia, presi dall’ambitio e avarizia.
Sallustio non ha uno stile annalistico cioè dialogico diacronico ma monotematico; scrive 2 opere a carattere monografico: il bellum catilinae e il bellum iugurtinum. Il suo obiettivo è quello di evidenziare quanto Roma sia corrotta e in crisi, perché agli antichi valori si sono sostituiti gli ideali di avarizia, lussuria e superbia.
E’ un lodatore dei tempi antichi, laudator temporis acti, ha nostalgia della Roma repubblicana, ha una ammirazione per gli antichi padri, del mos maiorum.

La congiura di Catilina è spiegabile solo in questo contesto di corruzione della società; Catilina è un nobile festaiolo, che ha dilapidato tutti i suoi averi, e per risollevarsi economicamente deve fare la carriera politica; il suo intento era quello di fare una rivoluzione apparentemente protettiva per conquistare il potere che gli era stato negato. Raccoglie un gruppo di diseredati e falliti per fare un colpo di stato; Sallustio non ha simpatia di Cicerone perché è stato lui a smantellare la sua congiura; con Giugurta le guerre duravano tanto perché Giugurta che aspirava al trono della Numidia, corrompeva i generali romani, così non c’era la battaglia decisiva.

8. Differenza tra Ateniesi e Romani: Sallustio rileva che gli Ateniesi erano descritti e commentati dai loro scrittori che seppero esaltare la loro bravura; invece i Romani non sono stati ugualmente abili ad autoesaltarsi perché si giudicavano più uomini del fare che del dire: adoperavano l’ingegno assieme alla pratica.

9.Roma repubblicana e secoli prima dell’età contemporanea a Catilina: I Romani tenevano comportamenti corretti per inclinazione naturale, non per imposizione, infatti risp. le leggi, vigevano i buoni costumi, e la concordia; invece con i nemici erano feroci e ostili; erano frugali in casa fedeli nell’amicizia, splendidi nei sacrifici. Mette in mostra la moderazione dei Romani che dovevano rispettare la disciplina e gli ordini in guerra e in pace erano regolati da benevolenza e moderazione.

10. Passaggio all’età contemporanea a Sallustio: Sottomessa Cartagine viene a mancare la tensione che loro scaricavano nelle guerre con popoli nemici, che verrà scaricata all’interno di Roma. Cambia la società che prima sopportava le fatiche e adesso si dedicava all’ozio; c’era la bramosia di denaro e poi del potere; l’avidità prese posto della fede e virtù romane e insegnò la superbia e la crudeltà. Il cambiamento, sembrato come una pestilenza e respinto era diventato la norma.

11.L’ambizione che all’inizio faceva cambiare gli animi aveva un aspetto positivo, ma a lungo ha portato all’avarizia che viene manifestata anche nelle liste di proscrizione di Silla, Gli eserciti erano strumenti in meno dei generali, che facevano gli interessi del generale e non dello stato. Soldati si attaccano alle cose terrene, corrotti di costumi e senza freno nelle vittorie.

12. Cambiamento totale di valori; i giovani sono i primi a venir contagiati dai vizi. Commettere infamie significava simbolo di potere

13. Gusto di darsi alla bella vita, esigenza di vita diversa.

Catilina: ritratto negativo, soprattutto per quanto riguarda la morale e il suo comportamento. Era bramoso di potere e di denaro e era un uomo senza scrupoli.

20. Raduna tutti i complici in un luogo appartato della sua casa e li esorta dicendo che se non fosse sicuro di loro non si sarebbe avventurato invano in un impresa simile, partecipando dei loro stessi mali.
Sallustio fa capire che Catilina è un abile oratore e che sa coinvolgere le persone.

Politica?
- Faceva parte dei populares e vorrebbe al potere un uomo super partes che possa conciliare le 2 fazioni e dare un periodo di pace a Roma.

Catilina=ambiguo eroe del male?
- Perché rappresenta l’incarnazione degli ideali dell’epoca di Sallustio, che lottavano contro l’oligarchia corrotta, seppur li manifestava attraverso i caratteri negativi della sua persona.

Attendibile?
- Fino a un certo punto, perché era coinvolto in prima persona alle vicende della sua Roma, ha interpretato i fatti a modo suo; l’opera storica a Roma era un’opera letteraria condizionata dalla sensibilità dell’autore.

Esempio