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Categoria: | Latino |
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Data: | 23.04.2007 |
Numero di pagine: | 1 |
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Testo
Perché non dovrei anteporre l’amicizia a tutte le cose umane? In primo luogo sono convinto di ciò, che l’amicizia non può esserci se non tra i buoni. Ne intendo ciò in senso rigoroso, come quegli Stoici che discutono di queste cose in modo alquanto cavilloso, forse giustamente, ma troppo poco per una comune utilità; infatti dicono che non ci sia alcun uomo valente se non il sapiente. Ammettiamo pure che sia così; ma ritengono la sapienza quella che nessun mortale ha ancora conseguito; invece noi dobbiamo considerare quelle cose, che rientrano nella pratica e nella vita comune, non quelle cose che sono frutto di fantasia o di desiderio. Mai potrei dire che C. Fabrizio, M. Curio, Tiberio Coruncanio, i quali i nostri antenati giudicavano sapienti, lo fossero in base al criterio degli Stoici. Per cui tengono per se il concetto antipatico e oscuro di saggezza: ammettano almeno che siano stati uomini valenti.