Lotte e contrasti in Roma antica

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Testo

Lotte e contrasti in roma antica
La plebe romana è sempre stata nemica dei patrizi, infatti invidiavano tantissimo i loro beni. Per ciò, i tribuni della plebe alimentavano quotidianamente l’odio, maledicendo i patrizi, disprezzando le leggi, assentendo i plebei. Allora, la plebe si adirò coi patrizi così che sopraggiunsero con i nemici di Roma e minacciarono lo Stato, si ritirarono sul monte Sacro e gli ottimati supplicarono invano i plebei di ritornare a Roma. Solo Menenio Agrippa prese posizione nella città e persuase i cittadini a deporre le armi. Raggiunto un parimento di diritti nella città, si sforzarono di superare gli altri e, astenendosi né dai beni, né dai mezzi illeciti, la plebe cominciò a sostenerli nello stesso modo. Allora, al nascere della guerra civile fra Mario e Silla, la feccia della cittadinanza insultò impunemente i buoni, li prese in giro, li aggredì verbalmente e li attaccò. Dopo che Ottaviano raggiunse la somma carica di princeps, volendo risanare le ferite delle guerre civili, diede spazio e tutti gli uomini dello Stato e soddisfò le speranze dei buoni così che possa dire sul punto di morte:”Allora, amici, congratulatevi con me e applauditemi”

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