L'amicizia in Aristotele)

Materie:Tema
Categoria:Filosofia

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Testo

L’Amicizia

L’amicizia è una dimensione che può essere indagata a partire da una molteplicità di punti di vista diversi (filosofico, sociologico, psicologico, religioso, letterario, personale..). Tutti, evidentemente, forniscono elementi che concorrono ad arricchirne la definizione. Individua a partire dalle letture che ti hanno accompagnato in questo percorso tematico gli elementi secondo te più significativi, articolando una riflessione ed un confronto con i vari maestri del sapere che hai incontrato. Uno spunto significativo potrebbe essere fornito da una celebre citazione tratta da Novecento di A. Baricco: “”Non sei fregato veramente finché hai una buona storia da raccontare e qualcuno a cui raccontarla”.

L’amicizia è un forte sentimento di affetto vivo e reciproco tra due o più persone e viene considerata una forma d’amore. L'amicizia viene intesa e percepita come un rapporto alla pari che si basa sul rispetto, sulla stima, sulla disponibilità reciproca e che non pone vincoli nei comportamenti delle persone coinvolte. Esistono diversi tipi di amicizia, quella causale legata a una simpatia che affiora in una certa circostanza anche in modo temporaneo, quella più intima, in cui nasce un rapporto continuativo nel tempo stabilendo un grado di confidenza reciproca molto alto. L’amicizia è un sentimento mutevole e molteplice nelle sue forme e nelle sue manifestazioni e Platone aveva cercato di capire le cause e i principi su cui si deve fondare una vera amicizia. Egli prima afferma che si crea un rapporto amichevole tra coloro che trovano nell'altro segni o abitudini a loro simili, ma poi smentisce subito questa affermazione dichiarando che se i due amici sono tra loro simili non potranno trovare elementi che li completino dato che ciò che possiede uno, l'altro ne è già in possesso. Platone così passa alla seconda tesi in cui afferma che le persone diventano amici perché riscontrano nell'altro caratteristiche opposte alle loro in quanto l'uno possa colmare le lacune dell'altro; ma poi smentisce anche questa dicendo che le cose opposte non possono essere amiche. Così passa alla terza tesi in cui afferma che l'amicizia esiste a causa del male e in funzione di qualcosa di buono che il male non può procurare. Qui c’è l’esempio di un uomo che essendo malato (male) va dal medico per farsi curare (bene) e tra i due nasce l’amicizia. Platone infine conclude dichiarando che l'amicizia è basata dal desiderio, che mette in relazione una cosa né buona né malvagia con il bene in alleanza reciproca contro il male, così da arrivare a prospettive migliori.
Invece Aristotele descrive l’amicizia in modo diverso: per lui è una cosa sia necessaria per vivere che bella perché nessuno potrebbe mai rinunciare a questa; lui la considera una virtù o che segue la virtù; nessuno sceglierebbe di vivere senza amici, anche se avesse tutti gli altri beni, infatti sono i ricchi e coloro che possiedono cariche e potere che hanno maggiormente bisogno di amici. Gli amici sono l’unica consolazione dei poveri e dalle disgrazie, inoltre ai giovani l'amicizia è d'aiuto per non sbagliare, mentre ai vecchi per assistenza e per la loro insufficienza ad agire a causa della loro debolezza. Aristotele divide l’amicizia in tre tipi: L’amicizia fondata sull’utile, l’amicizia fondata sul piacere e l’amicizia fondata sulla virtù. Secondo Aristotele chi è amico a causa dell'utile non vuole veramente bene all’amico in quanto persona, piuttosto in quanto gli deriva un qualche bene e un qualche vantaggio; e così anche chi è amico a causa del piacere.
Per Aristotele la vera amicizia è quella fondata sulla virtù, infatti si vogliono bene reciprocamente in quanto sono buoni, e sono buoni di per sé; e coloro che vogliono bene agli amici proprio per gli amici stessi sono gli autentici amici, quindi la loro amicizia dura dato che sono buoni e che la virtù è qualcosa di stabile.
L’amicizia fondata sul piacere e sull'utile si rivela accidentale e cessa quando non esiste più l’utile o il piacere, quella invece fondata sulla virtù è perfetta ed è la più stabile e ferma. Ci sono poi tante specie di amicizia quante sono le comunità della società.
Baricco, attraverso il testo letterario “Novecento”, considera amico colui che è entrato nella nostra vita in modo stabile e quindi a cui possiamo raccontare la nostra storia, i nostri problemi, le nostre disgrazie, le nostre gioie e felicità stando sicuri che lui si mette a disposizione ascoltandoci e a sua volta raccontandoci la sua storia con tutte le sue sfaccettature. Nell’ultimo dialogo tra Novecento e il suo migliore amico viene chiarito un altro aspetto dell’amicizia: l’amico ci aiuta nelle scelte della nostra vita dandoci consigli, ma dopo averceli dati rispetta la scelta che abbiamo fatto, anche se non la condivide, lasciandoci andare avanti per la nostra strada, magari con un pizzico di dispiacere.
Penso che alcuni dei fondamenti dell’amicizia siano il dialogo, perché senza questo non si può diventare amici; l’aiuto e la disponibili, perché l’amicizia non si limita solo al divertimento e alle cose belle ma è giusto aiutare ed essere disponibili quando qualcosa non va; il rispetto, perché ci deve essere sempre; la sincerità e la lealtà, perché bisogna parlare all’amico di ciò che si pensa veramente: la solidarietà, perché quando succede una disgrazia o un dolore all’amico è giusto che siamo presenti cercando di consolarlo come possiamo. La mia opinione sull’amicizia è molto simile a quella di Baricco, è importante il dialogo, ma anche l’ascolto e il silenzio, è importante dare consigli sinceri e sentiti in un momento di bisogno cercando così di aiutare l’amico, senza però farlo sentire costretto a seguire i nostri suggerimenti, perché ognuno è libero di fare la propria scelta, di scegliere di percorrere la sua strada, sbagliata o giusta che sia.

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