Giulio Cesare

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Testo

VITA E OPERE DI CAIO GIULIO CESARE (100 A.C. – 44 A.C.)

• Nacque a Roma nel luglio del 100 a.C. dalla nobilissima gens Iulia.

• Sposò giovanissimo Cornelia, figlia del console Cornelio Cinna.

• La sua giovinezza si svolse in un periodo denso di lotte civili sanguinose e violente passioni politiche.

• Compiuto il servizio di leva in Asia, rientrò a Roma nel 78 a.C., ma il fallimento del tentativo di Emilio Lepido lo indusse a rifugiarsi in Grecia. Tornerà a Roma nel 73.

• Si circonda di un sempre crescente numero di fautori, divenendo il personaggio più importante del partito popolare.

• Egli fu pontefice (74), questore in Spagna (68), edile curule (65), pontefice massimo (63), pretore (62) e infine propretore in Spagna Ulteriore (61), dove si ricoprì di gloria grazie alla sottomissione di alcune popolazioni iberiche.

• Forma con Cesare e con Crasso il “primo triumvirato”.

• Nel 59 viene nominato console.
• Tra il 58 e il 52, Cesare conquista la Gallia.

• Nel 50 combatte una guerra civile contro Pompeo e, rimasto solo al potere, di fatto diventò imperatore di Roma.

• Alle idi di marzo del 44 a.C., Cesare venne assassinato da un gruppo di congiurati tra i quali c’era anche il figlio adottivo Bruto.

• Opere:

Commentarii de bello Gallico: quest’opera rievoca in sette libri le campagne in Gallia degli anni compresi tra il 58 e il 52; un ottavo libro con le vicende del 51 venne aggiunto da Aulo Irzio, luogotenente di Cesare. L’intento dei commentarii, almeno in apparenza, era quello di fornire agli storici di professione del materiale grezzo su cui compiere un’opera.
L’intento di Cesare, nel comporre i suoi commentarii, era di fornire un’implicita risposta ai suoi avversari politici, i quali contestavano l’impresa in Gallia ritenendola arbitraria, illegale, inutile e dettata da motivi grettamente personali.
Cesare parla di sé in terza persona e descrive accuratamente le condizioni sociali, religiose ed economiche dei Galli.
Un successo indiscusso arrise in ogni epoca ai commentarii di Cesare per il loro interesse letterario, etnografico, storico e militare.

Commentarii de bello civili: opera in tre libri che parla della guerra civile tra Cesare e Pompeo.

Opere minori: Herculis laudes (poemetto), Oedipus (tragedia d’argomento mitologico greco), De astris (trattato astronomico), Iter (poemetto in cui descrive il viaggio fatto nel 46 da Roma alla Spagna, durante la guerra civile), Anticatones (opera contro l’elogio pubblicato da Cicerone nei confronti di Catone, appena suicidatosi presso Utica e suo fierissimo avversario).

• Stile:

Chiarezza, semplicità, stringatezza, rigore logico contraddistinguono la prosa cesariana. Ogni periodo è costruito in maniera regolare e lineare, senza le spezzettature sintattiche di Sallustio, di Tacito o di Seneca, ma anche senza l’ampollosità e la sovrabbondanza di Cicerone.
Ecco le principali caratteristiche dello stile di Cesare:

a) l’uso frequente del participio, sia come predicativo sia nel costrutto dell’ablativo assoluto. Questi participi, che sostituiscono riassumendola una proposizione esplicita, conferiscono rapidità e scorrevolezza al periodo;
b) l’assiduo ricorso alla proposizione relativa, che genererebbe monotonia se non intervenisse una molteplicità di usi e di forme (nesso relativo, relativo prolettico, proposizione relativa apparente, ecc., secondo le circostanze e la struttura armonica del periodo;
c) l’impiego del discorso indiretto, che tende ad eliminare qualsiasi ostentazione di drammaticità, spogliando di ogni amplificazione retorica le parole dei personaggi;
d) nessuna nota superflua, nessun fronzolo retorico: sembra che siano i fatti stessi a parlare, senza passionalità e senza riflessioni personali;
e) la narrazione scorre come un documentario di guerra;
f) l’autore parla di se stesso in terza persona (es.: Caesar mittit...).

DESCRIZIONE DELLA GALLIA
(Cesare, De bello Gallico, I, 1)

Gallia est omnis divisa in partes tres, quarum unam incolunt Belgae, aliam Aquitani, tertiam, qui ipsorum lingua Celtae, nostra Galli appellantur. Hi omnes lingua, institutis, legibus inter se differunt. Gallos ab Aquitanis Garumna flumen, a Belgis Matrona et Sequana dividit. Horum omnium fortissimi sun Belgae, propterea quod a cultu atque humanitate provinciae longissime absunt, minimeque ad eos mercatores saepe commeant atque ea, quae ad effemminandos animos pertinent, important, proximique sunt Germanis, qui trans Rhenum incolunt, quibuscum continenter bellum gerunt. Qua de causa Helvetii quoque reliquos Gallos virtute praecedunt, quod fere quotidianis proeliis cum Germanis contendunt, cum aut suis finibus eos prohibent aut ipsi in eorum finibus bellum gerunt. Eorum una pars, quam Gallos obtinere dictum est, initium capit a flumine Rhodano, continetur Garumna flumine, Oceano, finibus Belgarum, attingit etiam ab Sequanis et Helvetiis flumen Rhenum, vergit ad septentriones. Belgae ab extremis Galliae finibus oriuntur, pertinent ad inferiorem partem fluminis Rheni, spectant in septentrionem et orientem solem. Aquitania a Garumna flumine ad Pyrenaeos montes et eam partem Oceani, quae est ad Hispaniam, pertinet; spectat inter occasum solis et septentriones.

Tutta la Gallia è divisa in tre parti, di cui i Belgi ne abitano una, gli Aquitani un’altra e, chiamati con la nostra lingua, i Galli, che nella loro sono chiamati Celti, ne occupano una terza. Tutti questi differiscono tra loro per lingua, usanze e leggi. Il fiume Garonna divide i Galli dagli Aquitani e la marna e la Senna dividono i Galli dai Belgi. Tra tutti questi i più forti sono i belgi, per il fatto che sono molto lontani dalla provincia, e per nulla affatto i mercanti si infiltrano frequentemente presso di loro e importano quei prodotti che tendono a rendere molli e fiacchi gli animi; essi sono confinanti con i Germani, che vivono al di là del Reno, con i quali fanno guerra senza interruzione. Per questo motivo anche gli Elvezi superano in valore gli altri Galli, perché vengono alle mani con i Germani quasi ogni giorno, ogni volta che o li allontanano dai loro confini o essi stessi fanno guerra nel loro territorio. Di queste regioni, una sola parte, quella che si è detto che la occupano i Galli, ha origine dal fiume Rodano, è delimitata dal fiume Garonna, dall’Oceano Atlantico e dai confini dei Belgi, tocca il fiume Reno dalla parte dei Sequani e degli Elvezi ed è volta verso nord. I Belgi cominciano dagli estremi confini della Gallia, si estendono fino alla parte inferiore del fiume Reno e guardano a nord e ad est. L’Aquitania si estende dal fiume Garonna sino ai monti Pirenei e a quella parte di Oceano Atlantico che è vicina alla Spagna; guarda a nord-ovest.

Paradigmi:
Absum, afui, afuturus, abesse; intr.
Adtingo, -is, -tigi, -tactum, -ere; 3°, tr. e raram. intr.
Appello, -as, -avi, -atum, -are; 1°, tr.
Capio, -is, cepi, captum, -ere; 3°, tr.
Commeo, -as, -avi, -atum, -are; 1°, intr.
Contendo, -is, -tendi, -tentum, -ere; 3°, tr. e intr.
Contineo, -es, -tinui, -tentum, -ere; 2°, tr.
Dico, -is, dixi, dictum, -ere; 3°, tr.
Differo, differs, distuli, dilatum, diferre; anom., tr. e intr.
Divido, -is, divisi, divisum, -ere; 3°, tr.
Effemino, -as, -avi, -atum, -are; 1°, tr.
Gero, -is, gessi, gestum, -ere; 3°, tr.
Importo, -as, -avi, -atum, -are; 1°, tr.
Incolo, -is, -colui, -cultum, -ere; 3°, tr. e intr.
Obtineo, -es, -tinui, -tentum, -ere; 2°, tr.
Occido, -is, occidi, occasum, -ere; 3°, intr.
Orior, oreris, ortus sum, part. fut. oriturus, oriri; 3° e 4°, dep., intr.
Pertineo, -es, -tinui, -ere; 2°, intr.
Praecedo, -is, -cessi, -cessum, -ere; 3°, tr. e intr.
Prohibeo, -es, -hibui, -hibitum, -ere; 2°, tr.
Relinquo, -is, -liqui, -lictum, -ere; 3°, tr.
Specto, -as, -avi, -atum, -are; 1°, tr. e intr.
Sum, es, fui, esse; anom.
Vergo, -is, -ere; 3°, tr. e intr.

IL CONCETTO DI HUMANITAS PER I LATINI

Il concetto di humanitas è di fondamentale importanza nella cultura romana e venne teorizzato soprattutto da Cicerone. Indica un modello di vita dominato da saggezza, da misura, da equilibrio, da armonia interiore ed esteriore, da disponibilità verso gli altri uomini sentiti come membri di un’unica grande comunità.
A tale ideale si perviene con la cultura: essa è, infatti, in grado di sviluppare l’intelligenza, di affinare la sensibilità e il gusto, di potenziare tutte le migliori qualità, insomma di rendere l’uomo consapevole della propria dignità.

ORGETORÌGE ESORTA GLI ELVEZI A USCIRE DAI LORO CONFINI
(Cesare, De bello Gallico, I, 2)

Apud Helvetios longe nobilissimus fuit et ditissimus Orgetorix. Is M. Messala M. Pisone consulibus regni cupiditate inductus coniurationem nobilitatis fecit et civitati persuasit, ut de finibus suis cum omnibus copiis exirent: perfacile esse, cum virtute omnibus praestarent, totius Galliae imperio potiri. Id hoc facilius eis persuasit, quod undique loci natura Helvetii continentur: una ex parte flumine Rheno latissimo atque altissimo, qui agrum Helvetium a Germanis dividit, altera ex parte monte Iura altissimo, qui est inter Sequanos et Helvetios, tertia lacu Lemanno et flumine Rhodano, qui provinciam nostram ab Helvetiis dividit. His rebus fiebat, ut et minus late vagarentur et minus facile finitimis bellum inferre possent; qua ex parte homines bellandi cupidi magno dolore afficiebantur. Pro multitudine autem hominum et pro gloria belli atque fortitudinis angustos se fines habere arbitrabantur, qui in longitudinem milia passuum CCXL, in latitudinem CLXXX patebant.

Tra gli Elvezi era molto nobile e ricco Orgetorìge. Egli sotto il consolato di M. Messale e M. Pisone, spinto dall’ambizione di conquistare il potere assoluto, prese l’iniziativa di una congiura di nobili e persuase i cittadini a uscire in massa dai propri confini. Disse che era facilissimo poiché primeggiavano per grandi virtù, l’impero conquista tutta la Gallia. Per questo motivo, egli, piuttosto facilmente, li convinse perché gli Elvezi sono rinchiusi da ogni parte dalla configurazione geografica del loro territorio: una delle parti con il fiume Reno molto largo e profondo, che la regione degli Elvezi divide dalla Germania, un’altra parte con il monte altissimo Iura che è tra i Sequani e gli Elvezi, la terza con il lago di Ginevra e il fiume Rodano, che divide la nostra provincia dagli Elvezi. Per questi motivi, e perché non avevano libertà di muoversi su uno spazio adeguato e.

Paradigmi:
Afficio, -is, -feci, -fectum, -ere; 3°, tr.
Arbitror, -aris, -atus sum, -ari; 1°, dep., tr.
Bello, -as, -avi, -atum, -are; 1°, intr.
Contineo, -es, -tinui, -tentum, -ere; 2°, tr.
Divido, -is, divisi, divisum, -ere; 3°, tr.
Exeo, -is, -ii (raram. –ivi), -itum, -ire; anom., tr. intr.
Facio, -is, feci, factum, -ere; 3°, tr. e intr.
Fio, -is, factus sum, fieri; passivo di facio.
Habeo, -es, habui, habitum, -ere; 2°, tr.
Induco, -is, -duxi, -ductum, -ere; 3°, tr.
Infero, infers, intuli, illatum, inferre; anom., tr.
Pateo, -es, patui, -ere; 2°, intr.
Persuadeo, -es, -suasi, -suasum, -ere; 2°, tr. e intr.
Possum, potes, potui, posse; intr.
Praesto, -as, -stiti, -stitum (ma praestaturus), -are; 1°, tr. e intr.
Sum, es, fui, esse; anom.
Vagor, -aris, -atus sum, -ari; 1°, dep., intr.

LA PARTENZA DEGLI ELVEZI
(Cesare, De bello Gallico, I, 6)

Erant omnino itinera duo, quibus itineribus domo exire possent: unum per Sequanos, angustum et difficile, inter montem Iuram et flumen Rhodanum, vix qua singuli carri ducerentur: mons autem altissimus impendebat, ut facile perpauci prohibere possent; alterum per provinciam nostram, multo facilius atque expeditius, propterea quod inter fines Helvetiorum et Allobrogum, qui nuper pacati erant, Rhodanus fluit isque nonnullis locis vado transitur. Extremum oppidum Allobrogum est proximumque Helvetiorum finibus Genava. Ex eo oppido pons ad Helvetios pertinet. Allobrogibus sese vel persuasuros, quod nondum bono animo in populum Romanum viderentur, existimabant, vel vi coacturos, ut per suos fines eos ire paterentur. Omnibus rebus ad profectionem comparatis, diem dicunt, qua die ad ripam Rhodani omnes conveniant. Is dies erat a. d. V. Kal. Apriles L. Pisone A. Gabinio consulibus.

C’erano in tutto due strade per le quali potessero uscire dalla patria: una attraverso il territorio dei Sequani, stretta e pericolosa, tra il monte Giura e il fiume Rodano per dove a stento i carri passerebbero ad uno ad uno: poi l’altissimo monte sovrastava a tal punto che facilmente pochissimi uomini potevano impedire il passaggio; l’altra attraverso la nostra provincia, molto più facile e comoda poiché tra i territori degli Elvezi e degli Allobrogi, che da poco erano stati pacificati, ci scorre il Rodano e questo si può passare a guado in parecchi punti. La città degli Allobrogi più lontana e la più vicina ai confini degli Elvezi è Ginevra. Da questa città si estende un ponte verso gli Elvezi. Gli Elvezi ritenevano che avrebbero persuaso gli Allobrogi, dato che non sembravano ancora ben disposti nei confronti del popolo romano, o li avrebbero costretti con la forza o lasciarli passare per il loro territorio. Preparate tutte le cose per la partenza, fissano il giorno in cui tutti debbano radunarsi presso la sponda del Rodano. Quel giorno era il 28 marzo del 58 a.C. (il quinto giorno prima delle calende di aprile sotto il consolato di Lucio Pisone e Aulo Gabinio).

Paradigmi:
Cogo, -is, coegi, coactum, -ere; 3°, tr.
Comparo, -as, -avi, -atum, -are; 1°, tr.
Convenio, -is, -veni, -ventum, -ire; 4°, tr. e intr.
Dico, -is, dixi, dictum, -ere; 3°, tr.
Duco, -is, duxi, ductum, -ere; 3°, tr.
Eo, -is, -ivi (o –ii), -itum, -ire; anom., intr.
Exeo, -is, -ii (raram. –ivi), -itum, -ire; anom., tr. e intr.
Existimo, -as, -avi, -atum, -are; 1°, tr.
Fluo, -is, fluxi, fluxum, -ere; 3°, intr.
Impendo, -is, -pendi, -pensum, -ere; 3°, tr.
Paco, -as, -avi, -atum, -are; 1°, tr.
Pateo, -es, patui, -ere; 2°, intr.
Persuadeo, -es, -suasi, -suasum, -ere; 2°, tr. e intr.
Pertineo, -es, -tinui, -ere; 2°, intr.
Possum, potes, potui, posse; intr.
Prohibeo, -es, -hibui, -hibitum, -ere; 2°, tr.
Sum, es, fui, esse; anom.
Transeo, -is, -ii, -itum, -ire; tr. e intr.
Videor, -eris, visus sum, -eri; 2°, dep., intr.

CESARE SI DIRIGE VERSO BIBRACTE
(Cesare, De bello Gallico, I, 23)

Postridie eius diei, quod omnino biduum supererat cum exercitui frumentum metiri oporteret, et quod a Bibracte, oppido Aeduorum longe maximo et copiosissimo, non amplius milibus passuum XVIII aberat, rei frumentariae prospiciendum existimavit: iter ab Helvetiis avertit ac Bibracte ire contendit. Ea res per fugitivos L. Aemilii, decurionis equitum Gallorum, hostibus nuntiatur. Helvetii, seu quod timore perterritos Romanos discedere a se existimarent, eo magis quod pridie superioribus locis occupatis proelium non commisissent, sive eo quod re frumentaria intercludi posse confiderent, commutato consilio atque itinere converso nostros a novissimo agmine insequi ac lacessere coeperunt.

L’indomani, poiché mancavano soltanto due giorni a quando occorreva distribuire il frumento all’esercito e poiché era distante non più di diciotto miglia da Bibracte, di gran lunga la più grande e ricca città degli Edui, pensò che si dovesse provvedere al rifornimento di frumento: deviò la marcia dagli Elvezi e si affretta ad andare verso Bibracte. Questo venne annunciato ai nemici dagli schiavi fuggitivi di L. Emilio, decurione della cavalleria dei Galli. Gli Elvezi, sia perché credevano che i Romani, spaventati dal timore, si allontanassero da loro, tanto più che il giorno prima, pur occupando le posizioni più alte, non attaccarono battaglia, sia perché confidavano di poter impedire ai Romani di rifornirsi di frumento, cambiato parere e invertita la direzione di marcia, iniziano ad attaccare i nostri dalla parte della retroguardia e a provocare a battaglia.

Paradigmi:
Absum, -afui, afuturus, abesse; intr.
Averto, -is, -verti, -versum, -ere; 3°, tr.
Coepio, -is, coepi, coeptum, -ere; 3°, tr. e intr.
Committo, -is, -misi, -missum, -ere; 3°, tr.
Commuto, -as, -avi, -atum, -are; 1°, tr.
Confido, -is, -fisus sum, -ere; 3°, semidep.
Contendo, -is, -tendi, -tentum, -ere; 3°, tr. e intr.
Converto, -is, -verti, -versum, -ere; 3°, tr. e intr.
Discedo, -is, -cessi, -cessum, -ere; 3°, intr.
Eo, is, ivi (o ii), itum, ire; anom., intr.
Existimo, -as, -avi, -atum, -are; 1°, tr.
Insequor, -eris, -secutus sum, -sequi; 3°, dep., tr.
Intercludo, -is, -clusi, -clusum, -ere; 3°, tr.
Lacesso, -is, lacessivi (o lacessii), lacessitum, -ere; 3°, tr.
Metor, -aris, -atus sum, -ari; 1°, dep., tr.
Nuntio, -as, -avi, -atum, -are; 1°, tr.
Occupo, -as, -avi, -atum, -are; 1°, tr.
Oportet, oportuit, -ere; 2°, impers., intr.
Perterreo, -es, -terrui, -territum, -ere; 2°, tr.
Possum, potes, potui, posse; intr.
Prospicio, -is, -spexi, -spectum, -ere; 3°, tr. e intr.
Supero, -as, -avi, -atum, -are; 1°, tr. e intr.

GEOGRAFIA ED ETNOGRAFIA DELLA BRITANNIA
(Cesare, De bello Gallico, V, 12)

Britanniae pars interior ab iis incolitur quos natos in insula ipsi memoria proditum dicunt; maritima ab iis qui praedae ac belli inferendi causa ex Belgio transierant (qui omnes fere iis nominibus civitatum appellantur, quibus orti ex vicitatibus eo pervenerunt) et bello inlato ibi permanserunt atque agros colere coeperunt. Hominum est infinita multitudo creberrimaque aedificia fere Gallicis consimilia, pecorum magnus numerus. Utuntur aut aere aut nummo aureo aut taleis ferreis ad certum pondus examinatis. Nascitur ibi plumbum album in mediterraneis regionibus, in maritimis ferrum, sed eius exigua est copia; aere utuntur importato. Materia cuiusque generis, ut in Gallia, est, praeter fagum atque abietem. Leporem et gallinam et anserem gustare fas non putant; haec tamen alunt animi voluptatisque causa. Loca sunt temperatiora quam in Gallia, remissioribus frigoribus.

La parte interna della Britannia è abitata da coloro i quali dicono di essere nati nell’isola, secondo una tradizione orale; la parte costiera da coloro i quali erano venuti dalla Gallia Belgica per guerreggiare e fare bottino (che sono quasi tutti chiamati con i nomi di quelle tribù, dalle quali erano arrivati là) e, dopo aver fatto la guerra, rimasero qui e cominciarono a coltivare i campi. La folla di uomini è senza fine e assai frequenti dono le abitazioni, quasi identiche alle case dei Galli, e c’è una grande quantità di bestiame. Si servono di monete di bronzo o d’oro o di lingotti di ferro pesati fino ad una misura determinata. Qui si trova dello stagno nelle regioni dell’interno e del ferro in quelle costiere, del quale, però, la quantità è esigua; si servono di oro importato. Il legname è, come in Gallia, di ogni tipo, tranne faggio e abete. Essi ritengono illecito mangiare la lepre, la gallina e l’oca; tuttavia li allevano per desiderio e per piacere. Le località sono di clima più mite che in Gallia, poiché il freddo è meno intenso.

Paradigmi:
Alo, -is, alui, altum (o alitum), -ere; 3°, tr.
Appello, -as, -avi, -atum, -are; 1°, tr.
Coepio, -is, coepi, coeptum, -ere; 3°, tr. e intr.
Colo, -is, colui, cultum, -ere; 3°, tr.
Dico, -is, dixi, dictum, -ere; 3°, tr.
Examino, -as, -avi, -atum, -are; 1°, tr. e intr.
Gusto, -as, -avi, -atum, -are; 1°, tr.
Importo, -as, -avi, -atum, -are; 1°, tr.
Incolo, -is, -colui, -cultum, -ere; 3°, tr. e intr.
Infero, infers, intuli, illatum, inferre; anom., tr.
Nascor, -eris, natus sum, nasci; 3°, dep., intr.
Permaneo, -es, -mansi, -mansum, -ere; 2°, intr.
Pervenio, -is, -veni, -ventum, -ire; 4°, intr.
Praedor, -aris, -atus sum, -ari; 1°, dep., tr. e intr.
Prodo, -is, -didi, -ditum, -ere; 3°, tr.
Puto, -as, -avi, -atum, -are; 1°, tr.
Sum, es, fui, esse; anom.
Transeo, -is, -ii, -itum, -ire; tr. e intr.
Utor, -eris, usus sum, uti; 3°, dep., raram. tr. e intr.

Esempio