Appunti su Aristotele.

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Testo

ARISTOTELE 384-83/322-21 a.C.

DIFFERENZE CON PLATONE
Contesto storico-politico:
Platone: cultura della polis e della classicità greca. crede nella finalità politica del sapere
Aristotele: cultura età ellenistica, grecia perde l’indipendenza, l’individuo non si sente + cittadino della polis
Visione della realtà:
Platone: ottica verticale e gerarchica che distingue cose vere da apparenti, superiori da inferiori
Aristotele: ottica orizzontale e unitaria considera tutte le scienze su un piano di pari dignità. La filosofia si differenzia solo perché esamina le varie facce della realtà e si interessa sull’essere e sulla realta. Filosofia = scienza prima e anima unificatrice
Metodo di ricerca:
Platone: incessante ricerca, usa miti
Aristotele: insieme fisso di verità, usa solo razionalità
E ANALOGIE
L’ idea che la ricerca nasce dalla meraviglia e dal bisogno di conoscere. Ricerca della verità

LE SCIENZE
SCIENZE TEORICHE: Oggetto: necessario. Scopo: conoscenza del vero. osservano e comprendono la realtà. METAFISICA, FISICA, MATEMATICA
SCIENZE PRATICHE: Oggetto: possibile. Scopo: indagano comportamenti umani. Sono legate alla mutevolezza, non raggiungono quelle teoriche
SCIENZE PRODUTTIVE: Oggetto: belle arti e tecniche. Scopo: conoscenza degli oggetti che trattano. Sono collegate alla manipolazione di oggetti.

LA METAFISICA
Con questo termine si intende quella parte della filosfia che studia le strutture profonde del reale che vanno al di la dell’apparenza. Aristotele le indicava come FILOSOFIA PRIMA. Egli da 4 definizioni. 1)Studia le cause e i principi primi 2)Studia l’essere in quanto essere 3)Studia la sostanza 4)Studia Dio e la sostanza immobile. Egli ha insistito di + sulla seconda: essa non ha per oggetto una realtà in particolare ma in generale. Per questo essa è la filosofia prima mentre le altre sono filosofie seconde.

L’ ESSERE
L’essere è l’oggetto della metafisica. Non ha un’unica forma ne’ un’unica accezione ma una molteplicità di aspetti e di significati. Aristotele riassume tutti i suoi aspetti in questo modo: 1)L’essere come accidente 2)L’essere come vero 3)L’essere come atto e potenza 4)L’essere per sé (o le categorie). Per categorie si intende le caretteristiche fondamentali dell’essere cioè la SOSTANZA, QUALITA’, QUANTITA’, RELAZIONE, AGIRE, SUBIRE, DOVE,QUANDO. Le categorie sono i vari modo con cui si dice una cosa. La più importante è la sostanza poiché le altre la presuppongono. Si può dire che l’essere è la sostenza che è l’essere dell’essere. La filosofia ha il compito di considerare l’essere non come quantità o movimento ma solo in quanto essere. Per questo ha bisogno di un principio che è quello della NON CONTRADDIZIONE per cui ogni essere ha una natura determinata impossibile da negare.

LA SOSTANZA
L’essere è un insieme di sostanze e di qualità di queste ultime. Ogni sostanza forma un SINOLO, unione indissolubile di 2 elementi, FORMA: non l’aspetto esterno ma la sua struttura propria; MATERIA: il materiale che la compone. La sostanza è l’essenza necessaria di ogni cosa. Le sostenza non differiscono fra loro in quanto sostanze ma per caratteri diversi della sostanza stessa. Tutto è sostanza; Dio è il più alto degli esseri ma è sostanza. E’ l’oggetto della scienza. Tutte le scienze in quanto rivolte alla ricerc adella sostanza hanno la stessa dignità

LE 4 CAUSE
Per Aristotele la conoscenza e la scienza nascono dalla meraviglia. Egli nota che per chidere una cause si chiede un perché che può essere diverso: varie specie di cause. CAUSE: MATERIALE (di cosa è fatta una cosa). FORMALE (l’essenza). EFFICIENTE (ciò che da iniziò al mutamento o alla quiete). FINALE (lo scopo cui una cosa tende)

LA DOTTRINA DEL DIVENIRE
Parmenide dichiare che il divenire è qualcosa di impensabile, perché implicherebbe un passaggio dall’essere al non essere, quindi l’esistenza del nulla. Aristotele ritiene invece che il divenire non implichi un passaggio dall’essere al non essere ma il passaggio da un tipo di essere ad un altro tipo di essere: è solo una modalità dell’essere. A questo proposito Aristotele elabora il concetto di POTENZA E ATTO. Potenza: possibilità della materia di assumere una certa forma. Atto: realizzazione di questo. Il punto di partenza del divenire è la materia come privazione mentre il punto d’arrivo è l’assunzione della forma. L’atto viene prima della potenza ed è superiore a questa perché costituisce la causa, il senso e il fine della potenza.
LA MATERIA PRIMA: Il divenire è: dato dalla forma, materia, atto e potenza. Accanto a queste si hanno la causa efficiente, che dà inizio al divenire, e la causa finale, il fine del divenire. Spesso una cosa può essere considerata sia forma (atto) sia materia (potenza). Questa catena da un lato presuppone una materia prima priva di determinazioni che si ammette come base, dall’ altro una forma pura cioè una perfezione completamente realizzata.

LA LOGICA
LOGICA E METAFISICA
Nella definizione aristotelica delle scienze non trova spazio la logica, poiché essa ha per oggetto la forma comune di tutte le scienze. Il termine LOGICA non è aristotelico, piuttosto egli per indicare la sua dottrina del ragionamento usava il termine analitica. Le ricerche logiche di Aristotele molto probabilmente si sono sviluppate parallelamente allo studio delle dottrine metafisiche. La logica ha un oggetto cioè la struttura della scienza in generale. Tra le forme di pensiero studiate dalla logica, e le forme della realtà studiate dalla metafisica vi è un rapporto necessario.

CONCETTI
Secondo Aristotele gli oggetti del nostro discorso (CONCETTI) possono venir disposti in una scala di maggiore o minore universalità e classificati secondo un rapporto di GENERE E SPECIE. Ogni concetto di un settore è specie di un concetto più universale e genere di un concetto meno universale. Rispetto al genere la specie ha un maggiore numero di caratteristiche ma è riferita a meno individui. Viceversa, rispetto alla specie il genere ha meno caratteristiche ma è riferito a più individui. Quindi si ha un rapporto inversamente proporzionale tra estensione e comprensione (l’insieme delle note o qualità caratteristiche di un concetto) e l’estensione (il numero degli essere a cui fa riferimento un concetto), in quanto, arricchendosi l’una si impoverisce l’altra e viceversa.
La scala dei concetti ha a capo una specie che non ha sotto di se altre specie: la SOSTANZA PRIMA: sostanza nel senso proprio. SOSTANZE SECONDE: specie e generi entro cui rientrano le sostanze prime. Se non esistessero le sostanze prime non ci sarebbero neanche le seconde.

LE PROPOSIZIONI
Aristotele prende in considerazione quelle combinazioni di termini che si chiamano enunciati apofantici (o dichiarativi), cioè frasi che costituiscono ASSERZIONI. Questi enunciati si identificano con le PROPOSIZIONI che si distinguono in AFFERMATIVE: attribuiscono qualcosa NEGATIVE: separano qualcosa da qualcosaltro UNIVERSALI: hanno soggetto universale PARTICOLARI: il soggetto è una classe particolare SINGOLARI: il soggetto è un singolo. Esistono rapporti tra proposizioni diverse che risultano nel Quadrato degli opposti.

Esistono proposizioni CONTRARIE: come universali affermative e universali negative che sono della stessa quantità ma di diversa qualità e non possono essere entrambe vere, al massimo tutte e 2 false. Proposizioni CONTRADDITTORIE: come universali affermative e particolari negative. Sono diverse sia per quantità che per qualità e devono essere per forza o l’una o l’altra vera. Proposizioni SUBCONTRARIE: come particolari affermative e particolari negative sono. Sono quantità uguali ma diversa qualità e possono essere o entrambe vere ma non entrambe false. Proposizioni SUB-ALTERNE. come universali negative e particolari negative. Qualità uguale ma diversa quantità. La verità della particolare è compresa nella universale ma non viceversa.
Aristotele considera anche la modaità della proposizione distinguendo: ASSERZIONE (A è B). POSSIBILITA’ (A può essere B). NECESSITA’ (A deve essere B)

IL SILLOGISMO
Secondo Aristotele quando affermiamo quindi neguhiamo qualcosa di qualcosaltro non ragioniamo ma giudichiamo. Ragioniamo quando passiamo da giudizi cioè da proposizioni a proposizioni collegate da nessi. Il SILLOGISMO è il ragionamento per eccellenza. E’ un discorso in cui poste delle premesse segue necessariamente una conclusione. Nel sillogismo si hanno 3 termini: MAGGIORE: predicato nella prima premessa. MINORE: soggetto nella seconda premessa. MEDIO: soggetta nella prima e predicato nella seconda. (Maggiore e minore compaiono anche nella conclusione).
Premessa maggiore: ogni animale è mortale
Premessa minore: ogni uomo è animale
Conclusione: ogni uomo è mortale

LE PREMESSE
La validità di un sillogismo non si identifica con la sua verità, infatti può partire da premesse false. Il sillogismo deve essere oltre che corretto anche dimostrativo cioè partire da premesse vere. Come si ottengono ? La premesse prime si identificano con gli ASSIOMI, cioè proposizioni comuni a più scienze o a tutte le scienze. Questa è la condizione necessaria ma non sufficiente. Servono dei PRINCIPI PROPRI alle singole scienze che sono le DEFINIZIONI. queste si ottengono con l’induzionem procedimento grazie a cui dal particolare si ricava l’universale. Questa però ha dei limiti, infatti non spiegando il perché non attinge il vero universale. Ma allora da dove derivano le definizioni? Esse derivano dall’ INTELLETTO e dal suo potere di INTUIZIONE che è il principio della scienza. L’intuizione si ottiene gradualmente con l’esperienza.

LA DIALETTICA
Essa si distingue dalla scienza per la natura dei suoi principi. I PRINCIPI DIALETTICA: probabili. PRINCIPI SCIENZA: assolutamente veri. Quindi vi è un netto distacco da Platone che vede nella dialettica la scienza più alta. Per Aristotele è solo un ragionamento debole, cioè un discorso che non necessariamente arriva a concludere qualcosa.

L’ ANIMA E LE SUE FUNZIONI
E’ la forma che fa si che il corpo risulti vita in atto. Il corpo, come ogni strumento che ha una sua funzione, ha la funzione di vivere e pensare; l’ atto di questa funzione è l’anima. Aristotele si allontana dalle diverse concezioni precedenti di anima. L’anima opera a contatto con il corpo e ha tre funzioni: VEGETATIVA: propria a tutti gli esseri viventi, è la potenza nutritiva e riproduttiva. SENSITIVA: propria degli animali e dell’uomo, comprende la sensibilità e il movimento. INTELLETTIVA: propria dell’ uomo

SENSIBILITA’, IMMAGINAZIONE, INTELLETTO
Oltre ai 5 sensi Aristotele individua un senso comune che ha la duplice funzione di 1)Sentir di sentire (costituire la coscienza della sensazione) 2)Percepire determinazioni sensibili comuni a più sensi. La sensazione in atto coincide con l’oggetto stesso. Dal senso si distingue l’ IMMAGINAZIONE che ha 1)la facoltà di produrre, evocare, combinare immagini independenti dagli oggetti a cui si riferiscono, 2)fondere insieme molteplici immagini in un’unica immagine generale. L’universale viene alla luce grazie all’ INTELLETTO che rielabora e costruisce i concetti su cui si basa la nostra conoscenza. CONCETTO: carattere di universalità che prescinde dal sensibile. IMMAGINE: legata al contenuto sensoriale. Esiste quindi un intelletto potenziale che lavora e produce verità che sono rese in atto grazie all’ intelletto attivo.

LA FISICA
I MOVIMENTI
Le sostanze in movimento, percepibili con i sensi, sono oggetto della fisica. E’ la seconda scienza che viene subito dopo la filosofia prima, l’oggetto proprio della fisica è l’essere in movimento. Esistono 4 tipi fondamentali di movimento. SOSTANZIALE: generazione e corruzione QUALITATIVO: mutamento QUANTITATIVO: aumento o diminuzione LOCALE: cambiamento di luogo (è il fondamentale). LOCALE: CIRCOLARE: intorno al centro del mondo DAL CENTRO VERSO L’ALTO. DALL’ALTO VERSO IL CENTRO (contrari). Il movimento circolare non ha contrari quindi le sostanze che si muovono così sono immutabili, ingenerabili e incorruttibili. Ciò avviene per i corpi celesti.

I LUOGHI NATURALI
Sono quattro e sono: AQUA, ARIA, TERRA, FUOCO. Aristotele formula la TEORIA DEI LUOGHI NATURALI. Ognuno di questi elementi ha il suo luogo naturale, e anche se viene allontanato, tende a ritornarvi. In base al peso si ha al centro la terra, intorno l’acqua, l’aria e il fuoco. Al di sopra c’è la prima sfera eterea

PERFEZIONE E FINITEZZA DELL’UNIVERSO
L’ universo è perfetto, unico, finito e eterno. Aristotele evoca la teoria pitagorica sulla perfezione del numero 3 e afferma che il mondo, possedendo le 3 dimensioni possibili è perfetto perché non manca di nulla: esso è anche finito perché se fosse infinito mancherebbe qualcosa.

LO SPAZIO
In natura non può esistere il vuoto, infatti il luogo è sempre luogo di qualcosa. Egli nega non solo il vuoto tra oggetto e oggetto, ma anche il vuoto intorno all’universo. Quindi tutte le cose sono nello spazio, ma non l’universo che non è contenuto poiché è ciò che tutto contiene.

IL TEMPO
Esso si definisce solo in relazione al concetto di divenire. Il tempo non è il mutamento delle cose, ma la misura del loro divenire secondo il prima e il poi. E’ qualcosa che pur trovando la propria formulazione nell’anima, trova allo stesso tempo la sua condizione oggettiva fuori dall’anima. Come totalità perfetta e finita il mondo è eterno. Esso non ha avuto principio e non avrà fine.

L’ ETICA
FELICITA’ E RAGIONE
Ogni arte e ogni cosa è fatta in vista di un fine buono: il fine e il bene coincidono. Secondo Aristotele ci deve essere un FINE SUPREMO; non mezzo di un fine ulteriore che sarà il bene sommo. Questo è la FELICITA’. Per Aristotele ognuno è felice quanto fa bene il suo compito. L’uomo dunque sarà felice solo se vive secondo la ragione, questa vita è la VIRTU’. Poiché nell’uomo oltre alla PARTE RAZIONALE vi è una PARTE APPETIVA così ci sono due virtù fondamentali: 1) consiste nel dominio della ragione sugli impulsi 2)consiste nell’ esercizio stesso della ragione.

LA DOTTRINA DELL’AMICIZIA
TIPI DI AMICIZIA
Secondo Aristotele l’amicizia è indispensabile alla vita. Essa non è solo una cosa NECESSARIA, ma anche BELLA. Può essere fondata sull’ UTILE, sul PIACERE o sul BENE. Ci sono 3 tipi di amicizia: di PICERE, UTILITA’, VIRTU’. Non valgono tutte allo stesso modo infatti gli uomini che si amano per l’utile o per piacere non lo fanno per se stessi ma per qualche vantaggio; sono amicizie accidentali e facili a rompersi. L’amicizia di virtù è stabile e ferma perché fondata sul bene. Chi è buono ama l’amicizia di per se stesso e non per vantaggi. Ciò non toglie che questa amicizia sia utile e piacevole. Questi tipi di amicizie hanno bisogno di tempo.

CONDIZIONI DELL’AMICIZIA
Solo quelli che vivono in intimità di rapporti possono esercitare l’amicizia. L’amicizia è una forma di concordia che presuppone una sostanziale uguaglianza fra individui. Per quanto riguarda il numero di amici Aristotele dice che non bisogna cercare il numero maggiore di amici ma quelli sufficienti. Distingue poi la distinzione fra amicizia, benevolenza e amore.

LA POLITICA
L’uomo è un animale politico. La famiglia: 3 rapporti: tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra schiavi e padroni. La famiglia deve procurarsi i mezzi per il sostentemento.
MERCE * DENARO * MERCE : denaro = mezzo
DENARO * MERCE * DENARO: denaro = fine. Mercificazione di tutti i valori. La meta è l’accumulazione.
La costituzione migliore è il giusto mezzo fra gli estremi
Città felice: garantisce pace e tempo libero
Politica: servizio nei confronti dei cittadini
La vita politica è necessaria perché l’individuo non basta a sé stesso perché da solo non può provvedere ai suoi bisogni né può giungere alla virtà (uomo=animale politico). Aristotele cerca una via di mezzo tra coloro che tentano di delineare un tipo di stato ideale e chi cerca uno schema pratico. Il problema fondamentale è quello di trovare una costituzione adatta a tutte le città. Fra i tipi di costituzione egli sostiene una via di mezzo tra l’oligarchia e la democrazia: chi governa è una moltitudine agiata. Vi sono diverse condizioni per un buon governo: - deve provvedere alla prosperità materia e alla vita virtuosa e felice dei cittadini – il numero dei cittadini deve essere equilibrato – il territorio deve essere adatto – funzioni ben distribuite – comandi agli anziani – deve educare i cittadini non solo alla guerra ma anche alla pace e virtù.

LA POETICA
L’ARTE COME IMITAZIONE
L’arte è definita in generale da Aristotele IMITAZIONE. Questa può essere fatta con diversi mezzi e modi diversi e rivolgersi a diversi oggetti. 1)Si possono imitare cose o persone superiori, comuni o inferiori alla media; narrativamente o drammaticamente. Tutto questo viene trattato nella POETICA in cui viene spiegata la TEORIA DELLA TRAGEDIA che è imitazione di un’azione seria con il fine di purificare l’animo dalle passioni suscitando terrore. L’oggetto della tragedia è il VEROSIMILE e per questo la poesia è più elevata della storia perché esprime l’universale, non il particolare. 2)L’arte è una rappresentazione dell’essenda delle cose. 3)L’altre non è illusoria come per Platone: non incoraggia le passioni ma purifica.
LA CATARSI
Aristotele riconosce all’arte una FUNZIONE CATARTICA capace di esercitare un ruolo educativo e formativo. Vi sono diverse interpretazioni di tutto ciò. Si pensa che vedere oggettivati i nostri difetti può aiutarci a eliminare i lati più vistosi di essi, mirare a distanza le passioni negative può aiutare a liberarci da esse.

Esempio