Petronio, Apuleio, Lucano e Quintiliano

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Testo

Petronio

Non и stato possibile stabilire la data di nascita di Petronio. Tuttavia, grazie ad alcuni documenti e all’attribuzione datagli del Satyricon, possiamo stabilire con discreta certezza che visse nel I sec. d.C. sotto la corte di Nerone. Tacito lo definisce, negli Annales, come arbiter elegantiae, cioи arbitro di eleganza. La sua funzione alla corte di Nerone fu, infatti, quella di consigliere riguardo ai modi del vivere raffinato e lussuoso di corte, tanto и vero che Tacito afferma che Nerone «giudicava piacevole ed elegante soltanto ciт che gli veniva raccomandato da Petronio». Tuttavia, questa posizione di favore e di privilegio suscitт l’odio e la gelosia di Tigellino (il prefetto del pretorio) il quale vedeva in Petronio «un rivale piщ esperto di lui nella scienza dei piaceri». Tigellino, dunque, lo accusт di essere amico di uno dei promotori della congiura pisoniana. Nerone saputo ciт, nel 66 d.C., lo costrinse a togliersi la vita.

Il Satyricon:
Il Satyricon и la vicenda (narrata in prima persona) di un giovane di nome Encolpio il quale rievoca le avventure e le peripezie di un viaggio compiuto in compagnia di un giovinetto, Gitone, di cui и innamorato.
La struttura e l’organizzazione lineare e cronologica degli eventi, la narrazione di avventure bizzarre e rocambolesche (di regola lungo l’asse narrativo di un viaggio), riconducono il Satyricon al genere del “romanzo antico”. Inoltre, giа di per sй, il titolo e l’alternanza di passi scritti in prosa e in metri, riconducono l’opera ad un secondo genere letterario: la satira menippea.
Tuttavia, l’elemento piщ importante che riconduce il Satyricon a quest’ultimo genere letterario и, senza ombra di dubbio, il forte e spiccato intento parodistico nei confronti delle trame stereotipate dei romanzi e dei loro ingredienti tradizionali. C’и inoltre la riproposizione, in chiave parodistica, di situazioni e di temi consacrati dalla grande letteratura (Omero, Virgilio, la tragedia) in forme realisticamente degradate e comicamente rovesciate: il ribaltamento parodistico trasforma i personaggi del romanzo in buffi antieroi, in comiche caricature dei loro illustri antecedenti letterari.

Il realismo petroniano.
Nelle letterature antiche, la materia su cui si esercitava il comico era, tradizionalmente, la vita quotidiana della gente comune, di cui viene data una rappresentazione realistica, spesso grottescamente deformata. Nei confronti di questo strato sociale, Petronio, mantiene tuttavia un atteggiamento di superiore e signorile distacco, senza alcun compiacimento o coinvolgimento.
L’opera di Petronio si inserisce, dunque, in una tradizione di realismo comico in cui occupa, tuttavia, un posto del tutto peculiare, sia per la sua impostazione narrativa, sia per la capacitа dell’autore di rappresentare quel mondo senza le stilizzazioni e le convenzioni, tipiche della commedia, e senza i filtri moralistici propri della satira, con un’immediatezza e una concretezza uniche ed insuperabili.

Quintiliano
Marco Fabio Quintiliano fu originario di Calagurris (l’odierna Calahorra nella Spagna Nord-orientale). Nato tra il 30 e il 40 d.C., fu condotto a Roma dall’imperatore Galba. Nella capitale svolge con successo l’attivitа di oratore giudiziario; fu, inoltre, insegnante di retorica per 20 anni (dal 70 al 90 d.C.), finanziato dallo stato per volere di Vespasiano. Nel 94, ormai ritiratosi dall’insegnamento, accettт l’incarico, datogli dal nuovo imperatore Domiziano, di precettore dei suoi due pronipoti. Dopo il susseguirsi di alcune disgrazie familiari, muore, nel 96 d.C., alla fine della dinastia Flavia.

«L’institutio oratoria» (La formazione dell’oratore)
E’ un trattato di dodici libri, dedicato a Vittorio Marcello, personaggio in vista alla corte di Domiziano.
Nell’Institutio, Quintiliano scrive un’opera completa e sistematica, delineando la formazione dell’oratore fin dall’infanzia e trattando di tutti i problemi e gli argomenti, teorici e pratici, attinenti alla scienza retorica e all’attivitа oratoria. Quintiliano, dunque, scrive un vero e proprio trattato didascalico, molto simile a un manuale scolastico.
La concezione della retorica si pone, fin dall’inizio, sulla linea di quella Ciceroniana: la retorica и intesa come scienza che non si limita a fornire conoscenze puramente tecniche, ma si propone di formare, insieme al perfetto oratore, il cittadino e l’uomo moralmente esemplare. Pertanto, tutte le altre discipline, in particolare la filosofia, saranno subordinate ad essa: solo chi possiede perfettamente l’arte dell’eloquenza и in grado di trattare convenientemente di argomenti filosofici.

Contenuto dell’opera:
Dopo il proemio, Quintiliano dedica il I libro ad un’importante premessa sui precetti pedagogici e sullo studio della grammatica (primo livello dell’insegnamento). Il secondo libro tratta dei metodi di insegnamento della retorica e la sua funzione (secondo livello dell’insegnamento). Dal III all’XI libro c’и quella che costituisce il corpus principale della trattazione. In esso, dopo un rapido excursus sulla storia della retorica, troviamo le partizioni fondamentali di questa disciplina:
- essa si divide in 6 procedimenti: inventio, dispositio, elocutio, aptum, memoria, actio;
- puт distinguersi in tre generi di discorsi: deliberativo, epidittico, giudiziario;
- puт avere tre finalitа diverse: docere, movere, delectare.
Nel XII libro troviamo, infine, la descrizione del perfetto oratore inteso come vir bonus dicendi peritus.

La decadenza dell’oratoria secondo Quintiliano
Quintiliano indica le cause della decadenza dell’oratoria in fattori di ordine tecnico: carenza di buoni insegnanti, eccessivo spazio dato nella scuola alle declamazioni su argomenti fittizi lontani dalla vita reale.
Le cause sono, tuttavia, anche di carattere morale, individuando, nella degenerazione dei costumi, lo scadimento del gusto e dello stile.
Non tiene tuttavia conto della mutata funzione dell’oratore nella societа civile (non piщ repubblicana ma monarchica), e non considera le nuove tendenze stilistiche del tempo: egli ripropone infatti il modello ciceroniano, ormai superato, e non piщ adatto alle condizioni socio-politiche del suo tempo. Bisogna comunque tener conto che, Quintiliano, rielabora il modello del vir bonus, riadattandolo alla sua concezione dell’oratore: quest’ultimo non deve piщ preoccuparsi della communis utilitas, ma deve mirare all’utilitа del principe e della monarchia.

APULEIO:

Cultura molto vasta sia in campo greco che latino; grande dedizione ai problemi filosofico~religiosi (ellenismo); stile descrittivo ricco, grande ricerca di effetti.
Tra le sue opere minori compaiono: l’unica orazione giudiziaria del suo periodo (denominato decadente); Florida, in 4 libri, si tratta di un’antologia che tratta di parecchi e svariatissimi problemi culturali; Scritti Filosofici, in 3 trattati, di cui uno и il riassunto delle dottrine platoniche, un altro tratta dei dиmoni suddividendoli in 2 categorie, e il terzo и dedicato alla teologia cosmica.

Le Metamorfosi o Asino d’oro
И un’opera in prosa divisa in 11 libri; lo svolgimento della vicenda и intercalato con continue digressioni; tutto ruota intorno alla materia greco~orientale. Si puт dire composto di 3 parti diseguali: a) il racconto della metamorfosi di Lucio in asino, b) le novelle intercalate, c) l’iniziazione del protagonista ai misteri di Iside ed Osiride. La trama и la seguente:
Lucio sta viaggiando in Tessaglia, Grecia, smanioso d’assistere ai prodigi magici per cui и famosa questa regione. Sapendo che la moglie del suo ospite и una famosa maga, decide di farsi trasformare da questa in un uccello; ma sbaglia unguento e diventa non un uccello, bensм un asino. Sa che forse potrа riavere le vecchie sembianze solamente il giorno seguente. Si adatta quindi con dolore alla sua nuova condizione. Le principali vicende che poi lo vedono implicato sono: la dura vita in una caverna di ladroni, da cui fugge con una loro prigioniera per poi essere subito ripreso; vengono poi liberati di nuovo dal fidanzato di lei. Lucio vive per un po’ di tempo felicemente insieme ai 2 sposi. Ma essi vengono uccisi da un rivale geloso: viene dunque venduto a una banda di sacerdoti della dea Siria. Altre simili vicende si susseguono finchй l’asino non viene venduto a 2 cuochi di un ricco signore, presso i quali se la “spassa” piщ allegramente. Ma poi decide di fuggire e giunge a Cencrиa. Qui, svegliatosi nelle prime ore della notte, dice una preghiera alla Luna, e, riaddormentatosi, sogna la stupenda figura di Iside. Il giorno dopo, seguendo le istruzioni da lei avute, riesce a riacquistare l’originale sembianza di uomo, nella quale, perт, non vivrа piщ in modo impuro come un tempo: purificatosi, ottiene la consacrazione a sacerdote di Iside. Infine, recatosi a Roma, и assunto dal collegio sacerdotale di Osiride.

LUCANO

VITA
- Marco Anneo Lucano nacque in Spagna a Cordova in Spagna il 3 novembre del 39 d.C.
- La famiglia di Lucano, ricca e di buone tradizioni culturali, conservava ancora gli ideali repubblicani.
- Lucano fu portato, molto giovane, a Roma dove conobbe lo stoicismo a cui rimase profondamente legato tutta la vita.
- Dopo un viaggio in Grecia, venne accolto nella corte di Nerone che lo investм della carica di questore.
- L’ amicizia con Nerone durт bene poco: nel 60 Lucano scrisse le “Laudes Neronis” ma giа 2 anni dopo il Principe, anch’egli poeta, vietт al giovane autore di divulgare ogni sua produzione perchй provava gelosia per le sue doti.
- Tra il 62 e il 65 d.C. Lucano divenne la personalitа piщ importante della congiura pisoniana, la cui scoperta costrinse il poeta a suicidarsi il 30 aprile del 65 a.C.
-
L’ ATTIVITA’ LETTERARIA

la produzione и molto vasta e coinvolge temi svariati come il tema dell’ oltretomba
a) Le opere perdute:
- 2 poemi: l’ “Iliacon” sulla distruzione di Troia che sembrт essere in gara con il poema di Nerone ”Troica” e il “Catachthonion” (discesa agli inferi)
- 1 epillio l’ “Orpheus”.
- Le “Silvae” 10 libri di carmi di argomento vario.
- 1 raccolta di epigrammi.
- Alcune “fabulae salticae” (trame mitologiche per pantomimi).
- 2 carmi per Nerone: il primo di lode, il secondo invece di rimprovero.
- 1 raccolta di prose: le “Lettere della Campania”.
1 tragedia appena cominciata la “Medea”.

b) le opere pervenute:

il “Bellum civile” o “Pharsalia”
L’ unica opera della ampia produzione di Lucano и il poema epico sulla guerra civile fra Cesare e Pompeo chiamato “Bellum Civile” o anche “Pharsalia” (cominciato intorno al 60 a.C.) in ricordo del luogo dove si svolse la battaglia decisiva fra i 2 avversari.

Composizione:
- Il poema и composto da 10 libri anche se l’ obiettivo di Lucano era quello di arrivare a 12 volumi:
1° libro = Cesare oltrepassa il Rubicone e marcia verso Roma.
2° libro = Catone e Bruto si alleano con Pompeo in nome dei principi della repubblica.
3° libro = Cesare entra a Roma e si impossessa dell’ erario, poi si sposta a Marsiglia e poi inSpagna
4° libro = i cesariani vincono contro i pompeiani in Spagna.
5° libro = Cesare torna a Roma e quindi si dirige in Epiro dove l’ attende lo scontro decisivo con Pompeo.
6° libro = Pompeo attacca vittoriosamente Durazzo.
7° libro = avviene la decisiva battaglia di Farsalo (9 agosto 48 a.C.): Pompeo viene sconfitto.
8° libro = Pompeo si rifugia in Egitto ma qui muore in seguito a una congiura.
9° libro = i pompeiani guidati da Catone e bruto continuano a combattere
10° libro = Cesare entra in Alessandria ma qui gli viene tesa una trappola che lo costringe rimanere assediato nella reggia alessandrina.

Interpretazione:
- primi 3 libri (pubblicati quando Lucano era in vita):
si osserva il giudizio positivo di Lucano verso il principato neroniano (T 1) e la stessa figura del Princeps che viene posto anche al di sopra della figura di Augusto che aveva realizzato la pax romana.Il poeta si mostra imparziale verso i 2 contendenti
- rimanenti 7 libri (pubblicati dopo la morte del poeta):
la prospettiva storica cambia completamente e Lucano presenta un atteggiamento filorepubblicano che si nota dall’ attenzione con cui si analizza la figura di Pompeo , 1 personaggio caratterizzato da aspetti tragici la cui grandezza emerge dal conflitto con Cesare e, piщ in generale, con l’ avverso destino.

Stile:
- Il poema, che comprende ottomila esametri, presenta una struttura e un metro tipici del poema epico tradizionale.
- Nel “Bellum civile” appaiono spesso elementi straordinari ed anche descrizioni macabre ed orrorose (T 3 / 4) come nell’ ottavo libro in cui si narra la morte di Pompeo.
- Le vicende coinvolgono molti personaggi e non si non si incentrano solo sulle vicende di un unico eroe.

Caratteri del poema:
- Lucano abbandona la tradizione e sceglie di narrare la storia recente ancora molto sentita da suoi contemporanei а non perfeziona modelli precedenti ma tenta bensм di farne di nuovi che superino gli altri
- Il poema non esalta piщ lo Stato e suoi eserciti ma al contrario denuncia le guerre civili (T 1 / 3) con le loro conseguenti ingiustizie che sovvertono ogni valore morale.
- Nel “Bellum civile” i riferimenti all’ Eneide sono molti ma appaiono in termini di contrasto: Virgilio canta il prestigio di Roma / Lucano critica le guerre civili e ritiene che esse siano responsabili della caduta della repubblica.
- la nostalgia verso gli ideali repubblicani и molto sottolineata a partire dal quarto libro ed и simboleggiata dalla figura di Catone Uticense (T 2) che, oltre a rappresentare i sani valori della “libera respublica” , и anche un importante esempio dell’ ideologia stoica a cui aderiva Lucano (es. Catone si rifiuta in un’ occasione di consultare l’oracolo e in questo modo si dimostra la sua critica verso le divinitа tradizionali).
- Il poeta si sofferma spesso a ritrarre un’ umanitа sofferente costantemente esposta ai pericoli.

ANALISI DEI TESTI:

1) Il proemio del “Bellum civile”:
- contiene una dura condanna nei confronti guerre civili (“Un popolo potente voltosicon con la destra vittoriosa contro le sue stesse viscere”) che sono ritenute piщ pericolose di ogni nemico
- presenta una forte esaltazione di Nerone, paragonato quasi a un Dio; ciт sembra in contrasto con le idee liberali del poeta ma bisogna ricordare che i rapporti con il Principe all’ inizio della composizione del poema erano ancora buoni.
2) La figura di Catone (Bellum civile II, vv. 380 – 391)
- Lucano descrive Catone l’ Uticense e le sue qualitа (altruismo, amore per la prole, onestа , disciplina, integritа nei costumi).Egli и uno dei migliori esempi della virtus romana, e simboleggia gli ideali della repubblica in aperto contrasto con le scelte autoritarie del Principato.
3) La battaglia di Farsalo (Bellum civile VIII, vv. 617 – 646)
- Lucano descrive con il massimo della drammaticitа ed anche con un certo gusto del macabro la battaglia di Farsalo, una sconfitta non paragonabile alle altre perchй avrа pesanti conseguenze sulle generazioni future dato che essa rappresenta sostanzialmente la fine di una nazione.
4) La morte di Pompeo (Bellum civile VIII, vv. 663 – 691)
- Lucano presenta la morte di Pompeo (a cui risersava la sua personale stima) con stile orroroso e macabro (dopo una serie di colpi violenti, la testa del romano viene recisa quindi un ‘ asta la trafigge allo scopo di far fuoriuscire il cervello) tipico dell’ etа giulio – claudia.
La Pharsalia
L’argomento rigorosamente stoico и la guerra civile tra Cesare e Pompeo, culminata nella decisiva battaglia di Farsalo il 9 agosto del 48 a.C.
Struttura: passaggio del Rubicone e sconfitta del cesariano Curione (I-IV dedicata a Cesare); V-VIII dedicata a Pompeo e alla sua tragica morte; la terza tetrade dedicata a Catrone и incompiuta.
Fonti: libri di Tito Livio, storie di guerre civili di Asinio Pollione e Seneca il Vecchio, i Commentarii di Cesare.

Non celebra la guerra, ma ne denuncia l’orrore e la disperazione. La guerra civile и vista come un crimine.
Personaggi:
CESARE: eroe negativo. Crudele e sanguinario, si compiace del male e ne gode. La sua ira и un furor gratuito e disumano, irrazionale.
POMPEO: eroe tragico. И Magnus, ma la sua grandezza appartiene al passato, и un eroe in declino.
CATONE: eroe stoico.
Stile:
esasperazione delle forme espressive. Stile drammatico (uso della tecnica compositiva parattatica). Non verismo, ma ipperealismo o surrealismo visionario.

Esempio