Liber XXVI Livio versione 13

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Testo

LIBER XXIV Ab urbe Condita - Livio

13
Latino:
Ad Hannibalem, cum ad lacum Auerni esset, quinque nobiles iuuenes ab Tarento uenerunt, partim ad Trasumennum lacum, partim ad Cannas capti dimissique domos cum eadem comitate qua usus aduersus omnes Romanorum socios Poenus fuerat ei memores beneficiorum eius perpulisse magnam partem se iuuentutis Tarentinae referunt ut Hannibalis amicitiam ac societatem quam populi Romani mallent, legatosque ab suis missos rogare Hannibalem ut exercitum propius Tarentum admoueatsi signa eius, si castra conspecta a Tarento sint, haud ullam intercessuram moram quin urbs; in potestate iuniorum plebem, in manu plebis rem Tarentinam esse Hannibal conlaudatos eos oneratosque ingentibus promissis domum ad coepta maturanda redire iubet; se in tempore adfuturum esse hac cum spe dimissi Tarentini ipsum ingens cupido incesserat Tarenti potiundi urbem esse uidebat cum opulentam nobilemque, tum maritimam et in Macedoniam opportune uersam regemque Philippum hunc portum, si transiret in Italiam, Brundisium cum Romani haberent, petiturum.

Italiano:
13 Ad Annibale che era nella zona del lago d'Averno giunsero da Taranto cinque giovani, che erano stati fatti prigionieri, parte al lago Trasimeno, parte a Canne e che erano stati rimandati da lui alle loro case, con quella generosità che il Cartaginese aveva sempre dimostrato verso tutti gli alleati dei Romani Quei giovani gli dichiararono che, memori della sua benevolenza, avevano indotto gran parte della gioventù tarentina a preferire l'amicizia e l'alleanza cartaginese a quella romana; erano poi stati mandati dai loro concittadini come messaggeri ad Annibale per pregarlo di avvicinarsi con l'esercito a Taranto: Se da questa città fossero stati visti i suoi accampamenti e le sue insegne, senza alcun indugio Taranto si sarebbe arresa a lui; la plebe era in potere dei giovani e la situazione a Taranto era in mano della plebe Annibale, elogiati i giovani tarentini e colmatili di larghe promesse, li invitò a tornare a casa per accelerare l'esecuzione del piano, assicurando che egli sarebbe intervenuto al momento opportuno I Tarentini furono congedati con questa speranza Una grande brama di occupare Taranto si era impadronita dello stesso Annibale egli, infatti, vedeva che quella era una città non solo ricca e nobile, ma anche posta sul mare a fronteggiare opportunamente la Macedonia, in modo che, se il re Filippo fosse passato in Italia, si sarebbe diretto verso questo porto, dal momento che Brindisi era in mano dei Romani

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