Materie: | Appunti |
Categoria: | Latino |
Voto: | 1.5 (2) |
Download: | 276 |
Data: | 04.08.2008 |
Numero di pagine: | 3 |
Formato di file: | .doc (Microsoft Word) |
Download
Anteprima
personalita-cicerone_1.zip (Dimensione: 3.86 Kb)
trucheck.it_personalit+ 19 Kb
readme.txt 59 Bytes
Testo
Schema riassuntivo – Personalità di Cicerone
Senso di sé e orgoglio personale:
Cicerone è protagonista di un secolo in cui
si affermano i personalismi; egli stesso
è orgoglioso di essere un homo novus.
Ruolo dell’intellettuale:
l’intellettuale è colui che svolge
un bene per la società e Cicerone
si sente un intellettuale di
prestigio, in quanto ha introdotto
Otium e Negotium: a Roma la cultura greca, che
l’intellettuale deve saper attuare un giusto eleva la gloria dei Romani.
equilibrio negotium e otium; in primo luogo
deve occuparsi degli affari politici, mentre
durante l’otium si deve impegnare in attività Rapporto con gli altri:
letterarie o filosofiche e, comunque, volte il civis romano vive per la
al miglioramento della città. comunità e il suo operato
deve essere indirizzato ad
un migliore futuro per la
città; così Cicerone si
rivolge anche ai giovani,
nel tentativo di riportare
Cicerone Roma agli antichi valori
Filosofia e Retorica: sempre nel rispetto della
estrapolandone alcuni caratteri modernità.
dalla cultura greca, Cicerone
attribuisce un ruolo fondamentale
alla filosofia, come mezzo di
elevazione culturale per la società Interprete dei propri tempi:
romana, e della retorica, che diventa si pose come intermediario tra
arte e che caratterizza il buon oratore. ceti sociali emergenti e nobilitas
senatoria; comprese la fase di
declino delle istituzioni che la
repubblica aveva avviato; fu il
primo a sentirsi parte non più di
Ruolo di mediatore: una città-stato, ma di un impero
lottò per uno svecchiamento delle antiche strutture sovranazionale.
istituzionali, ma esortò anche ad un ristabilimento dei
tradizionali valori del mos maiorum; equilibrò ruolo
pubblico e privato dell’intellettuale; dedicò alle generazioni
future il suo testamento spirituale, il De officiis; guardò al futuro,
rimanendo sempre un convinto laudator temporis acti; mediò
tra cultura greca e romana, al fine di dare dignità culturale a Roma,
non più come piccola città, ma come capitale di un impero.